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Autore: _Abbey    16/02/2012    7 recensioni
Il viaggio attraverso la memoria fa sempre male.
Un viaggio pieno di ricordi.
Un viaggio che riporterà Niall Horan a rivivere la parte più bella della sua vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Remember Me


Calpestava l’erba verde a testa bassa. Si guardava intorno con un’espressione distrutta. Lui era distrutto. Niall Horan non faceva altro che andare ogni giorno dal fioraio, comprare un’orchidea e meccanicamente attraversare un’enorme distesa di erba verde puntellata da enormi sassi grigi con fiori colorati ai piedi di questi. Con il dorso della mano destra, pallida e tremolante, si pulì velocemente la guancia spazzando via quella lacrima che vagava solitaria. Si fermò. Una lastra di marmo bianco con un nome, una frase e una foto che la rendevano meno sgradevole: ecco la sua destinazione. Si chinò a sfiorare con le dita la fotografia che mostrava una bellissima ragazza dai capelli rossi, la carnagione bianchissima e un sorriso perfetto. Inevitabilmente chiuse gli occhi lasciando che il nodo che sentiva all’altezza della gola si sciogliesse liberandosi in un dannato pianto.

Broadstairs, agosto 2009

La ruota panoramica girava illuminando, con le sue luci colorate, tutto il resto del parco. Era uno spettacolo delizioso per gli occhi. Coppie di giovani, adulti e anziani camminavano felici tra la moltitudine di bancarelle disseminate sul lungomare. Un giovane ragazzo dai capelli biondi guardava insistentemente l’orologio chiedendosi perché i suoi amici stessero tardando in quel modo. Avrebbero dovuto esibirsi davanti all’intera cittadina tra meno di trenta minuti, e di loro nemmeno l’ombra. Stretto nel suo smoking nero decise di farsi un giro tra le bancarelle, almeno in qualche modo avrebbe passato il tempo. Con le mani nelle tasche dei pantaloni il sedicenne si inoltrava tra la folla, sorridendo a qualche persona che conosceva. Si avvicinò alla bancarella dello zucchero filato chiedendone uno. Mentre pagava, una risata cristallina attirò la sua attenzione. Si girò incrociando con i suoi occhi azzurri due occhi verdi. La ragazza gli sorrise e subito dopo continuò a ridere con i suoi amici. Niall rimase imbambolato con il suo zucchero filato rosa in mano a guardare dei capelli rossi muoversi ritmicamente e allontanarsi sempre di più. In quel momento, mentre lentamente si riprendeva dallo shock subìto, vide in lontananza i suoi amici, tutti agghindati con il loro smoking e papillon abbinato. Li raggiunse correndo e sgridandoli per il ritardo. Intanto li stavano chiamando per l’esibizione. Ed eccoli lì, sul palco tutti e cinque. Amavano esibirsi, anche se era una semplice festa di paese. Amavano sentirsi al centro dell’attenzione e successivamente ricevere complimenti, anche se da signore anziane che tiravano loro le guance, sorridendo e parlando logorroicamente di quanto fossero cresciuti in quegli anni. Con le loro voci facevano rivivere le canzoni di Elvis Presley e i Beatles. Li rendeva alquanto fieri vedere come tutti ballavano e si fermavano a guardarli muovendo ritmicamente i piedi o la testa. Gli occhi azzurri di Niall riuscirono a scovare tra la numerosa folla i capelli ramati che aveva visto poco tempo prima, rimanendo poi costantemente a fissarla. Sceso dal palco con un grande salto, evitò accuratamente le adorabili vecchiette che si stavano avvicinando, camminando a passo spedito, quasi correndo, verso una delle bancarelle. Ci si appoggiò con nonchalance rischiando quasi di rompere la fragile struttura di legno per l’impetuosità del gesto. Fingendo di cercare qualcuno notò con piacere che il posto che aveva scelto era perfetto per farsi notare da..
Ehi!” disse il biondo allargando le braccia quando la ragazza gli fu abbastanza vicina.
Poteva vedere le guance de lei arrossarsi leggermente anche con le luci colorate che provenivano dalle giostre.
Ciao” gli rispose imbarazzata guardandosi le ballerine rosse che aveva ai piedi.

Bene, Niall. Aggancio: fatto. E ora?
Cercò un modo per non farsela sfuggire. L’aveva adocchiata e, anche se per una sera, voleva stare con lei. Fortunatamente la voce di uno dei suoi amici, accompagnata dalla chitarra, gli diede l’illuminazione: Beatles – And I Love Her.
Mi concedi l’onore di questo ballo?” le porse la mano mantenendo un contatto costante con gli occhi di lei, che scoprì di essere di un magnetico verde più chiaro all’interno. Poggiò la sua mano bianca su quella del ragazzo che la strinse portandola poi tra la folla facendole fare una giravolta. E mentre la musica andava, teneva una mano sul suo fianco e con un’altra stringeva ancora la sua. Sentiva il suo profumo fresco nelle narici, e il respiro all’altezza del suo collo. Non poteva vederla, ma lei aveva gli occhi chiusi e si lasciava guidare in quella danza. Entrambi sperarono con tutto il cuore che Louis non finisse mai di cantare in modo tale da non poter mai sciogliere quel contatto. Ma la musica si fermò e dopo qualche secondo i due realizzarono che avrebbero dovuto staccarsi. Mentre si sorridevano a vicenda, lui si rese conto che non conosceva il nome della ragazza con cui aveva appena ballato e molto più importante: la ragazza di cui si stava follemente innamorando nonostante l’avesse incontrata meno di due ore prima.

Imbarazzante.
Io sono Niall” disse mentre al microfono si avvicinò Harry. Cinque ragazzine lì vicino urlarono in preda ad una crisi isterica appena visto il ragazzo.
Io sono Audrey” sorrise.
Non sei di Broadstairs? Non ti ho mai vista..” continuò il biondo incamminandosi con la ragazza al suo fianco verso un posto più tranquillo.
No, sono di Londra, ma rimarrò qui per un po’ di tempo”. Niall cercò di trattenere la sua gioia mordendosi il labbro inferiore.
Bene. Ti va un giro sulla ruota panoramica?” alla domanda la ragazza annuì accettando ben volentieri il braccio che il ragazzo gli aveva offerto, stringendosi a lui.

 

Parigi, agosto 2010

Era sera. A Parigi. La tour Eiffel splendeva agli occhi verdi di Audrey che la guardavano con fare incantato dal Champ de Mars. Prese la sua macchina fotografica dalla borsa di cuoio che le arrivava al ginocchio. Si posizionò in modo tale da avere una prospettiva abbastanza centrale e premette il pulsante. Mentre guardava il risultato abbastanza compiaciuta sospirò abbastanza pesantemente. Le mancava Niall. Avevano parlato così tanto di quel viaggio ed ora lui era a Broadstairs ad occuparsi dei preparativi per il matrimonio di suo fratello, e lei era lì. A Parigi, da sola. Prese il cellulare dalla tasca degli shorts che indossava soffermandosi sullo sfondo che ritraeva i due mentre facevano delle facce buffe. Compose velocemente il numero che conosceva a memoria e aspettò con il cellulare all’orecchio e la machina fotografica in mano che il suo ragazzo rispondesse. Prima che la ragazza riattaccasse la voce di Niall la sorprese.
Ehi, bellissima!” le disse facendola arrossire all’istante.
Ehi!” rispose semplicemente lei, tristemente. “Mi manchi” continuò sedendosi sul prato.
Anche tu.. quand’è che torni?” chiese sforzandosi di imitare il suo stesso tono di voce.
Fortunatamente domani pomeriggio” guardava le persone camminare felici abbracciati, provocandole ancora di più nostalgia.
Mmh bene” disse. “Anche se..” smise di parlare e Audrey si chiese che cosa stesse succedendo. All’improvviso sentì due braccia circondarle la vita, e due labbra poggiarsi sulla sua guancia destra. Le si fermò il cuore dallo spavento, ma quando si girò vide Niall guardarla negli occhi con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. Gli si gettò addosso stringendolo con le sue braccia e respirando il suo profumo. Intanto il suo cuore cercava di rallentare i battiti.
Che ci fai tu qui?” chiese senza smettere di sorridere con le mani nelle sue.
Oh, beh.. niente passavo di qui!” disse lui avvicinandosi alla ragazza poggiando delicatamente le labbra sulle sue. Le prese il volto tra le mani, carezzandole le guance con i pollici mentre le loro lingue ancora si inseguivano. Gli diede un morso al labbro inferiore prima di staccarsi e lasciarsi coccolare tra le braccia del ragazzo.

 

Broadstairs, ottobre 2010

Niall cominciò a correre mentre ancora cercava di infilarsi il cappotto. Fortunatamente l’ospedale era a 15 minuti di corsa da casa sua, ma in quella situazione sarebbe riuscito ad arrivarci in soli 7 di minuti. Entrò dalla porta trasparente aprendola violentemente. Pallido in viso guardò la donna seduta in accettazione.
Ho bisogno di sapere dove si trova Audrey Murray” disse tutto d’un fiato, riprendendo poi ad ansimare.
Niall..” prima che la grassa infermiera gli rispondesse, una donna anziana dai capelli bianchi cotonati lo chiamò.
Signora Murray” disse disperato il ragazzo. “Dov’è? Come sta? Cosa è successo?” la voce gli si spezzò mentre la donna –la nonna di Audrey- si sedeva su una sedia bianca.
Si è sentita male tutt’ad un tratto” soffiò la donna con le mani alle tempie. “Mi è svenuta davanti agli occhi
Niall non riusciva a confortarla. Quelle parole lo facevano sprofondare sempre più, in un assurdo vortice di rabbia e frustrazione. Senza rendersene conto stava piangendo. Contro un muro dell’ospedale. La sua ragazza era stata ricoverata d’urgenza. E lui non sapeva cosa fare.
Pregare?
Gridare?
Fuggire?
Si passò una mano tra i capelli, esausto dopo aver passato tre ore seduto per terra vicino alla porta dalla quale prima o poi sarebbe dovuto uscire un medico che sapesse delle condizioni di Audrey, la sua Audrey. Finalmente un medico dai capelli brizzolati uscì da quella porta. Si avvicinò alla signora Murray, parlandole in disparte. Niall si limitò a seguire la conversazione in piedi a qualche passo dai due. Vide la donna annuire flebilmente e il dottore andare via. Le si avvicinò mettendole poi una mano sulla spalla. La sentiva singhiozzare in silenzio e in quel momento si rese conto che quello non era uno scherzo. Non era una finzione. Era tutto reale. Era tutto fottutamente reale. Sentì qualcosa esplodergli al livello del petto. Sentiva il suo cuore volerlo abbandonare da un momento all’altro. L’unica cosa che voleva fare era andare dalla sua Audrey e dirle che andava tutto bene. Ma niente in quel momento andava bene. La signora Murray non gli voleva dire cosa le fosse successo, non gli permettevano di andare da lei. Era impotente. Non poteva fare niente che non fosse chiedere a Dio di far finire tutta quella assurda situazione.
Quando per l’ennesima volta chiese all’infermiera di turno di poter entrare nella sua camera, quella disse di si. Attraversò con il fiato corto il lungo corridoio. Girò a destra, ed entrò nella camera 124. Era lì. Indifesa. Pallida. Addormentata. Gli si avvicinò silenziosamente, accarezzandole la guancia con un dito. Gli cadde una lacrima vedendola stesa lì.

Sei forte. Sei forte. Sei forte.
Ripeteva queste parole in silenzio, nonostante ancora non sapesse cosa fosse successo.
Ha avuto il cancro..” una voce interruppe i suoi pensieri. “Cinque anni fa” era la nonna di Audrey.
A Niall si formò un nodo alla gola guardando la ragazza e stringendole la mano.
Avevano detto che la possibilità che potesse tornare era minima” la donna si portò una mano sul petto, mentre Niall si sentiva sprofondare sempre più.
E invece..” la sentiva piangere e a quel punto non riuscì a trattenersi: si piegò in avanti poggiando la testa sul petto della ragazza. “Dicono che non ci sia più speranza”.
Niall strinse gli occhi più forte che poté sforzandosi di non capire quello che gli era stato appena detto.

 

Broadstairs, aprile 2011

La finestra era spalancata. Una leggera brezza entrava all'interno della stanza dipinta di rosso. Le fotografie attaccate al muro si muovevano scosse dalla voglia di diventare realtà. Gli occhi di quel magnetico verde avevano perso la loro brillantezza, e adesso sembravano semplicemente due pozzi infiniti colmi di stanchezza. La porta bianca, una semplice macchia bianca su una distesa rossa come il sangue, si aprì lasciando scorgere due occhi blu carichi di speranza. Entrò nella stanza, con in mano la sua chitarra, compagna di mille avventure. Con un gesto quasi meccanico e involontario le labbra di entrambi si stesero in un sorriso caldo. Poggiò la chitarra ai piedi del letto, con cura, come fosse nuova, nonostante avesse più della metà dei suoi anni. Allungò la mano a spostare i capelli rossi per poi sfiorare la fronte bianca con le labbra.
Le mani intrecciate. Le labbra piegate in un sorriso. Gli occhi incastrati tra di loro. Ogni giorno Niall andava a casa di Audrey per poter vivere con lei gli ultimi momenti che rimanevano loro. Cercò di non pensare al tempo, alla malattia, a tutto ciò che poteva dividerli e si stese accanto lei. Prese a carezzarle i capelli, lentamente, cantandole a bassissima voce la canzone del loro primo ballo insieme. Gli occhi della ragazza si chiusero, il suo respiro si fece sempre più rilassato, e il cuore di Niall subì un duro colpo quando si rese conto che la sensazione che aveva con sé era la dura realtà. Adesso Audrey non c’era più. L’aveva lasciato lì a cantare. La sua Audrey non c’era più e le aveva detto tutto con la loro canzone. La sua Audrey era andata via, e con lei si era portato via anche un pezzo di Niall, un pezzo che non sarebbe mai più tornato indietro.
Le posò un ultimo bacio sui capelli ramati e le disse il suo ultimo ‘ti amo’.

Audrey era andata via.


Okay. Forse dovrei smettere di scrivere OS dove muore qualcuno.
O forse  dovrei proprio smettere di scrivere.
Comunque. Io ho pianto mentre scrivevo la parte finale. Ho pianto perchè questa OS per me è davvero importante. Forse perchè parla di Niall, forse perchè ha messo alla dura prova i miei nervi e la mia pazienza. Non lo so. So solo che quando l'ho terminata ho pensato che tutto fosse successo davvero. Non so nemmeno perchè visto che non è nemmeno uscita come sarebbe dovuta uscire! LOL
Okay dai, la smetto di autocommiserarmi e vi chiedo umilmente di recensire, perchè come vi ho già detto, per me questa OS non è una semplice OS, è molto di più. Beh.. non lo so sta a voi scegliere di farlo o meno. Io opterei per la prima opzione! 
-Abbey

   
 
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