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Autore: elleJ    17/02/2012    1 recensioni
[...] Se gli fosse apparso Gesù Cristo e gli avesse detto: ''Steve, tu sei un figo!'' lui avrebbe cominciato a pregare e andare in chiesa, ma non per l'apparizione in sè - si direbbe intensa - dell'essere divino, quanto per l'attenzione che questi gli aveva porso, anche solo per quei pochi secondi: perciò, come avrebbe potuto non cedere alle moine di una stronzetta disperata e bisognosa d'affetto?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse erano le cinque, o forse le sei di pomeriggio. Steve era lì, appoggiato ad un muretto: aveva fatto una cazzata, una di quelle cose che sembra capitino una volta nella vita, una porcata, sì, ma alla fine non era niente.. e si chiedeva perchè allora gli bruciasse così tanto lo stomaco, se a quel punto aveva ottenuto quello che voleva. Agathe lo immaginava, ma non voleva crederci, non voleva neanche pensare che lui avesse tradito e spazzato via la sua fiducia: d'altronde lo sapeva che era un ingenuo come lei. Ma sapeva anche che se gli fosse apparso Gesù Cristo e gli avesse detto: ''Steve, tu sei un figo!'' lui avrebbe cominciato a pregare e ad andare in chiesa, ma non per l'apparizione in sè - si direbbe intensa - dell'essere divino, quanto per l'attenzione che questi gli aveva porso, anche solo per quei pochi secondi: perciò, come avrebbe potuto non cedere alle moine di una stronzetta disperata e bisognosa d'affetto?
Agathe si pentiva amaramente di averlo amato così tanto, così tanto da aver dovuto ignorare tutti i suoi problemi per cedergli ogni minuto, ogni ora, ogni piccola parte di sè.. pensando che in ogni caso sarebbe stata la cosa giusta. Lui, invece, la guardava e non riusciva a pensare a quanto si facesse schifo e odiava lei che lo aveva fatto sentire così. 
''Dimmi la verità e poi sparisci..'' disse Agathe.
''Sì, come vuoi.. ecco, quella sera l'ho incotrata e.. e.. mentre eravamo soli..''
''Perchè ti sei fermato?.. continua.'' Disse Agathe, bloccando gli inutili sensi di colpa di Steve.
''Beh mi ha detto che era un pò che mi pensava.. e..'' disse Steve, mentre Agathe non osava chiedergli nulla: non voleva dare l'impressione che in lui ci credesse ancora.. o forse non parlava perchè il terrore della verità l'aveva immobilizzata. Lui se ne accorse, così cercò di evitarle almeno la tensione - cerò di essere più umano di quello che era in realtà: ''Agathe, lei mi ha detto di piacerle, non sapevo che fare, così non ci ho pensato due volte.. e l'ho baciata.''
Silenzio.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Merda!
Quando Steve ebbe finito di parlare, un clacson ruppe il silenzio. Mentre una macchina girava lì vicino per parcheggiare, un muratore e un passante imprecavano l'uno contro l'altro, una radio mandava un blues di Handrix e la città sembrava voler riprendere finalmente a vivere come pochi secondi prima, la testa di Agathe girava, le gambe le tremavano e di lì a poco si ritrovò per terra, in ginocchio, insieme a quel suo ingenuo piccolo cuore ridotto a brandelli, il quale fino a quel momento aveva immaginato le persone come mostri, che nonostante la loro natura fossero ancora in grado di provare sentimenti. Lei stessa si sentiva un mostro, e non aveva la minima intenzione di biasimare nessuno: non aveva poi fatto di meglio nella sua esistenza fino a quel punto che mentire a se stessa e a quei pochi amici che aveva, ai suoi genitori o ai suoi isegnanti.. ma di certo, non aveva immaginato proprio che un giorno tutto quel dolore messo insieme - tutto in un colpo solo - le sarebbe stato scagliato addosso dall' unica persona che ai suoi occhi era parsa così luminosa e ai suoi respiri così ben assortita.
Steve nel frattempo era lì in piedi davanti a lei e cercò in qualche modo di risollevarla con una di quelle fottutissime frasi insulse di circostanza. Non voleva peggiorare ancora di più la situazione, forse, oppure non voleva proprio cercare di rimediarla, in nessun modo.
Agathe lo guardò in volto.. l'espressione tetra degli occhi di lui e l'immobilità del suo viso, le fecero ancora più male.. l'indifferenza che colse negli atteggiamenti di Steve, trinciarono quei pochi resti d'amore che nonostante tutto tentava ancora di offrirgli.
Rimasero insieme ancora per qualche ora, in silenzio, mentre quella giornata di settembre diventava più fredda, mentre il cielo si faceva più scuro e i lampioni si accendevano; mentre Agathe non chiedeva spiegazioni e Steve non ne aveva affatto; mentre due persone perdevano l'occasione di avere e dare di meglio.
Comunque, avevano avuto tutto e qualcosa era andato storto; o forse quel 'tutto' era stato 'troppo', e nessuno dei due era stato capace di gestirlo. O forse non era stato proprio niente.
Magari adesso dovrei spiegare quale fosse il rapporto fra queste due anime perse.. si volevano bene, o forse no. Sarebbe potuto andare tutto in maniera diversa, o magari sarebbe andato peggio e uno dei due avrebbe ucciso l'altro, come in una di quelle cronache nere - 'omicidio passionale' avrebbero scritto su qualche giornale di provincia. Oppure sarebbero impazziti entrambi - ovviamente, l'uno a causa dell'altra.
Ma che senso avrebbe spiegare tutto il resto? Che senso avrebbe far capire alle persone cosa l'uno provava per l'altra, quello che c'era o non c'era stato? Quando la fine è inevitabile, ciò che vi era all'inizio conta poco e niente. 
Ma forse il problema è uno solo, l'unico problema che affonda questa generazione di dispersi: ormai si pensa troppo all'apparire, e mai a ciò che davvero è. Tendiamo sempre verso ciò che vogliamo, e mai verso ciò di cui abbiamo bisogno.Vogliamo tutti uscire vincitori, per non perdere l'orgoglio.
Pensiamo a dimostrarci i migliori, invece che esserlo per davvero.
 
  
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