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Autore: Scarlett87    17/02/2012    1 recensioni
"Cominciò a piovere leggero leggero, come lo zucchero a velo.
La gonna di tulle raccoglieva le gocce senza assorbirle, come piccole perle. Raggi sfacciati si ostinavano a venire fuori e per dispetto le attraversavano, le piccole perle, frantumandosi in mille colori, quelli dell’arcobaleno."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brillava.

Il tulle rosa, tra i riflessi verdi e caldi del sole fra le fronde.

Ovunque era odore dei fiori, del muschio, del legno. Profumo di terra, di foglia, di bacche.

Poi il buio, all’improvviso. Il freddo sul viso, sulle spalle nude. Una nuvola grigia e carica oscurava il cielo.

Ed era l’ombra.

Ovunque era l’ombra. Sagome nere gli alberi, pietre rotonde i funghi.

Il vento spingeva deciso, sull'altalena emotiva.

Avanti

Dove sei finito?

Indietro

Ti rivedrò mai?

Avanti

Ti ricorderai di me quando ci rivedremo?

Indietro

Mi abbraccerai ancora come quel giorno in cui ritornai bambina?

Avanti

Ti prego…ti prego…ti prego

Indietro

Ti prego, torna da me, ti prego

Avanti

Mi spezzi il cuore. Da sempre

Indietro.

Non si torna più indietro, papà. 

Non ho la forza di andare avanti.  L’altalena si è fermata.

Resto ferma ferma tra queste frasche, tra queste acque, sotto un cielo che non vedi più.

Cominciò a piovere leggero leggero, come lo zucchero a velo.

La gonna di tulle raccoglieva le gocce senza assorbirle, come piccole perle. Raggi sfacciati si ostinavano a venire fuori e per dispetto le attraversavano, le piccole perle, frantumandosi in mille colori, quelli dell’arcobaleno.

Sai cosa, papà?

Tu sei dentro di me, non nel ricordo, non nella mente, ma nel mio sangue. Sono fatta di te, della tua  materia che va corrompendosi tra queste radici, che verrà spazzata via dall’acqua che non si cura dei nostri dolori, dei tuoi rimpianti, della tua vita che scorreva. Perché ora sei altra vita nella natura che accarezzo, nei fiori che mi riempiono i polmoni di profumo, e sempre dentro me sarai, facendomi battere il cuore, tenendomi in vita.

Un giorno me ne andrò via anch’io, spero sia un giorno di pioggia, perché così chi vuol piangere potrà farlo senza sentirsi piccolo piccolo. Potrà piangere con lo sguardo fiero, di chi non ha paura della morte. Quando mi hai lasciato non pioveva.

Tu non finirai con me, perché anch’io avrò lasciato un pezzo del mio cuore alla mia creatura e in quel pezzo di cuore ci sarà anche il tuo sorriso, la tua fragilità, la tua intelligenza acuta, il tuo saper amare l’uomo, nella sua miseria e nella sua festa.

L’aria tornava serena, e la nuvola grigia scarica ormai prendeva il volo per il suo destino. Fasci di luce si appropriavano del cielo, consolando le lacrime delle foglie, dei fiorellini indifesi. La ballerina stava accovacciata come una foglia d’autunno. Smossa dal vento, abbandonata a sé stessa, si liberava dell’umida pioggia sotto il calore del sole.

Intirizzita, così se ne stava.

Aspettando nuova vita.

  
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