Venerdì mattina
Okay, un’altra occhiata veloce e basta.
Se fosse rimasto un minuto di più ad ammirare compiaciuto la sua immagine riflessa nello specchio, avrebbero di certo mandato un poliziotto a buttare giù la porta del camerino.
Però, doveva proprio ammettere che il tight gli conferiva una certa bellezza. Forse era quella venatura di grigio, oppure la regalità della cravatta in seta dorata, a illuminargli piacevolmente il viso e a mettere in risalto la buffa fossetta che aveva sul mento. Buffa? No, non era buffa, era sexy, decise, annuendo.
Con un pizzico di superbia, si domandò se l’ispettore Troy, due camerini più in giù, avrebbe fatto lo stesso figurone nell’abito da cerimonia.
Si passò una mano tra i capelli, volgendo il capo prima a destra, poi a sinistra, chiedendosi se gli donassero meglio sulla fronte o pettinati all’indietro. Fece un passo indietro per avere una migliore visione d’insieme. Avrebbe forse dovuto allungarli di nuovo?
-Hai in programma di trascorrere qui la notte, Jones?
Trasalì.
-Da quanto tempo è qui, signore?-, farfugliò, guardandosi attorno imbarazzato, come alla ricerca di qualcosa.
-Abbastanza da capire che quel tight farebbe una migliore figura se togliessi le mani dalle tasche…
-Sì, signore.
-…e ti annodassi meglio la cravatta.
-Certo, signore.
Un ultimo sguardo allo specchio…
-Jones?
-Sì, signore?
-Andiamo! Il crimine non aspetta…