SOMEBODY THAT I USED TO KNOW
“Mamma!
Mamma! Maaamma, corri!”
urlò James saltellando davanti alla vetrina di un negozio. Albus lo
raggiunse
velocemente, mentre Ginny sbuffando raccolse per la terza volta il
sacchetto
che stringeva precariamente con un dito.
“Dai,
mamma!” disse Lily agitandosi
sul passeggino.
“Certo,
tesoro, stiamo andando.” le
rispose sorridendo. Diede una spinta al passeggino con
un’anca e lo riprese con
una mano quando finalmente riuscì a rimettersi la borsa
sulla spalla.
Perché
ogni pomeriggio in famiglia
doveva trasformarsi in una missione suicida? Perché aveva
acconsentito ad avere
tre figli così vicini? Ma soprattutto, perché suo
marito non si occupava mai
dei loro figli? Erano mesi che non uscivano insieme tutti e cinque, ma
Harry aveva
promesso e strapromesso che questa volta non sarebbe mancato;
be’, almeno aveva
avuto la decenza di avvertirla con il Patronus. Il cervo era sembrato
davvero
dispiaciuto, ma alla fine si era dissolto nell’aria come
sempre, e lei era
rimasta da sola con tre bambini piangenti e una promessa da onorare.
Aveva
pensato di comprare loro un
gelato e fare giusto una passeggiatina veloce, ma ovviamente loro
avevano
subito preso il controllo, correndo e urlando per Diagon Alley. Ginny
si chiese
per la centesima volta in tre minuti come diamine avesse fatto sua
madre con
sette figli, mentre finalmente raggiungeva James e Albus davanti a
“Accessori
di Prima Qualità per il Quidditch”.
I
due bambini avevano ovviamente
lasciato i segni delle loro manine sulla vetrina, ma Ginny
dimenticò di
riprenderli quando vide la scopa in esposizione: una Final Firebolt 3000.
“Mamma,
mamma, hai visto? Hai visto
che bella?” le chiese James appoggiando il naso sulla vetrina.
“Sì,
cucciolo, l’ho vista; è
davvero bellissima.” rispose Ginny, e non era una bugia. 230
galeoni spesi per
provare l’ebbrezza di arrivare a 300 chilometri orari
sarebbero stati senza
dubbio galeoni ben spesi, per lei. Peccato che avesse a malapena il
tempo di
allacciarsi le scarpe, di solito.
“Secondo
me papà se la compra.” disse
solennemente Albus.
“Sì,
e secondo me ci porta prima
me!” ribatté James con una linguaccia.
“Non
penso proprio che nessuno dei
due ci salirà ancora per molto tempo, sapete?”
disse Ginny con espressione solo
fintamente severa.
“Possiamo
entrare a guardarla più
da vicino, mamma? E possiamo comprarci anche qualcosa?” le
chiese James senza
dare segno di averla sentita.
“Va
bene, però dovete promettermi
di non correre in giro: nel negozio ci sono molte cose delicate, e
rischiate di
romperle. Dovete stare molto attenti, mi raccomando.”
“Ma
certo, mamma!” risposero all’unisono
James e Albus correndo verso l’entrata. Chissà
perché Ginny ebbe l’impressione
che non l’avessero ascoltata nemmeno per sbaglio.
Prima
ancora che toccassero la
maniglia della porta, però, questa si aprì da
sola; i due bambini si spostarono
di qualche centimetro e s’infilarono nel negozio senza
curarsi di aver dato una
spinta all’uomo che stava uscendo.
Ginny
fece per scusarsi al loro
posto, quando vide chi era appena
uscito, tenendo il figlio per mano. Lui la guardò per un
attimo, sorpreso.
“Buon
pomeriggio, Weasley.” disse Draco
Malfoy.
“Buon
pomeriggio, Malfoy.”
***
“Che
cos’hai tanto da guardare,
Malfoy?”
“Le
tue gambe, Weasley. Per una
volta sono contento che i tuoi genitori non abbiano abbastanza soldi
per
comprarti gonne della tua taglia.”
“Non
credo che le perquisizioni
prevedano un approfondito giro turistico del mio seno,
Malfoy.”
“E’
la terza volta che ti
perquisisco questa settimana, Weasley; pensavo avessi capito che quella
della
perquisizione è solo una scusa per toccare un po’
la ragazza di Potter.”
“Io
non sono la ragazza di Potter.
Non più.”
“Questo
non mi farà smettere di
perquisirti, mi dispiace.”
“Oggi
niente perquisizione, Malfoy?”
“Pensavo
a qualcosa di più
approfondito. Stanotte sono di ronda; fatti trovare fuori dal
letto.”
Ginny
pensò che le sue mani erano
gentili, ed erano le uniche a toccarla, ultimamente. Lo
aspettò nascosta dietro
un arazzo.
“Perché
io?”
“Non
sapevo che cosa fare, sai com’è.”
“Perché
proprio io?”
“Sei
bella.”
“Tu
sei un Mangiamorte.”
“Lo
so, grazie per avermelo
ricordato. Ma le tue gambe mi hanno distratto dalla guerra. E poi, ho
sempre
voluto scoprire se avessi tutti i peli di quel rosso.”
“Quello
che facciamo è… sbagliato.”
“E
perché? Io direi solo che è
strano, ecco. Nessuno poteva prevederlo. Nemmeno noi.”
“Non
so nemmeno perché sono venuta
qui anche stasera…”
“Forse
perché anch’io ti ho
distratto dalla guerra, almeno per un po’.”
“Perché
fai sempre quella faccia,
mentre ti rivesti? Mi sembra che anche a te piaccia.”
“Mi
sento in colpa.”
“Non
stai più con Potter, o no?”
“No.
Ma lui sarà mio marito, un
giorno.”
“Benissimo.”
“Io
lo amo.”
“Perfetto.
E quindi?”
“Mi
sento in colpa perché… be’,
vengo a letto con te.”
“I
peccati di guerra vengono
cancellati dalla pace. Non lo sapevi?”
“Mi
sento in colpa perché venire a
letto con te mi piace.”
“Neanche
tu sei male, in effetti.
Le voci sulle tue capacità erano vere, dopotutto.”
“Quali
voci?”
“Lo
sai. D’altronde, non potevi
essere una santarellina con quei capelli rossi. Grifondoro nel cuore e
leonessa
sotto le lenzuola.”
“Sai
cosa si dice di te, invece?
Che sei solo un vigliacco figlio di papà.”
“E’
tutto vero. Infatti tu sposerai
Potter, mica me. Non capisco perché stiamo ancora
parlando.” disse alzandole la
gonna.
“Non
hai nemmeno chiuso la porta a
chiave, potrebbe arrivare qualcuno da un momento
all’altro!”
“Dirò
che ti stavo perquisendo.”
“E
perché ti sei spogliato anche
tu?”
“Perché
anche tu hai insistito per
perquisirmi, e mi hai minacciato con la bacchetta. Tutti sanno che sai
essere
estremamente convincente.”
“Non
sei molto credibile.”
“Se
stai zitta finiamo prima.”
“Forse
non voglio che finisca
prima.”
“Goditela.
Questa sarà l’ultima
volta.”
“E
perché?”
“Non
credo che tornerò a Hogwarts dopo
le vacanze di Pasqua.”
“E
perché?”
“Questo
non posso dirtelo.”
“Dopotutto
non m’interessava così
tanto.”
“Potrei
unirmi all’Ordine della
Fenice e attaccare Malfoy Manor. Non ti spaventa?”
“Tutto
quello che so è che ti sto
spogliando.”
“Siamo
nemici.”
“Sì,
certo.”
“Harry
vincerà, lo sai, vero?”
“Sì
sì.”
“Lo
sposerò.”
“E
nel frattempo ti scopi me per
tenerti allenata. Ovvio.”
“Non
so nemmeno perché sono venuta
qui anche stasera…”
“Perché
cercavi disperatamente un
modo per scappare dalla realtà, Weasley. E perché
non riesci a resistere alla
tentazione di una scopata.”
Sembrava
sempre una perquisizione,
con lui. Le sue mani erano veloci e impazienti, il suo corpo agile e
sottile;
erano mani sporche di sangue, e lei non vedeva l’ora di farsi
toccare.
“Io
non ti amo.”
“Io
non voglio il tuo amore.”
Entrò
in lei con una sola spinta.
L’amore
non centrava niente, e lo
sapeva anche lei. L’unica cosa che contava erano loro due,
chiusi in una stanza
per qualche ora, mentre fuori la guerra continuava a infuriare. Avevano
scoperto
che la guerra poteva benissimo andare avanti anche senza di loro.
Quando
si toccavano non contavano
più fazioni e rancori passati, c’erano solo gemiti
e oblio.
Ginny
chiuse gli occhi per non
vedere più niente, per non pensare più a niente,
per non ricordare più niente.
C’era solo lui, dentro di lei.
“Goditela.
Questa sarà l’ultima
volta.” le sussurrò all’orecchio.
***
“Chi
era quel signore, mamma?”
chiese Lily mentre entravano nel negozio.
“Solo
una persona che ho conosciuto
tanto tempo fa.”
“Tesoro,
mi hai aspettato sveglia?
E’ tardissimo!” disse Harry dandole un bacio sulla
tempia. Ginny si strinse
nelle spalle.
“Oh,
non ti preoccupare. Finalmente
posso godermi la casa.”
“I
bambini sono già a letto?”
“Tutti
e tre. Anche se Albus ha
fatto più capricci del solito. Sai che non dorme bene se non
sei tu a raccontargli
la favola della buona notte.”
“Mi
dispiace davvero tantissimo,
tesoro, ma oggi al lavoro era davvero un delirio, non puoi-“
“Certo,
certo, capisco.” lo interruppe
con un gesto della mano alzandosi dalla sedia e radunando velocemente
quello che
c’era sul tavolo.
“Stavi
scrivendo un articolo per
quel giornale che ti aveva chiesto un parere sulle ultime
partite?” le chiese
Harry notando pergamene, piuma e inchiostro.
“No,
solo una lettera a un vecchio
amico.”
“Ok.
Vai a letto?”
“Sistemo
un attimo e poi vado.” rispose
indicando la sala, ancora sottosopra.
“Va
bene; ci vediamo lì, allora.” disse
Harry. Le diede un bacio sulla guancia e salì velocemente le
scale.
Ginny
gli sorrise, poi prese la lettera
che aveva appena scritto e si diresse verso il gufo di famiglia, che
riposava
sul trespolo in un angolo della cucina. Aprì la finestra,
poi si voltò verso il
gufo e gli alzò una zampa.
“Lo
so, lo so che è tardi… scusami.
Quando tornerai ti darò un premio. – disse legando
la lettera. Ebbe un attimo
di esitazione nel chiudere il nodo, ma fu solo un attimo.
Annuì a se stessa e
fece un piccolo fiocco allo spago. Aveva ottenuto esattamente tutto
quello che
voleva, eppure aveva bisogno di evadere da quella realtà
così soffocante.
Almeno un’altra volta. Il gufo zampettò verso la
finestra, in attesa della
destinazione. Ginny sorrise. – A Malfoy Manor. Per Draco
Malfoy.”
Niente
di che, giusto un’idea che
mi ha folgorata stamattina quando ho sentito una canzone alla radio,
ovvero “Somebody
That I Used To Know”, di Gotye; la storia non
c’entra niente con la canzone, ho
solo ripreso il titolo e l’ho ascoltata a ripetizione mentre
scrivevo. Comunque
ve la consiglio perché secondo me è bellissima!
*O*
Detto
questo, in caso non si fosse
capito la parte centrale è ambientata a Hogwarts durante il
settimo libro; non
sono una fan delle Draco/Ginny (anzi, adoro le Dramione, a dire il
vero! XD),
ma ho pensato che, trovandosi entrambi bloccati a scuola, in un certo
senso,
avrebbero potuto trovare un magro conforto l’uno
nell’altro. Niente di troppo
metafisico, solo del sano sesso per dimenticare tutto il resto. Ginny
ha avuto
parecchi ragazzi, e ho immaginato che fosse particolarmente sensibile
ai
piaceri della carne… XD
E
ama ancora Harry, così come Harry
ama la propria famiglia; solo che lei ha ancora bisogno di evadere
dalla
propria vita, così come Harry è stritolato dal
proprio lavoro… e probabilmente
Ginny sente un po’ la mancanza delle attenzioni che riceveva
da giovane, ecco.
Chiudo
qui perché vorrei evitare di
scrivere una nota più lunga della storia stessa. Spero che
la fan fiction vi
sia piaciuta, ovviamente! J
A
presto,
Contessa