Serie TV > Il Tredicesimo Apostolo
Segui la storia  |       
Autore: Anto1    17/02/2012    6 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta ed è ormai a capo del Direttorio. Non risolve più casi sul paranormale e ha dei sottoposti che lavorano per lui. Ma cosa succederebbe se una persona a lui molto cara fosse direttamente minacciata? Perché continua a vedere in sogno Serventi? Cosa vuole davvero da lui? Ma soprattutto, cosa vuole dalla sua Claudia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Voglio solo guardarti! Qualunque uomo al posto mio farebbe lo stesso!” Si era svegliata, ma non ricordava nulla di dove fosse, di che cosa fosse successo, e tantomeno chi fosse. Ma c’era un uomo al suo fianco, e lei era nuda. L’uomo sorrise. “Non ti ho toccata, se è questo che vuoi sapere; ho qualcosa per te, qui. Dato che dovremo passare un po’ di tempo insieme, tanto vale dilettarsi un po’, non trovi? Ti piace?” così dicendo, le porse un vestito rosso fuoco, con uno spacco profondo alla coscia sinistra. Lei provò a parlare, ma si accorse che non poteva. L’uomo rise di una risata raggelante, senza alcuna ilarità, solo perfidia. “Sarà completamente inutile, nonostante i tuoi sforzi; hai perso l’uso della parola. Sei troppo intelligente, sai, non volevo interferissi con i miei piani. E adesso…” le fece indossare a forza l’abito. “Non male, direi, davvero niente male… beh, ti vorrai rendere presentabile per il suo arrivo! Il tuo eroe sta venendo a salvarti bambolina, ma non riuscirà a fermarmi!” disse, sogghignando. Lei si rizzò a sedere sul divano, allontanandosi dalle mani dell’uomo. Non si ricordava chi lei stessa fosse, non poteva parlare, ma aveva capito che quell’uomo era malvagio, e la teneva prigioniera. Cercò disperata con gli occhi una via di fuga: vide una porta alle spalle dell’uomo; cercò di raggiungerla, ma all’improvviso una forza incredibile la fece schiantare all’indietro, sul pavimento. L’uomo si mise a cavalcioni su di lei e le strinse una mano intorno alla vita. “Tentavi di svignartela, eh? Beh, devi sapere che qui non ci sono vie di fuga, e che nessuno può scappare da me, se io non voglio, e io non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, a meno finché non arriva lui”, disse, accarezzandole delicatamente una guancia. Incapace di scappare, incapace di muoversi e di parlare, iniziò a piangere silenziosamente. Di chi stava parlando quell’uomo? Non lo sapeva, ma sperava che arrivasse presto. E così fu. All’improvviso, l’uomo si voltò di scatto verso la porta, alzandosi da sopra di lei. Serventi sorrise… lo sentiva arrivare, sentiva le sue emozioni, i suoi pensieri. I due uomini erano uniti da qualcosa che Gabriel non sapeva, non ancora. Era così facile per Serventi carpire i suoi pensieri, più facile che in qualunque altra persona: fra loro c’era un filo conduttore indistruttibile. E in quel momento Gabriel odorava di paura, rabbia e paura: era proprio quello che voleva. Quelle emozioni si facevano più intense mano a mano che si avvicinava, e lui lo avvertiva, perché si nutriva di quelle emozioni come fossero aria. Era lì, a pochi passi, presto avrebbe aperto la porta. “Claudia!!!” la donna, fra gli occhi lucidi, vide la sagoma alta di un uomo. Era vestito di nero, tutto di nero, con un giubbotto di pelle, e aveva corti capelli ramati. Non riusciva a distinguere gli occhi, ma in qualche modo sapeva che erano azzurri… azzurro ghiaccio; il mento era coperto da una leggera barba. Doveva essere proprio bello. Non ricordava chi fosse, ma sentiva di potersi fidare di lui, che era lui la persona che aveva aspettato fin da quando si era ritrovata con quell’uomo sinistro. Non poteva parlare, ma si accorse che stava sorridendo. Gabriel, non appena era entrato, si era trovato a guardare uno spettacolo orribile: Serventi era lì, in piedi davanti a lui, e Claudia era a terra, con un vestito che la copriva a malapena. Per il momento non pensò, ignorò Serventi e si precipitò verso di lei. Inginocchiandosi, si accorse che non portava biancheria intima. “Claudia! Rispondimi! Che cosa ti ha fatto?” ma Claudia era immobile, non rispondeva, sembrava non riuscire a muoversi. Le toccò una guancia, e la trovò fredda, troppo fredda. “Claudia” ripeté di nuovo, avvicinando il suo viso a quello di lei. Ma Claudia sembrava assente, solo i suoi occhi sembravano voler parlare, e quegli occhi erano pieni di ansia, di paura. D’un tratto, lei sorrise debolmente, e allungò una mano per sfiorargli una guancia, ma quello sforzo sembrava essere stato eccessivo, perché la mano le ricadde sul pavimento e lei venne scossa da un brivido. Fu solo in quel momento che Gabriel si voltò a guardare Serventi, furioso. Non sapeva cos’era successo, ma sapeva solo che l’avrebbe pagata, e in quel momento sentiva un ruggito dentro di sé, come se un leone dormiente si fosse risvegliato, e lui non riuscì a contrastarlo, non ci pensò nemmeno. Avanzò verso Serventi, consapevole che il suo potere demoniaco si stava riattivando, e cercò di usarlo contro di lui. Ma… si ritrovò accasciato al suolo, con la schiena in frantumi. Serventi era stato più veloce, l’aveva fatto sbattere contro il muro. “Non funziona questo con me!!!” gli disse, avvicinandosi risoluto. Lo afferrò per il colletto e lo fece rizzare in piedi. “Che cosa le hai fatto?!” urlò, furioso, incapace di contenersi. Si massaggiò la schiena in pezzi, gemendo. “Oh, lei? Mi dispiace, a volte non riesco proprio a controllarmi, devo aver usato così tanto il mio potere su di lei che l’ho fatta impazzire, le ho tolto l’uso della parola!” “Nooo!!!” cadde sulle ginocchia, disperato. Era scosso da mille tremiti, per il dolore e la rabbia. “Tranquillo, ha sempre la sua bellezza, non trovi?” Serventi afferrò Claudia per i capelli e fece scivolare la lingua sulla sua guancia, per poi scendere sul suo collo. “Non toccarla!!!” “Suvvia, non puoi negare che sia stata utile, ti ha condotto da me, e ora che ha perso la sua utilità, sarebbe stato crudele non trastullarsi un po’ con lei, non credi? Ma bando alle ciance, sono qui per proporti un accordo, non ti piacerebbe ascoltarmi?” “Che cosa vuoi da me?!” “Quello che ti ho chiesto un mese fa: unisciti a me, unisciti a me e potremmo guidare gli esseri con poteri paranormali a governare sulla gente comune. Non ci hai mai pensato?” si avvicinò a lui, e appoggiò la sua bocca al suo orecchio, quasi teneramente “pensa a quante cose potremmo fare insieme, tu e io. Siamo speciali, siamo dei fra gli dei; ci eleveremo su quelle insulse masse brulicanti e imporremo loro di sottostare al nostro volere, e se si opporranno… il tuo potere ha anche un lato oscuro, vero? Noi due siamo più simili di quanto pensi…” parole di miele, parole di fiele, dolci e odiose al tempo stesso. “Mai! Quelle persone meritano una vita normale, non mi avrai mai!!!” “Allora non hai proprio capito…” Serventi lo sollevò in aria col suo potere, e Gabriel sentì un colpo allo stomaco “tu, con la tua stupida generosità, sei rimasto nella Chiesa, per cosa? Per aiutare qualche pecorella smarrita? Mi fai ridere… tu dovevi cambiare la Chiesa, guidare loro! Non l’hai ancora capito, stupido?!” Di colpo, allentò la morsa, e Gabriel si ritrovò a terra, bocconi. “Non mi resta che combatterti, ostacolarti! Ti lancio una sfida, e pretendo che tu la colga: se tu pensi davvero che loro possano avere una vita normale, una vita in cui il mondo li accetti per come sono, ti sbagli di grosso, ma ti lascio il beneficio del dubbio. Prima di farlo, però, dovrai combattere con me. Hai un mese, bada, un mese, per reclutare quanti di loro riuscirai a trovare. Dal canto mio, io chiamerò a me quanti mi vorranno seguire. A quel punto, tornerò qui, e combatteremo, ognuno per il proprio ideale, ma se vincerò io, sarò io a comandare su di loro, e tu non avrai nessuna voce in capitolo.” Si accovacciò di fronte a lui, e gli sollevò il mento con un dito. “Potrei schiacciarti come un insetto ora, ma sei così patetico che ci perderei gusto.” Gabriel venne di nuovo percorso da quella scossa elettrica, ormai così familiare. L’ultima cosa che sentì, furono le parole di Serventi che riecheggiavano nella sua testa. “Un mese!” Quando si svegliò, lui se n’era andato.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Tredicesimo Apostolo / Vai alla pagina dell'autore: Anto1