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Autore: Alyce_Maya    17/02/2012    11 recensioni
- Alice, non Quella Alice, che annoiata decide di dare ascolto ad una inserzione trovata su internet che le propone "un viaggio all'Inferno dantesco".
- Caronte, non brutto e vecchio, ma giovane, bello e cantante in una rock band.
- Gironi infernali che sono più prove per minare la pazienza della protagonista che non veri e propri luoghi di punizione.
→ Ce la farà Alice a raggiungere il Paradiso? O resterà a godersi i piaceri dell'Inferno? ←
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ma buona sera, Fanciulle (anche Fanciulli? O.o) come state?!
Prima di cominciare a dire qualsiasi cosa volevo augurarvi un BUON CARNEVALE ^_^ (il mio quest'anno è una mezza fregatura, ma tralasciamo...)
Forse ho lasciato passare di nuovo troppo tempo ma l'idea di scrivere questo capitolo mi rendeva triste: insomma è la fine.
E' vero: ci saranno gli extra, ma non sarà la stessa cosa ç__ç
La storia originale ormai è finita e, se devo dirvelo, è la prima long-fic che finisco per cui sono decisamente emozionata (xP)
Che tristeeeezza: non voglio abbandonare Alice e Caronteee!! >__<
Okay, ora che mi sono sfogata, vi lascio all'epilogo!!
Buona lettura e buon divertimento!! =)

 


CAPITOLO 16 - Epilogo: Il Paradiso -

 


Fissai quel bigliettino per minuti interi con una voglia tremenda di scoppiare a piangere.
< Dopo tutta questa fatica... >, sussurrai con voce spezzata.
"Ahah andiamo, è divertente", disse Vocina mentre continuava a ridere come una pazza.
E non era la sola.
Il caro Lucifero -pardon Lulù- le dava corda mentre mi guardava ghignando con quell'espressione da bello e dannato, tutto
agghindato nei suoi pantaloni di pelle che mettevano in mostra tutto quello che solitamente va nascosto alla luce del sole.
< Non è che per caso c'è un errore? >, chiesi speranzosa.
Quando rialzai lo sguardo, lui era scomparso.
< Direi di no >, mi alitò sul collo cogliendomi alla sprovvista. < Sai, ti sento molto indecisa: non vuoi rivelare i tuoi sentimenti a
Caronte, per caso? >, mi sbeffeggiò il Diavolo.
Mi girai di scatto fulminandolo con lo sguardo.
< Senti bellino, non sono di certo affari tuoi per cui vedi di lasciarmi in pace >, masticai.
Okay, lo ammetto: ero un tantino nervosetta.
Quel cavolo di bigliettino mi aveva mandato il sangue alla testa e Lulù-la-mia-scarpa-del-cuore di certo non aiutava.
< Oh si che sono affari miei >, sussurrò muovendo qualche passo nella mia direzione.
Mi prese per i fianchi e mi avvicinò a se giusto il necessario per riuscire a premere le sue labbra contro il mio orecchio destro.
< Perchè, sai, se non te lo prendi tu Caronte... Lo farò io >, disse lascivo.
"Hey giù le zampe dalla mercanzia", si indignò Vocina.
< Hai ragione Vocina, giù le mani da me >, proferii indignata allontanandolo.
"Guarda che io mi riferivo a Caronte... Col cavolo che se lo prende il personaggio omosessuale di Matrix".
< Sarebbero una bella coppia, però >, riflettei tra me e me squadrando per bene Lucifero.
"Alice! Svegliati... Va bene che il bigliettino ti ha sconvolta, ma datti una regolata: Lulù vuole prendersi il TUO -o meglio, nostro-
Caronte!", mi urlò contro Vocina.
Finalmente, grazie a quella strigliata, riuscii ad elaborare la frase del Diavolo.
< Caronte è mio >, sibilai minacciosa.
< Ah, davvero? >, disse sfidandomi con lo sguardo. < Solo se arrivi da lui prima di me >.
"Eh?"
< Eh? >.
< Il primo che arriva si prende Caronte! >, urlò e cominciò a correre.
Rimasi inebetita per qualche secondo.
"Corri!".
Scattai. Insomma: non mi sarei fatta di certo battere da una Scarpa-del-Cuore!
< Hai imbrogliato >, gli urlai dietro mentre lo raggiungevo.
Lo tirai per la maglia, facendolo rallentare e, dopo avergli fatto una linguaccia, lo superai.
< Rossa! Non ti permettere >.
Mi sentii tirare all'indietro e mi resi conto che mi aveva preso per i capelli.
Indignata gli pestai un piede.
< Stai barando! >, mi urlò mentre mi allontanavo.
Risi divertita. < In amore e in guerra tutto e lecito >, dissi raggiungendo l'uscita.
< E in questo caso parliamo di amore o di guerra? >, chiese Caronte che, inaspettatamente, non mi stava aspettando su nessuna
imbarcazione ma in piedi appoggiato al muro vicino l'usicta.
Lo fissai per qualche secondo.
Era davvero bello: non di quella bellezza soggettiva che ad uno può piacere e ad un altro no. Era bello e basta.
Quello che le ragazze normali -o almeno alcune mie compagne di classe- avrebbero definito "Figo Universale".
< Credo che in questo caso ci troviamo a metà strada >, risposi.
Lui fece un mezzo ghigno e mi si avvicinò.
< Superato anche l'ultimo girone? >, mi chiese ad un passo da me.
Non capii bene la domanda perchè troppo distratta a guardare le sue labbra.
< Alice? >.
"Chi è Alice?", mi domandai stupidamente mordendomi il labbro.
Avevo completamente perso il contatto con la realtà. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era Caronte.
E il suo viso.
E le sue labbra.
E il bacio che ci eravamo scambiati.
Feci un mezzo passo in avanti per potermi avvicinare ancora di più a lui.
< Senti io... >.
Non riuscii neanche a finire la frase che qualcuno saltò addosso a Caronte, sbilanciandolo tanto da farlo indietreggiare.
< Carry amore miooo! >, urlò Lulù appeso letteralmente al collo del MIO accompagnatore.
"Carry?! Cos'è una pietanza indiana?", protestò Vocina indignata per l'ennesima interruzione.
< Senti un po Peter White, staccati >, urlai.
Quel che è troppo è troppo.
Non ne potevo più.
Con un ghigno degno del miglior cattivo di tutti i tempi, Lucifero mollò la presa e si voltò nella mia direzione.
< Sei per caso gelosa? Caronte ti piace? >, rise.
Ovviamente, la fortuna gira sempre alla lagra da me.
Non solo mi ritrovavo nella situazione di dover spifferare i miei sentimenti ai quattro venti, ma dovevo pure farlo con il pubblico.
Maledetto Diavolo.
Ma Lucifero non era il solo a fissarmi in attesa di una risposta: Caronte non mi staccava gli occhi di dosso.
< Allora? >, mi sfidò Lulù.
Drizzai la schiena e lo guardai con sufficienza.
< E anche se fosse, ti creerebbe qualche problema? >.
Con molta probabilità, non ebbe neanche il tempo di pensare ad una risposta che Caronte mi fu davanti, le sue labbra sulle mie.
"Peggio di un romanzo rosa", proferì Vocina a metà tra l'estasiata e il disgustata.
Proprio come la prima volta, il tempo si fermò e non ci fu altro che Caronte, ovunque.
Nella mia testa.
Sulle mie labbra.
Le sue avevano un leggero retrogusto di caramella al limone.
Quando ci separammo, avevamo entrambi il fiato corto e Lucifero era scomparso.
< Anche tu mi piaci >, sussurrò Caronte.
Gli sorrisi e non potei evitare di baciarlo di nuovo.
Mi stavo decisamente rammollendo.
Risi divertita quando mi resi conto che il viaggio era finito ma che, nonostante tutto, avrei avuto ancora il mio bellissimo
accompagnatore al mio fianco.
E pensare che tutto era cominciato perchè mi annoiavo.
< Lù ti ha dato il biglietto? >, chiese ad un certo punto.
Mi frugai nelle tasche e presi quel maledetto bigliettino. < Ti prego: dimmi che è uno scherzo >, lo supplicai.
Il biglietto era d'argento, con una scritta nera in rilievo che diceva:

"Complimenti: hai superato tutti i Gironi dell'Inferno.
Questo biglietto è un'entrata gratis assicurata al Paradiso: il locale più inn del mondo!
".
Caronte rise quando finì di leggere.
< No, è tutto vero. Il locale, tra l'altro, è qui: fa parte del complesso >, spiegò.
Mi fece l'occhiolino ed io sospirai sconsolata.
Non mi sarei dovuta più stupire di nulla dopo tutto quello che avevo passato, eppure erano riusciti a lasciarmi di stucco ancora una
volta.
< Ti va se ci andiamo insieme? >, mi chiese lui porgendomi una mano.
Feci un mezzo sorriso e gliela presi. Le nostre dita si intrecciarono e cominciammo a percorrere una stretta stradina che partiva
dalla nostra sinistra.
< Hai i capelli tutti scombinati, sembri medusa >, rise Caronte sbefeggiandomi.
< Ah, da che pulpito: sembra ti sia pettinato i capelli con la presa della corrente oggi. Vuoi che ti chiami Lulù per farteli sistemare? >, lo scimmiottai.
Lui sbiancò e cominciò a balbettare. < Ti prego no! Quel tipo mi mette i brividi, è spaventoso >.
Scoppiai a ridere senza ritegno.
< Eppure sareste perfetti: Carry e Lulù... Sembra il nome di una coppia di spogliarelliste >, risi più forte.
Ero quasi piegata in due e Vocina non faceva che complimentarsi con me per le frecciatine: decisamente lei preferiva situazioni come
questa che non quelle stile romanzo-rosa (assieme alle fantomatiche situazioni a rating rosso).
< E tu, in questo quadretto dove noi siamo donne, cosa saresti?! Un uomo? >, chiese interrogativo.
Gli lanciai un occhiataccia.
< Sarebbe difficile farmi passare per un ragazzo >, riflettei.
Lui puntò per l'ennesima volta lo sguardo sul mio seno, ma questa volta non gli dissi niente: in fin dei conti era proprio a quello che
mi riferivo.
< Mhm... >, borbottò. < Probabilmente hai ragione >.
Risi sotto i baffi e mi limitai a scrollare le spalle.
< Guarda, siamo arrivati >, mi fece notare.
Il Paradiso.
Un nome, una garanzia: il locale era decisamente grande sia all'esterno che all'interno.
Era diviso in zona ristorante e due zone ballo di cui una trasmetteva musica da sala, l'altra musica da discoteca.
Era arredato con colori freddi, principalmente blu e azzurro ed era veramente elegante.
Insomma uno di quel posti dove non potresti mai permetterti di mettere piede senza un biglietto d'argento come il mio.
< Chi gestisce questo posto? >, chiesi curiosa.
Lo stile di certo non ricordava quello di Lucifero.
< Sono marito e moglie, Paolo e Francesca >, rispose.
Lo fissai stralunata. Stava parlando proprio di quei Paolo e Francesca?
< Intendi...? >, domandai lasciando la frase in sospeso.
< Si: a furia di gironzolare sempre in tondo dentro ad una tempesta si sono stufati, così hanno fatto un patto con Lulù e hanno avuto il permesso di creare questo posto >, spiegò.
Aaah i pettegolezzi dell'Inferno: cosa c'è di meglio?
< Che patto? >, chiesi allora curiosa.
Scrollò le spalle. < Bah non lo so: tipo che tutti gli incassi vanno a lui o una cosa di questo tipo >.
"Che personaggio... Va dritto dritto nella lista dei super cattivi", disse Vocina.
< Pensavo ci stesse già, Vi: dopotutto non è il Male in Persona? >, le chiesi calcando le ultime parole.
"C'era Lucifero... Ora ci ho aggiunto Lulù".
Non faceva una piega.
Caronte mi scortò lungo un corridoio che sfociava, alla fine, in una sala da pranzo.
Dopo aver mostrato il bigliettino d'argento, ci sedemmo in un tavolo appartato, lontano dalle altre persone.
Un gentile -e decisamente carino- cameriere di nome Sebastian, ci portò i menù.
< Delizia Paradiso, Portata dei Giganti, Specialità Pokémon... Che razza di piatti sono? >, chiesi leggendo ad alta voce quelle assurde
portate, tutte con riferimenti ai vari gironi superati.
< Non è originale? >, chiese divertito.
Ordinai un piatto a caso ("Eretico in costume", che mi ricordava vagamente qualcosa) ed, intanto, continuai a lanciarmi frecciatine con Caronte assieme a qualche conversazione sul più e sul meno.
La cena si rivelò ottima, compreso il dessert (un buonissimo "Gelato Tentazione") e mi divertii decisamente più di quanto mi fossi
mai divertita in vita mia.
Forse ere stato merito dell'ambiente, così bizzarro eppure ormai con sfumature così familiari.
O, forse, era stato semplicemente merito della compagnia.
Restammo fino all'ora di chiusura, forse oltre.
Insomma, il risultato fu che ci cacciarono con la minaccia di farci lavare tutti i piatti della serata.
< E così è finita >, sospirai.
Un po mi dispiaceva: dove avrei trovato un altro posto così?!
< Beh puoi tornare a farti un giro quando vuoi: di tanto in tanto rimodernano qualche girone >, disse facendomi l'occhiolino.
Risi.
Non ci sarei tornata: sarebbe stato inutile.
Le belle esperienze, le belle persone, sono difficili da trovare più volte nello stesso luogo.
< Questo non vuol dire che non ci sentiremo più, però: ricordati che ora ho il tuo numero >, fece Caronte ammiccando.
Ci scambiammo un sorriso complice e un ultimo bacio.
Poi le nostre strade si separarono.

Almeno per quella sera.

 


- FINE -

 


**************************************

 

Oddio che tristezzaaa!! (di nuovo)
Tanto per chiarire: il "Peter White" che nomino è un personaggio del manga "Alice in Heartland" che ha la mania di lanciarsi tra le braccia della protagonista xP

Ed ora:

GRAZIE MILLE DI CUORE A TUTTI VOI!! Da chi mi ha seguito dall'inizio alla fine, chi ha cominciato, chi ha solo finito, chi ha messo la storia nelle preferite, chi nelle seguite e chi nelle ricordate... Chi ha letto e basta e chi ha recensito!!
Insomma: GRAZIE!!
Non avete idea di quanto sia contenta che questa storia abbia avuto tutto questo successo!!
Non dirò "addio" perchè sarebbe troppo melodrammatico e poi ci sono ancora gli extra!! ù.ù

Un bacio e un forte abbraccio a tutti voi, gli extra non so quando si presenteranno, ma si presenteranno!! ;-)

Alyce_Maya

   
 
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