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Autore: rock star 96    17/02/2012    6 recensioni
se siete rimaste un po' deluse della seconda serie degli Huntik.
vi faccio una mia personale visione della terza attesissima serie dei nostri eroi preferiti.tra cui vedrete:
il ritorno della spirale. vecchie conoscenze, e nuovi amici.
io farò del mio meglio per coinvolgermi al massimo.
buona lettura
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venezia.
Italia.
La squadra Huntik, fa una sorpresa a Lok, festeggiando il suo 18° compleanno.
Quando vanno fuori a cena, mentre Lok e Sophie sono in intimità, un vortice si crea nei canali di Venezia, allagandola in buona parte, e lasciando i nostri eroi senza una spiegazione logica.

 
                                    PERICOLO AD ALTA QUOTA
           
                                                EPISODIO 4 
 

Lok stava camminando per strada. Continuando a osservare quella bussola che gli aveva regalato sua madre per il compleanno.
Aveva detto che più di una volta, quella bussola aveva tirato fuori dai guai suo padre.
Ma come poteva una bussola che non aveva segnati i poli, e che per di più non si muoveva mai, aver salvato il padre?
Mentre Lok era distratto. A otto piani sopra di lui, degli operai stavano maneggiando dei pilastri di cemento.
Mentre se li passavano, uno dei pilastri cadde. Precipitando da quasi novanta metri d’altezza.
L’ago della bussola, diventò rosso. E cominciò a roteare vertiginosamente.
Lok non capiva cosa stesse succedendo.
Vide un ombra sopra di lui.
E scostandosi in tempo, riuscì a evitare il pilastro di cemento. Che cadendo sul marciapiede, fece una fossa di quasi mezzo metro.
L’aveva scampata per un pelo.
Riguardando la bussola. L’ago si stava fermando, e il suo colore, ritornò nero.
Ma che era successo?
Intanto, a casa di Dante, Sophie lo stava aspettando da un bel po’
-calmati Sophie- gli disse Zhalia arrivando dalla cucina
-doveva venire mezz’ora fa. Non è da lui tardare quando ci stanno per assegnare una missione-
-avrà trovato un contrattempo. Magari si è scordato qualcosa nel dormitorio-
-già. Il cervello- ultimamente Sophie era più nervosa del solito nei confronti di Lok.
Il ragazzo finalmente arrivò
-era ora- disse Sophie –dove sei stato? È un quarto d’ora che ti aspettiamo-
-scusate, è che mi è successa una cosa incredibile- il giovane Lambert cominciò a raccontare dell’accaduto successogli poco prima: del pilastro che per poco non lo colpiva, e della strana reazione della bussola
-in effetti è strano- commentò Dante –ti era successo altre volte?-
-no. A me no. Ma mia madre mi aveva detto che era una bussola speciale, ma non capisco in che modo mi aiuti-
-hai detto che la lancetta è diventata rossa, e ha cominciato a girare- ripete Dan
-forse, è come se ti stesse avvertendo. Forse avverte dei pericoli- concluse Zhalia. In effetti il ragionamento non faceva una piega. Ma era tutto da vedere.
In quel momento suonarono alla porta.
Dinnanzi a Dante, c’erano due poliziotti
-signor Vale?- chiesero
-sono io-
-lei è in arresto-
-cosa!?!?!- i due poliziotti entrarono in casa, e ammanettarono anche Zhalia
-fermi tutti che succede?!- gridò Harrison
-voi siete Dan e Harrison?-
-si-
- voi venite con noi-
-e perché mai dovremmo?-
-e soprattutto- intervenì Lok – perché state arrestando Dante e Zhalia?- il poliziotto tirò fuori dal taschino della giacca un foglio che porse a Lok. Che dandogli una letta veloce, rimase scioccato
-sequestro di minori- lesse ad alta voce –ma è assurdo-
-loro non ci hanno mai sequestrato, siamo qui per nostra volontà, siamo stati noi a decidere di rimanere con loro-
-mi dispiace ragazzi, ma finche siete minorenni, dovete essere affidati all’orfanotrofio-
-aspettate un attimo- intervenì Zhalia –e se li adottassimo- i due adulti si scambiarono un occhiata
-sì- continuò Dante –lì adottiamo, tutti e due-
-signori, per farlo dovete andare all’orfanotrofio da dove vengono-
-vorrà dire che torneremo ad Amsterdam-
-per piacere, concedeteci del tempo- i due poliziotti, si scambiarono un occhiata
-facciamo due settimane. Se non siete riusciti ad adottarli dopo quel periodo, mi dispiace, ma i due ragazzi ritornano in Olanda, e voi due in galera- cavoli che situazione.
Nemmeno ci pensarono due volte, che Dante, Zhalia, Dan e Harrison partirono con il primo volo per Amsterdam, lasciando il resto a Lok e Sophie.
Durante il volo, Zhalia sembrava nervosa. Continuava a fare a pezzetti sempre più piccoli la brochure, che ormai era diventata polvere
-Zhalia- gli dise Dante mettendole una mano sulla spalla per farla riprendere –che hai? Non dirmi che hai paura di volare?!-
-cosa? No, ma che…-
-e allora che hai?-
-niente. Niente- Dante ci riflette un momento
-ti spaventa il fatto di ritornare al tuo vecchio orfanotrofio. Vero?!- la cercatrice, finalmente, alzò lo sguardo. Ma non emise risposte, fece solo un sospiro e si lasciò cadere sul sedile
-non hai nulla da temere. Ormai sei adulta, non sei più quella bambina che maltrattavano- Zhalia guardò Dante, e facendo un lungo sospiro, più o meno si convinse
-hai ragione. Non siamo qui per me, ma per Dan e Harrison- cercò di smorzare un sorriso.
A Dante cadde l’occhio fuori dal finestrino.
Le nuvole erano completamente nere.
Poi un fascio di luce.
Un lampo che squarciò la tenebra.
L’aereo cominciò a tremare.
Le luci se ne andarono.
Le ostes continuavano a dire di restare calmi. Ma allo scossone che proseguì, caddero a terra. Come cadde tutto quello che non era bloccato.
Al porta della cabina di comando si aprì.
I piloti erano in seria difficoltà.
Un fulmine colpì in pieno l’ala destra dell’aereo. Provocando una scarica elettrica in tutto il pannello di controllo, che fece perdere i sensi ai piloti
-Zhalia, andiamo- i due cercatori corsero ai posti di pilotaggio. Si misero le cuffie
-mey-day mey-day, torre di controllo mi ricevete. Torre di controllo- continuava a strillare Dante nel microfono
-qui è torre di controllo. Mi ricevete?-
-si forte e chiaro-
-identificatavi prego-
-sono Dante Vale, l’aereo è stato colpito da un fulmine, e i due piloti sono svenuti-
-Dante- gli gridò Zhalia mostrandogli l’indicatore del carburante
-il fulmine ha colpito il serbatoio, stiamo precipitando-
-e se tentasi di farlo atterrare sull’acqua?-
-no Zhalia, l’impatto con l’acqua, rischierebbe di far spezzare in due l’aereo. Quanto siamo distanti dall’aereoporto-
-mancano ancora sessantadue chilometri, non ce la faremo mai ad arrivare in tempo, dobbiamo improvvisarci una pista d’atterraggio-
la lancetta del carburante, ormai era sulla E.
non ce n’era più.
L’aereo, ormai in obliquo, prendeva pericolosamente velocità.
Era come se non ci fosse gravità.
L’unica cosa che li faceva rimanere attaccati ai sedili, erano le cinture.
I vetri andarono in mille pezzi.
E la ali dell’aereo, presero fuoco a causa del carburante che ormai non ce n’era più nel serbatoio.
-guarda Dante- gli gridò Zhalia.
A un paio di chilometri davanti a loro, una rampa, per una autostrada in costruzione si alzava a quasi trenta metri dal terreno
-non ce la possiamo fare. Siamo troppo veloci, ci schianteremo lo stesso- a fatica, Zhalia tirò fuori dalla tasca il suo amuleto
-ESCI ALLO SCOPERTO KING BASILISK!!!!!- l’enorme titano, si posizionò sotto l’aereo, cercando di bloccare un minimo la caduta con le possenti ali
-tira fuori il carrello Zhalia- il carrello dell’aereo fu sganciato.
Erano vicini alla rampa, ma erano ancora troppo veloci
-o la va o la spacca- appena il carrello toccò la rampa, essa si ruppe.
L’aereo continuò ad avanzare slittando sulle ruote.
Una di esse si ruppe.
King Basilisk, prendendo l’aereo per la coda, cercò di bloccarlo
-VIENI FUORI A GIOCARE CALIBAN!!!!!- il possente titano invece, si mise davanti, nel tentativo di bloccare il muso, ormai a terra.
Lo sforzo dei due titani, salvò la situazione.
Finalmente a terra, Dante guardò il cielo, tutto nero, e con fulmini che si dimenavano come demoni
-non l’ho mai vista una tempesta così- disse Zhalia
-già, e la cosa, non mi piace per niente-.
 

CONTINUA…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
  
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