Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: _L_Black_    18/02/2012    2 recensioni
Non so quanto tempo fosse passato da quando la terra aveva iniziato a tremare sotto i miei piedi, sapevo solo che sentivo le urla al di fuori di quelle mura che mi avvolgevano come fossi la loro figlia amata.
Mi sentivo sola.
Sola e abbandonata al mio destino.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tremano le mani mentre
Scavano in cerca di un respiro nascosto
Una voce lontana
 
Non so quanto tempo fosse passato da quando la terra aveva iniziato a tremare sotto i miei piedi, sapevo solo che sentivo le urla al di fuori di quelle mura che mi avvolgevano come fossi la loro figlia amata.
Mi sentivo sola.
Sola e abbandonata al mio destino.
Le lacrime scendevano sulle mie guance mentre tentavo di trovare un modo per respirare aria pulita, la testa mi faceva male, le gambe, le braccia, tutto.
E mentre ero li sotto, pensavo alla mia insulsa vita, a quella vita che in quel momento mi attaccavo, avevo paura di lasciarla li, la vita a cui ero tanto legata.
Pensavo alla mia infanzia, alla mia strana voglia di vivere in quel momento, mi rapiva, pensavo al futuro e a ciò che avrei fatto quando sarei uscita da sotto quelle mura.
E poi i miei pensieri finirono a lei, a mia sorella, che era a qualche passo da me, non faceva nulla, nessun rumore, pregai per lei, per sentire il suo abbraccio ancora una volta.
 
Ricordi?Ricordi quando ti avevo abbracciata quando eri caduta dalla bicicletta?
Forse no, ma io si.
 
Singhiozzai.
Non piangevo spesso, anzi mai, l’unica volta che piansi, fu quando mio padre ci aveva lasciate al nostro destino.
 
Sotto le macerie
Lascio tutte le incertezze, lascio le paure
E le inutili amarezze.
 
Volevo vivere, volevo rimanere in vita e studiare, diventare chi veramente volevo essere, era così strano pensare a quelle cose, ci avevo pensato un sacco di volte, ma non avevo mai pensato di arrivare a pregare sotto le macerie di quella che credevo la mia casa, forte e sicura.
Continuai a piangere mentre tentavo di aprire gli occhi, era così difficile stare li, nel buio, e non poter far nulla.
Poi ripensai alla scuola, alla mia migliore amica, ai compiti che puntualmente non avevo fatto ma che in quel momento volevo fare.
Volevo far tutto quello che non avevo fatto prima, volevo ridere, scherzare con le persone, leggere i libri che avevo in libreria ma che non finivo mai perché venivo attirata da altro.
Avevo voglia di dire a Luca che mi piaceva, volevo diventare una persona diversa, volevo trovare mio padre e dirgli ciò che pensavo veramente su di lui.
 
Ricordi quando ci hai lasciato al nostro destino? Io si, quando ti ho detto che non ti odiavo, mentivo.
Ti odio, ti odio come mai mi era successo.
 
Le gambe non me le sentivo più, le braccia si erano addormentate e ben presto anche io mi sarei addormentata.
Le sirene delle ambulanze mi rimbombavano nelle orecchie, sorrisi.
Sarei uscita di li a poco, me lo sentivo.
 
Credo nei sogni non li
Lascio andare via
 
Ben presto mi addormentai con in testa il pensiero di cambiare.
 
 
                                                                     ***
 
Ora non prego perché
cerco l'orgoglio di alzarmi e risorgere qui
 
Camminavo per le bare, con gli occhi arrossati, avevo pianto tutti i giorni quando mia sorella mi chiamò, erano morte.
Tutte e tre.
Sotto quella casa che avevo comprato assieme a Francesca diciassette anni prima, quando Erica aveva solo un anno.
La credevo forte e vigorosa, non immaginavo che me le avrebbe portate via.
Avevo bisogno di tempo per pensare, per tornare ad amare mia moglie e le mie figlie, erano passati tre anni da quando me ne andai di casa.
Quando le trovai scoppiai in un pianto che difficilmente riuscivo a fermare.
Lasciai una foto di tutte e tre.
Francesca era mia moglie, la donna che amavo, l’avevo conosciuta durante uno sciopero degli autobus, dovevamo prendere lo stesso autobus, così ci mettemmo a parlare.
Quattro anni dopo, ci sposammo.
Fu il giorno più bello della mia vita.
Un anno dopo, nacque Erica, la fotocopia di mia moglie.
Erica era un tipo riservato, timida, aveva la camera piena di libri, che non finiva mai ma che mi faceva piacere comprarle.
Guardai la sua bara bianca candida e le lacrime calde continuarono a rigarmi il viso.
Poi pensai a Chiara.
La più piccolina, aveva solo dodici anni, ed era la mia fotocopia.
Francesca diceva che era meglio che somigliava a me, così poteva dire al mondo che era bellissima.
Ma non era vero.
Mi dispiaceva che solo Erica somigliasse a lei, Chiara era la mia fotocopia ma volevo che somigliasse a lei, perché io ero un mostro, chiara invece non lo era, lei era dolce.
La cerimonia sarebbe iniziata di li a poco, non volevo vedere.
Me ne tornai in macchina, non avevo più nulla da fare in quella città che mi aveva portato via i miei gioielli più preziosi, mi sentivo in colpa per non essere tornato da loro.
Per essermi fatto odiare da Erica.
Lo sapevo, sapevo che mi odiava anche se mi aveva giurato il contrario.
Misi in moto, e andai, verso un’altra vita che di sicuro, Francesca, Chiara ed Erica non avrebbero partecipato.
 
Tremano le mani mentre scavano
in cerca di un respiro nascosto
una voce lontana
Tremano le gambe mentre vagano
lungo le strade che non riconosco più
 
Vacillano i miei progetti
e crollano le mie certezze
non riesco a fermare questa voglia di urlare
Dovrò scavare nella mia identità
le fondamenta del prossimo giorno che verrà
 
Ora non sento più in me
quel senso di smarrimento e quel vuoto
Ora non prego perché
cerco l'orgoglio di alzarmi e risorgere qui
 
Sotto le macerie lascio tutte le incertezze
lascio le paure e le inutili amarezze
lascio che il tempo mi porti con sé
lascio che l'alba risplenda sulla mia città
 
Ora non sento più in me
quel senso di smarrimento e quel vuoto
Ora non prego perché
cerco l'orgoglio di alzarmi e rinascere...
 
Credo nei sogni
e non li lascio andare via
leggo nei volti
la volontà di reagire e combattere
 
Angolo dell’Autrice
 
Stavo ascoltando la musica quando è partita questa canzone, così ho deciso di scrivere questa Song fic, spero vi sia piaciuta come a me.
Grazie
_L_Black_
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: _L_Black_