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Autore: Frayx9    18/02/2012    3 recensioni
Dal PRIMO CAPITOLO:
"Sbuffo. “Che cosa ti è saltato in mente? Rapirmi?!”
Rotea gli occhi. “Non fare la melodrammatica. Un giorno al mare non ha mai ucciso nessuno.”
Lo fisso. “…M…Mare?”
Fa un suo solito mezzo sorriso. “Già. Mare.”
“Non…ci vado da quando…” la voce si rompe.
Diventa serio. “Da quando sono i morti i tuoi genitori?”
Sospiro e muovo il capo in cenno di assenso."
Inspired Fan Fiction DELENA.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*I think, I might have inhaled you,
I could feel you behind my eyes,
you have gotten into my bloodstream,
I can feel you flowing in me*

 

Capitolo 7- THE BUTTERFLY EFFECT.

Notte fonda. Buio.

Solo i numeri della sveglia che indicano l’ora sono illuminati sul soffitto.

Muovo le gambe attorcigliate ai lenzuoli e mi volto sull’altro fianco, cercando di addormentarmi.

E’ da due giorni che Damon mi ha riportata a casa, è da due giorni che non ho più sue notizie. Un tempo, se non si fosse fatto sentire per 48 ore, non mi sarebbe importato più di tanto; ora, se non lo sento accanto a me, se non ho la certezza che lui ci sia, sprofondo in una depressione che non ha né delta né estuari.  E’incredibile come abbia sostituito così velocemente Stefan.

 I pensieri che attraversano la mia mente, vengono sopraffatti da un profumo che violenta le mie narici; allargo una mano sul materasso, trovando qualcosa di duro accanto a me: con dolcezza questo mi avvicina a sé facendomi strusciare sul letto, e mi fa appoggiare il volto su di lui. Non apro gli occhi, ma posso ben capire che accanto a me c’è una persona. Mugugno qualcosa di incomprensibile; l’essenza mi ha frastornata fin troppo. Ma è grazie alla fragranza che riconosco anche l’uomo.

“Damon…?” bisbiglio lievemente  con la voce impastata, stringendomi ancora più a lui.

Il ragazzo posa le labbra sul mio capo, ammonendomi con voce autoritaria uno “Shht, dormi.”

“Non reso..non ci rieso…rieso…riesCo.” Cerco nuovamente di fare dei respiri profondi, ma sentendo le sue mani accarezzarmi le spalle, difficilmente riesco a riposare.

 “Vuoi che vada via?” In risposta cerca di allontanarsi, ma con la mia flebile forza riesco a trattenerlo a me.

“No…non… andare!” esclamo aprendo un po’ gli occhi, con la voce alterata di qualche ottavo; potrei sembrare una bambina capricciosa, ma in questo momento –devo ammetterlo- ho bisogno di lui più di ogni altra cosa. Non voglio stare da sola; non voglio che la notte si impossessi di me.

E mi sento così completa quando si risistema meglio sotto di me, e mi sento così leggera quando posto il mio capo tra la sua scapola e il suo collo.

“…Allora dormi.” Mi impone nuovamente ed io -con tutta la mia volontà- riesco a cadere tra le braccia di Morfeo insieme a quelle di Damon, ricevendo da quest’ultimo una tenue carezza sul mio volto.

 

 

Lui è lunatico.
Sarcastico.
Mi prende in giro.

Lui mi fa sempre ridere quando non c'è nulla di divertente.
Lui sa sempre come calmarmi.
Il suo dolore scorre in me.
Lui è coraggioso.
Egli è fedele.
E’ l'uomo più protettivo che abbia mai incontrato.
Salva sempre me, in prima priorità.
Lui non mi abbandona mai.
Lui è onesto.
Egli è pieno di speranza.
Egli sceglierà sempre me.
Lui mi ama con tutto quello che ha.

 

 

Porto i piedi uno davanti all’altro facendo attenzione a non cadere da quei tacchi vertiginosi. L’invito arrivato questa mattina diceva che sarebbe stata una festa memorabile; una festa di cui tutti il giorno seguente avrebbero parlato. In effetti, è vero: tutti i cittadini di Fells Church sono presenti questa sera -probabilmente si tiene un’assemblea del consiglio interno- e anche l’allestimento della dimora dei Lockwood, di certo, favorisce a pensare che si tratti di una festa particolare.

Non so il motivo per cui ho scelto di venire. Certo, una serata fuori casa favorisce sempre allo svago, ma adesso che ci penso avrei preferito rimanere a casa, a vedere un vecchio film di Audrey Hepburn, che a partecipare ai noiosi balli che si prospettano.

La coda davanti a me svanisce, e arrivo presto all’uscio di quella meravigliosa casa.

Dopo aver verificato il mio nome sulla lista degli invitati entro e, perdendomi tra la gente, mi fermo a vedere i volti, in disperata ricerca di uno in particolare. E finalmente lo trovo lì, in un angolo, intento a fissarmi con occhi velati.

E il mio cuore si blocca. Mi sento così leggera, così delicata, che basterebbe sfiorarmi con un dito per farmi crollare. Mi mordo dolcemente le labbra e mi avvicino a lui, sentendo qualcosa di strano nello stomaco. Una morsa di calore, il battito delle farfalle che cercano di uscire. Sento quasi gli occhi inumidirsi ad ogni passo che faccio; è così bello e così…indescrivibile.

Sorridendo senza sforzi, annullo la distanza tra noi, e mi torturo le mani guardando per terra. Dopo la scorsa notte, ho pensato a lui per tutto il giorno senza sosta. Ho pensato alle sue carezze, al suo calore, al suo profumo. E quasi mi scioglievo a quei gesti, quasi ridevo come una completa ebete, pensando alla sua dolcezza.

Ma adesso, in questo momento, non ho idea di cosa dire, di come comportarmi, di come atteggiarmi. E Damon aspetta un singolo gesto che non arriverà mai; sono immobilizzata. Il mio cuore non pompa più sangue, la mia mente è offuscata; mi sono dimenticata perfino di dove mi trovo.

Infine, dopo una veloce lotta tra sentimenti e ragione, mormoro un lieve “Ciao”, trovando la forza di rialzare la vista e puntarmi nei suoi occhi. Se c’è una cosa che amo di lui, è sicuramente il suo sguardo. A volte ti mette in soggezione talmente è profondo, altre volte ti calma subito, alla prima occhiata.

Anche Damon sorride, porgendomi un braccio. Avvolgo così il mio al suo e, facendoci spazio tra la folla, ci dirigiamo nella sala da ballo in cui già molta gente si diletta a volteggiare con il proprio compagno, rimanendone incantata.

 Ho sempre amato questi vestiti; mia madre mi ha trasmesso questa passione sin da quando avevo due anni, e mi trattava come una principessa.

Perdendomi nuovamente nei ricordi, non mi accorgo che la canzone è finita, e Damon posizionandosi davanti a me, mi offre la sua mano, facendo uno strano gesto del capo che mi incitava ad accettare.

“Sarebbe scortese non ballare questa sera, non trovi?”

Sospiro. Non ho per niente voglia di ballare. Perché sono venuta?

Ah beh, penso che la risposta sia scontata.

Annuisco e lego la mia mano alla sua e, facendomi guidare all’esatto centro della stanza, cominciamo a volteggiare e a confonderci anche noi. E di nuovo, l’effetto delle farfalle ha la vinta su di me, facendomi arrossire.

“Sei bellissima questa sera, ovviamente.”   

Non riesco a trattenermi. Arrossendo ancora di più, lascio che una lacrima solchi il mio volto, e chiudo gli occhi sentendo una mano di Damon che con esile fermezza la allontana dallo zigomo. Cerco di farmi coraggio e di ricominciare a ballare, ma oggi per me è la giornata dei ricordi: nella mia mente si ricompongono delle nuove immagini. Ricordo il nostro primo ballo insieme, ricordo che lui c’è sempre stato per me, ricordo ogni volta in cui mi ha salvato la vita, e tutti i momenti della giornata in cui cerca di proteggerla.

Il moro mi guarda, confuso. Scuoto la testa in disappunto, e poso la fronte sulla sua spalla. Dopo pochi secondi mi sento sollevare da terra, non trovando più il muscolo di Damon a sorreggermi. Sbatto le palpebre parecchie volte, prima di capire che è stato lui a sollevarmi. Adesso sento la sua presa sulla mia vita,adesso tendo le braccia sul suo collo, adesso mi accorgo di roteare per davvero in aria.

Non posso non trattenere una risata, tornando a terra, circondata da tutti. So di avere lo sguardo della gente fisso su di noi, ma in questo momento io non vedo altro che lui.

Dimenticando tutto, mi ritrovai attaccata al suo petto, con le braccia strette intorno al suo collo. Mi dimentico che in realtà non è la canzone adatta, e nemmeno i passi adatti.

Mi dimentico di tutto.

Perché ora mi sento bene.

Perdo anche la cognizione del tempo.

Non vola una parola, una frase; ci perdiamo entrambi in un momento fatto di rimpianti e di calore.

In un momento fatto di noi.

“Riportami a casa, Damon…” sussurrò al suo orecchio sinistro, ed egli –probabilmente d’accordo-  si stacca leggermente, prendendo le mie mani tra le sue.

Senza farci notare troppo, usciamo dalla stanza e ci dirigiamo all’esterno. Rabbrividisco al freddo che penetra nei tessuti del vestito e del copri spalle e, mentre Damon mi posa sulle spalle la sua giacca, noto la sua macchina non molto lontana.

Dopo pochi minuti, ci avviamo verso l’auto e, una volta saliti, partiamo verso la nuova destinazione.

 

 

  Damon parcheggia con lentezza la sua macchina nel vialetto, per poi spegnerla. Rimaniamo per degli istanti zitti, pensando alle parole opportune da dire. Damon guarda il volante, io il portico. Mi mordo le guance e non riuscendo più a stare in quell’ambiente claustrofobico di tensione esco dalla vettura, saluto il ragazzo con una mano e salgo piano gli scalini del portico, arrivando davanti alla porta.

Ma cosa sto facendo?

Dopo una serata del genere, mi rifiuto di proferire parola?

Velocemente allora mi giro, e mi scontro con il petto di Damon, trovandomi a pochi centimetri di distanza da lui.

Alzo lo sguardo e lo fisso nei suoi occhi, come poche ore prima, e mi perdo nuovamente.

“Grazie per la serata.” Ammetto alzando gli angoli della bocca.

“Non c’è di che.” Mi risponde educato; ma qualcosa mi fa capire che non abbia intenzione di andarsene.

“Davvero grazie!” ripeto alzando le sopracciglia, annuendo per autoconvincermi ad entrare in casa.

Prego.” Da quanto tempo non sentivo pronunciare da quelle labbra un “Prego”, un “non c’è di che”?

Entra in casa –mi ripeto mentalmente- entra in casa.

Eppure c’è qualcosa questa sera che mi attrae particolarmente a lui.

Impercettibilmente lo vedo avvicinarsi, e di istinto chiudo gli occhi, sentendo il suo respiro sul mio volto.

Boccheggio lievemente in cerca di aria.

Sono consapevole di ciò che sta accadendo.

E lo desidero.

Leggere, dopo istanti di incertezza, sento la consistenza delle sue labbra che stampano un semplice bacio sulle mie.

Rimango paralizzata.

Damon mi sta baciando, e io lo desidero; e il mio corpo si scuote dalle scariche elettriche che sta ricevendo.

Un semplice, innocente bacio, ora come ora, posso permettermelo, no?

Non so per quanto tempo restiamo lì, ad assaggiare ognuno la fragranza dell’altro. Secondi, minuti.

Dopo un lasso di tempo indecifrato, staccandoci, riapro gli occhi, e quasi mi si mozza completamente il respiro. Vederlo con i capelli fuori posto, con gli occhi lucidi, mi fa perdere la coscienza di me stessa.

Rimaniamo lì, a fissarci ognuno nell’oceano dell’altro.

L’ho già detto che quando sto con lui, il tempo si ferma?

Stringendogli il colletto della camicia, lo riavvicino di nuovo a me, approfondendo il bacio interrotto.

E’ un bacio fatto di rimpianti, ricordi, di amore.

Per quanto tempo ho nascosto i miei sentimenti? Per quanto tempo ho fatto finta di nulla?

Dopo un altro lasso di tempo, il ragazzo si stacca definitivamente da me e, augurandomi una buona notte, mi bacia la fronte accaldata.

Lo vedo allontanarsi, e io rimango ancora lì, paralizzata.

Mi sfioro le labbra.

Che cosa ci sta succedendo?

 

 

  

 

 

Eccoci qui!

Prima di tutto vorrei dire che io mi sono immaginata il ballo con questa canzone, che veramente adoro: http://www.youtube.com/watch?v=xcHI2uNHrvQ

I DON’T LOOVE YOU, BUT I ALWAYS WIIIIILL.

Brividi.

Secondo: Ho deciso di continuare queta storia dopo aver visto la 3x14, e ho sentito il bisogno di cambiare il finale.

Adesso che mi sento motivata, credo che potrò finirla, e cercherò di aggiornarla una volta a settimana.

Adesso basta, non mi spingo oltre che vi annoio u.u

Spero solo che questa storia ritrovi tuuuuuuuutte quelle recensioni, ma soprattutto che ritrovi molti lettori.

Insomma, l’avete capito.

Io sono DELENA FINO AL MIDOLLO, E QUESTA COPPIA CONTINUERO’ A SHIPPARLA SEMPRE.

Bene, detto questo, buona lettura :D

_FRAYX.  

  
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