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Autore: Alexandra_ph    18/02/2012    1 recensioni
Una donna e una bambina… Non erano riusciti a salvare nessuna delle due. Né la madre, né la figlia.
“Sono… sono morte entrambe?”
“Si. Prima la madre, poi anche la piccola.”
Ecco: ora era finita. Ora quell’interminabile attesa era finita. Ora avrebbe potuto lasciare quel luogo che tanto odiava.
Avrebbe potuto andarsene… Solo.
Scritto tra l’inverno e la primavera 2004, è l'ultimo racconto della storia iniziata con Fly with me.
Abbiamo lasciato i nostri due eroi appena sposati e in attesa di un bambino... la storia prosegue da qui.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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UN CASO MOLTO PERSONALE




Capitolo 1


Odiava quel luogo. Odiava quell’attesa.

L’odore del disinfettante impregnava l’aria e non riusciva più a sopportare di non avere ancora notizie. I medici erano tutti scomparsi e con loro anche le infermiere.

Si alzò per l’ennesima volta, poi si risedette. Appoggiò la schiena, per cercare di distendere le gambe, ma immediatamente cambiò idea: si rimise seduto e si prese la testa tra le mani.

Da quanto tempo era lì, ormai?

Probabilmente non era passata neppure mezz’ora. Ma a lui sembrava d’esser lì da giorni.

Una porta si aprì alle sue spalle. Sentendone il rumore, si voltò di scatto e guardò il volto del dottore che vide dietro di sé. Cercò di capire dall’espressione; si trattava, però, di un professionista, abituato a gestire certe situazioni. Tuttavia, quando lo vide distogliere per un attimo lo sguardo, capì che le notizie non sarebbero state buone.

Perché? Oh, Signore, perché? No… non un’altra volta…

Sentì gli occhi inumidirsi di lacrime e cercò di scacciarle con un rapido gesto: non era ancora il momento di lasciarsi andare al dolore. E poi non era ancora certo che… Eppure quello che leggeva sul volto del medico, non poteva lasciare dubbi.

 Abbassò la mano che era risalita agli occhi e la vide ancora macchiata di sangue. Del loro sangue. Non resistette più: doveva sapere.

“Dottore…” la sua voce, di solito molto decisa, fu appena un sussurro.

“Mi spiace, capitano…”

Aveva già capito, ma non disse nulla. Voleva sentire tutto quanto dalle parole del medico.

“Non siamo riusciti a salvarle. Mi spiace.” Il dottor Bellamy guardò quell’uomo provato dal dolore e pensò che per ogni buona notizia che dava, almeno il doppio, purtroppo, erano cattive. E col tempo non riusciva più a sopportare questo rapporto.

Una donna e una bambina… Non erano riusciti a salvare nessuna delle due. Né la madre, né la figlia.

“Sono… sono morte entrambe?”

“Si. Prima la madre, poi anche la piccola.”

Ecco: ora era finita. Ora quell’interminabile attesa era finita. Ora avrebbe potuto lasciare quel luogo che tanto odiava.

Avrebbe potuto andarsene… Solo.

Sentì che non sarebbe più riuscito a resistere neppure per un minuto: guardò ancora una volta il medico e poi s’incamminò lentamente verso l’ascensore.

 

  
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