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Autore: Alexandra_ph    18/02/2012    0 recensioni
Una donna e una bambina… Non erano riusciti a salvare nessuna delle due. Né la madre, né la figlia.
“Sono… sono morte entrambe?”
“Si. Prima la madre, poi anche la piccola.”
Ecco: ora era finita. Ora quell’interminabile attesa era finita. Ora avrebbe potuto lasciare quel luogo che tanto odiava.
Avrebbe potuto andarsene… Solo.
Scritto tra l’inverno e la primavera 2004, è l'ultimo racconto della storia iniziata con Fly with me.
Abbiamo lasciato i nostri due eroi appena sposati e in attesa di un bambino... la storia prosegue da qui.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Capitolo 2


La porta si aprì e per poco non si scontrò con due persone, un uomo e una donna.

“Harm.”

Sentì la voce della donna pronunciare il suo nome e gli sembrò un suono familiare. Cercò di portare l’attenzione sul volto della signora e realizzò che si trattava di sua madre.

“Mamma…”

“Harm. Come stanno?” chiese Trish Burnett.

Scosse il capo, ma non riuscì a ripetere quella parola: morte.

Vide sua madre portarsi una mano alla bocca, nel vano tentativo di soffocare un singhiozzo; il suo patrigno le circondò le spalle e la donna si rifugiò in quell’abbraccio.

Harm sentì una mano di Frank anche sulla sua spalla, ma non riuscì a fare come lei. Proseguì all’interno dell’ascensore, si voltò a guardarli per un secondo e poi, lentamente, premette il tasto che lo avrebbe portato a terra. Mentre le porte si chiudevano, sentì ancora sua madre chiamarlo, ma ormai era tardi: l’ascensore stava scendendo.

Trish rimase immobile, a guardare le porte chiuse di fronte a lei col cuore spezzato. Possibile che quel figlio, tanto dolce, tanto forte e tanto coraggioso, dovesse essere sempre messo alla prova così duramente dalla vita?

“Oh, Frank! Hai visto il suo sguardo?” chiese al marito.

“Si. L’ho visto.”

“Come farà a sopportare anche questo dolore? Ha solo trentotto anni, eppure… quante morti ci sono già state, finora, nella sua vita?”

“E’ un ragazzo forte. Vedrai, riuscirà a superare anche questa!”

“Si… ma la bambina… è morta anche la bambina...”

“Lo so, cara. Lo so.”

Frank Burnett sospirò e si guardò attorno, alla ricerca di una sedia per far sedere Trish.

“Siediti, cara. Vieni qui. Vado a cercarti dell’acqua” le disse, indicando un divanetto accanto ad una finestra. Quindi s’incamminò verso il banco delle infermiere.

Povera Trish! Era sempre in pena, in un modo o nell’altro, per Harm. E lui di conseguenza. Lo aveva sempre considerato come il figlio tanto desiderato e, purtroppo, mai avuto. Anche se era figlio del primo marito di Trish, il tenente della marina Harmon Rabb sr., disperso in missione durante la guerra del Vietnam, la vigilia di Natale del 1969.

Harm era la copia esatta del padre, sia come aspetto fisico, sia per mille altre cose. E in ciò che non gli assomigliava per natura, aveva fatto il possibile per assomigliare: seguendo le orme del genitore, anche Harm era pilota d’aerei militari, e come il padre aveva fama d’essere molto abile e coraggioso.  Già decorato ben due volte, la sua carriera come pilota di F-14 era stata stroncata da un difetto di visione notturna. Harm aveva frequentato, allora, la scuola di legge e da anni era un brillante e capace avvocato della Procura Militare.

 Quando Harm aveva intrapreso la professione legale, Trish aveva tirato un sospiro di sollievo: non aveva mai impedito al figlio di diventare pilota come il padre, ma lei stessa aveva ammesso che, ogni volta che lo sapeva in missione, riviveva la stessa paura e angoscia vissute più di trent’anni prima col marito. Tuttavia, a quanto sembrava, anche la vita come avvocato non era esente da morte e dolore, per Harm.

Eppure, solo pochi giorni prima era talmente felice…

Alla fine d’ottobre dell’anno precedente, pochi giorni dopo aver compiuto trentott’anni, si era finalmente sposato con Mac, il colonnello Sarah MacKenzie, sua collega e amica, della quale era stato sempre innamorato, ma che aveva rischiato di veder sposata con un altro a causa della sua cocciutaggine.

Quando erano venuti a conoscenza della notizia, Trish era al settimo cielo! Le piaceva molto Mac ed era felicissima all’idea d’averla come nuora. Riteneva che, tra tutte le donne che il suo bel figlio avesse avuto, lei fosse certamente la più adatta ad un tipo come lui. La gioia alla notizia del matrimonio era stata ancora più completa, quando era stato comunicato loro che i futuri sposi sarebbero presto diventati genitori.

Lui e Trish erano venuti a Washington per il matrimonio alla fine di ottobre e poi, dopo una lunga vacanza in Sud America, erano tornati proprio per star vicino ad Harm e Mac per la nascita del bambino.

E ora questo…

“Desidera, signore?” Una voce femminile lo distolse dai suoi pensieri.

“Dove potrei trovare un bicchiere d’acqua per mia moglie?”

“Aspetti, glielo porto io” rispose l’infermiera, prima d’allontanarsi.

Frank attese il ritorno della giovane donna in silenzio; poi, dopo aver preso il bicchiere che lei gentilmente gli porgeva, raggiunse sua moglie per starle vicino.

 

  
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