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Autore: telesette    18/02/2012    0 recensioni
Riuscirà il povero Nesé, cuoco e amico di De Tréville e dei Moschettieri, a vincere la gara indetta dal Duca di Bayonne per conto di Sua Maestà Re Luigi ? Che cosa trama il perfido Conte di Fripouille, insieme al suo fido sgherro Parcelle ? E soprattutto riusciranno i Moschettieri a vigilare affinché la gara di Alta Cucina si svolga lealmente ?
Lo saprete solo leggendo...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando D'Artagnan e gli altri giunsero nuovamente in vista di Bayonne, non riuscivano a credere ai loro occhi...
In città avevano sollevato le bandiere con le insegne reali, segno che Sua Maestà re Luigi XIII era giunto per constatare di persona l'esito della prestigiosa gara culinaria. Nell'udire lo squillo delle trombe, una fanfàra ben nota alle loro orecchie, i moschettieri sentirono d'un tratto ancora più grave il peso del loro fallimento.
Nesé non avrebbe mai potuto sperare nel perdono, non avendo neanche preso parte alla competizione, e difficilmente sarebbero riusciti a spiegare la verità al sovrano e ad intercedere presso la sua clemenza. Nella migliore delle ipotesi, il povero cuoco sarebbe stato costretto ad abbandonare Parigi e cercare di rifarsi una vita altrove... Cosa assai improbabile per lui, considerato che aveva già superato abbondantemente la sessantìna.

- E' finita - mormorò il vecchio, chinando il capo mestamente. - Il re non ascolterà mai alcuna ragione!
- Non dire così - provò a dire Porthos. - Forse riusciremo a spiegargli la situazione, in qualche modo, forse...

Ma le parole del moschettiere gli morirono sulle labbra, non appena passò il suo sguardo sulle espressioni affrante e sconsolate dei suoi compagni e dello stesso Nesé. Il destino del loro povero vecchio amico era segnato purtroppo, inutile farsi illusioni, potevano solo sperare che Sua Maestà non decidesse di inflìggergli una pena troppo severa.
Proprio in quel momento, i moschettieri incrociarono il cammino con due mercanti che stavano lasciando Bayonne a bordo del loro carro. I due sembravano impegnati in amichevole conversazione e, come il carro passò accanto ai cavalli, i moschettieri riuscirono a cogliere chiaramente che stavano parlando della gara.

- Scusate - domandò dunque D'Artagnan, interrompendo la loro conversazione. - Possiamo rivolgervi una domanda?
- Ma certo, giovanotto - risposero questi cordialmente.
- Sapete dirci qualcosa, sulla gara indetta dal duca di Bayonne? Sapete chi ha vinto?

I due mercanti dapprima guardarono il guascone con stupore, poi si guardarono negli occhi l'un l'altro, e infine scoppiarono a ridere di cuore.

- Ma da dove venite - esclamò uno dei due, tergendosi una lacrimuccia divertita col pollice. - Naturalmente ha vinto il cuoco di Sua Maestà, era ovvio!

Nesé e gli altri credettero di non aver udito bene. Come poteva essere possibile un'assurdità del genere? La ricetta del cuoco giaceva completamente nel bosco, ad alcuni chilometri dalla città... Eppure quei due affermavano che la ricetta vincitrice era quella del cuoco scelto da Sua Maestà Luigi XIII, re di Francia.

- Ma come... Come è possibile che...
- Perché fate quelle facce? - proseguirono i mercanti, sorridendo con noncuranza. - Era ovvio che finisse così: il nostro re non può certo sfigurare davanti a una questione che vede in gioco il suo grande prestigio!
- Ma allora... Gli squilli di tromba, le fanfàre...
- Ovviamente - confermarono i due. - Stanno salutando la vittoria del nostro sovrano e, trattandosi di una gara culinaria, i festeggiamenti includeranno un banchetto che durerà come minimo fino a domattina!
- Avete sentito - fece Porthos, sgranando tanto d'occhi. - Presto, dobbiamo andare a capire cos'è successo!

Senza perdere tempo i moschettieri annuìrono e, ringraziando frettolosamente i due mercanti, si lanciarono al galoppo verso Bayonne.

 

***

 

Quando i moschettieri giunsero in prossimità del palco della giuria, per loro era ancora un mistero quello che era "realmente" accaduto, mentre erano impegnati ad acciuffare i furfanti che avevano rubato la ricetta del loro amico Nesé. Ovviamente non potevano sapere che quei due, seguendo gli ordini del bieco Parcelle, avevano sì rubato la ricetta del cuoco ma anche lasciato al suo posto l'intruglio preparato dal loro capo.
Evidentemente Nesé non si era accorto del particolare quando, scorgendo di sfuggita i mariuoli che si erano impadroniti della sua ricetta, si era lanciato subito al loro inseguimento. Tuttavia, per un incredibile scherzo del destino, il formidabile piano del suo disonesto rivale non era andato proprio come quest'ultimo si aspettava.
La strana poltiglia giallàstra ( per la cronaca composta da: uova, olio, aceto e limone mescolati assieme, e destinata a diventare una delle salse più buone e conosciute del mondo ) si rivelò ben lungi dall'essere "immangiàbile"... Come invece sperava quel furfantello di un cuoco, ora tremante al cospetto dello sguardo minaccioso e fremente di collera del conte di Fripouìlle.

- Vostra Maestà - esclamò il Duca di Bayonne, consegnando nelle mani del re un prestigioso trofeo d'oro massiccio. - A nome della nostra cittadina, peraltro felice di accogliervi con tutti gli onori, vanno anche aggiunte le nostre più vive e sentite congratulazioni!
- Sono io ad essere onorato - rispose il re, con falsa modestia ovviamente. - Solo che... Come mai non vedo l'autore della ricetta vincitrice!

 

  

 

In quella il vecchio Nesé si fece timidamente avanti, seguito dai moschettieri che lo incitavano.

- Eccolo, Vostra Maestà - fece Athos, richiamando l'attenzione dei presenti. - Ho l'onore di presentarvi Nesé, il più grande cuoco di tutta la Francia!

Per il cuore emozionato del vecchio, quel boato di acclamazioni era fin troppo sconvolgente. Nesé non riusciva ancora a credere che gli applausi di Sua Maestà e di tutta quella gente fossero proprio per lui... Era tutto troppo bello per essere vero!

- Complimenti, Monsieur Nesé - disse il sovrano orgoglioso, stringendo la mano tremante del cuoco tra le proprie. - La vostra originalità è pari alla vostra bravura, una ricetta semplice e insieme straordinaria, complimenti!
- Vo... Vostra Maestà, io... Io non... Non so cosa dire, davvero...
- Bravo Nesé, evviva !!!

L'urlo di Porthos, assieme ai sorrisi degli amici moschettieri, suscitò una seconda ondata di applausi. Dal momento che la faccenda aveva preso una piega tanto positiva quanto inaspettata, non era il caso di perdersi in troppe spiegazioni. Dopo tutti gli spaventi e le preoccupazioni che si era preso, il vecchio aveva pur diritto a godersi quel suo bel momento di gloria. L'unico a non essere contento però era il conte di Fripouìlle, nero in volto dalla rabbia, il quale continuava a fissare Parcelle di traverso con occhi iniettati di sangue.

- Con te farò i conti più tardi - sussurrò.
- Glom!

Nel frattempo Boutiérre, buttato di traverso sul cavallo di uno dei moschettieri assieme al suo compagno, sembrava sul punto di riprendere conoscenza... Fortunatamente però, grazie al provvidenziale intervento di Ronzinante, questi fu rispedito a nanna con un bastone che l'animale stringeva tra i denti.
Una volta abituatosi a quel clima festoso, Nesé sorrise e si grattò la nuca imbarazzato. Ora però, come giustamente fatto notare dal Duca, Sua Maestà doveva ancora attribuire il nome della ricetta vincitrice.

- E' vero - osservò il sovrano. - Viste le circostanze, sarebbe bello trovare un nome che renda onore sia all'autore della ricetta che al calore e all'affetto degli abitanti di questa cittadina semplice e meravigliosa...
- Eh, non sarà facile - osservò Athos pensieroso.
- Già - fece eco Aramis.
- Ehi, Porthos - fece D'Artagnan, rivolgendosi all'amico sottovoce. - Tu che ne pensi ?
- Mah...

Porthos si lasciò sfuggire per caso quell'esclamazione perplessa, tuttavia il re non solo riuscì a coglierla perfettamente ma si voltò a guardare il moschettiere con sguardo ispirato.

- Grazie, Porthos - disse. - Grazie a voi, credo di aver trovato un nome adatto per battezzare questa nuova ricetta: la "Mayònne Nesé!"
- Un nome molto bello, Maestà - sottolineò il Duca.

Luigi XIII socchiuse gli occhi soddisfatto. In effetti il nome, oltre a suonare piuttosto bene, era semplice e pratico. L'intera cittadinanza esultò di gioia, sollevando in aria le proprie grida e le proprie acclamazioni: al re, al cuoco Nesé, alla loro bella città e... ovviamente anche alla nascita della maionese.

 

***

 

- Finalmente, non ne potevo più - esclamò Porthos, leccandosi i baffi. - Dopo tutto quello che è successo, ho proprio voglia di farmi una mangiata come si deve!
- Non cambierai mai - sospirò Aramis. - Sei sempre il solito...
- Andiamo, Porthos - fece Athos. - Dopo tutto quello che è successo, non credi che anche il povero Nesé abbia diritto a riposare almeno un po'?
- Non preoccupatevi, ragazzi miei - disse il vecchio cuoco con un sorriso raggiante. - Ora che il re non solo mi ha confermato nel mio incarico presso di voi, ma mi ha anche concesso un "fondo illimitato" per la dispensa del reggimento, non vedo l'ora di mettermi all'opera!
- Ben detto, amico mio - tagliò corto Porthos, sfregando le posate una contro l'altra.

 

Nesé si avvicinò al tavolo con in mano una scodella che emanava un profumino delizioso.

- Dal momento che non saprò mai chi ringraziare per quella famosa salsa, almeno so con chi devo sdebitarmi: senza di voi, miei cari amici, non sono sicuro che questo povero vecchio del sottoscritto se la sarebbe cavata così bene perciò... Grazie!
- Non dirlo nemmeno - sorrise D'Artagnan, sfregandosi il naso con l'indice. - Anche perché, senza di te, dubito che qualcuno riuscirebbe a saziare un appetito come quello di Porthos!
- EHI, CHE COSA VORRESTI INSINUARE ?!?
- Su su, buoni, non litigate - intervenne Nesé, proprio come farebbe un nonno affettuoso con dei nipotini un po' vivaci. - Sedetevi e mangiate piuttosto!

Come al solito, l'invito culinario di Nesé era troppo allettante per rifiutare. Davanti alle sue leccornie, anche il peggiore dei rancori passava in secondo piano, giusto il tempo necessario per dimenticare perfino da cosa era nato. Anche Athos e Aramis si sedettero a tavola, pronti a degustare la prelibatezza del giorno. Nesé sistemò il recipiente al centro del tavolo e ne servì il contenuto a ciascuno dei presenti.

- Strano - fece Porthos, sbattendo le palpebre. - Sono sicuro di non aver mai assaggiato questo, eppure... Mi sembra familiare!
- Per forza - spiegò il vecchio, strizzando l'occhio. - L'ultima volta che l'hai vista, ci hai concimàto gli alberi del bosco appena fuori Bayonne!

Gli occhi di Porthos passarono da Nesé al piatto che aveva davanti, brillando come due gemme.

- Non ci posso credere - esclamò. - Vuoi dire che questa è...
- Voglio dire che questa è la ricetta che non ha vinto - sottolineò Nesé, con una smorfia ironica. - Così perlomeno riuscirò ad avere il giudizio di un esperto!

Senza farselo ripetere, Porthos si riempì una generosa cucchiaiata di quella mousse al cioccolato e ne assaporò il gusto dolce e delicato per alcuni istanti, prima di deglutìre con somma delizia.

- Non ci sono dubbi, Nesé - dichiarò il moschettiere convinto, tenendo alto il cucchiaio. - Avresti vinto in ogni caso!

FINE

   
 
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