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Autore: Alexandra_ph    18/02/2012    0 recensioni
Una donna e una bambina… Non erano riusciti a salvare nessuna delle due. Né la madre, né la figlia.
“Sono… sono morte entrambe?”
“Si. Prima la madre, poi anche la piccola.”
Ecco: ora era finita. Ora quell’interminabile attesa era finita. Ora avrebbe potuto lasciare quel luogo che tanto odiava.
Avrebbe potuto andarsene… Solo.
Scritto tra l’inverno e la primavera 2004, è l'ultimo racconto della storia iniziata con Fly with me.
Abbiamo lasciato i nostri due eroi appena sposati e in attesa di un bambino... la storia prosegue da qui.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Capitolo 17


“Come hai capito che era lui?”, chiese Teresa. Aveva assistito alle ultime battute del processo, curiosa di vederlo agire di nuovo in tribunale. Già una volta le era capitato di vederlo in azione ed era un’esperienza che, sebbene mettesse a dura prova i suoi sentimenti, valeva la pena d’affrontare.  Ma non s’aspettava di assistere alla resa dei conti.

Harm non rispose subito e continuò a ritirare i fascicoli relativi al processo nella cartella, mentre Mac e Teresa l’osservavano. Avrebbe dovuto sentirsi soddisfatto: aveva vinto la causa, aveva trovato l’assassino di Darleen ed era riuscito a darlo in pasto alla giustizia. Eppure, più che soddisfatto, si sentiva sfinito. Aveva visto l’odio e la violenza in molte persone e in diverse circostanze. Lui stesso, a volte, era stato costretto dagli eventi ad uccidere. Ma quello che aveva letto negli occhi di quel ragazzo quel giorno, lo aveva turbato forse più delle sue stesse crisi di coscienza dopo che, in azioni militari, o per difesa personale, s’era visto costretto a togliere la vita a qualcuno.

“Quando l’ho visto”, rispose. “Quando l’ho visto sulla soglia di casa della madre, ho riconosciuto immediatamente il ragazzo descritto dall’impiegato della reception. Non so come mai. In fondo è un ragazzo abbastanza comune. Ma ricordavo, dalla prima testimonianza del signor Mitchell, quella che io solo avevo sentito, mentre la forniva alla polizia, come aveva descritto lo sguardo di quel ragazzo che aveva consegnato la busta. Quando mi ha aperto la porta e mi ha visto, aveva lo stesso sguardo, come se volesse sfidarmi. Stavo rimuginando su quello che avevo scoperto la sera prima, sul fatto che il signor Stevenson è mancino e che non poteva essere l’assassino. Mi stavo chiedendo, per l’ennesima volta, come mai non avesse voluto parlarci del figlio e della prima moglie… tutte quelle domande sembravano i pezzi di un puzzle sparsi sul tavolo. Erano tutti lì, mancava solo di trovare il posto giusto ad ogni pezzo. Mentre mi parlava, sentii che il puzzle si ricomponeva da solo…”.

Guardò Teresa: chissà se avrebbe capito? Mac, n’era certo, l’aveva compreso. Lei lo conosceva, conosceva il suo istinto e certe sue sensazioni. Ma Teresa?

“Hai agito d’istinto, come fai sempre, e hai avuto ragione”, commentò il capitano Coulter.

Harm guardò sua moglie, che gli sorrise: anche lei aveva ragione. Teresa lo conosceva bene… più di quanto lui stesso riuscisse ad immaginare. Mac avrebbe detto perché lo amava. Forse non aveva tutti i torti.

Preferì non indagare troppo nei meandri della mente femminile, altrimenti non avrebbe più avuto il coraggio di coinvolgere Teresa quando n’avesse avuto bisogno, per lavoro o come amica. In fondo, poteva ancora contare sull’insensibilità tipicamente maschile per svicolare, come spesso aveva fatto, di fronte a certe situazioni che faticava a gestire.

Era ora di andare a sistemare i documenti relativi al processo e preparare un rapporto per l’ammiraglio: salutò Teresa e diede un rapido bacio a sua moglie.

Mentre si accingeva a lasciare l’aula del tribunale, chiese in tono leggero:

“Ci vediamo a casa, signore? Sarai nostra ospite, vero, capitano?”.  Poi rivolse loro un sorriso e se ne andò, senza nemmeno attendere risposta.

In fondo, a quel sorriso, aveva abituato entrambe.

  
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