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Autore: dragon_queen    18/02/2012    2 recensioni
Chi della mia generazione non ha sognato di sentirsi un Power Ranger???? Ebbene, ho inventato questa storia perchè in qualche modo ne sono stata sempre stata affascinata.
[Premetto che nelle battaglie ho saltato la parte con il Megazord perchè l'ho sempre trovata troppo noiosa, ma per il resto mi sono mantenuta abbastanza vicina al prototipo di Power Ranger]
Vorrei sapere cosa ne pensate, sono curiosa...Recensite...:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la base della statua venne aperta, Drew non assistette. Se ne stava in disparte, senza fiatare. La pergamena venne letta dal cavaliere:

Lacrime di dama l'hanno generata

come in un'antica leggenda la storia è narrata.

L'amore a lei è stato proibito

e adesso violento ne risuona il ruggito.

La sua furia della rabbia di lei è testimone,

perciò continuate adesso la vostra missione.

Trovate il luogo di cui vi racconto

ed un'altra statua aggiungete al vostro conto”

-Questo indovinello è per Cloe-

-D'accordo-

Quando si voltò vide però che il fratello se n'era già andato. Si rabbuiò.

Alex, notandolo, disse:

-Vado io-

Cloe fu d'accordo.

Alex uscì dalla grotta e arrivò sull'altra sponda del piccolo lago. Là trovò Drew, seduto sull'erba, con la schiena poggiata ad un grosso masso.

-Ehi- disse lei, teneramente.

Lui si voltò.

-Ciao- rispose sottovoce.

-Cosa ti succede? Non hai partecipato all'apertura della statua-

Il ragazzo distolse lo sguardo. Finalmente parlò:

-Sai, nonostante quello che può sembrare, io sono una persona che odia la violenza. Quello che è successo in quella radura...io...non volevo...- balbettò, mettendo la testa tra le mani.

Alex gli mise una mano su una spalla.

-Se tu non avessi agito in quel modo, adesso noi non saremo qui-

-Non è una giustificazione a quello che ho fatto-

-Lo so, ma a volte per salvare qualcosa, bisogna sacrificare qualcos'altro, anche se si tratta di un principio. Avanti, adesso basta disperare, tua sorella ha bisogno di te-

Drew la guardò. Lei gli pose una mano e lo aiutò ad alzarsi. Si sorrisero.

In quel momento arrivarono anche gli altri.

-Allora, tutto a posto?- gli chiese Cloe.

-Adesso si. Andiamo a casa- rispose lui e, passandole un braccio attorno alle spalle, se ne andarono.

 

Quella sera a casa di Drew e Cloe c'era aria di festeggiamento. Era l'anniversario dei loro genitori e al cenone erano venuti anche i nonni materni e paterni. Dopo calorosi auguri e una sana mangiata, la famiglia si divise: Drew rimase con il padre e i nonni a parlare in salone, la madre e la nonna materna andarono a rimettere in ordine la cucina, mentre Cloe e l'altra nonna uscirono sulla veranda ad ammirare il cielo stellato.

-E' una meravigliosa notte, ideale per festeggiare un amore- disse la nonna.

-Vero- rispose la ragazza con lo sguardo rivolto alle stelle.

-Cos'hai tesoro? Ti vedo diversa. Sei per caso innamorata?-

Lei divenne paonazza e balbettò:

-No nonna, cosa ti viene in mente? Ho altro a cui pensare, non ho tempo per l'amore-

Pronunciò le ultime parole con un po' di amaro in bocca.

-Non c'è da vergognarsi, piccola mia. Per questo voglio darti una cosa che tuo nonno mi regalò quando ci conoscemmo- e tirò fuori da sotto il cappotto un piccolo libro con la copertina nera e le scritte dorate.

-Che cos'è?- chiese Cloe prendendolo delicatamente tra le mani, come se avesse avuto paura di sciuparlo.

-E' un libro che riporta storie e leggende sull'amore, a volte che è riuscito a essere coronato, altre volte ostacolato. È un ricordo caro, spero che lo conserverai con cura-

-Certamente. È un regalo stupendo. Grazie- rispose lei e abbracciò forte la nonna.

La serata si concluse nel migliore dei modi e giunse ben presto il momento di salutarsi.

Prima di andare a letto, Cloe decise di leggere una delle storie contenute nel libro regalatole da sua nonna. Sfogliando le pagine, notò che ad una era stato fatto un orecchio in un angolo. Lo aprì a quella pagina: era narrata una storia di un amore ostacolato e finito tragicamente.

-Doveva essere la preferita della nonna- pensò la ragazza, ma all'improvviso colpo di sonno le impedì di leggere.

Così chiuse il libro e lo poggiò sul comodino. Dopodichè spense la luce e sprofondò in caldo e tenero sonno.

 

La mattina successiva non c'era scuola. Alison si affacciò alla finestra e vide che era una splendida giornata, sprecata per rimanere in casa. Così decise di andare a fare una passeggiata.

Così uscì di casa e si diresse verso gli sconfinati prati che circondavano casa sua. Dopo circa un'ora che camminava giunse ad un torrente in una zona protetta dall'impenetrabilità degli altri. Si accorse però di non essere sola: poco distante, infatti, se ne stava Edward, con un blocco e una matita in mano, intento ad immortalare il paesaggio quasi irreale.

La ragazza non avrebbe voluto disturbarlo, ma lui si voltò in quell'istante e la vide.

-Oh, ciao Alison- la salutò.

-Ciao Edward. Io...ecco...me ne stavo andando-

-Ma no, resta. Avevo finito-

Lei fu contenta di quella risposta e andò a sedersi accanto a lui. Poi gli chiese se poteva vedere il suo disegno e lui le porse l'album: era davvero bello.

Dopodichè si misero a parlare del più e del meno, fino a quando i loro occhi non si incontrarono. In quel momento, a lei sembrò di vedere un universo negli occhi di Edward.

-Sei una brava ragazza Alison, e mi sei anche molto cara- disse lui, passandole una mano tra i capelli.

Lei arrossì, non sapendo cosa dire, e non ne ebbe neanche la possibiltà: il ragazzo le si avvicinò e la baciò. Un bacio lento, appassionato, vero. Lei si abbandonò a quel gesto. Ad un tratto però Edward si ritrasse.

-Scusa...io...non volevo. Devo andare- disse e, alzandosi di scatto, se ne andò, lasciando sola Alison in riva al torrente.

 

Cloe non aveva voluto raggiungere gli altri alla grotta. Aveva deciso che non si sarebbe presentata fino a quando non avesse trovato la soluzione dell'indovinello. Così rimase a casa, si fece una doccia e andò a letto. Finalmente poteva dedicarsi al libro che la nonna le aveva regalato e chissà, forse sarebbe riuscita a trovare una risposta all'enigma.

Si ricordò della pagina con l'orecchio all'angolo, quindi aprì il libro in quel punto.

Era una leggenda, la quale narrava di una ninfa che si era innamorata di un giovane e che lui la ricambiava. Un giorno mise gli occhi su di lui una maga che, gelosa della bellezza della ninfa, la rinchiuse in una torre al di sopra di una vallata. Dopodichè sedusse il giovane, il quale si innamorò di lei. La ninfa, chiusa nella torre, soffriva, piangeva e piangeva, e le sue lacrime, calando a valle, formarono un lago e un'alta cascata, che prese il nome di “Cascata piangente”. Dopodichè, presa da un profondo dolore, si gettò tra le acque a cui lei stessa aveva dato origine, divenendo parte di esse.

Cloe chiuse il libro con le lacrime agli occhi. Poi qualcosa scattò nella sua testa. Andò a ricercare il pezzo di pergamena trovato nella statua e lo rilesse. Sorrise raggiante: tutto coincideva e finalmente poteva ripresentarsi nella grotta del cavaliere.

 

Quando fece il suo ingresso nell'antro blu, Cloe era euforica. Tutti la guardarono e Gabriel disse:

-Stai bene?-

Lei si fermò e, guardandolo, rispose:

-Mai stata meglio. Ho trovato la soluzione al mio indovinello-

Quello parlò:

-Bene, allora potrete partire per la prossima missione-

Cloe si parò davanti allo specchio e sussurrò:

-“Cascata piangente”-

Nello specchio apparve un enorme lago, nel quale una cascata cadeva scrosciante e, in cima a questa, stava un nero torrione. Nel cielo brillava la luna, circondata da una miriade di stelle e tra la vegetazione danzavano tranquille le lucciole.

I sei ranger attraversarono il passaggio con la bocca spalancata per la meraviglia, sino a che non si trovarono in riva al lago.

-E' un posto stupendo- disse Alison, poi si fece pensierosa.

-Ma anche di una profonda tristezza, stando a quanto racconta la leggenda- aggiunse Cloe.

All'improvviso la ragazza vide un'intensa luce che proveniva dal centro del lago, al di sotto della superficie.

-Guardate, laggiù c'è una luce!!- esclamò.

-Dove? Io non vedo niente- disse Alex.

-Neanche io- ribattè Drew.

-Ma come? È proprio lì, davanti ai vostri occhi- disse la ragazza senza capire, poiché lei riusciva a distinguerla molto bene.

-Sei sicura di non stare immaginando tutto?- le chiese Gabriel.

-Certo che no-

Improvvisamente udì una voce provenire dal lago, come se la chiamasse. Così, come se fosse ipnotizzata, la ragazza si diresse verso la riva.

-Cloe, dove stai andando?!?- le gridò dietro il fratello, ma quando provò a fermarla, il ragazzo fu bloccato da una sorta di barriera.

-Ma che succede?- imprecò.

Cloe mise un piede in acqua.

-Cloe, fermati!! Torna in te!!- esclamò Alex e fece per raggiungerla a sua volta, ma anche lei fu bloccata.

-Dobbiamo fare qualcosa- le disse Drew, avvicinandosi.

-Non so cosa. Non ci resta che fidarci di lei- rispose la ragazza, mentre guardava l'amica scomparire sotto la superficie del lago.

 

Cloe avvertiva come se una forza invisibile la trascinasse verso il centro del lago. La cosa strana era che si rendeva conto di cosa stesse facendo, ma non riusciva a fermarsi. Sentiva le voci lontane dei suoi compagni che la chiamavano.

Ad un tratto passò la superficie: all'inizio si sentì soffocare, ma poi si accorse di poter respirare. Procedette sul fondo del lago, fin quando non le si parò davanti una costruzione simile ad uno di quei gazebi che si trovavano nei giardini dei signori. Era bianco come una perla, le colonne ospitavano degli strani rampicanti marini. Sotto la costruzione, Cloe intravide una stupenda ragazza, con lunghi capelli neri che fluttuavano nell'acqua, intenta a suonare un'arpa.

Quando quella la vide, le sorrise.

-Chi sei?- chiese Cloe, senza però muovere le labbra.

-Io sono la ninfa di questo lago, che gli ha dato origine e delle cui acque adesso faccio parte-

La ragazza la guardò, poi la collegò alla leggenda che aveva letto.

-Eri tu che mi chiamavi?- chiese allora.

La ninfa di alzò e avanzò verso di lei.

-So perchè sei giunta fino a qui e ho bisogno del tuo aiuto-

-Del mio aiuto?-

-Si. Vieni, ti racconto come veramente si è svolta la mia storia-

 

Sulla riva del lago, i cinque ranger attendevano, preoccupati. Soprattutto Drew che continuava a camminare avanti e indietro. Il cielo si stava già rischiarando, preannunciando l'alba.

-E' passato troppo tempo e Cloe ancora non accenna a tornare. Io vado a cercarla- disse infine, ma, non appena si avvicinò al lago, fu respinto dalla barriera invisibile.

-Calmati amico, vedrai che tua sorella ce la farà- disse Gabriel.

-Lo so, ma questa attesa è snervante- replicò lui.

Alex gli si avvicinò.

-Dobbiamo aver fiducia in lei. Per il resto, non ci resta che aspettare-

Ad un tratto riecheggiò un'esplosione alle loro spalle e un'onda d'urto giunse fino a loro, facendoli cadere a terra. Il bosco andava in fiamme.

-Ma cosa diavolo...- esclamò Jake.

In quel momento, volò verso di loro una palla fatta di pietra lavica. I ranger si spostarono appena in tempo.

-Ottimi riflessi, Power Ranger- disse una voce cavernosa.

I cinque si voltarono, trovandosi davanti un demone incappucciato, con un lungo abito arricchito di disegni rossi, ardenti. Due ali gli spuntavano dalla schiena, anch'esse fiammeggianti. Tra le mani teneva un lungo bastone di pietra lavica. Sembrava la raffigurazione della morte.

-E tu saresti...-

-Io sono Hagar, quarto dei sei flagelli e colui che vi annienterà-

 

Cloe rimase senza parole. Allora era quella la vera storia della ninfa del lago: era stato il giovane a rinchiuderla nella torre perchè geloso della sua bellezza e divenuto possessivo nei suoi confronti.

-Ancora non ho capito perchè hai bisogno di me-

-Ecco...io ho bisogno che tu mi liberi da questa mia prigione d'acqua- le rispose la ninfa.

-E come dovrei fare?-

-Il giorno in cui mi gettai nelle acque di questo lago, feci una promessa a me stessa: non avrei più amato. Quindi scaraventai il mio cuore di cristallo in mezzo al lago. Vorrei che tu me lo riportassi, liberandomi così da questa prigionia eterna. Andrei io stessa, ma non posso muovermi da qui. Se tu mi riporterai il cuore, il ti darò ciò che stai cercando-

-D'accordo- rispose la ragazza e si incamminò verso il centro del lago.

-Mi raccomando, abbi fiducia e tutte le strade ti saranno rivelate-

Cloe prese a camminare, fin quando non giunse nel punto in cui aveva visto brillare quell'intensa luce dalla riva del lago. In quel punto stava un'enorme voragine, nel cui centro sorgeva un'altare con sopra un cristallo grosso come un pugno che galleggiava nell'acqua.

-Il cuore penso di averlo trovato- pensò.

-Il problema adesso è come riuscire a raggiungerlo-

Ad un tratto una voce interruppe i suoi pensieri.

-Cloe, l'elemento in cui sei immersa è l'acqua e simboleggia la fiducia, in te stessa e negli altri. Abbi fiducia e la strada ti sarà rivelata-

Dopo quelle parole, lei guardò in basso.

-Se cado in questa voragine, probabilmente arriverò dall'altra parte del mondo-

All'improvviso udì le voci dei suoi compagni:

-Dobbiamo aver fiducia in lei...- la voce di Alex.

-Abbi fiducia...- la voce di Gabriel.

-Ce la farà. Ho fiducia in lei...- la voce di suo fratello.

-I miei compagni hanno fiducia in me, quindi io devo averne in me stessa-

Chiuse gli occhi e lasciò andare le braccia lungo i fianchi. Poi avanzò un passo nel vuoto. Si aspettava di cadere, di sprofondare, invece il suo piede toccò solida pietra.

-Ma è un ponte. Questo voleva dire la ninfa-

In un attimo fu all'altare e recuperò il cuore. Lo riportò alla ninfa, la quale le fu assai grata.

-Grazie Cloe, adesso sono finalmente libera. Prima di andarmene manterrò la mia promessa- e, stendendo la mano, fece apparire la porta viola che fluttuava tra le acque.

-Anzi, farò di più- e detto questo tese entrambe le mani verso la ragazza.

Una conteneva una boccetta di cristallo, mentre l'altra una sfera luminosa.

-Con questa io ti dono il supremo dominio sulle acque- disse, spingendo la sfera nel petto di Cloe.

-E questa invece è un mio personale regalo: l'acqua che guarisce. Fanne buon uso- e le porse la boccetta.

Un fascio di luce la investì-

-Addio Cloe, è stato un piacere conoscerti. Grazie ancora-

-Addio e grazie a te-

La ragazza si avvicinò alla porta, inserì la sua pietra e recuperò la statua di ametista del quarto angelo.

Sentiva una nuova forza dentro di sé, come se con un dito avesse potuto sollevare le acque gli oceani. Con la statua ben nascosta nella borsa a tracolla, si incamminò in superficie.

 

-Amico, questo discorso lo abbiamo già sentito e risentito. Cambiate disco- disse Gabriel sarcastico.

Il demone non rispose, ma si limitò a battere a terra il suo bastone. Nel punto in cui i ranger si erano riuniti una volta trasformati, come fosse delimitato da una circonferenza, sorse un'alta colonna di energia, la quale spedì in aria i cinque, i quali ricaddero dolorosamente a terra.

-Accidenti, forse non avresti dovuto stuzzicarlo, Gabriel- disse Jake.

-E io che ne sapevo che era permaloso- rispose l'altro, tenendosi una mano tenuta su un fianco.

Alex si fece avanti.

-Vediamo se riesco a combattere il fuoco con il fuoco- disse e tese le mani davanti a sé.

Da queste partì una potente fiammata, la quale però fu fatta sparire con un solo gesto del demone.

Questo ridacchiò, poi disse:

-Non pretendere, ragazzina, di tener testa a chi dal fuoco stesso è stato generato- e rispose all'attacco, colpendo in pieno la ragazza, la quale volò indietro, venendo fortunatamente ripresa da Drew.

-Alex, come ti senti?- le domandò.

-Sono stata meglio- rispose lei.

Il ragazzo guardò il demone.

-E' veramente forte. Forse stavolta non ce la faremo- pensò.

All'improvviso, dalle acque del lago, spuntò Cloe, sana e salva.

-Finalmente anche l'ultimo ranger è qui- disse Hagar.

-Sfortunatamente per te- rispose lei che in un attimo aveva capito l'intera situazione.

-Fallen Angel Power, ah!!- e il suo corpo fu rivestito dell'armatura viola.

La ragazza prese ad avanzare e il demone sghignazzò:

-Ora vedrai di cosa sono capace- e le lanciò contro il suo attacco, il quale però fu bloccato e consumato da una barriera d'acqua che poi tornò a far parte del lago.

-Non hai alcuna possibilità. Acqua e fuoco non vanno d'accordo- disse Cloe.

-Taci, ti fermerò!!-

La ragazza si stava divertendo a vedere la disperazione e la tensione impadronirsi del nemico. Non si decideva a distruggerlo.

-Perchè non lo annienta?- pensò Drew, mentre notava che la sorella era in netto vantaggio rispetto al mostro.

Poi capì, perciò gridò:

-Cloe, avanti, distruggilo!!-

Lei si voltò e disse:

-Perchè mai? O almeno non ancora. Voglio divertirmi-

Il demone si stava infuriando.

-Divertirti?!? Adesso ti sistemo io...- e detto questo, dalle sue mani, nacque un enorme palla incandescente.

Stavolta la barriera di Cloe stava per cedere. Drew capì il pericolo e, trasformandosi in un attimo, andò a proteggere la sorella, spostandola proprio nel momento in cui l'attacco di Hagar sfondava le sue difese. I due caddero a terra, Cloe sotto Drew e il ragazzo non accennava ad alzarsi. La ragazza lo guardò e vide che il suo casco era frantumato e gli occhi del fratello erano feriti.

-Maledetto, me la pagherai!!- gridò e inglobò il demone in una sfera d'acqua che lo consumò.

L'attenzione di tutti era su Drew, la cui armatura era scomparsa. Cloe lo sorreggeva. Il ragazzo si stava riprendendo. Aprì gli occhi e le sue pupille erano bianche.

-Drew?- lo chiamòò la sorella.

-Cloe...non ci vedo più...- rispose lui.




N.A: Ringrazio ancora LadySweet per le sue bellissime recensioni. Un saluto

  
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