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Autore: JJane    19/02/2012    6 recensioni
Ambientata dopo l'episodio 3x12, ergo SPOILER per coloro che non stanno seguendo la III serie.
Dalla storia:
-Sai, non mi aspettavo lealtà nei confronti di tuo fratello che ha perso tutto per salvarti la vita, ma speravo che i tuoi sentimenti fossero abbastanza forti da mettere al di sopra la sua felicità, non la tua-.
Mi voltò le spalle e cominciò a salire le scale, ma la discussione non finì così, non per me.
Lo raggiungo sulla porta della sua camera e mi paro di fronte a lui.
...
Ho deciso di concludere la fic con questo capitolo, perché mi sembrava la giusta fine: non sono brava a raccontare come si evolve la storia tra Damon ed Elena, quindi mi limito a descrivere come vorrei che cominciasse!
Nell'ultimo capitolo mi sono permessa di riprender e modificare degli avvenimenti degli episodi 13 e 14!

Ringrazio tutti per le recensioni, vi risponderò personalmente!
A presto,
Jane
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Beh, avevi ragione su Elijah: togliergli il pugnale è stata una mossa furba-.

La voce di Stefan risuonò nel bosco e interruppe il silenzio in cui si erano chiusi i due fratelli, dopo la "cena con sorpresa" a casa di Klaus.

-Accidenti, riconosci che ho fatto un bel lavoro. Ti stai rammollendo, Stefan-.

-Quindi non dovrei ringraziarti per avermi salvato da Klaus?-.

-Chiudi il becco!- replicai stizzito -Non potrai ringraziarmi fino a quando non ti avrò ripagato di tutte le volte che tu mi hai salvato-.

-Avresti potuto lasciarmi li- soffiò Stefan -Klaus mi avrebbe ucciso e tu avresti avuto Elena tutta per te-.

Prima che potessi dire qualsiasi cosa, il mio telefono si mise a squillare: era proprio lei.

-Si, avrei potuto- ammisi, mentre chiudevo la porta in faccia a quella telefonata -ma ho capito una cosa a questa improbabile cena, stasera: sei mio fratello, Stefan, sei la mia famiglia e niente è più importante di questo-.

Si fermò, costringendomi a fermarmi.

-Sappiamo tutti e due che Klaus ha ragione-.

-Riguardo a cosa?- ringhio arrendevole -"Signori, la cosa peggiore per Elena Gilbert siete voi due"?- recitò scimmiottando il padrone di casa -Si, Stefan: probabilmente ha ragione, ma non possiamo semplicemente consegnargliela su un maledetto piatto d'argento!-.

Stefan abbozzò un sorriso ironico che subito gli morì sulle labbra.

-La amo, Damon-.

-Anche io-.




-E' più di un'ora che tentiamo!- ruggì esasperata -Non ti stai impegnando!-.

Dopo tutti quegli anni, ora c'era quella bara a dividerle.

-Si, invece! Ma non riesco a sentire i miei poteri-.

-Gli spiriti non volevano che ti trovassi-. Confessò Bonnie, indugiando.

-Mi odiano-.

-Emily non si fida di te-.

-Non vuole che recuperi i miei poteri: è la sua punizione per averti abbandonata-. Sospirò affranta.

-Ho finto che tu fossi morta, perché né papà né la nonna mi parlavano di te ed io non avevo nessun ricordo di mia madre-.

-Non esiste un modo per dirti quanto mi dispiaccia per ciò ho fatto- Ammise commossa.

-C'è invece- replicai convinta -puoi aiutarmi-.

Bonnie le porse le mani e, quando sua madre le strinse, capì che qualcosa era cambiato...




Elena si voltò per versare il caffè e quando tornò a sedersi, scoprì di avere visite.

-Non si usa più bussare?-.

-Buongiorno anche a te-. Replicò Damon ostentando un sorriso e rubando un biscotto.

-Elijah mi ha detto che c'era Esther nella bara e pare che la loro madre sia tornata per riunire la famiglia, Klaus incluso-.

-Sarebbe dovuta essere la nostra arma per uccidere Klaus-.

-Lo so, ma a quanto pare non è più così- sospirò Elena -o almeno, non secondo Elijah-.

-Sembri riporre molta fiducia nel tuo amico Antico-.

Un'espressione incredula si dipinse sul suo volto.

-Si, Damon: ho molta fiducia in lui, dal momento che mi ha salvato la vita ed ha sempre avuto molto rispetto nei miei confronti-.

-Mi dispiace interrompere questo battibecco da fidanzatini gelosi, ma vorrei farvi notare che quella bara era l'unica cosa che impediva a Klaus di farci a pezzi-. Esordì Stefan, entrando in cucina.

-Elijah mi ha assicurato che nessun membro della sua famiglia ci farà  del male- il suono del campanello la interruppe -ed io gli credo-. Sottolineò Elena, lanciando uno sguardo fugace all'indirizzo di Damon mentre andava ad aprire la porta.

Una busta l'aspettava sul pavimento ligneo del patio.

-E' un invito...ad un ballo a casa Mikaelson: la famiglia degli Originari-. Annunciò Elena.

-Vogliono anche il regalo di benvenuto?-. Mormorò ironicamente Damon.

-Aspetta, c'è una nota. "Elena credo sia giunto il momento di incontrarci. Esther"-.

-Beh, finalmente sapremo che intenzioni ha-.

-Potremo tornare al vecchio Stefan: quello a cui importava che Elena rimanesse in vita?-. Replicò Damon all'indirizzo del fratello.

-Beh, è compito tuo, ora-.

-Smettetela- tagliò corto Elena -Stefan ha ragione: devo andare per scoprire quali sono le sue intenzioni-.

-Non se ne parla-.

-Ci andrò io-. Annunciò Stefan.

-Tu hai già  fatto incazzare abbastanza gli Antichi: ci vado io, fine della storia-. Concluse Damon afferrando l'invito dalle mani di Elena e si congedò.




La villa era addobbata a festa: candele, alloro e camerieri in smoking che giravano tra gli invitati offrendo caviale e champagne.

Tutto quel lusso e quello sfarzo svanirono in un istante, non appena entrò lei.

I suoi occhi brillavano come il cristallo e la pelle nuda delle sue spalle sembrava porcellana scolpita .

Era bellissima, avvolta in quel vaporoso abito rosa antico.

Era semplicemente meravigliosa.

Era Elena.

Vide Stefan avvicinarsi, mentre lui era ancora li fermo, perso nella contemplazione di quella figura così perfetta.

-Che cosa ci fai qui?-. Domandò lei alzando un sopracciglio.

-Potrei farti la stessa domanda-. Replicò Stefan abbozzando un sorriso.

-Non dovresti essere qui-. Intervenne Damon.

-Beh, ci sono- annunciò Elena osservando la sala -quindi godiamoci la festa-.

Stefan le porse il braccio, al quale lei si aggrappò senza indugio, ma non si mosse.

Non le bastava lui, stava aspettando che Damon facesse altrettanto.

"E' cambiato tutto", pensò lei, guardandolo.

Prima che Stefan lasciasse Mystic Falls con Klaus, non avrebbe mai fatto il suo ingresso ad una festa accompagnata da Damon Salvatore.

In quel momento, invece, non avrebbe mosso un passo, senza il suo braccio a cui aggrapparsi.




Esther apparve sulle scale ed Elena non esitò un secondo, ma Damon le si parò davanti.

-Non ci provare-.

-Vuole vedermi da sola, Damon-.

-Dovresti dirmelo quando hai intenzione di prendere iniziative così stupide!-.

-Così tu potresti fermarmi?-. Replicò lei arrabbiata.

-Si! Non puoi proteggerti da sola, Elena-.

In quel momento la musica inondò la sala.

-E' scortese non partecipare alle danze: mi concede questo ballo, Miss Gilbert-. Domandò teatralmente Damon porgendole la mano.

-E' la tradizione-. Rispose lei ostentando un'espressione imbronciata, ma un sorriso la tradì dipingendosi sulle sue labbra.

-Sei splendida, come sempre-. Sussurrò Damon aprendo le danze.

-Grazie-.

Ballarono in silenzio, guardandosi.

Volteggiavano in quella sala come una coppia perfettamente in sintonia, ma durante un volteggio, Elena si ritrovà fra le braccia dell'altro Salvatore.

-Ci hai messo un secondo a far cambiare umore a Damon-.

-Si sta solo preoccupando per me, Stefan-.

-Forse dovrebbe cominciare a pensare che sai cavartela da sola-.

Elena lo guardò negli occhi, confusa.

Non volle farsi domande, ma pensò di sfruttare la situazione.

-Ti devo parlare-.

-Parla pure-.

-Non qui-. Decise Elena, trascinandolo in giardino, lontano da orecchie indiscrete.

-Esther vuole vedermi, da sola-.

-Perchè me lo stai dicendo?-.

-Perchè Damon non mi lascerà mai andare senza protezione, mentre tu vuoi uccidere Klaus più di ogni altra cosa, quindi...-.

Un sorriso di scherno solcò il viso di Stefan.

-Cosa c'è: mi sbaglio?-.

La guardà per un attimo.

Indeciso se continuare a mentire o se dire finalmente la verità .

-Si-.

La vide aprire la bocca per dire qualcosa.

La confusione nei suoi occhi e poi il silenzio.

-Tu vieni prima di Klaus- ammise -tu vieni prima di qualsiasi cosa-.

-Stefan...-.

-Non puoi chiedermi di mandarti da sola, non posso farlo-.

-Perchè? Mi hai sempre lasciata libera di scegliere, anche quando stavamo insieme-.

La sua risata amara tagliò l'aria come il fendente di una spada.

-Perchè non voglio che tu corra rischi-.

-Cosa stai cercando di dirmi, Stefan?-.

Il silenzio che seguì le sembrò infinito.

-Mi importa, Elena- ammise togliendosi un peso enorme che lo stava lentamente schiacciando -io sento tutto-.

-Perchè solo adesso?- soffiò lei, mentre una lacrima le solcò il viso, come un lampo prima della tempesta.

-Perchè non riesco più a fingere, non riesco più a fingere che mi stia bene il fatto che ti ho persa-.

-Perchè solo adesso...- replicò Elena in balia del pianto, avvicinandosi a lui -...ti ho aspettato così tanto, anche quando tutto sembrava perso...ho continuato a sperare che il nostro amore fosse più forte di qualsiasi cosa, ho continuato a credere che il tuo amore ti avrebbe riportato da me-.

-Ed è così-.

-No, Stefan- mormorò lei, asciugandosi le lacrime -non è così- disse con più convinzione -è troppo tardi-.

Lo guardò un ultimo istante, consapevole di ciò che aveva appena detto.

Consapevole di ciò che aveva appena scelto.

-Elena!-.

Lei si voltò, ma non un muscolo del suo corpo si mosse per farla tornare sui suoi passi.

-Ti ho aspettato così tanto...ma lo Stefan che amavo non esiste più-.

Si voltò e diede definitivamente le spalle al suo passato.



-Elena-.

Una voce familiare la chiamò gentilmente.

Si voltò abbozzando un sorriso.

-Qualcosa non va?-.

-Niente che non possa affrontare-. Rispose lei triste.

-Spero non ci sia Rebekah dietro questo tuo malumore-.

-Oh, no, Elijah, per una volta sono io la causa dei miei guai-.

-Hai già incontrato mia madre?-.

-A proposito di questo: Damon e Stefan non mi lasceranno andare da sola e tua madre ha chiesto espressamente che loro non ci siano-.

-Va' pure, me ne occupo io-.

-Tu...pensi che non debba preoccuparmi?-.

-Ho piena fiducia in mia madre, Elena. Ha promesso che è tornata per ristabilire l'ordine e la pace, io le credo-.

-Grazie, Elijah-.

Sorrise e, non senza timore, salì le scale per raggiungere Esther.




-Elena-.

Damon la raggiunse con il soprabito in mano.

-Sei riuscita ad ottenere quello che volevi?-.

Il suo tono di rimprovero la disturbò alquanto.

-Si, a dire il vero-.

-Allora mi racconterai mentre andiamo a casa-.

Afferrò il soprabito contrariata, ma uscì con lui da villa Mikaelson sotto lo sguardo ferito di Stefan Salvatore.

-Sembra che Elena abbia preferito l'altro Salvatore: se non ricordo male, Katerina aveva altri gusti-.

-Ti prometto- sussurrò fronteggiandolo -che ti porterò via tutto quello che hai e ti ucciderò con le mie stesse mani, Klaus-.




-Alaric è a casa?-.

-No, resterà in osservazione per questa notte-.

-Allora faremo un simpatico pigiama party a casa Gilbert, stanotte-. Disse malizioso.

-Non ci pensare nemmeno!-. Replicò lei con un'occhiataccia.

Damon versò il thè e porse una tazza a Elena.

-Esther ha fatto un incantesimo per legare l'uno all'altro i suoi figli- cominciò -vuole ristabilire l'equilibrio che ha spezzato quando li ha resi vampiri e l'unico modo che ha per farlo è ucciderli-.

-Quindi è davvero la nostra arma contro Klaus-. Rispose raggiante.

-Li ucciderà tutti quanti, Damon!-.

-Quindi anche Klaus-.

-Non voglio che Elijah muoia per far morire suo fratello-.

-Oh, andiamo, Elena!- tuonò -Quella famiglia ha creato solo problemi, senza contare che sei la riserva vivente del siero-crea-ibridi di Klaus: vuoi essere una donatrice di sangue a vita, Elena?-.

-E' solo che...Elijah è riuscito a trovare un modo per salvarmi la vita, quando Klaus voleva uccidermi ed io dovrei lasciarlo morire senza battere ciglio?-.

-Non chiedermelo- bevve un lungo sorso di thè -se devo scegliere tra far morire l'intera famiglia degli Antichi, compreso l'Antico moralista gentile che ti piace tanto, o vederti schiava di Klaus per tutta la tua vita, non ho nemmeno bisogno di pensarci, Elena-.

-Ci dev'essere un altro modo-.

-Senza offesa, ma se la strega originaria ha proposto questa soluzione, evidentemente non c'èun altro modo-.

Lo sguardo truce che ebbe in risposta gli suscitò un sorriso.

-Non c'è niente da ridere-.

-Scusa, è che...sei così bella quando ti arrabbi-.

-Damon-.

-No, Elena- la interruppe e si alzò in piedi, raggiungendola di fronte alla finestra -non continuerò a starmene zitto, in disparte: sarò onesto e sincero e spontaneo e farò quello che voglio fare...-.

-Damon-.

-...lo so che ami Stefan, che sarà  sempre Stefan e che, anche se mi hai detto che è troppo tardi, per te non sarà mai troppo tardi il suo ritorno...-.

-Damon...-.

-...ed è mio fratello, perciò se hai scelto e sceglierai sempre lui, va bene: lui ti merita molto più di me. Anche nei suoi momenti più bui, Stefan è più giusto di me...-.

-Damon...-.

-...ma se lo sceglierai, sarà per tutti questi motivi e non perché io non ti ho dato un'alternativa! Sono la scelta sbagliata, quella meno ovvia, quella senza un briciolo di razionalità, ma ti amo e...-.

-DAMON!-.

Finalmente riuscì a interrompere quel fiume di parole e ad attirare la sua attenzione, ma quando, nel silenzio, lo guardò negli occhi, tutto ciò che riuscì a fare fu...

Magia.

La magia di due labbra così perfette unite tra loro.

La magia di un sentimento così travolgente da annientare le barriere del giusto o sbagliato.

La magia di un Amore celato per così troppo tempo come polvere sotto al tappeto, da esplodere come un fulmine a ciel sereno.

-Non c'è nessuna scelta da fare, Damon- disse, staccandosi dalle sue labbra per guardarlo dritto negli occhi -e non m'importa se Stefan è più giusto di te o se tornerà: è troppo tardi, perché sono innamorata di te-.

-Anche io-.




Voglio precisare che questo sarà l'ultimo capitolo di questa storia, perché non mi sento in grado di descrivere il futuro di questa relazione, ma solo come vorrei che cominciasse. Vi ringrazio davvero tanto per aver letto, seguito e recensito questa storia che, per me, è stata un po' il ritorno al mondo delle fanfic. A presto, J.

  
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