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Autore: MadLucy    19/02/2012    7 recensioni
Diciotto anni dopo,dopo Maka,Kid,Black*Star e gli altri,ci troviamo qui. A Death City.
Dove un tempo tutto è iniziato,e ricomincerà di nuovo.
Chi occuperà i banchi della Shibusen? Chi saranno i protagonisti di questa storia? Ma loro,ovviamente.
I figli dei nostri eroi.
La nuova generazione di Soul Eater non passerà meno guai dei loro predecessori; dovrà vedersela con manie di protagonismo,nevrosi da simmetria,lividi da enciclopedia e attacchi di panico,senza contare i loro genitori...
Ma la follia minaccia di nuovo il mondo,più forte che mai...a causa di chi? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di occhi insostenibili e ottime intuizioni. Dove Silver fa di testa sua ed il cuore vince la ragione?





Rimaniamo lì, così. Intontiti, stolidamente sconvolti. Fermi. Il silenzio è così doloroso e spiacevole da farmi venire voglia di mettermi ad urlare.
Come abbiamo potuto permettere a Theodore di lasciarci qui?! Di affrontare Ran da solo?! Senza armi?!
Non c'è dubbio, è davvero valente come oratore. Sarebbe anche capace di indurre Ace a seguire una lezione di mamma, volendo.
-Seguimi, Natasha.- abbaia Silver*Star, determinata. La Meister non replica e acconsente silenziosa.
-Ehi! Dove state andando?!- chiede Jackson, evidentemente terrorizzato nel vedere l'arma allontanarsi.
-A cercare un passaggio per potersi infiltrare nel castello, naturale!- sbotta lei, scuotendo la smisurata chioma d'intenso turchese.
-Ehi, buongiorno! Sveglia, Terra chiama Silver! La porta è qui!- esplode Ace, al limite d'ogni sopportazione, il piede -ancora!- sollevato dal suolo e le braccia appese al mio collo indolenzito.
Lei alza il mento, con aria superiore. -Sì, cretino, entra pure dalla porta principale! Avanti, è banale almeno quanto finire nella trappola per topi con il formaggio sopra! Secondo te, non è strano che una persona intelligente come Ran lasci tranquillamente l'entrata aperta e accessibile a chiunque?! Magari, dico magari, è solo un trucco per attirarci e ammazzarci tutti...Se riuscissimo a coglierla alla sprovvista, invece, potremmo contare sull'effetto sorpresa!-
Tuonate queste parole, Silver gira i tacchi e si avvia lungo il perimetro dell'edificio, con Natasha alle sue spalle.
Siamo tutti increduli. -Ha detto...ha detto una cosa sensata. Voglio dire, ha ragione. E' un'ottima intuizione.- balbetta Shi, sconcertata e leggermente infastidita dal fatto di non averci pensato lei per prima.
Jackson la fulmina rabbioso con lo sguardo. -Certo che ha ragione! Pensi che sia così idiota?! E' molto migliore di molte altre persone, qui, che stanno contando le formichine che passano in attesa di un'illuminazione divina!- Anche lui segue Silver, irritato. Cala il silenzio.
-Ahem...Ace? Shi? Che si fa?- domando timidamente.
Ace socchiude gli occhi viola ametista. -Contiamo le formichine che passano in attesa di un'illuminazione divina?-
Shi sbuffa offesa. -Parlava come se lui fosse granchè più utile. Sa solo lamentarsi...-
Mickey, che finora si dondolava sui talloni canticchiando qualcosa di intraducibile, s'irrigidisce.
-Il ragnetto! Il ragnetto!- strilla isterico, gli occhioni oro tondi come soli in miniatura.
-Cosa diavolo scleri?!- lo sgrida la sorella spazientita.
Lui indica alle nostre spalle, con cenni vigorosi. -Qualcuno lo spiaccichiii!-
-Con "ragnetto" intendi...?- mormoro.
-Già, intende proprio lui.- conclude Ace incrociando le braccia, annoiato.
Una lunga, fusiforme limousine del colore netto e splendente delle tenebre, talmente lucida da potercisi riflettere con precisione, scivola silenziosa come un gatto davanti al minuscolo cortile abbandonato del maniero. Si ferma, la portiera si spalanca.
Una ragazza, con indosso un trench verde acqua legato in vita e Uggs marroni rivestiti di pelliccia, balza velocemente fuori e si affretta ad aprire dietro; una ragazzo vestito rigorosamente di nero ci squadra con indifferenza, avanzando.
-Cassian.- esordisce Shi fredda. -Grace. Cosa ci fate qui?-




-Come sei bello, Theodore.-
Il ragazzo trattiene il respiro, piano, pianissimo. Persino quello potrebbe fare rumore, in un silenzio di troppo fragile cristallo.
La vede, e la sua anima grida, si dibatte, trema. Soffre.
La ragazza è lì, nello specchio, definita e chiara e perfetta. Non più un sogno, non più un ricordo: è davvero lì.
I colori che dipingono con innata precisione e maestria la sua figura sono vividi, brillanti. La sua pelle scintilla d'un niveo candore, fresca, luminosa come una perla; lunghi boccoli color mogano le carezzano le cosce. Sono divenuti più lunghi, più ricci, più selvatici.
Si rende conto, con orrore, che sono delle bende svolazzanti a cingerle il corpo affusolato. Bende, delle disgustose maledette bende.
Il suo viso...è diverso. Se prima era un'imperscrutabile affascinante maschera, capace di celare dietro essa segreti inconfessabili, ora è semplicemente terribile.
Splendida, certo: ma d'una bellezza agghiacciante, quanto può esserlo il volto di una morta. I lineamenti sembrano essersi sorprendentemente definiti: nulla, in lei, gli ricorda più la delicatezza d'un tempo. Emana solo un fascino crudele, pericoloso.
-Non ti ricordavo così bello.- ripete, pensosa. Le sua labbra, rosse da fare male agli occhi, si schiudono appena lasciando scivolare la voce canzonatoria d'una bambina. -Che piacevole sorpresa averti qui. Così sarà tutto più divertente.- Sorride, e Theodore sente un terrore sconosciuto divorargli le viscere. Non ha mai visto nulla di più tremendo e grazioso. Questi due aggettivi, contrastanti ma perfetti, cozzano l'uno contro l'altro nella sua mente confusa.
Tenta di sciogliere lo stretto nodo che gli opprime la gola. -Più divertente? A cosa ti riferisci?-
-Non è bello giocare da soli.- Sostenere il suo sguardo? Impossibile. I suoi occhi sono probabilmente il più sconcertante cambiamento. Sono pozzi, semplici pozzi sanguigni di scuro cremisi, densi e senza fondo. -Non è per questo che sei venuto?-
Theodore aggrotta la fronte. -No, Ran. Ti sbagli. Questo è un gioco in cui solo tu ti diverti.-
Ride. Getta la testa indietro e ride, ride nel modo più incontrollabile che lui abbia mai sentito. Tutto, in questa nuova sconosciuta Ran, mette i brividi.
-Caspita, quanta audacia. Non hai paura? Non provi paura...- si avvicina di qualche misurato, leggero passo. -...a contraddire l'erede del Kishin?- La sua voce è un bisbiglio sottile e suadente contro le labbra serrate del ragazzo. E' rimasto qualcosa di lei, dopotutto. Rimuginando su questi pensieri, anche Theodore si lascia sfuggire una risatina. E si scosta.
-Io non ho paura di nulla.-
La ragazza rimane per qualche istante immobile, interdetta dal gesto. Poi si scuote.
-Molto bene. Ho davvero molto tempo, d'altronde, per farti cambiare idea.-
Si guardano, come duellanti pronti a sfoderare i fioretti.
-Qualcosa ti turba?- domanda dolcemente Ran, calando con grazia le ciglia d'inchiostro.
Sì! Sì, certo! Tu mi turbi, tu che non sei più tu, che non riesco a riconoscere in questa folle! Tu, che mi vedrai per terra a supplicarti di stringermi la mano e tornare da me, con me...
-Dove siamo?- si limita a domandare secco, cercando di dominare gli impetuosi pensieri che affollano la sua testa.
Lei sorride, serafica. -Questa, senza molta fantasia, è la Stanza degli Specchi.- annuncia, allargando le braccia. -L'unica che, per ora, sono riuscita a restaurare come si deve. E' venuta bene, vero?-
-Perchè tutti questi specchi? Vuoi continuamente rimirare la tua immensa bellezza?- ribatte Theodore, sarcastico.
Ran giocherella con un ricciolo ribelle. -Direi proprio di no. Gli specchi in questa stanza non riflettono proprio il nostro aspetto, piuttosto ci mostrano cosa siamo davvero...nell'anima, dove conta. E' pericolosa, sai? I più deboli ci impazziscono inevitabilmente, finiscono per perdere loro stessi. Sarai abbastanza forte?-
Il ragazzo non risponde a quello sguardo malizioso. Si rende conto che lo sta manovrando, che ha come sempre il controllo della situazione, come l'onnipotente burattinaia d'uno spettacolo troppo reale. Meglio cambiare discorso.
-Vedo che hai adottato l'Asura-look.- commenta infine Theodore, un'ombra di disgusto nelle iridi d'argento.
Lei sgrana gli occhi, sognante. -Magnifico, vero? E' talmente sexy.- Piroetta su se stessa, rapidamente. -E poi sto davvero comoda. Riesco a...- Una delle bende si anima all'improvviso, saettando nell'aria fino a circondare il collo del Meister -che, dal canto suo, si tortura la pelle sul palato con i denti per non reagire- e sfiorarlo delicatamente, per poi ritrarsi. -...manovrarle a mio piacimento.- Il suo sguardo cela implicitamente una sfida, una provocazione, di cui si aspetta una risposta.
Il ragazzo la squadra. -Vuoi davvero somigliare a lui, vero?-
-Ohh, no. No no no, Theodore.- Ran scuote lentamente la testa, ipnotica. -Io sono lui. Siamo esattamente la stessa cosa.-
-Ti sbagli, e lo sai. Tu non sei Asura. Tu sei Ran.- Ora lampano, quegli occhi del colore delle nubi.
Quelli di Ran, fuoco vivo, ardono sardonici. -Ne sei certo? O magari sei tu ad ostinarti ad idealizzare una Ran che non esiste?-
Non può esserlo...o tu non vuoi che lo sia? Sussulta. Ancora quelle parole, ancora quel dubbio.
Ran, quella Ran di prima, quella Ran che amava ed aveva imparato a conoscere, quella Ran strana ma bella, inquietante ma divertente, misteriosa ma saggia c'è ancora? O meglio...c'è mai stata?
E decide, Theodore, di fidarsi del cuore. Quel cuore che, vincendo la ragione, l'ha condotto lì da lei.
-So chi sei. So chi eri e chi puoi essere ancora. E giuro che ti salverò, che tu lo voglia o no.- scandisce, deciso.
Un'altra terribile, angosciante risata senza allegria. -Mio ingenuo, dolce Theodore. Tu non mi conosci, no. Non sai dove posso arrivare.-
-Tu non sei un mostro.-
-Invece sì.-
-Lo vedremo.-














Note dell'Autrice: Ahh, sono felice. Feliiiiice! ^-^ E adesso, anche se non ve ne potrà fregar di meno, vi spiegherò perchè.
1. Abbiamo vacanza da scuola fino a Mercoledì! *-* Miracolo. Potrò scrivere di più, così.
2. Abbiamo pochi compiti. *-* ENNESIMO MIRACOLO! Non ci posso credere.
3. Ho aggiornato con poco ritardo! Credo.
Allooora, questo è senz'altro un capitolo già più interessante. Ma, uhm, la parte epica deve ancora arrivare, sì.
Okay, io ne sono abbastanza soddisfatta. A voi piace?
A presto, anzi, prestissimo,
Lucy
 





  
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