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Autore: bulma_89    19/02/2012    8 recensioni
Ben trovati, questa fan fiction è il proseguimento di "Adesso sei mia".
"Sulla strada che portava a Mystic Falls Caroline pensava.
Teneva lo sguardo ben puntato fuori dal finestrino, quando non era impegnata a fissare l’ibrido che guidava l’automobile che li stava conducendo a casa o l’ibrido che le sedeva al fianco...Con la coda dell’occhio guardò l’autista dell’auto, era giovane, obbediente ed asservito. Ed era uno dei fedelissimi del suo compagno, il millenario re dei vampiri e dei licantropi Klaus. "
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Adesso sei mia'
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― 5. Festa al Grill! ―

 

Organizzare feste in un pomeriggio non era affatto qualcosa di eccezionale per Caroline.

Aveva un talento innato per queste cose e si divertiva. In men che non si dica aveva anche trovato una band disponibile per la serata. Tutto questo la rendeva euforica.

La sera scartabellò il suo armadio per trovare qualcosa da mettere e scartò a priori ogni vestito regalatele da Klaus, troppo raffinati. Troppo parigini, troppo rimembranti.

Scelse invece una mini di jeans quasi inguinale e un top nero senza spalline. Ai piedi indossò stivali neri con tacco, alti quasi al ginocchio. Si rimirò allo specchio, mentre si truccava con l’eye-liner nero e dovette ammettere che il suo look quella sera era piuttosto trasgressivo.

“Chissenefrega!” pensò, prima di prendere la borsetta ed uscire.

 

Il Grill quella sera era veramente pieno zeppo di studenti e di imbucati. La maggior parte di loro non sapeva cosa avrebbe festeggiato ma quando c’era da divertirsi erano certamente pronti.

Caroline ammirò soddisfatta la perfetta riuscita della festa e salutò con una mano Elena e Bonnie appoggiate in un angolo con un drink in mano.

Si avvicinò a loro e Bonnie disse con tono tra l’esasperato e il divertito: ― La reginetta di Mystic Falls è tornata ―.

― Ben detto ragazze, in fondo abbiamo o non abbiamo diciotto anni? ―.

Bonnie ed Elena si guardarono, poi risposero all’unisono: ― Li abbiamo ―.

― Ottimo! ―, rispose Caroline battendo le mani.

― Ehi Caroline dove è finito il tuo bon-ton? ―, chiese poi Bonnie fissando la vampira da capo a piedi.

Caroline scrollò le spalle; ― Da qualche parte. Io vado a prendere da bere ―.

Si avvicinò al sovraffollato bancone del Grill ed ordinò una vodka liscia.

― Ummm, non sarà un po’troppo pesante per una ragazza come te? ―, chiese qualcuno al suo fianco.

Caroline si voltò e vide un ragazzo della sua scuola. L’aveva intravisto varie volte per i corridoi; aveva folti capelli neri e non era niente male.

La ragazza sorrise; ― Non direi, so reggere bene l’alcool ―.

Il ragazzo abbassò lo sguardo e rise; ― Dicono tutti così. Trevor, piacere. Tu sei Caroline Forbes giusto? ―.

― Esatto, Caroline Forbes in persona ―, rispose Caroline stringendo la mano che Trevor le protendeva.

Trevor la osservò con interesse, poi disse: ― Beh, se lo reggi così bene ti offro un altro drink ―.

La giovane vampira sorseggiò la sua vodka velocemente e ridendo rispose: ― Ci sto! ―.

 

Al terzo bicchiere Caroline non si sentiva affatto ubriaca ma su di giri sicuramente. Si accorse di ridere con entusiasmo ad una battuta di Trevor anche se non la ricordava.

Il ragazzo si era spostato più vicino e le aveva casualmente appoggiato una mano sul ginocchio; Caroline ne fiutò l’odore del sangue, le piaceva e la eccitava.

In fondo era una ragazza vampira di diciotto anni appena lasciata dal suo amante millenario; perché non avrebbe dovuto divertirsi un po’?

Il locale era talmente affollato che a fatica si passava e la musica era forte, ma Caroline decise di ballare.

Afferrò Trevor per una mano e gli chiese: ― Ti va di ballare un po’? ―.

Trevor sorrise; ― Con molto piacere ―.

Non appena si immisero nella ressa umana, però, Caroline perse di vista il suo nuovo amico e in mezzo a quella folla di odori diversi non riuscì ad avvertire più il suo. Lo cercò ma infine sconfitta e con la testa che le girava si diresse in bagno. Era pieno di ragazze ma con un secco ordine e con una dose di ammaliamento le fece uscire. Si appoggiò al lavandino con le braccia ed poi alzò il viso per guardasi allo specchio.

Ciò che vide non le comunicò altro che tristezza, si nonostante tutto aveva un viso piuttosto triste e insoddisfatto. Si ravvivò i capelli biondi e si passò una dose di lucidalabbra. Poi lanciò un lieve grido quando vide comparire un viso non suo nello specchio.

Klaus le sorrideva sadicamente.

― Ti è scappata la preda? ―, chiese.

Caroline si voltò di scatto, spaventata.

― Che ci fai tu qui… ―.

― Oh beh, quello che ci fai tu immagino. Cercavo qualcosa da bere ―.

La ragazza si guardò intorno e un sospetto prese piede nella sua mente; ― Che fine ha fatto Trevor? ―.

― Trevor? Si chiamava così? Penso che a quest’ora sia felicemente nell’altro mondo ―.

Caroline impallidì. ― Che diavolo stai dicendo? L’hai ucciso? ―.

― Perché ti stupisci, tesoro? Non c’è da sorprendersi, aspetta, forse volevi farlo tu? ―.

Klaus rideva, beffardamente.

Adirata, Caroline si slanciò contro di lui ma l’ibrido le immobilizzò le braccia con le mani.

― Ti odio Klaus! Non avevi nessun motivo per ucciderlo! ―.

― Non mi serve un motivo per uccidere qualcuno ―, rispose lui, serio.

― E comunque non è ancora morto, sono stato clemente, gli ho semplicemente preso un po’ di sangue e l’ho avvertito che se ti gira ancora intorno si deve infilare un paletto proprio qua ―. Con gli occhi indicò il suo cuore.

― Non avevi nessun diritto di rovinarmi la serata ―, riprese Caroline, ― questa festa l’ho organizzata io! ―.

― E non hai pensato di invitarmi? ―, rispose Klaus lasciandole le braccia ma attirandola contro di sé.

La vampira si trovò schiacciata al suo petto, il respiro le mancò.

Gli occhi di Klaus indagarono il suo viso e si fermarono sulle sue labbra. Caroline era combattuta tra voglia di scappare e quella di chiudere gli occhi e morire sulle sue labbra.

― Questo abbigliamento non ti si addice Caroline, ti fa sembrare… diversa ―, sussurrò Klaus con voce roca.

Infilò poi le sue mani sotto la mini di Caroline e le accarezzò gli slip.

― Lasciami subito il sedere, Klaus ―.

Lui rise, e poi la guardò dritta negli occhi: ― E tu non vestirti così, allora ―.

― A te non deve importare come mi vesto ―, rispose Caroline. In realtà un forte batticuore la stava scuotendo e avere Klaus così vicino le stava facendo perdere la testa. Non riusciva più a dare un senso ai comportamenti dell’ibrido. La sera prima le aveva detto che non l’aveva mai amata e adesso cosa cercava di fare? Tormentare la sua vita.

― Lasciami andare, Klaus ―, riprese Caroline.

Lo guardò e avrebbe desiderato in realtà che la tenesse li e le dicesse che l’amava. Invece la sua bocca rossa scese velocemente sulla sua e le sue mani le circondarono la nuca con forza. Klaus le aprì le labbra e la baciò con violenza. Caroline puntò i pugni contro il petto di Klaus ma lui non accennò a lasciare la sua bocca. Le succhiò un labbro fino a squarciarlo; uscì un leggero fiotto di sangue che Klaus leccò. Poi all’improvviso la lasciò e disse: ― Adesso puoi andare ―.

Caroline, offesa ed infiammata, colpì il viso di Klaus con una mano. Lui incassò il colpo e le sorrise. Poi Caroline uscì di fretta da li.

Se ne andò, lasciando la sua festa a metà.

 

                                                               ***

 

Caroline guardò le persone intorno a sé e fermò una coppia di anziane signore.

― Per favore, potrebbe farci una foto? ―, chiese.

Una di loro le sorrise e prese in mano la macchina fotografica.

― Dai Klaus vieni qui vicino a me, questa foto con la torre Eiffel dovrà essere fantastica perché ho intenzione di farci un ingrandimento! ―.

― Come vuoi Care, ma ti ricordo che ne abbiamo già fatte una ventina ―, rispose Klaus con un sorriso. Si avvicinò poi a lei e le circondò le spalle con un braccio. La guardò dritto negli occhi.

Caroline scosse leggermente la testa; ― Che c’è? ―, chiese.

― Sei bellissima ―, rispose Klaus.

Caroline arrossì leggermente; ― Signora siamo pronti! ―.

La donna ridacchiò; ― Vous êtes vraiment un beau couple ! . Dopodiché scattò la foto.

 

Caroline si svegliò di scatto, ansimando sul letto. Uno dei pregi di essere vampiri è che spesso si sognano eventi passati con dovizia di particolari. In quel caso per Caroline si rivelò essere un difetto. Si passò una mano sulla fronte, era sudata. Si alzò poi dal letto e si sedette alla scrivania del suo pc. L’accese e cliccò sopra una cartella sul desktop. Erano tutte le foto che avevano fatto insieme a Parigi lei e Klaus. I sorrisi si mischiarono alle lacrime mentre le riguardava.

Momenti indimenticabili che erano morti non appena avevano rimesso piede a Mystic Falls.

Caroline chiuse la cartella; cliccò con il tasto destro del mouse e raggiunse la voce “Elimina”.

Rimase immobile a fissare quella parola per qualche minuto. Doveva farlo, cancellare ciò che c’era stato tra loro per dimenticare, forse. Eppure non ci riuscì. I suoi occhi si riempirono di pianto e Caroline spense il pc.

Non riusciva a credere che la loro storia fosse realmente finita e che Klaus non l’avesse mai realmente amata.

O forse era proprio così, ma lei non poteva accettarlo.

Si trascinò fino all’alba tra ricordi nuovi e vecchi; non poteva evitare di pensare a quello che era successo quella sera al Grill. Klaus aveva giocato con lei, aveva addirittura fatto del male al ragazzo con cui lei stava filtrando. Eppure quando lui l’aveva baciata, senza preavviso, senza alcuna dolcezza, non era riuscita ad evitare che il suo corpo andasse in fiamme a quel contatto. Lo desiderava e sapeva che come lui non ci sarebbe mai più stato nessuno. E le mancava il suo sangue.

A Parigi avevano vissuto l’uno dell’altra, scambiandosi reciprocamente il sangue non avevano bisogno di altri donatori. Adesso Caroline avvertiva un crescente desiderio del liquido vermiglio di Klaus.

Scese al piano inferiore di casa sua, in cantina, dove teneva una piccola scorta di sangue pronta all’uso. Caroline strappò una sacca e bevve; si accorse di essere immensamente assetata.

Eppure questo non le bastò. Quando ebbe finito di bere non era sazia e ne voleva ancora. Svuotò tre contenitori e poi si piegò in due; un conato di vomito le salì alla gola e quasi tutto il sangue che aveva bevuto si riversò a terra.

“È disgustoso!”, pensò Caroline, “ Questo sangue è disgustoso!”.

Si passò poi una mano sulla bocca quando un pensiero disarmante attraversò la sua mente.

“Sarò morta, senza il sangue di Klaus”.

 

   
 
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