Anime & Manga > Rosario To Vampire
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Autore: LoScrittoreMisteriosoX    19/02/2012    5 recensioni
La vita ama fare strani scherzi. Un po' riguardanti gli incontri strani, più spesso riguardanti l'amore.
Questa è la storia di Keima Kurosaki, un semplice sedicenne delle superiori, che, inseguito ad un errore, viene trasferito nell'Accademia Yokai.
Tuttavia, Keima non è un vero e proprio “semplice sedicenne”, dato che in realtà è un vampiro. O meglio, lo è diventato.
Quando era ancora un bambino, un giorno venne morso proprio da uno di quei mostri mitologici che noi chiamiamo "vampiri", venendo irremediabilmente infettato.
Fortunatamente, grazie ad un rosario che porta al polso destro ricevuto in dono dalla vampira, è sempre riuscito a nascondere la sua vera natura a tutti, genitori inclusi. L'anonimato cominciò a fargli credere che sarebbe riuscito a tenere il segreto per sempre.
Almeno finché non incontrò lei, la responsabile del morso: Moka Akashiya.
Verità sul passato di Moka nel mondo umano verranno a galla, rivelando un amore annegato nel rimorso dei propri istinti.
Senza nemmeno rendersene conto, le attenzioni della ragazza si concentreranno tutte su Keima, scatenando le gelosie di Tsukune.
Riuscirà il nostro ex-protagonista a riprendersi Moka? Oppure prevarrà un amore avvenuto prima ancora del loro incontro? E le altre ragazze? Approfitteranno della situazione oppure tenteranno anche loro di “riprendersi” la loro rivale?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Keima + Vampiro


Tsukune non riusciva a toglierselo dalla testa. Possibile che avesse visto male?
Magari quel morso era in realtà un tentativo da parte di Moka di attaccare il suo aggressore! No... che idiozia... Moka non cercherebbe mai di fare del male a qualcuno.
E se invece stava bevendo un succo di pomodoro? Sì, dentro al collo di uno...
Maledizione. Nonostante tanti ripensamenti, non gli veniva in mente nulla. Nulla!
In silenzio tombale, il ragazzo continuò a fissare il vetro, guardando il riflesso del volto di Moka dietro di lui, tutta sorridente e canticchiando una canzoncina a bassa voce, come se fosse successo qualcosa di estremamente bello.
<< YAHOO!! >> salutò Kurumu, la succubus invaghita di lui, saltando addosso al ragazzo e sopprimendolo sotto i suoi notevoli seni << Come va, Tsukune? >>
<< K-Kumuru!! >> esclamò l'umano, preso di sorpresa << A-Aiuto! >>
<< Kumuru-san! Smettila di infastidire Tsukune-san con quelle tette gigantesche! Non capisci che lo ucciderai prima o poi?! >> intervenne Yukari, la maghetta anch'essa invaghita di lui, tentando di separare i due.
<< Stanne fuori, tavola da stiro! >>
<< Tu dovresti starne fuori, dannata succubus. >> parlò Mizore, la donna delle nevi anche lei innamorata del ragazzo.
<< E tu che vuoi adesso? Non vedi che io e Tsukune ci stiamo scambiando coccole come due piccioncini dovrebbero fare? >> domandò Kumuru stringendo ancora di più.
<< Ah... Ah!! M-Moka-s-san... a-aiuto...! >> chiamò Tsukune, sentendosi soffocare.
Abituati ad un suo perenne quanto inevitabile intervento, tutti si girarono verso la vampira, in attesa della risposta che avrebbe posto -momentaneamente- fine al litigio.
Ma, contro le aspettative di tutti, Moka si limitò ad osservarlo per qualche istante finché improvvisamente tornò a sorridere.
<< Hohoho... Tsukune-san... sei sempre così popolare! >> ridacchiò la ragazza rimettendosi a canticchiare.
La risposta spiazzò letteralmente il gruppo, lasciandolo senza parole. Ma che era successo?
Solitamente era sempre fra le prime a tentare di separare Kurumu dal suo amato Tsukune, ma quel giorno... sembrava che non lo vedesse nemmeno!
Yukari fu sul punto di chiedere se stesse male, quando l'improvviso scattare in piedi di Moka la sorprese.
<< Aaah! >> gridò estasiata << Non ce la faccio più ad aspettare! >>
<< Aspettare? Aspettare cosa? >> chiese Yukari.
<< Oh, nulla! Io esco per un po', torno dopo! >>
Detto ciò, la vampire prese su e uscì di corsa dalla classe.
Il gruppo rimase a guardare la porta lasciata aperta per un po', confusi.
<< Ma cosa...? >> mormorò Kurumu spezzando il silenzio << Possibile che stia male? >>
<< Non lo so... ma mi preoccupa. Di solito non reagisce così quando siamo vicino a Tsukune. >> disse Mizore incrociando le braccia.
<< Magari doveva solo andare in bagno! >> tentò di indovinare la maghetta.
Tsukune invece non disse nulla. Che c'entrasse il ragazzo di quella mattina?
<< Sì, e da quando la gente è così felice di anda- >> Kurumu non fece in tempo a finire che venne interrotta dall'ingresso dell'insegnante.
Amareggiate, le ragazze si dovettero vedere costrette a tornare ai propri posti rimandando per dopo qualsiasi domanda.
<< Seduti, seduti! >> sorrise Neko-sensei, la donna-gatto che faceva anche da insegnante responsabile della seconda classe, sezione terza.
Con una piroetta all'ennesimo cielo e qualche saltello, la professoressa entrò in classe fermandosi poi nella sua solita postazione << Come state oggi? >>
<< Bene! >> si levò un grido dalla classe.
<< Sono proprio felice di sentirlo, dato che da oggi avremo un nuovo compagno di classe! >> esclamò felice.
Immediatamente vari mormorii si sparsero per la classe, tutti rivolti all'inaspettata notizia.
Sempre con il sorriso, Neko-sensei aspettò che tutti finissero di scambiarsi le ultime parole prima di riaprire bocca << Entra pure! >>
Poco dopo la porta si riaprì, subito seguito dall'ingresso di un ragazzo dai corti capelli castani e gli occhi color malva.
Il respiro di Tsukune si mozzò di colpo: era lui.
Non c'erano dubbi, era il ragazzo che quella mattina Moka stava mordendo!
Chi diavolo era?!
<< Uh... err... i... il... >> esordì con un mugolio imbarazzato il castano, esaminando la classe da cima in fondo, come alla ricerca di qualcuno.
<< Qualcosa che non va? Sei forse timido? >> chiese cordiale Neko-sensi.
<< Eeh... n-no! >> balbettò l'altro<< Solo un po' di nervosismo. >>
Lanciò un rapido e ultimo sguardo al volto di tutti finché, ad un tratto, non levò un sospirò sollevato. Chissà perché.
<< Dunque. >> riprese il ragazzo con più vigore << Il mio nome è Keima Kurosaki, sono stato appena trasferito in seguito ad alcuni problemi nella mia vecchia scuola. Non sono molto da “tradizioni” quindi potete anche chiamarmi per nome... cos'altro posso dire? Ho sedici anni e i miei hobby sono manga, anime e videogiochi... >>
<< Come quelli di un qualsiasi umano! Ahr, ahr, ahr!! >> rise il tipaccio che il primo giorno di scuola aveva aggredito Tsukune e aveva tentato di fare sua Moka.
<< E-Esatto... come un essere umano... ma del resto qui siamo tutti yokai, no? Ha-ha-ha... >> partecipò alla risata Keima.
Tsukune si sentì tra l'essere sollevato e deluso.
Per un attimo pensò che ci fosse stato un altro ragazzo umano come lui trasferito per errore lì, un ragazzo con cui condividere discussioni umane e altre cose umane, ma allo stesso tempo, quella dichiarazione, fece capire che Keima era in realtà uno yokai e quindi non poteva in alcun modo avere qualcosa che piacesse alla sua Moka. Dunque, quella mattina doveva essersi per forza sbagliato.
Dando più ascolto al suo cuore che alla ragione, il ragazzo levò un sospiro sollevato.
<< Ci sono domande per il nostro caro Keima-san? >> domandò Neko-sensei.
<< Io! >> alzò la mano Kurumu << Anche se non è per Keima-san, sensei, dove ha intenzione di farlo sedere se tutti i posti sono occupati? >>
<< Non c'è problema... >> rispose l'insegnate indicando una sedia vuota all'angolo <<... abbiamo una sedia extra e finché non arriva il banco nuovo possiamo piazzarlo vicino a qualcuno di voi... >>
Keima la guardò confuso, lanciando poi un occhio al banco vuoto infondo. << Scusi se lo chiedo, sensei... >> si intromise alzando la mano << ...ma il banco laggiù non è libero...? >>
<< Oh... >> emise Neko-sensi tenendosi il volto preoccupato, notandolo solo in quel momento << Oggi Akashiya-san è assente? Raro... >>
Il ragazzo dai capelli castani si voltò, preoccupato. << C-Come... come ha detto? >> chiese timoroso.
<< Nulla... solo che una delle tue compagne di classe oggi sembra essere assente... Moka Akashiya, la conosci, per caso? >>
Il panico si dipinse sul volto del ragazzo, interrotto dall'improvviso aprire della porta.
Immediatamente Keima si girò e quando riconobbe dei capelli rosa fluttuare nell'aria, spalancò i suoi occhi color malva.
<< M-Moka!? >> esclamò sorpreso.
<< Keima! >> tuonò Moka al settimo cielo saltando addosso al ragazzo, ma subito evitato in un'abile giravolta << Keima! >>
<< Moka! >> ripeté il ragazzo, guardandola paralizzato << C-Che ci fai qui?! >>
<< Ero andata a chiedere in che classe eri e quando ho saputo che eri nella mia stessa classe, mi sono subito precipitata qui! >>
<< Okay, okay... sono molto felice anch'io... >> mormorò Keima tenendosi a debita distanza << Però per ora manteniamo la calma, va bene? Nessuna mossa azzardata, Moka... >>
<< E come faccio?! >> esclamò lei con un sorriso mai visto sulle labbra << Sono così felice! Siamo in classe insieme!>>
In un secondo tentativo, la ragazza si lanciò ancora una volta sul ragazzo, stavolta riuscendo ad avvinghiarsi con le braccia al suo collo.
<< N-Nho! Mhoka! Ci farhai cadehre, chavolo! >> balbettò Keima, con le guance premute su quella della vampira, girando in tondo come una coppietta ritrovata.
Tsukune era più confuso che mai. Che stava succedendo?
Incredulo osservò la scena ad occhi sbarrati. Possibile che Keima conoscesse Moka? E da quando Moka aveva un amico... maschio?
<< E-Ehm... >> si intromise ad un tratto Neko-sensei, attirando le attenzioni dei due e fermando Moka prima che cominciasse a far venire la nausea al povero Keima << S-Scusate... non vorrei interrompere questa felice riunione... ma vi conoscete già? >>
<< Diciamo di sì... >> ridacchiò Keima, leggermente imbarazzato << Io e Moka siamo amici d'infanzia... >>
Amici di infanzia? Com'era possibile? Da quello che Tsukune sapeva, l'infanzia di Moka era stata a dir poco... orribile.
<< Sì! >> confermò l'altra stringendolo in un secondo abbraccio.
La notizia risollevò in un qualche modo il morale di Tsukune.
<< Molto bene, quindi! >> esclamò la docente muovendo il registro in modo felice << Questo rende tutto molto più facile! Akashiya-san, ti spiace far sedere affianco a te Keima-san e poi mostrargli la scuola? >>
<< Certamente! >> annuì la vampira.
<< Grazie mille, Akashiya-san! D'accordo, se non ci sono altre domande o simili, direi che possiamo iniziare la lezione! Per favore, accomodatevi ai vostri posti. >> concluse Neko-sensei con un altro dei suoi soliti sorrisi.
Infine, con una conferma sincronizzata, i due ragazzi si avviarono verso il banco di Moka, quest'ultima tirando il braccio del suo amico d'infanzia.
<< M-Moka... non tirare ti sto seguendo... >> sospirò Keima, mentre i due passavano affianco al banco di Tsukune.
E, mentre i due si accomodavano, Tsukune memorizzò ogni dettaglio del viso di Keima. Più tardi avrebbe dovuto farci una chiacchierata, mostro o meno.
Certo, nulla vietava a Moka di fare amicizie maschili, solo che il suo comportamento avrebbe potuto... fraintendere. Non sapeva se Moka si comportava così con tutti gli amici del sesso maschile che avesse – e Tsukune non era nemmeno tanto sicuro che lei ne avesse oltre a lui, Gin e ora Keima- ma una cosa era sicura: vedere il cuore spezzato di un suo nuovo compagno di classe, non era esattamente allettante.
Sì, più tardi, alla fine delle lezioni, avrebbe messo le cose in chiaro con Keima a proposito della relazione fra lui e Moka.

<< Dunque? >>
<< I preparativi sono pronti. Al suo segnale, attaccheremo il nostro bersaglio. >>
<< Ottimo, ottimo... aspettate che suoni la campanella, così potrete confondervi con gli studenti durante la pausa pranzo e non dare nell'occhio. >>
<< Sissignore. >>
<< Preparati a morire... >> sorrise una ragazzina ben conosciuta dai capelli rosso-arancione << ….Moka Akashiya. >>

Che seccatura.
Decisamente una seccatura.
Iniziata la pausa pranzo, Keima si fece cogliere impreparato e dimostrò di avere un certo languorino, dando così l'opportunità a Moka di prenderlo e di trascinarlo in giro per la scuola, con la scusa di “fargli vedere dov'era la mensa”.
Inutile dire che Keima non ebbe nemmeno voce in capitolo, costretto così a girovagare con Moka attaccata al braccio.
Infiniti sguardi si posarono sui due, alcuni confusi, parecchi sbalorditi, molti altri ancora pieni d'invidia.
Con un sospiro il ragazzo varcò la mensa. Ed ecco andarsene la sua possibilità di farsi degli amici a scuola. E ora, con tutti che ce l'avevano con lui, come poteva parlare con qualcuno senza destare la diceria di avere “una come Moka” come ragazza?
Certo, i due non erano proprio una vera e propria coppia, ma agli occhi di tutti lo erano.
Ed era per quello che aveva tentato in ogni modo di evitare l'amica. Sapeva che una volta individuato, Moka le sarebbe stata appiccicata tutto il giorno.
Non che la odiasse, anzi, le voleva molto bene. Solo che la sua bellezza era particolarmente... attraente.
In ogni caso, non che farsi amici fosse la sua priorità da quando aveva scoperto che quella scuola non era altro che un buco si mostri.
Che sfiga.
Doveva parlare con la vera Moka e chiarire ogni cosa.
<< Keima, cosa prendi? >> domandò ad un tratto la ragazza, aggrappata saldamente al suo braccio.
<< Uhm... penso che mi accontenterò di un po' di ramen e un succo di pomodoro... >> rispose l'altro guardando il menù, ormai rassegnato al suo triste destino.
<< Io invece... >> lo guardò intensamente, finché anche lui se ne accorse a la guardò a sua volta << … posso...? >>
Ovvio come il sole che voleva mordergli il collo.
<< Assolutamente no! >> esclamò l'altro sentendo il suo sangue fuggire nell'angolo più lontano possibile dai denti di Moka.
<< Allora prenderò solo del succo di pomodoro... >> sospirò lei, triste.
<< Nee-sama! >> chiamò improvvisamente Kokoa, arrivando da dietro di loro.
Aveva l'aspetto stanco e spossato, con il fiatone, come se avesse corso fino a quel momento.
<< Kokoa-chan... c'è qualcosa che non va? >> domandò la sorella, vedendola tutta preoccupata.
<< Presto, vieni con me! >> disse Kokoa, afferrandola e tirandola verso di sé << Da sola! >>
<< M-Ma Kokoa-chan! E.. e Keima? >>
<< Non c'è tempo! Ti prego vieni! Ho bisogno di te, te soltanto! >>
Moka guardò la sorellina, poi Keima, indecisa se lasciare solo o meno l'amico ritrovato.
<< Vai pure, me la caverò da solo per cinque minuti >> sorrise il castano facendo l'occhiolino.
La ragazza ricambiò il sorriso << D'accordo, grazie Keima! >> annuì lanciandosi all'inseguimento di Kokoa << Aspettami qui, torno subito! >>
Infine, Moka scomparve dietro l'angolo.
Keima si lasciò sfuggire un ghigno vittorioso. Finalmente solo. Finalmente un po' di tempo per pensare.
Ordinò rapidamente tutto quello che aveva programmato e si sedette in un tavolo a caso, da solo.
Stava accadendo tutto troppo velocemente: l'arrivo nell'Accademia, la scoperta che sono tutti mostri, il ritrovamento di qualcuno che aveva ormai dato per morto e sepolto... aveva bisogno di restare con sé stesso e riorganizzare i pensieri.
Si preparò ad avventarsi sul suo ramen, quando ad un tratto sentì dei passi fermarsi dietro di lui, attirando la sua attenzione.
<< Salve, Keima-san > parlò Kokoa con disinvoltura, guardandosi attorno con noia << Hai visto la mia Onee-sama? >>
Incredulo e con ancora il ramen attaccato alle sue bacchette, Keima si voltò, osservandola da cima a fono. Se lei era lì, con chi diavolo era appena andata Moka?
Colto da un dubbio, Keima lasciò andare tutto quello che stava facendo e si lanciò all'inseguimento dell'amica.


<< Kokoa-chan... >> chiamò Moka non appena notò di essere rimaste sole, sole da troppo tempo << … dove... dove stamo andando? >>
Era da un po' che stavano camminando e, in un qualche modo, erano finiti dietro l'edificio scolastico, all'ombra e ben lontani da qualsiasi occhio.
Non gli piaceva quell'atmosfera, per nulla.
Ad un tratto Kokoa si fermò.
<< C-Cosa c'è, Kokoa-chan...? >> domandò timida.
<< Akashiya Moka... >> rispose la sorella, mostrando un diabolico ghigno sul volto << … è tempo per te di morire. >>
Improvvisamente dal nulla dell'oscurità, uscirono alcuni studenti della Yokai, tutti sorridenti.
Quella che aveva davanti non era Kokoa, non c'erano dubbi. E quelli che aveva attorno non era semplici studenti della Yokai.
Fu sul punto di chiedere cosa stesse succedendo, quando ad un tratto gli avversari davanti a lei si trasformarono in giganteschi minotauri.
Spaventata, Moka si mise ad indietreggiare.


<< Ma si può sapere che sta succedendo?! >> esclamò Kurumu, adirata << Cos'è tutta quella... familiarità con Keima-san?! >>
<< Quel Keima-san non mi piace! >> borbottò Yukari, sbuffando.
<< Su, su ragazze... >> disse Tsukune, cercando di placare le loro furie << Lo conosciamo appena... >>
<< Secondo me quel Keima-san deve aver lanciato un qualche tipo di incantesimo per aver fatto perdere a Moka-san l'interesse per Tsukune-san! >>
Tsukune avvertì uno strano brivido alla schiena. Era vero. E se avesse usato un qualche tipo di pozione magica per far comportare Moka in quel modo tanto... “esposto” nei suoi confronti?
<< Ma no... >> rispose il ragazzo, dandogli fiducia << Ha detto che sono amici d'infanzia perciò... >>
<< Perciò un cavolo, Tsukune! >> borbottò Kurumu agitando un dito << Non lo sai che gli amici d'infanzia sono i nemici più pericolosi in amore? Inoltre, come hai detto te, non lo conosciamo nemmeno, Keima-san! >>
<< M-Ma, Kurumu-san... >> Tsukune non fece in tempo a finire la frase che improvvisamente da un angolo sbucò fuori il ragazzo in questione, di fretta e preoccupato.
<< Keima... san? >> domandò Tsukune non vedendolo con Moka.
<< Oh, voi! >> esclamò il castano avvicinandosi al gruppo << Siete della mia classe! Avete per caso visto Moka? >>
<< Per te è MOKA-SAN >> sentenziò Yukari, irritata.
<< No... perché? E' successo qualcosa? >> domandò Tsukune.
<< Maledizione... eppure la sento da queste parti... >> borbottò fra sé e sé Keima, rimettendosi a guardare intorno << Dov'è?! >>
<< “La senti”? >> chiese Kurumu, confusa.
Un grido fece irruzione nella conversazione, facendo trasalire tutti i presenti. Gli unici cinque presenti in quel corridoio deserto.
<< E' Akashiya-san! >> tuonò Mizore, riconoscendone l'urlo.
Senza perdere tempo, tutti si affacciarono dalla finestra.
<< MOKA-SAN! >> gridò Tsukune, individuandola a terra, circondata da orribili quanto giganteschi minotauri.
Doveva intervenire, e al più presto! Se non le si toglieva il rosario, Moka era indifesa!
<< Presto, Tsukune, dobbiamo togliergli il rosario! >> tuonò Kururu facendosi crescere le ali e la coda, interpretando il suo pensiero e tendendogli una mano << Vieni! >>
Tsukune fu sul punto di fare quanto detto, quando ad un tratto la finestra venne aperta da Keima.
<< K-Keima-san! >> disse guardandolo mettere un piede sulla ringhiera << Siamo al terzo piano, che stai facendo?! >>
Ma, senza nemmeno degnarsi di rispondere, Keima si lanciò nel vuoto più totale.

Maledizione, quella stupida!
Reagendo prima di pensare, Keima aprì di scatto la finestra e guardò verso il basso, fissando gli aggressori pronti ad avventarsi su Moka.
Era un bel volo, certo, ma doveva intervenire, in un modo o nell'altro.
Ignorando qualsiasi cosa stesse dicendo il tizio affianco a lui, Keima salì sulla finestra e si buttò senza alcuna esitazione.
<< Moka! >> tuonò atterrando poco dopo davanti a lei, interponendosi fra lei e i nemici a testa alta << Non provate a fare un altro passo! >>
Non importava quanti piani o metri ci sarebbero voluti: sarebbe sempre arrivato a proteggere la sua principessa.
<< K-Keima?! >> esclamò lei, incredula e con le lacrime agli occhi.
<< Sono qui, va tutto bene. >> disse il ragazzo, chinandosi su di lei e accarezzandole la testa << Lascia fare a me. Anzi... a noi. >>
<< Tu sei quello che poco fa eri con Moka... chi diavolo sei? >> domandò la falsa Kokoa.
<< Io? >> domandò Keima voltandosi << Io sono solo un povero Cavaliere costretto a servire la Regina del Male. >>
Con un ghigno sul volto, il castano fece girare fra le dita il rosario che Moka portava al collo, un rosario che solo Tsukune avrebbe dovuto saper togliere.
<< Cos...?! >> esclamò la falsa Kokoa << Il rosario...! >>
Nemmeno il tempo di decidere sul cosa fare, che una forte luce rossa avvolse il luogo, accecando tutti i presenti.

Quando il rosario sul petto viene rimosso, il sangue vampiresco di Moka si risveglia.

L'attimo dopo, al posto di una Moka dai capelli rosa, ne apparve una più formosa e dai capelli argentei: Inner Moka.

<< C-Che cosa?! >> esclamò Kurumu, sorpresa come tutti << Ha... Ha tolto il rosario?! >>
<< Impossibile! >> tuonò Yukari << Solo Tsukune-san dovrebbe poterlo fare! >>
Anche Tsukune rimase senza parole, osservando pietrificato la scena: qualcun altro, oltre a lui, poteva togliere il rosario di Moka?!
Che stava succedendo?!

<< Salve, Keima. >> esordì Inner Moka, facendo passare i suoi lunghi capelli argenti sulla schiena con un gesto di mano << Immagino che tu non mi abbia chiamato per una semplice visita di piacere, vero? >>
<< No, mi spiace... >> rispose il ragazzo senza voltarsi << Ma se ti può piacere, avrei voluto. >>
Un sorriso di soddisfazione si dipinse sul volto di Inner Moka.
<< Molto bene. >> disse la ragazza superandolo con passo deciso e soave << Allora prima concludiamo questa faccenda, più avremo tempo per noi due. >>
Sentendo un po' la mancanza di movimento, la vampira cominciò a stiracchiarsi con fare lento, per nulla preoccupata di abbassare la guardia davanti ai suoi nemici.
<< D-Dannazione... si è trasformata. >> borbottò la falsa Kokoa << Ma non credere che non ce l'aspettavamo! Questi non sono normali minotauri, questi sono mostri creati apposta per l'eliminazione di mostri classe S come te! >>
Moka ignorò completamente quelle parole, limitandosi ad alzare i pugni e fissare i minotauri con aria di sfida << Keima, conto su di te. >>
<< Non ti preoccupare. >> sorrise il castano portando il braccio destro sul volto, facendo poi scivolare il suo rosario dalla manica << Ti proteggerò io. >>
<< Era da un po' che non sentivo quella frase, sai? >> ridacchiò Moka.
In un ghigno, Keima afferrò con i denti il rosario, spezzandolo poi in un secco gesto della testa.

Quando il rosario sul polso viene rimosso, il sangue vampiresco di Keima si risveglia.

<< Che seccatura. >> furono le prime parole di Inner Keima non appena aprì i suoi singolari occhi color sangue.

<< Non... non ci credo... >> mormorò Kurumu ad occhi sbarrati << Keima è... è un vampiro...? >>
<< Quello che più sorprende non è il fatto che è un vampiro >> parlò Mizore, mantenendo sangue freddo ma rimanendo comunque sorpresa << Ma è il fatto che anche lui ha dovuto staccarsi un rosario sul polso per trasformarsi. >>
<< Io... >> Tsukune continuò ad osservare impietrito la scena, alla ricerca di qualcosa da dire su quel Keima dai capelli argentei << Io... non so cosa dire... >>
Stavano succedendo troppe sorprese in una volta sola. La sua mente cominciava a rifiutarsi di credere a quello che stava succedendo.
Qual'era la vera relazione fra Keima e Moka?

<< C-Che cosa?! Un altro Classe S?! >> esclamò la loro avversaria indietreggiando assieme ai suoi minotauri. Un vampiro era una cosa. ma due... la faccenda si stava facendo seria, e pericolosa.
<< E così sono nuovamente stato richiamato per qualcosa di inutile... >> sospirò Keima avanzando muovendosi la spalla con una mano, fino ad arrivare sulla stessa linea di Moka.
<< Hah >> sorrise quest'ultima << Anch'io la pensavo come te all'inizio, ma cerca di abituarti: ci saranno molte altre occasioni dove verrai richiamato inutilmente... >>
<< Be', finché ci sarai te... >> Keima si eresse incrociando le braccia << … non è poi tanto male venir chiamato di tanto in tanto... >>
Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto dei due, fissando con arroganza i loro avversari.
<< M-Maledizione... attaccate! >> ringhiò la falsa Kokoa.
In un grido di rabbia, i mostri impugnarono le loro armi e si lanciarono verso i due vampiri, pronti a ridurli in brandelli.
<< Showtime. >> sorrisero i due all'unisono e caricando nello stesso istante, scomparendo per poi riapparire l'attimo dopo con un calcio sulla mandibola di quei tori.
Pochi colpi ben assestati e la coppia si era già liberata di due minotauri, muovendosi poi verso i prossimi obbiettivi pronti a dar ancora più pugni e calci.
Con facilità, schivavano le asce dei nemici, con altrettanta facilità, sfruttavano quel varco per assestare un sonoro pugno sulla faccia di quei mostri, spesso combinando addirittura i loro attacchi.
Keima e Moka si muovevano con grazia a dir poco incantevole, coordinati come se quel combattimento fosse in realtà una sceneggiata.
Era inutile sprecarsi in parole per dire che quei due, erano un'accoppiata a dir poco magnifica.
<< Che seccatura. >> ripeté Keima non appena abbattuto l'ultimo minotauro << Mi sono proprio arrugginito. >>
<< Non dire così. >> parlò Moka << Hai combattuto bene. >>
<< Maledetti! >> ringhiò la falsa Kokoa << Moka Akashiya, muori! >> urlò lanciandosi verso la ragazza, armata di un piccolo pugnale.
I due vampiri si limitarono a dargli un'occhiata prima di voltarsi verso di lei, pronta a riceverla.
<< RESTA AL TUO POSTO!! >> tuonarono all'unisono colpendo con un perfetto calcio sincronizzato l'ultimo nemico, mandandolo in un KO istantaneo.
<< S-Sì... sissignora... >> mormorò la falsa Kokoa perdendo i sensi.

Il vincitore di questo capitolo è stato deciso in 179 parole! Chuu
~

<< Sbalorditivo... >> mormorò Mizore, a bocca spalancata.
<< Sono statiti... magnifici. >> ammise Kurumu con la stessa faccia.
<< Forza, scendiamo e vediamo come stanno! >> esclamò Yukari aggrappandosi alla mano della succubus << Andiamo, Tsukune-san! >>
<< S-Sì! >> balbettò quest'ultimo, ancora scosso.
<< Uffa! Perché devo sempre portavi io?! Non potete usare le scale una buona volta?! >>

<< E anche questa è fatta. >> sospirò Keima osservando i loro macello << E adesso? >>
<< E adesso nulla. In teoria dovremmo ritornare nei nostri corpi “sigillati”. >> rispose l'altra chinandosi a raccogliere i loro rosari.
<< Che seccatura, davvero. >>
<< Sono le regole della scuola, abbi un po' di pazienza >> disse Moka avvicinandosi e porgendo il sigillo di Keima al suo padrone.
<< Ma non mi dirai che non ti è piaciuto... era da un po', più precisamente undici anni, che non combattevamo più insieme... non ti è mancato? >>
<< Lo ammetto. >> sorrise Moka << Sì, mi è mancato. >>
<< Allora... >> mormorò Keima afferrando il polso della vampira e portandola a sé, osservandola con un seducente ghigno sul volto << … perché non rimaniamo così per un altro po'? Anche tu mi sei mancata molto. >>
Inner Moka lo fissò ricambiando con un sorriso quell'odioso ghigno che amava tanto << Resta al tuo posto. >> si limitò a dirgli prima di allungarsi con il collo, fino a sfiorargli le labbra e baciarlo.
Un lungo e intenso bacio.
<< D-Dannazione... >> sospirò Keima guardando altrove non appena i due volti si separarono << Smettila di sorprendermi così, odio arrossire. >>
<< Lo so. >> rispose Moka con un ghigno << Ma è l'unico modo per farti smettere di sorridere. >>
<< Oooh...? >> una nota di malizia fu udibile dalla vocale allungata del ragazzo << Mi stai dunque consigliando di sorridere più spesso? >>
Moka sbuffò accennando ad un sorriso << Resta al tuo posto ...>> disse sfiorandogli ancora una volta le labbra << ...Keima. >>
Infine, Moka lo baciò una seconda volta.

Tsukune non poteva crederci. Cosa stava succedendo? Cosa? Perché quei due...?
Per la prima volta in vita sua sentiva una strana morsa al cuore, una dolorosa e morsa.
Sentiva cuore stringersi in una stretta insopportabile, come se fosse sul punto di esplodere.
<< M-Moka... >> mormorò ad occhi sbarrati.
  
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