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Autore: Zawa chan    19/02/2012    3 recensioni
Eccoci tornate con il continuo della nostra storia "Promises. The beginning of a dream". La saga riprende dalla fine della scorsa storia, la ciurma di Cappello di Paglia, Ace compreso, naviga nelle acque del Nuovo Mondo, senza sapere che un nemico potente incombe su di loro. Chi sarà questa misteriosa persona? E sopratutto, come andranno a finire le disavventure della ciurma con l'aggiunta delle nostre protagoniste?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti, eccoci finalmente tornate con il continuo della storia Promises. The beginning of a dream!
Allora, avverto chi non lo avesse ancora fatto di passare a leggere la storia della Cami che tratta del passato di Tsuki, Sometimes it happens. Per il resto, buona lettura.

CAPITOLO 1
Un’incredibile tempesta. Un amico ritrovato


Chapter Sountrack: Pre Parade



Il tempo soleggiato era di beneficio a tutta la ciurma che godeva di quel tiepido caldo, in particolare ad una ragazza bionda, di circa diciannove anni. Hikari Mizuki stava nuotando tranquillamente tra le profondità marine, l'acqua che rispecchiava i raggi luminosi del sole, intenta a cercare qualche bella conchiglia da aggiungere alla sua collezione, muovendosi distrattamente con piccoli movimenti decisi e calcolati mentre lo sguardo vagava sul fondo. Non passò molto che ne trovò un bel gruzzolo e, mentre tornava in superficie, l’incantatrice si voltò, il volto visibilmente preoccupato da uno strano presentimento: improvvisamente qualcosa la infastidiva, una sensazione poco chiara ma  piuttosto distinguibile. A confermare il suo pensiero vennero una cinquantina di pesci di vario genere e colore che, come impazziti, guizzavano tutti verso la direzione opposta in cui lei e la sua ciurma stavano andando. Lo spostamento dell'acqua che gli animali provocarono le scompigliarono i capelli che ben presto le ostruirono la vista e, cercando di non farsi prendere dal panico, riemerse lasciando cadere le conchiglie che aveva precedentemente raccolto.
Quando il suo volto uscì dall’acqua, cominciò immediatamente a chiamare il nome della navigatrice, urlando come poteva. Una ragazza dai lunghi capelli arancioni corse preoccupata verso di lei porgendosi dalla nave e, non appena la bionda fu salita con qualche agile balzo, cominciò a farle delle domande. Anche gli altri pirati accorsero preoccupati, credendo che alla ragazza fosse accaduto qualcosa di negativo. Quando le attenzioni cominciarono a soffocarla, Hikari esclamò senza cattiveria: « Sto bene, io! Ma saremo in guai seri se non invertiamo la rotta immediatamente: sta arrivando una tempesta apocalittica! ». Effettivamente anche Nami aveva notato uno strano cambiamento del mare, ma sicuramente l’incantatrice era più sensibile a queste cose, essendone in pieno contatto. All'orizzonte, a quell'affermazione, fu finalmente visibile una montagna di nuvoloni neri e minacciosi. La donna dai capelli arancioni scattò in piedi e diede ordini a destra e a manca, mentre tutti obbedivano senza fiatare: era palese il pericolo a cui andavano incontro ma, considerando le avventure che erano soliti passare, questo probabilmente non avrebbe dato loro molto fastidio. Per questa volta la navigatrice avrebbe sostituito la bionda al timone, mentre quella aiutava i ragazzi a tener dure le cime. In quel momento serviva più forza possibile, e la sua non si poteva certo trascurare. Cominciarono subito ad avvertire le prime folate di vento, che in pochi minuti si trasformò in un vero e proprio ciclone non troppo lontano da loro. Tutti i pirati si tenevano stretti per non essere catapultati via e le persone che tenevano strette le corde tenevano dura la presa stringendo i denti, altrimenti sarebbero stati spacciati. Molti si chiedevano cosa diavolo avesse mutato la pacifica quiete di pochi attimi fa in una confusione gigantesca. Hikari, Rufy, Ace, Tsuki e Zoro erano gli addetti alle cime e stavano facendo del loro meglio anche se tutti erano in visibile difficoltà. Lo spadaccino era immobile, i nervi tesi e i muscoli contratti dallo sforzo, sua sorella era più tranquilla, stava infatti trattenendo la corda con diverse delle sue catene. I due fratelli erano piuttosto forti e trattenevano, seppur con qualche difficoltà rispetto a Zoro che si allenava tutti i giorni, le corde scivolose. L’unica ad avere qualche problema più serio era la bionda: le mani cominciavano a farle male, già prima si era graffiata tra le rocce del mare e questo non migliorava certo la situazione. Sulla cima cominciava a far capolino il liquido scarlatto, seppur difficilmente visibile per via della pioggia che era cominciata a scendere copiosa sopra i presenti.
Con gli occhi chiusi e i denti digrignati, l’incantatrice trattenne il dolore e cominciò a sentirsi veramente male quando avvertì qualcuno appropriarsi della sua corda e lasciarla da parte. Hikari aprì velocemente gli occhi e, come sempre, il suo migliore amico la stava aiutando e tratteneva due delle cinque cime: una con un braccio, l'altra con l'altro. Che avesse forse intravisto il sangue e si fosse preoccupato? « Tranquilla, Hikari-chan. Qui ci penso io, tu aiuta Nami », le disse, senza nemmeno voltarsi, anche se la ragazza potè giurare che stava sorridendo.
La bionda corse ad aiutare la navigatrice, prendendole di mano il timone e chiedendole gli aggiornamenti: stava cercando di trovare la sua lucidità mentale mentre respirava a pieni polmoni l'aria gelida. La tempesta si era trasformata in un ciclone, e questi era dritto davanti a loro. Cosa potevano fare per fuggire? « Ma certo! Nami, pensi che se ci avviciniamo al punto più sottile del ciclone, possiamo aggirarlo? », chiese mentre la donna ci pensava su. Effettivamente era possibile, ma era anche molto pericoloso e c’erano poche probabilità di sopravvivere: cos'altro fare altrimenti? . « Non preoccuparti, quella manovra la so fare, dì solamente a Franky di preparare il Cou de Burst ». Nami, non avendo migliori idee si fidò della sua compagna e, senza farsi pregare, scese ed avvertì il cyborg della loro strategia. Dopo una prima impressione sorpresa, cominciarono i preparativi.

Passare dalla cima al timone era stato un bene, ma le mani le dolevano ugualmente. L’incantatrice pensò quindi ad un modo per medicarsi momentaneamente le ferite, ritrovandosi così a fare una cosa che poco tempo prima non si sarebbe mai aspettata: « Cagnaccio! Mi presti la tua felpa? ».
Tsuki, che stava tenendo la sua cima con una sola mano e l'aiuto di ben tre catene, vide la bionda dare il timone alla navigatrice, tornata intanto al suo posto, e dirigersi velocemente verso di lei. « Perché? », domandò sospettosa.
Senza preoccuparsi di sembrare scortese la ragazza borbottò solamente: « Perché si, non discutere e muoviti! ». La rossa, pensierosa, passò momentaneamente la corda a suo fratello che prontamente l'afferrò deciso, si levò in velocità la felpa nera scoprendo, con grande felicità di Sanji, la maglietta a maniche corte che portava sotto e lanciò l’indumento alla bionda, riprendendo solo in un secondo momento la sua cima.
Dopo essersi infilata la felpa e tirate ben giù le maniche in modo da non far notare le ferite, Hikari si diresse nuovamente alla sua postazione e cominciò i preparativi per avvicinarsi al ciclone. Franky le aveva dato il segnale che il carburante era pronto e lei si stava lentamente avvicinando al centro della tempesta mentre il vento era sempre più forte. Quando la nave fu abbastanza vicina l’incantatrice urlò con tutta la voce che possedeva: « Tenetevi forte! ». Tutti ascoltarono il consiglio ma non fecero in tempo a trovare un appiglio solido che Hikari virò di colpo il timone e portò la Sunny abbastanza lontano da non essere ridotta in frantumi. « Ora! », esclamò poco dopo e dalla poppa partì un getto di energia che catapultò i pirati in aria, lontano dal pericolo.
Erano in salvo: tutti si stavano godendo la pace ritrovata distesi sul prato erboso della nave, sospirando di solievo, quando Nami, avvolta da un’inquietante aura oscura, si diresse minacciosa verso la timoniera, la quale tentò inutilmente di scappare. La navigatrice furiosa prese per il cappuccio della felpa la ragazza, mollandole un pugno in testa.
Dopodiché presa dalla rabbia, Nami cominciò a strattonarla e per poco Hikari non vomitò. Quando la donna si fermò le urlò nell’orecchio: « Ma sei impazzita per caso?! Perché diavolo hai fatto una manovra del genere?! Potevamo restarci tutti secchi! ». La reazione era comprensibile ma un tantino esagerata.
La bionda, scappando dalle sue grinfie, si rifugiò dietro all’albero maestro e mormorò impaurita: « Se non l’avessi fatto la Sunny si sarebbe disintegrata, e poi è andato tutto bene ».
Quella fu la goccia che fa traboccare il vaso. Nami cominciò a rincorrere l’incantatrice per tutta la nave sbraitando cose del tipo: “La prossima volta che lo rifai ti uccido”.

Dopo aver corso per tutta la nave, la bionda si ritrovò in infermeria, nascosta dietro un mobile in legno scuro. Approffittò della situazione per procurarsi delle bende, che il premuroso Chopper le mise attorno alle mani spalmando prima un miscuglio di erbe sul palmo mentre la rimproverava per il comportamento avventato.
Hikari si ritrovò per il resto della giornata con le mani fasciate e, di conseguenze, anche i suoi movimenti erano limitati. Non era un grosso problema, in quanto nel pomeriggio non aveva nulla in programma se non riposarsi un po'. Andò sul ponte e si mise a fissare l’orizzonte, lasciando vagare lo sguardo curioso. Scorse presto una piccola isoletta in mezzo al mare. In poco tempo avvisò tutta la nave e corsero a vedere la terra, impazienti di vivere una nuova avventura. Il carpentiere diresse l’imbarcazione verso la terra e sulla spiaggia la ciurma gettò l’ancora. L’isolotto sembrava praticamente deserto, tranne qualche animale non c’era molto al di fuori di foreste e grotte. Fu così che in poco tempo i pirati organizzarono una squadra d’esplorazione con il compito di fare rifornimento, alla quale vollero partecipare Rufy, Ace, Zoro, Sanji e Tsuki.
« Voglio venire anche io! », brontolò la bionda, impossibilitata dal raccogliere le provviste per via delle bende e quindi costretta a rimanere a bordo.
La risposta fu immediata: « Sei peggio di una bambina, stai sulla Sunny e riposati invece di frignare! », la rimbeccò infatti la rossa, e le due iniziarono nuovamente a litigare, una a terra e una ancora sull'imbarcazione. Alla fine anche Hikari si unì al gruppo ma con lo scopo di vedere ciò che l'isola poteva offrirle e non per lavorare come gli altri.
Per evitare che qualcuno si perdesse rimasero tutti uniti e il cuoco e la timoniera guidarono la spedizione, essendo gli unici con un minimo di senso dell’orientamento rispetto agil altri. Gli alberi dell’isola erano ricchi di noci di cocco e l’aria che si respirava era piacevole, quasi fosse un posto pacifico. Come previsto Sanji e Zoro ingaggiarono una gara in cui il vincitore sarebbe stato chi avrebbe raccolto più frutta rispetto agli altri. L'incantatrice si ritrovò presto l'unica rimasta con le mani in mano, seduta sul ciglio del sentiero ad osservare gli altri che correvano ovunque.
Fu proprio mentre i compagni stavano camminando svogliatamente, tornati dalla caccia, che la bionda notò a terra un cappello: era sul lato sinistro del sentiero, seminascosto, certamente non facile da vedere. Era un cappello tipico degli uomini ricchi, a Goa ne aveva visti molti del genere quando viveva su quell'isola. Avvicinandosi, incuriosita, notò che aveva un paio di occhialini sopra, sporchi e apparentemente rotti. Quel copricapo cilindrico le sembrava terribilmente familiare, ma la ragazza non ricordava di averne mai visto uno così.
Poi la memoria tornò all’improvviso e tutto le sembrò ancora più strano. Quel cappello non avrebbe dovuto essere lì, ma molto lontano, nella loro casa al Mare Orientale. Hikari era ferma, immobile davanti all’oggetto, lo sguardo perso nei ricordi. I pirati cominciarono a preoccuparsi non vedendola muoversi e, arrestando il loro moto, si volsero verso l'amica e la raggiunsero ma non fecero in tempo a proferire parola che ci fu un fruscio sinistro. Tutti si misero in posizione d’attacco, lasciando cadere alcuni frutti e impugnando le armi, quando da dei cespugli venne fuori un ragazzo biondo e piuttosto alto. Ace, suo fratello e la loro amica lo fissarono con gli occhi spalancati, increduli a quello che vedevano. Era inconcepibile per loro che quella persona fosse davvero lì e nessuno dei tre riuscì a fare qualcosa.
« S-Sabo! », mormorarono i due fratelli all’unisono e il biondo li guardò stupiti, riconoscendoli. Quasi fosse un segno d'assenso i due ragazzi, felici, lo abbracciarono saltandogli addosso con le lacrime agli occhi. Avevano ritrovato il loro terzo fratello, creduto morto per dodici anni.
« Prima Ace riportato in vita dal cagnaccio, ora Sabo… lassù qualcuno ci ama! », esclamò felice la bionda, anche lei con le lacrime agli occhi dalla gioia. L’unica che mancava all’appello era Sara, ma anche lei era qui ad osservarli, lei lo sapeva.
In disparte Tsuki, Zoro e Sanji osservavano la scena confusi, recuperando alcuni frutti e sorridendo, commossi per la scena davanti a loro. Non capivano chi fosse quel misterioso ragazzo al quale i tre erano molto affezionati ma sembrava che lo considerassero veramente importante. Si scambiarono uno sguardo d’intesa e seguirono i compagni che, urlanti, stavano tornando alla nave fra sghignazzi e pizzicotti, neanche fossero ancora bambini.

Sulla Sunny i presenti, seduti in cerchio, ascoltavano interessati Robin che narrava una storia letta su un libro finito pochi giorni prima, quando udirono voci molto familiari avvicinarsi all'imbarcazione. Tutti si avvicinarono per notare che i ragazzi erano tornati in compagnia, accompagnati da un biondo che continuava a guardarsi intorno, come in attesa di vedere qualcosa. Quando lo sguardo del ragazzo inquadrò la nave, i suoi occhi brillarono e continuò a parlare con il loro capitano e suo fratello.
Quando anche i ritardatari furono giunti nei pressi dell’imbarcazione, la navigatrice chiese alla rossa chi fosse il loro ospite e quella fece spallucce. Ad intromettersi nella conversazione fu Hikari che con un sorrisone lo presentò: « Lui è Sabo: l’altro fratello di Rufy e Ace ».
Ma cosa ci faceva Sabo in quell'isola sperduta?
  
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