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Autore: Temari    19/02/2012    5 recensioni
- "'Tu sei il Deserto, Gaara.' Gli aveva detto più volte Temari, ed era giunto alla conclusione che aveva ragione.
Era stata una maledizione, un fardello, per molti anni—lui stesso una vittima... Eppure il vento che era giunto gli era sembrato caldo..." -
7° classificata al 'Courage, Honor and Nakamaship Contest' indetto da AngelSword
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Salve gente! =D
Sono venuta a sapere con piacere di aver la possibilità di postare questa fic senza dover aspettare i giudizi del contet a cui partecipa, perciò ne approfitto--dato che dover aspettare mesi è la cosa più brutta di un contest. :P

Note: Gaara centric; spoiler per i capitoli 415 e dintorni. ^^
Scritta con in sottofondo 'Sakura no Kino Shita' (opening di Saiyuki Gaiden).

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari

Scorching Wind



"La fortuna guida dentro il porto anche navi senza pilota."
- William Shakespeare -




        Era la vigilia di un giorno di grande importanza, eppure ancora una volta l'abitudine aveva avuto la meglio su Gaara.
        Accovacciato all'indiana in cima ad uno spuntone particolarmente alto che sovrastava il campo base, il Kazekage osservava con espressione calma ciò che lo circondava; il cielo limpido e la luna calante sopra la sua testa, il paesaggio della terra sotto e dietro di lui, così come la fascia appena visibile di mare che si estendeva in lontananza e che rifletteva la luce della notte.

        Kumogakure aveva qualcosa che gli ricordava vagamente Suna: con quella sua parvenza austera che spesso si rifletteva nel carattere dei suoi abitanti, era simile alla natura arida del suo Paese. C'era però una notevole differenza fra le due: dove le rocce, con l'avvento della pioggia, mutavano la loro forma nel corso degli anni - pur lentamente e con molto lavoro -, le sabbie del deserto si limitavano ad assorbire ogni singola goccia, avidamente.
        Il Deserto era un'entità capricciosa e crudele; la sola forza in grado di smuovere i sottili granelli di sabbia era il vento, che li portava di volta in volta a mostrare un volto nuovo a chi vi si avventurava. Erano pochi, coloro che potevano affermare di poter scorgere anche i piccoli cambiamenti, ed i sentieri che permettevano un viaggio sicuro.
        Capire le sue varie sfaccettature non era cosa semplice.
        "Tu sei il Deserto, Gaara." Gli aveva detto più volte Temari, ed era giunto alla conclusione che aveva ragione.
        Era stata una maledizione, un fardello, per molti anni—lui stesso una vittima... Intrappolato in mezzo alla vastità di un deserto ostile che non gli permetteva di muoversi liberamente, che minacciava di inghiottirlo nella sua morsa soffocante e di prendere il controllo del suo corpo. Le dune sferzate da venti gelidi e carichi di disprezzo provenienti da oltre l'orizzonte creavano sentieri pericolosi e intrisi di sangue.
        Dovunque volgesse lo sguardo, la sabbia emanava odore di morte ed odio, il suo animo impossibilitato a scappare dall'orrore che lo circondava. La sua mente andava alla deriva, sola e sperduta. Si era arreso al suo destino, credendo fosse ormai inutile continuare a lottare.
        Eppure - per una coincidenza, per fortuna o perché doveva andare così -, per la prima volta da che poteva ricordare, il vento che d'improvviso era giunto da qualche parte oltre l'orizzonte gli era sembrato caldo... Rovente, addirittura, e l'aveva investito con tale forza da scuoterlo nel profondo
—Uzumaki Naruto: una forza che aveva inciso un sentiero nella sabbia, bruciando e fondendo i cristalli fino a formare una brillante lastra di vetro che lo avrebbe guidato nella giusta direzione.
        Quella strada, che inizialmente lo aveva spaventato e confuso, con il tempo gli aveva trasmesso sempre maggiore sicurezza e fiducia. "
È questa la direzione che dovresti seguire. Le risposte che cerchi sono qui, 'sta solo a te saperle cogliere..." Poteva sentire quelle parole riverberare nella sua mente e nel suo spirito, con ogni passo in avanti che faceva su quel sentiero chiaro e luminoso, il peso che sentiva su di sé diminuiva; non era un percorso facile: il vetro rifletteva tutte le colpe di cui si era macchiato, accettarle e chiedere perdono erano i soli modi di proseguire... E quando era particolarmente difficile, trovava che il ricordo di quegli occhi blu carichi di determinazione gli infondeva il coraggio e la volontà di andare avanti.

        "... Naruto." Con gli occhi verde acqua fissi sui riflessi bianchi della Luna sulla superficie nera del mare, il nome gli oltrepassò le labbra in un sussurro quasi inaudibile.
        Non rimpiangeva la scelta di confinarlo in quell'isola - era per il suo bene tanto quanto era per quello del mondo intero -, ma doveva ammettere, anche solo a se stesso, che la sua presenza sul campo di battaglia l'avrebbe rassicurato più di quanto qualsiasi parola avrebbe potuto esprimere.
         Doveva tutto ciò che era e che aveva proprio a Naruto
—ed anche per questo, non avrebbe permesso a Madara di fargli del male.
        Per nulla al mondo.



   
 
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