Cap. 10
I primi ostacoli
A
Lua il tempo passato
camminando in quel castello malefico, che continuava a mutare a ogni
passo,
parevano ore. Il ciondolo le indicava la direzione da seguire, ma
sapeva di non
potersi fidare come al solito di quello che indicava, perché
c’era la
possibilità che Darkai lo alterasse con la sua magia.
E
in più era preoccupata per
la sua famiglia e i suoi amici.
-BASTAAAAAAAAAA!!!!-
urlò,
inferocita –DARKAI! LIBERA SUBITO I MIEI AMICI! E ME CHE
VUOI, LORO LASCIALI
FUORI!!!-
Quando
la sua voce si spense,
nel castello tornò il silenzio, però la
principessa vide una forte luce
provenire da uno dei corridoi davanti a lei.
Sapeva
di non doversi fidare,
però ormai era stanca di girare a vuoto e decise di
imboccarlo, pur sapendo che
era una trappola. Infatti giunse in una strana stanza, simile alla
navicella di
Babidy, che lei conosceva grazie ai ricordi del fratello. Appena mosse
qualche
passo, il vano da cui era entrata sparì dal muro,
chiudendola dentro e la
principessa seppe che doveva prepararsi a combattere.
Una
scena molto simile si
svolgeva contemporaneamente in un’altra ala del castello,
dove tre Sayan
correvano in giro ormai da un sacco di tempo, aprendo tutte le porte
che
trovavano, senza risulatato.
-Non
ne posso più!- sbraitò
Vegeta- sono ore che giriamo, e siamo ancora al punto di partenza!-
-Se
solo riuscissimo a
percepire l’aura di Lua o dei bambini potremmo raggiungerli
col teletrasporto!-
constatò Gohan.
-Giusto,
genio! Peccato che
non sentiamo nulla, come abbiamo già capito ore fa!-
ribatté sgarbato Vegeta.
-Per
di più io comincio ad
avere fame!- si lamentò Goku, massaggiandosi lo stomaco
brontolante.
-Pensi
sempre a mangiare te,
giusto!? Anche quando abbiamo problemi ben più gravi
davanti!-
-emh
lo so ma non ci posso
fare niente e più forte di me-
-Inutile
terza classe! Di
tutti gli idioti babbei che potevo incontrare su questo pianeta mi
è capitato
il peggiore!- cominciò Vegeta, sempre più nervoso.
-Papà,
Vegeta, guardate
là!-urlò Gohan ad un tratto.
Davanti
a loro c’era un’imponente
scalone, in cima al quale s’intravedeva una luce.
-Magari
è la sala da pranzo!
Andiamo!- disse Goku, lanciandosi su per le scale.
-No,
aspetta papà…-cominciò
Goku, ma invano.
-Quello
stupido!-
Ma
Goku era già lontano, così
non rimase altro che seguirlo.
Anche
loro si trovarono in
una stanza simile a quella dove, pochi minuti prima, era arrivata Lua e
anche
la loro porta sparì. Davanti a loro c’era
però qualcosa di simile a un grosso
Ki-blast verde, da cui uscirono tre figure scure e incappucciate. Si
vedevano
solo gli occhi rossi.
-Prepariamoci
a combattere,
non penso siano qui per intrattenerci con qualche spettacolo- disse
Vegeta,
trasformandosi in SSJ. Goku e Gohan lo imitarono e aspettarono che gli
avversari facessero la loro prima mossa.
Anche
i tre piccoli Sayan,
una volta usciti da quella specie di prigione dove si erano svegliati,
avevano
cominciato a cercare i loro genitori in giro per il palazzo, usando il
ciondolo
di Trunks, che continuava a brillare, come riferimento.
Camminavano
in silenzio,
Sheran era troppo nervosa per parlare, Trunks troppo preoccupato e
Goten troppo
spaventato. Dopo essere entrati nell’ennesimo salone pieno di
porte il ciondolo
smise di guidarli e Sheran s’incupì.
-Cosa
significa? Che siamo
arrivati?- chiese Trunks.
-Temo
di no. Penso solo che
siamo arrivati non dove sono i nostri genitori, ma dove Darkai voleva
che
arrivassimo. Guardate!- e indicò una porticina aperta, da
cui non proveniva
luce, però si sentivano diversi suoni provenire
dall’interno –dobbiamo entrare
lì e superare una prova, almeno penso-
-Allora
andiamo!- disse
Trunks baldanzoso, ignorando i ruggiti che continuavano ad attraversare
l’aria,
i quali invece preoccupavano molto il piccolo Goten, che
però segui gli amici
senza protestare.
All’interno
l’aria era calda
e opprimente e c’era poca luce, sufficiente però
per vedere un immensa scritta
rossa sulla parete di fronte a loro e una gran quantità di
oggetti sparsi in
giro. I ruggiti si erano spendi non appena la porta da cui erano
entrati era
sparita, e all’interno non c’era anima viva.
-Sai
cosa c’è scritto
Sheran?- chiese Trunks alla cugina.
-No,
è una lingua che ho già
visto, però non so leggerla. Comunque, se mi metto
d’impegno posso tradurla in
mezz’ora circa- e si mise all’opera, scrivendo le
parole sul suo computer man
mano che riusciva a tradurle, sempre usando quel suo magico bracciale.
Una
scena diversa si svolgeva
nella camera dove erano rimasti chiusi Goku, Gohan e Vegeta. I tre
esseri si
erano lanciati all’attacco e sin da subito non si erano
rivelati dei nemici
facili. Inoltre la stanza era piccola, quindi i colpi energetici erano
difficili da usare, e anche il combattimento corpo a corpo non si
poteva
condurre con facilità, perché si finiva di
continuo addosso ai compagni. Invece
i tre esseri non si trovavano per niente in difficoltà,
sembravano fatti di
fumo, si allargavano, sparivano, si ricomponevano, e ogni volta che ne
avevano
l’occasione si stringevano al loro avversario per svuotarlo
dell’energia, la
quale finiva direttamente nel corpo del loro padrone, Darkai.
Vegeta
era seriamente
preoccupato: se quelli erano solo burattini senza volontà e
di poco conto, come
avrebbero fatto contro dei nemici veri?
Esasperato,
lanciò un Big
Bang Attack contro l’essere impalpabile che gli volteggiava
davanti,
disintegrandolo completamente.
La
stanza si allargò
istantaneamente, e su uno dei muri si apri una piccola porta.
-Vegeta!
Non dovevi usare un
attacco così potente! Potevi fare arrosto pure noi!- disse
Goku, cercando di
tenere a distanza il suo avversario.
-A
me non sembra che sia
stata una cattiva idea! E poi se finivi arrosto non penso mi sarebbe
dispiaciuto!-
-Spiritoso!
Tanto lo so che
non lo pensi più davvero-
-E
tu che ne sai? Comunque vi
conviene imitarmi, perché abbiamo perso troppe energie, non
resisterete ancora
a lungo-
Goku
e Gohan dovettero
riconoscere che Vegeta non aveva tutti i torti, così
disintegrarono i loro
avversari con un onda energetica ciascuno.
Quando
il fumo che componeva
quelli esseri si dissolse del tutto la stanza si illuminò e
la porta raggiunse
una dimensione accettabile.
-È
aperta- disse Vegeta,
oltrepassandola.
-Forse
però dovremmo
riposarci qualche minuto, come hai detto tu non ci restano
più molte energie-
propose Gohan.
Vegeta
stava per protestare,
voleva ritrovare moglie e figlio il prima possibile, però
Gohan aveva
ragione:-Ok, però usciamo da qui, questa stanza mi
dà la nausea-
Nessuno
protestò. Mentre però
uscivano, una pietra azzurra incastonata sopra la porta
s’illuminò e rimise
perfettamente in sesto i nostri eroi.
-Qui
c’è qualcosa che non
va!- sussurrò Vegeta, sempre più guardingo.
-Puoi
dirlo forte!- disse
Goku –un castello così grande e non
c’è una bella sala imbandita di leccornie!-
Altra
stanza.
-Sheran,
hai finito? È
mezz’ora che aspettiamo, sono stufo!- protesto Trunks, non ne
poteva più di
restare chiuso lì.
-Smettila
di lagnarti! Non è
affatto facile! Comunque mancano solo le ultime parole-
-Finalmente!-
urlò Goten.
-Sì,
allora…in pratica è una
specie di indovinello, in breve dice che dobbiamo distruggere
l’unico oggetto
che non dovrebbe trovarsi qui, abbiamo due ore di tempo, se non ci
riusciamo
rimarremo qui per sempre!-
-Cosa?!-urlò
Goten.
-Ma
allora è facile!- disse
Trunks- dobbiamo solo distruggere tutto!-
-No,
fermo, non…-
Ma
Trunks aveva già lanciato
un potente colpo energetico contro un gruppo di vasi in un angolo,
disintegrandoli. Nello stesso istante si ritrovo sul pavimento, in
preda alle
convulsioni.
-Trunks!-
-Ve
l’avevo detto di
aspettare! Ogni volta che sbagliamo ci verrà succhiata via
un po’ della nostra
energia, inoltre perderemo dieci minuti di tempo-
-Allora
che facciamo?- chiese
Trunks, che era riuscito a rimettersi in piedi.
-Dobbiamo
capire qual è il
filo che collega tutti questi oggetti e distruggere l’unico
diverso-
-Facile
a dirsi! Sembra un
negozio di antiquariato!-
-In
realtà penso sia più
facile del previsto- disse Sheran guardandosi intorno –tutti
questi oggetti
hanno a che fare con la magia, con quella nera a essere precisi.
Perciò un
oggetto diverso dagli altri potrebbe essere qualcosa privo di magia,
oppure
dotato di poteri benefici-
-Però
noi come facciamo a
capire qual è quello buono? L’unica qui che
riconosce qualcosa sei tu!-
-I
manufatti di magia nera
hanno sempre qualcosa stampato sopra…cosa ha detto che era
la mamma…a sì, una
runa nera o rossa, come…quella!- e indico un disegno
complicato che spiccava su
una specie di lunga spada con l’elsa nera. (ﮚ).
-Va
bene, dividiamoci e
cominciamo a cercare!-
-Però
state attenti! Quelle
convulsioni ci colpiranno ogni volta che sbagliamo, o che tocchiamo
troppi
oggetti o che passa troppo tempo-
Sheran
non aveva torto.
Spessissimo uno dei tre piccoli veniva colpito da convulsioni o
scariche
elettriche, che li lasciavano esausti e privi di forze.
Esaminarono
dozzine di
oggetti, senza trovare nessuno senza quella runa che diventava
più minacciosa
ogni minuto che passava. Ormai erano agli sgoccioli delle due ore.
Trunks
e Goten non ce la
facevano più ed erano anche molto spaventati. Anche Sheran
cominciava a
preoccuparsi. Pochi minuti prima dello scoccare delle due ore si
accorse che
improvvisamente stava bene, e anche Trunks e Goten si erano rialzati,
carichi
di energia.
-Questa
cosa mi puzza- penso
Sheran, perché gli aveva guariti?
-Sheran,
guarda questa!-
disse Goten, che dietro il cuscino aveva trovato una grossa pietra
ovale,
azzurra.
-Quella
è una pietra di Luna,
è benefica, presto distruggila!-
E
cosi fece. Non appena la
pietra fu disintegrata i muri intorno a i bambini si
sbriciolò.
Trunks
e Goten esultarono, e
solo Sheran rimase nervosa.
Erano
passate ore. La
principessa dei Sayan era arcistufa di rimanere chiusa in quella stanza
senza
fare nulla, con la sua famiglia e i suoi amici la fuori in pericolo.
Continuava
ad osservare il ciondolo, che non aveva smesso di emettere una calda
luce. Era
molto preoccupata.
Per
fortuna, quando ormai
stava per spaccare tutto e uscire, si accorse che davanti a lei
c’era una
figura nera e incappucciata. Alla fine qualcosa era successo.
In
un istante Lua svuotò la
mente e si lanciò all’attacco. Il suo primo pugno
colpì l’essere in pieno
volto, e Lua ebbe una visione della sua piccola riversa sul pavimento,
avvolta
da scariche elettriche. Lo schok fu tale che rimase immobile per un
istante,
permettendo così all’essere di rifilarli un pugno
nello stomaco, facendola
piegare dal dolore.
Subito
reagì con un calcio e
una scarica di pugni, ma questa volta vide suo fratello ricoperto di
ferite e
il piccolo Trunks urlare di dolore, accanto ai corpi privi di vita di
sua madre
e degli altri ostaggi. Un altro calcio e poté vedere sua
figlia morta.
La
vista comincio a velarsi
di rosso, sulla lingua sentiva già il sapore del sangue.
Anche Lua urlò,
cercando di ragionare in maniera lucida. Non poteva toccare
quell’essere senza
rischiare di perdere il controllo, ma dalle sue esperienze passate
sapeva che
un onda energetica l’avrebbe semplicemente attraversato. Come
poteva farcela?
Le
serviva un idea, e subito,
perché quell’essere continuava ad attaccare e non
poteva resistere in eterno.
-Forse
potrei usare i miei
poteri magici. Ma non lo mai fatto in combattimento- pensava
–cosa posso fare?
Ragiona, Lua, ragiona- per prendere tempo intanto sollevò,
con un semplice
incantesimo, un gran polverone che oscurò la vista. La
principessa passo
velocemente in rassegna tutti gli incantesimi che conosceva, e le venne
un
idea.
Quell’essere
era una
proiezione di sentimenti maligni, e Lua per sconfiggerlo doveva puntare
sulla
sua forza interiore e sulle forze positive. Conosceva una formula che
poteva
funzionare, in pratica un ki-blast che rifletteva ciò che
una persona aveva
dentro. Però le serviva del tempo per prepararlo, e lei non
ne aveva. L’unico
modo per averlo era usare un incantesimo complicato per bloccare il
tempo. Le
avrebbe prosciugato le energie, ma era l’unico modo. Recitare
l’incantesimo fu
complicato, ma ce la fece. Ora aveva cinque minuti in cui formare una
sfera di
energia positiva per annientare il suo avversario. La principessa si
sedette e
chiuse gli occhi, liberò la mente dall’odio e
dalla rabbia che provava e si
concentrò sull’amore per sua figlia e per il resto
della sua famiglia, sul
calore dell’amicizia, sulla bellezza della vita che aveva
trovato sulla Terra,
con persone che le volevano bene e non la temevano. Allo scadere dei
cinque
minuti, Lua si ritrovò tra le mani una grossa sfera rosa-oro
cangiante. Pulsava
leggermente, era calda e sembrava viva. Nell’attimo preciso
in cui il tempo
tornò a scorrere, prima che il mostro se ne rendesse conto,
Lua gli scagliò la
sua sfera contro, annientandolo.
La
porta si aprì e lei la
attraverso senza tentennamenti. Ma quel che vide dall’altra
parte rischiò di
farla svenire.
-Bene,
bene, principessina-
pensava Darkai, che aveva osservato tutto- Tu e i tuoi amici avete
superato la
prima prova, ma io ho assorbito molta energia e tu sei al limite. Da
questo
castello non uscirai viva, né tu, né le persone
che cerchi di proteggere!-
concluse con una risata malvagia.
Angolo
dell’Autrice
Ecco
il nuovo capitolo! Sono
abbastanza soddisfatta, e spero sia all’altezza dei
precedenti. Volevo
annunciare che nel prossimo capitolo o massimo nel prossimo ancora
volevo far
nascere Bra. Mi rivolgo a voi perché ho intenzione di
dotarla di una coda, ma
non so se dargliela marrone, come pensavo all’inizio, o
celeste, come si vede
in molte fanart. Voi che ne pensate? Se avete preferenze esprimetele
nei
commenti, altrimenti deciderò io.
Cosa avrà visto Lua ti tanto sconvolgente? Perché Darkai ha guarito i guerrieri Z? E Goku placherà il suo stomaco? Le risposte nel prossimo avvincente capitolo, non vi resta che aspettare e poi leggerlo tutto d’un fiato! Magari lasciando un commentino ;-)
Ringrazio i miei numerosi
(scherzo, ovvio)
fan, che hanno letto, commentato o aggiunto la mia storia fra le
preferite o
seguite.
Ciao
e a presto
Da
PrincipessLua