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Autore: Anto1    19/02/2012    5 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta ed è ormai a capo del Direttorio. Non risolve più casi sul paranormale e ha dei sottoposti che lavorano per lui. Ma cosa succederebbe se una persona a lui molto cara fosse direttamente minacciata? Perché continua a vedere in sogno Serventi? Cosa vuole davvero da lui? Ma soprattutto, cosa vuole dalla sua Claudia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“E’ tutto a posto adesso, non preoccuparti, ci sono qui io” cercava di dire quelle parole con voce rassicurante, come si usa con i bambini, ma non sapeva se lo stava facendo per calmare Claudia, che pur sembrando sicura fra le sue braccia, si guardava attorno impaurita, come se quello fosse un posto lugubre e inospitale, o per calmare se stesso, per impedirsi di piangere, vedendo lei in quello stato. Col cuore gonfio di tristezza, guardava il suo viso pallido, esangue, che la donna cercava di nascondere contro il suo petto, come per non vedere qualcosa di orribile, quel qualcosa che forse in quel momento stava crescendo nel suo cervello.
Camminò piano, su per le scale, verso la camera dei suoi genitori, dove in quella fatidica notte aveva visto sua madre e suo zio fare sesso. Non avrebbe davvero voluto rientrarci, si era riproposto di non farlo mai più, ma Claudia aveva bisogno di cure, di riposo, e quella camera sarebbe stata perfetta. Forse, se lei l’avesse occupato, quel letto sarebbe stato ripulito di quella macchia indelebile e blasfema, quella per cui suo padre, Sebastiano, era morto.
Aprì la porta della camera: era tutto come l’aveva visto quella notte: i mobili di legno preziosi e antichi, ma impolverati, le finestre ampie e chiuse, le lenzuola di quel letto bianche e impolverate… a vedere tutto quello, ebbe quasi un conato di vomito, si sentì mancare, e per un attimo considerò di tornare indietro. Ma, a un suo vacillamento, sentì che Claudia si muoveva tremante e instabile contro di lui, e affondava ancora di più il viso nel suo petto, come per cercare protezione; no, doveva restare, doveva restare almeno per lei. Quindi si avvicino a quel letto quanto mai detestato, e vi depose Claudia, gentilmente. Appena si fu staccata dalle sue braccia, lei tremò quasi in maniera incontrollabile; Gabriel temette che stesse avendo una convulsione, ma poi si tranquillizzò. Era stato solo un brivido di freddo. In effetti, lei era ancora coperta da quel fine abito rosso, che lasciava intravedere le forme, la pelle; doveva essersene accorta, per quanto fosse disorientata, infatti, cercò di coprirsi le gambe nude con quel tessuto quasi inesistente, arrossendo. Lui sorrise, vedendola così pudica, proprio davanti a lui.
“Non preoccuparti, mi prenderò io cura di te” le disse, sfiorandole una ciocca di capelli.
Lei sorrise, un po’ triste. Qualcosa non andava… sembrava essere un po’ timorosa di lui, e non capiva perché. Forse… No! E se Serventi la avesse? Non riusciva a pensare a una cosa tanto crudele non a lei. E tuttavia, una volta entratogli nella mente, quel pensiero non accennava a lasciarlo. Prese a camminare su e giù per la stanza come un ossesso… che cosa doveva fare?! Non sapeva, non sapeva come ci si dovesse comportare in quelle situazioni… e ora lei aveva paura di lui, e lui era un uomo… che cosa poteva fare? D’un tratto, la sentì lamentarsi e divincolarsi nel letto. Si precipitò al suo fianco, preoccupato. Le domandò se avesse fame, o freddo, se poteva fare qualcosa per lei, ma lei non rispondeva. Che stupido, come avrebbe potuto farlo? Serventi le aveva fatto perdere l’uso della parola. Dannazione! Non poteva abbandonarla così, stenderla in un letto e lasciare che si riposasse, quando forse era l’ultima cosa di cui lei avesse bisogno in quel momento… doveva agire! Innanzi tutto, doveva cambiarla d’abito, e magari farle un bagno… ma non sapeva come avrebbe potuto assicurarsi che Serventi non l’avesse toccata… che fare, che fare?

All’improvviso, sobbalzò… qualcuno lo stava chiamando, ma era una voce amica, tranquillizzante. Si precipitò verso la porta.
“Alonso, vieni presto! Claudia ha bisogno di aiuto!”
Sentì i suoi passi che si avvicinavano, col cuore che si faceva sempre più leggero. Era venuto! Dopo un po’, il viso del Gesuita si materializzò sulla porta. Gabriel corse ad abbracciarlo, e, senza volerlo, iniziò a singhiozzare.
“Gabriel, ehi, Gabriel, che ti pre…” il Gesuita sbiancò, non appena vide Claudia stesa sul letto, inerme.
“Che cosa le è successo? Che cosa le ha fatto, quel mostro?!”
“Non… non lo so… ma… ma temo… Alonso, tu hai studiato medicina… ti prego, dimmi che non le è successo niente… se sai cosa intendo… ti prego!” aveva sforzato fuori quelle parole, fra i singhiozzi.
Alonso non disse niente, non tradì nemmeno il minimo imbarazzo per ciò che stava per fare, si avvicinò lentamente a Claudia e fece per allargarle le gambe, ma lei si ritrasse, con un lampo di paura negli occhi. Gabriel s’inginocchiò davanti a lei e le prese una mano.
“Non preoccuparti, è Alonso!” lei sembrava non capire.
Così, stette ad aspettare il responso, col fiato sospeso, stringendo Claudia, rassicurandola, pregando Dio come mai l’aveva pregato fino a quel momento. Dopo pochi istanti che sembravano infiniti, Alonso si alzò.
“Non le ha fatto niente.”
“Dio ti ringrazio!” Gabriel aveva detto quelle parole quasi urlando, scosso ancora dai singhiozzi.
“Ma… Gabriel… non sta bene… Non sono sicuro che Serventi le abbia solo tolto l’uso della parola” disse, sbiancando.
“Che… che vuoi dire?!” Gabriel non riusciva a reggere la tensione.
Alonso si voltò verso Claudia.
“Claudia, sai chi sono io?”
Claudia guardò Alonso con espressione stranita, poi fece cenno di no con la testa.
Alonso, continuò, e con dito tremante, indicò Gabriel.
“E lui, sai chi è?”
Gli occhi di Claudia si fissarono su Gabriel, per scrutarlo attentamente; sembravano voler leggere oltre la sua mente, oltre quel viso che una volta aveva tanto amato.
Gabriel guardò con orrore la testa di Claudia che si muoveva in un cenno di diniego. Si voltò pieno di stupore e dolore verso Alonso.
“Che… che significa questo?” chiese, il fiato che si strozzava in gola.
Alonso sospirò “Serventi sapeva che era innamorata di te, e che tu provavi lo stesso per lei. Le ha tolto la memoria per provocarti. Ha usato lei per giungere a te, e quando non le è stata più utile, l’ha svuotata facendola diventare un guscio vuoto senza memoria.”
“Noooo!!!” Gabriel aveva urlato quella parola come se per magia avesse potuto spazzare via quell’incubo, ma quella era la dura realtà.
“Non può essere! Eppure… eppure sembra amarmi ancora, mi è parso che mi riconoscesse quando l’ho salvata!” disse, con la testa fra le mani.
“Questo… questo è perché ti ha amato, ti ha amato di un amore così forte e incondizionato che Serventi non è riuscito a farlo sparire del tutto. Sentimenti così puri come l’amore non si cancellano via, per quanto la mente possa essere potente. L’amore di Claudia per te era l’unica cosa che Serventi non è riuscito a portarle via. Ti ama, ti ama ancora, ti ama così tanto che si fida ciecamente di te…”
A quelle ultime parole, Gabriel si sentì girare la testa, e dovette appoggiarsi al muro per non cadere. Disperato, si gettò sul corpo di Claudia, piangendo a dirotto. Si era ricordato quelle parole che lei gli aveva detto proprio fuori da quella casa, qualche tempo fa.
“Volevo dirti… che mi fido di te.”
Come non aveva potuto capire che quella era una dichiarazione d’amore, come?
Alonso, col cuore gonfio di tristezza e non capendo come mai solo a quelle parole Gabriel era crollato, si avvicinò al giovane e gli accarezzò i capelli, con fare paterno. Vedendolo così impotente, si lasciò sfuggire una lacrima. Anche lui si sentiva così, ora.
“Non lasciarlo vincere… non farlo. Devi reagire. Se non per te, fallo almeno per lei.”
Il respiro di Gabriel lentamente si acquietò, e lui alzò la testa per guardare il volto della donna che amava, che ora non poteva riconoscerlo, ma che ancora lo guardava con quegli occhi scuri pieni di una dolcezza  a lui tanto cara. E, in un istante, prese la sua decisione.
“Lo farò, ho deciso, combatterò contro Serventi” si chinò per dare un casto bacio sulle labbra della sua amata “e questa volta, lo batterò. Per sempre.”
 
  
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