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Autore: FannyHarris    19/02/2012    3 recensioni
Nel cuore di Vegeta non c’era spazio per sentimenti umani, di certo non per una terrestre; però nel vederla tremare e con gli occhi rossi e gonfi di pianto, percepì un lievissimo calore … sentiva impulsi che non aveva mai pensato che avrebbe potuto sentire. Lui, il principe, si sentiva più leggero moralmente e provava dispiacere. Non era possibile, anzi era inaccettabile.
Bulma rimase in piedi , continuando a tremare e digrignare i denti; nel vedere sul volto del principe un’espressione compassionevole e un po’ confusa, trasse un sospiro di sollievo.
Silenziosa avanzò e sorpassò il sayan. In quel momento entrambi sentirono qualcosa, ma l’orgoglio e la testardaggine regnava sovrana in entrambi i cuori. Repressero quel fievole barlume di luce e speranza che si era fatto largo nei loro cuori e continuarono per la loro strada.
Iniziamo con il rating arancione ... avviso che potrebbe aumentare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

“Io sono il principe dei sayan e non mi farò surclassare così da un guerriero di infimo livello!” Esclamò furioso con le pupille girate all’indietro, mentre trafficava fra i comandi della navicella.

Vegeta era un sayan ferito e distrutto; rivoleva la sua gloria e supremazia passata e l’avrebbe ottenuta a tutti i costi.

L’affronto che Freezer gli aveva fatto per anni, usandolo come sua pedina, era stato un peso ponderoso da sopportare; a Namecc si era ribellato e, anziché farsi valere durante lo scontro, aveva pianto, per giunta implorando Kakaroth. Si vergognava immensamente di sé stesso.

“Se mio padre mi avesse visto lì a Namecc, mi avrebbe di certo disprezzato e rinnegato.  E non avrebbe avuto tutti i torti; come ho potuto versare lacrime, come?” Bisbigliò con gli occhi neri persi nell’immensità dell’universo. Non si sarebbe mai spiegato cosa fosse scattato in quel momento; l’unica spiegazione plausibile era che sapeva che sarebbe morto e sarebbe stato per sempre. Non avrebbe mai potuto realizzare la sua vendetta e in quell’ignobile modo sarebbe finito nel dimenticatoio.  Lui non lo voleva, non si sentiva ancora pronto.

Aveva avuto paura e rimorso.

La sua parte irascibile aveva preso il sopravvento sull’orgoglio perché non sapeva che sarebbe tornato indietro alla vita.

Si concedette quella spiegazione, ossia in punto di morte si fanno anche pazzie, e così tentò di riparare un pezzo della sua vita; nonostante la sua soluzione, quel pianto rimaneva sempre scritto nel suo passato e nulla lo avrebbe cancellato.

Il sayan batté un violento pugno sul bracciolo della postazione di comando e abbassò lo sguardo.  L’eco di una risata iniziò a propagarsi e rimbombare nella piccola stanza; Vegeta alzò lo sguardo, non prometteva nulla di buono.

Era un ghigno malvagio e sadico, forse era divenuto ancor più spietato rispetto al suo primo arrivo sulla Terra.

Il principe dei sayan era tornato. “E’ ora di smetterla. Quel che fatto è fatto, ora mi aspetta un futuro di battaglie e sangue. Mi manca l’odore del sangue dell’avversario.” Rise malignamente e impostò le coordinate del primo pianeta che sarebbe stato la vittima del suo rinnovato odio.  “Pura malvagità. Sete sconfinata di vendetta. Diventerò un supersayan.” Detto ciò balzò in piedi e si avvicinò al grande oblò della navicella e si mise a braccia conserte.

L’universo era un immenso oblio scuro e tetro e d’ora in poi sarebbe stato la sua nuova casa. Sogghignò, adesso la sua vita stava prendendo la giusta piega. Lui era il principe e avrebbe regnato su quel vasto impero, l’unico ostacolo da abbattere era Kakaroth e presto sarebbe riuscito anche in quello.

Una turbolenza lo fece sussultare e perse l’equilibrio.

Vegeta trovò un appiglio vicino l’oblò e guardò fuori per capire da dove venisse quel trambusto; non vide nulla di sospetto. “Dannazione, anche sullo schermo qui non segna nessun problema! Cosa è?” E sbatté i pugni sui comandi con forza, visto che qualsiasi pulsante premesse non accadeva nulla, era come se non rispondessero più. “Non è possibile!” Urlò arrabbiato e in preda alla frenesia di cercare una soluzione. Le sue possenti mani si muovevano veloci lungo i pulsanti premendoli a caso ma già da un bel pezzo non capitava nulla.

Una scossa molto più forte della prima si abbatté sulla sfortunata navicella e ciò che gli occhi contratti del sayan videro fu solo un’intensa luce bianca che gli perforò l’anima. Poi il buio e l’oscurità eterna.

 

   
 
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