Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Back To Vegas Skies    19/02/2012    2 recensioni
Gabe e Alex ignoravano completamente la loro esistenza, sempre circondati da decine di ragazzi adoranti che avrebbero fatto di tutto pur di essere ammessi nella loro ristrettissima cerchia, di cui facevano parte solo pochi e selezionati fortunati, riscuotendo l’invidia dell’intero istituto. Sì, perché Gabe Saporta, simpatico e divertente, Alex Greenwald, bello e brillante, Travis McCoy, l’ombra di Gabe e gay dichiarato, Dallon Weekes, che con quegli occhioni blu riusciva ad ammansire le folle, e Brendon Urie, il più piccolo del gruppo, erano i ragazzi più popolari del St. Patrick e chiunque aveva almeno una volta desiderato essere loro amico, per poter essere al centro dell’attenzione di tutta la scuola. Ma William e Ryan non avevano intenzione di entrare nel loro gruppo, si limitavano ad osservarli da lontano, sperando che, prima o poi, si sarebbero accorti di loro.
[The Academy Is...,Cobra Starship,Pete Wentz,Travis McCoy,Panic!At The Disco, Alex Greenwald,The Cab]
Storia scritta a quattro mani da me e Annabells, nata così all'improvviso e vista crescere a dismisura sotto i nostri occhi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, Panic at the Disco, The Academy Is
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 17

 The world is fading, I'm here with you.
If you start shaking, I'll get you through it.

Don't worry about anything, just take it easy.
It's too late to go, it's getting light out,

I know you don't wanna sleep here alone, just take it easy.

 
Trav non sapeva  dove fosse finito Will. Lo aveva cercato ovunque, ma del suo ragazzo non vi erano tracce. Avrebbe voluto chiederlo a Ryan, ma quello sembrava decisamente impegnato con Brendon e non se la sentì di andare lì e disturbarli. Dopotutto c’era molta gente e non era sicuro che Will amasse i luoghi affollati, quindi probabilmente si era rifugiato da qualche parte. O almeno era quello che sperava. Più passavano le settimane, più aveva la sensazione che William fosse lontano, distante, con la testa altrove. All’inizio l’aveva interpretata come timidezza, ma col passare del tempo nella sua mente si erano insinuate miriadi di dubbi, difficili da mandare via.
- Oh, fanculo - sbottò, prima di sedersi accanto a Sean e prendere una lunga boccata dalla canna che gli aveva prontamente passato.
- Appena lo trovo me lo scopo, che lo voglia o no - concluse, poggiando la testa contro il muro e socchiudendo gli occhi. Si leccò le labbra e cominciò ad aspettare, anche se una parte di lui già sapeva che avrebbe dovuto aspettare per molto, molto tempo.
 
Alex non era il tipo di ragazzo che aveva prospettive troppo alte, tranne quella sera. Difficilmente era stato così nervoso per una donna, o per qualsiasi cosa.
Se già normalmente Greta era capace di fargli girare la testa,quella sera, con quella tutina nera da Cat Woman l'aveva fatto impazzire. Quando le aveva dato un altro girasole, godendosi l'ennesimo grande sorriso, capì che l'imbarazzo iniziale era stato spazzato via e con lui anche l'ansia da 'prestazione'. Era semplice starle accanto e ogni secondo che passava, aveva la certezza che si sarebbe potuto innamorare di lei. Ma questo non lo spaventava, se possibile lo esaltava di più.
La musica rimbombava nella sala, la sentiva pulsare nello stomaco. O forse era il suo cuore. Greta era stupenda e gli sorrideva, costantemente. Tutto sembrava perfetto. O almeno, finchè non aveva visto Dallon.
Aprì e richiuse la bocca più volte, cercando di mettere meglio a fuoco l’immagine che gli si era parata davanti agli occhi. Dallon stava ballando con un ragazzo biondo, o meglio lo stava palpando, sembrando anche abbastanza disinvolto.
Ora, non che Alex non avesse mai visto il suo amico con nessuna ragazza. Il problema era che non lo aveva mai visto con un ragazzo. E non aveva mai neanche lontanamente sospettato che potesse avere certe tendenze. Non che avesse dei problemi al riguardo, dopotutto Travie era gay e anche Brendon e per lui non erano mai stati diversi da Gabe o dallo stesso Dallon. Solo che non se l’aspettava. Dallon non gliel’aveva mai detto, ed erano migliori amici da anni.
Greta faceva slittare lo sguardo da Dallon ad Alex e viceversa, con l’aria perplessa.
- E’ tutto okay? - chiese poco dopo.
Alex annuì e le cinse i fianchi, stringendola di nuovo a sé.
Dallon gli sorrideva beffardo, mentre si avvinghiava al ragazzo sconosciuto, ondeggiando in modo sensuale. Cosa diavolo stava facendo?
Lo guardò torvo e si avvicinò ancora di più alla ragazza, sussurrandole cose carine all’orecchio e facendola sorridere. Cominciò anche a ballare sempre più attaccato a lei, sperando di non beccarsi uno schiaffo. Ma per fortuna Greta non si oppose. Dallon continuava a guardarlo e a rispondere ai suoi gesti con altrettanti sorrisini, mentre stringeva a sé il biondo. Era aria di sfida quella? Alex era perplesso e infastidito allo stesso tempo. Lasciò un bacio sulla guancia alla ragazza, prima di notare che Dallon era sparito.
Tirò un sospiro di sollievo, prima di accorgersi che l’amico era solo poco più in là, seminascosto da una colonna, sempre in compagnia del ragazzo biondo. E questa volta, non stavano di certo ballando.
 
Will si tolse i denti finti e il pesante mantello, poi si sedette sul bordo del letto di Gabe, che non aveva smesso un attimo di fissarlo.
Bill era felice di come stavano andando le cose. Era felice di aver fatto pace con Gabe, era felice di essere con lui in quel momento invece che con Trav.
- Posso farti una domanda? - disse Gabe, dopo un po'.
- Certo - rispose Bill, alzando gli occhi verso di lui.
Non sapeva spiegare come, ma c'era una sorta di tensione nei loro sguardi. Forse era un'impressione, ma avvertiva qualcosa di diverso nell'aria. Gabe continuava a guardarlo e Will sentiva i suoi occhi scuri trafiggerlo come dei laser.
- Perché scappi da Travie?
Non c'era cattiveria o accusa nel suo tono. Gliel'aveva chiesto dolcemente, come quando si chiede ad un bambino perché piange e lui non vuole risponderti.
Will si sentì spiazzato.
- Io...uhm... lui vuole delle cose che io non voglio - rispose poi, sottovoce, abbassando lo sguardo.
- Cioè? - chiese l'altro con un sorrisetto.
Will si era reso conto che Gabe adesso stava facendo il finto tonto. Lo sapeva benissimo che genere di cose potevano essere!
- Lui vuole… lui vuole fare sesso - rispose a voce bassissima, arrossendo così tanto che si vide anche attraverso il trucco bianco.
- Solo per questo?
Will annuì, sentendosi un bambino.
Gabe sorrise e gli accarezzò la mano che teneva poggiata sulla coperta, accanto alla sua gamba. Sentì il battito accelerare e sperò con tutto se stesso che Gabe non se ne accorgesse.
- Beh, in effetti state insieme da poco, è perfettamente normale che tu voglia aspettare un po’…
- Non… n-non è questo - balbettò Bill, cercando di non fare caso alla mano di Gabe sulla sua.
L’altro lo guardò perplesso, aggrottando le sopracciglia.
- Il fatto è che - iniziò William, sospirando - io non voglio farlo con lui. Né adesso, né tra tre mesi, né tra un anno.
Sapeva che non avrebbe dovuto dire queste cose, Gabe era pur sempre il miglior amico di Travie, ma ormai non aveva senso mentire. Come non aveva più senso stare con Travis. Aveva avuto quello che voleva, o quasi.
Gabe sorrise leggermente.
- Stai ridendo di me? Ti capisco, sai. È ridicolo che a 20 anni faccia ancora questo genere di ragionamenti. In realtà è ridicolo che a 20 anni non abbia mai… - la frase gli morì in gola, ma sicuramente Gabe aveva capito. Infatti tornò serio, ma nei suoi occhi c’era qualcosa di indecifrabile.
- Non è niente di cui vergognarsi. Davvero, dovresti essere fiero di te.
- A volte però… A volte è imbarazzante, sai, sentire tutti i tuoi amici che ne parlano e tu sei lì a sentirti uno sfigato - disse, guardandolo - Ma non credo tu abbia mai provato la sensazione - concluse, sorridendo amaramente.
- Ti sbagli.
- Tu? Uno sfigato? - chiese Bill con una risatina.
- Come ti sentiresti se ti accorgessi di provare qualcosa per il ragazzo del tuo migliore amico?
Will si congelò. Aprì e richiuse la bocca più volte, ma non riuscì a dire nulla.  Guardò Gabe con gli occhi sgranati, senza sapere cosa fare o cosa dire, sperando di aver capito male.
- T-tu… T-tu s-sei… gay? - chiese poi, incredulo.
- Io non sono gay, William. Tu mi rendi gay.
Ormai lo stomaco di Bill doveva essere ridotto a brandelli, per quanto si stava contorcendo. Non capiva cosa stesse dicendo Gabe, ormai non seguiva più il suo discorso.
- Vedo centinaia di ragazzi ogni giorno in questa dannata scuola, Bill, sono amico di Dallon e Alex, per la miseria, e tutti li reputano bellissimi! Ma… mi spieghi com’è possibile che per me l’unico degno di nota sei tu?
Will sentì il cuore battergli forte come non mai.
- Davvero pensi questo di me? - chiese con un sorriso enorme.
Gabe annuì, con gli occhi bassi.
- Beh, è una bella sensazione sentirsi dire quello che aspetti ti dicano da più di due anni…
Gabe alzò lo sguardo di scatto e Bill arrossì.
- Meglio tardi che mai - disse poi, e sorrisero entrambi.
Gabe si avvicinò e gli prese il viso tra le mani. Bill tremava.
- Forse non dovremmo… - sussurrò, così vicino che le loro labbra si toccavano.
- Già, forse… - sorrise Will, prima di lasciare che Gabe lo baciasse.
 
Alex Suarez stava seduto accanto a Nate, cercando un modo per poter avere un contatto fisico con lui senza dare troppo nell’occhio. Provò a prendergli la mano o a mettergli un braccio intorno alle spalle, ma Nate si scostava sempre e gli sussurrava un “per favore, non attiriamo l’attenzione” ogni volta. Così lasciò perdere e cominciò a chiacchierare con Shane.
Shane Valdez era il suo migliore amico dal primo giorno lì. Erano stati compagni di camera prima che lui si “trasferisse” da Nate…  in effetti era stato proprio lui ad insistere tanto perché ci andasse. Era un amico come pochi, lui.
- Devo assolutamente trovarmi una ragazza… o un ragazzo. Insomma, qualcuno. Mi sento solo, senza di te in camera! - sorrise l’amico, prendendo un sorso dal suo bicchiere di plastica rossa.
- Potevi dirmelo se volevi che restassi…
Shane alzò gli occhi al cielo, poi disse:
- Te l’ho detto mille volte! Tu e Nate dovete stare insieme e… insomma, procreare! Io sto benone! Ho solo bisogno di qualcuno con cui passare il tempo!
Nate e Suarez sorrisero, e Shane alzò il bicchiere verso di loro.
- Vuoi ballare? - chiese Alex al suo ragazzo poco dopo, notando che teneva gli occhi fissi sulla pista da ballo.
- Sai che non possiamo - fu la risposta, decisamente amara.
- Come amici? - chiese, quasi in tono supplichevole.
Nate lo guardò, sollevando le sopracciglia. Suarez sbuffò e incrociò le braccia.
- Nate - iniziò Shane, che ormai era diventato anche suo amico - spero non ti dispiaccia se ti rubo il cavaliere! Su vieni, brontolone, andiamo a ballare!
Detto questo, prese Suarez per un braccio e lo trascinò al centro della pista. Nate rideva divertito, guardandoli. Ormai conosceva Shane da abbastanza tempo per non essere geloso.
Cominciarono a scatenarsi e a ridere, anche se Suarez avrebbe voluto che al posto di Shane ci fosse stato il suo Nate. Ma capiva le paure del suo ragazzo, per questo non si lamentava, anche se il fatto di dover restare continuamente nascosto lo faceva soffrire.
Si girò di nuovo verso di lui e lo vide armeggiare con il cellulare. Ma cosa..? Proprio in quel momento sentì la tasca vibrare e vide Nate guardarlo con un sorrisino. Estrasse il telefono e lesse il messaggio "Sei sexy quando balli..."
Sorrise, poi prese Shane e gli sussurrò "reggi il gioco" prima di mettersi a ballare più vicino a lui. Cominciò a muoversi sensuale, facendo del su meglio per rispolverare le vecchie capacità di ballerino che aveva alle superiori. Ogni tanto si girava verso il suo ragazzo e gli sorrideva malizioso, prima di riprendere ad agitarsi accanto al suo amico. In meno di un minuto si trovò Nate accanto, che lo teneva per un braccio.
- Io. Te. Bagno in fondo al corridoio. Ora - gli sibilò all'orecchio, prima di correre verso la toilette.
Cercò di sembrare disinvolto mentre si avviava a grandi passi verso il bagno, con un sorriso enorme sulle labbra.
- Nate? - chiamò, una volta arrivato al bagno vuoto. Intelligente il suo ragazzo a sceglierne uno non troppo vicino alla palestra...
Nate quasi gli saltò addosso. Lo afferrò per le spalle e lo sbattè contro il muro, prima di baciarlo con violenza.
- Non dovresti ballare in quel modo, - gli sussurrò sulle labbra - provochi reazioni difficili da nascondere...
- Ops! - rise Suarez, prima di baciarlo di nuovo e infilargli una mano nei pantaloni. Nate mormorò qualcos'altro senza senso, prima di abbandonarsi completamente tra le braccia del suo ragazzo.
 
Una volta assaggiate quelle labbra, dopo aver passato tutto quel tempo a bramarle, Brendon pensò di impazzire. Tutte quelle volte che ci aveva pensato, era sempre stato convinto che sarebbe stato lui a baciare Ryan. Non aveva mai perso tanto tempo a sperare di essere baciato da lui, non credeva nemmeno di avere la speranza di farlo. Ma una cosa era certa, non si stava andando a lamentare- in un primo momento almeno. 
Ci aveva messo qualche istante prima di realizzare quello che stava succedendo e ricambiare il bacio, catturò le labbra di Ryan proprio quando queste si stavano allontanando. Non poteva permettergli di andarsene, non ora. Anche se alla fine l'aveva lasciato sfuggire, ancora troppo sorpreso per quello che era successo o ancora intontito dall'alcol. Quelle poche parole che aveva detto dopo erano da minuti a ripetizione nella sua testa. Chi aveva deciso che non potevano? Lui voleva e anche Ryan sembrava volerlo, diamine l'aveva baciato lui per primo. Certo, non si aspettava che il ragazzo gli crollasse ai piedi dopo un bacio così da poter fare passeggiate romantiche e tutte le cose sdolcinate che fanno le coppie. Sapeva, eccome, quanto fosse restio il ragazzo a dimostrare l'affetto e questo lo sconvolgeva di più. Ryan non sembrava il tipo di ragazzo che bacia qualcuno a una festa per caso, in quel tempo che l'aveva conosciuto non l'aveva mai visto con nessuno, mai.
L'unica cosa certa, in questo, era che Ryan l'aveva assolutamente fottuto - e non nella maniera in cui avrebbe voluto. Decise di parlarci appena possibile, anche se la priorità al momento era l'alcol. La vodka era l'amica che lo avrebbe fatto stare meglio e avrebbe potuto togliere il gusto di Ryan dalla sua bocca.
 
Gabe nella sua vita aveva baciato decine di ragazze e con altrettante ci aveva fatto sesso, ma mai aveva provato qualcosa paragonabile alla sensazione che stava provando in quel momento, mentre baciava Bill.
Il fatto che stesse tradendo la fiducia del suo migliore amico sembrava un problema irrilevante, come il fatto che stesse baciando un ragazzo.
William voleva lui e anche lui voleva Will. Ecco, era questo tutto quello che importava in quel momento. Travie, Victoria, la scuola, il mondo, sarebbero venuti dopo.
- Vuoi tornare alla festa? - chiese, meravigliato da quanto fosse suonata impaurita la sua voce.
- Magari dopo - sorrise Bill, dandogli un altro bacio.
Gabe si sentì stupido per essersi fatto tanto problemi. Si sentì stupido perché aveva pensato ci potesse essere qualcosa di sbagliato nel provare dei sentimenti nei confronti di un altro ragazzo, e soprattutto perché non si era accorto di William se non quando lo aveva visto insieme ad un altro.
Lo strinse e lo baciò e gli disse tante cose, tante cose che non avrebbe mai pensato avrebbe potuto dire solo un mese prima. Gli disse che per lui era importate, gli disse che era bellissimo. E William sorrideva e arrossiva, a volte sussurrando un “anche tu”, timidamente, quasi come avesse avuto paura di dire qualcosa di sbagliato.
Restarono così qualche minuto, in una situazione di calma che quasi stonava con i rumori e la musica che provenivano dalla palestra.
Will gli accarezzò i capelli, poi si avvicinò e lo baciò timidamente. Gabe fu felicemente sorpreso da questa sua iniziativa, e rispose al bacio con forse un po’ troppo entusiasmo. Ma evidentemente a Bill non dispiacque. Cominciarono ad accelerare il ritmo, staccandosi solo per prendere fiato, stringendosi sempre di più l’uno all’altro. Gabe non sapeva dove stessero andando a finire, ma in quel momento non gli importava… anche se, evidentemente, ad una parte del suo corpo importava. Eccome. E il fatto di avere William avvinghiato a lui, con il fiatone e le labbra arrossate non aiutava di certo.
Era strano, comunque, provare questo genere di impulsi verso un altro ragazzo. Eppure non riusciva a trattenersi dal pensare a quello che avrebbero potuto fare.
Improvvisamente però ripensò alle parole di William. Lui non l’aveva mai fatto. Gabe non era sicuro di esserne all’altezza… non aveva mai avuto paura di fare sesso con qualcuno, ma si era sempre trattato di ragazze! Con Will non sapeva neanche da dove iniziare. E se lo avesse deluso?
- Will…
- Mh?
- C-credo che dovresti andare…
- Andare dove? - chiese Will, guardandolo spiazzato. Era tutto spettinato e il trucco ormai era quasi sparito.
- A-alla festa. Insomma, c’è Trav, ti cercava… Poi, non vorrai lasciare Ryan da solo… g-giusto?
Codardo. Era solo un codardo.
Bill si alzò senza aggiungere altro e si diresse verso la porta.
Gabe si sentiva uno stupido. Davvero lo stava lasciando andare via così?
- Hey, Bill - disse piano, mentre l’altro era già con la mano sulla maniglia. Scese dal letto e si fiondò verso di lui. Quando lo raggiunse lo abbracciò forte, poi aggiunse “Resta”.
Bill si sciolse in un sorriso gigantesco. Gabe lo baciò di nuovo e ancora e ancora, lì in piedi davanti alla porta chiusa, poi lo trascinò lentamente verso il letto. Lo fece stendere e si mise sopra di lui, baciandolo di nuovo, cercando di non tradire il nervosismo che pian piano cresceva in lui.
- Grazie per essere restato - gli disse poi, accarezzandogli i capelli, cercando di apparire tranquillo e disinvolto.
- G-grazie per avermelo chiesto - rispose Bill con un sorriso.
Gabe riusciva a sentire il suo cuore battere fortissimo, mentre lo vedeva mordersi le labbra. Probabilmente quel ragazzo non si rendeva conto di quanto fosse bello.
Lo baciò con tutta l’energia che aveva in corpo, spingendolo contro il materasso. William non si opponeva. Bene, se aveva deciso di avere la sua prima volta con lui, Gabe non l’avrebbe deluso. In effetti, era una sorta di “prima volta” anche per lui, ma avrebbe comunque cercato di fare del suo meglio. Con le ragazze era certo della sua infallibilità, ma stavolta…
Cominciò a baciarlo sul collo, lentamente, ascoltando i respiri di Will che si facevano sempre più irregolari. Gli sbottonò il panciotto e la camicia in modo un po’ impacciato, ma Bill sembrò non accorgersene.
Ci furono baci, carezze. Tutto era perfetto. Gabe si sentiva appagato come non lo era mai stato, mentre toccava Bill e mentre lasciava che lui lo toccasse, mentre la sua pelle bollente veniva a contatto con quella dell’altro, mentre lasciava che il suo profumo gli riempisse le narici. La paura, il nervosismo, l’ansia, tutto era sparito. Quello che provava in quel momento, comunque, andava al di là del piacere. Era semplicemente la cosa più bella che avesse mai fatto. Quando entrò dentro di lui, piano, cercando di non fargli male, sentì di essere in paradiso. E quando i lamenti di Bill cominciarono a diventare ansimi, quando lo sentì chiamare piano il suo nome, si rese conto di essere davvero in paradiso, ma con l’angelo migliore che gli sarebbe mai potuto capitare.
 
 
 
 
 
 
 
* * *
Grazie mille a Bloody Doll e a Black_eyes per aver recensito! Siete belle e speriamo che il capitolo vi sia piaciuto! <3
Grazie anche a chi ha letto :)
 
Bene, due paroline…
Le fan del Gabilliam saranno contente! *^*
Questa festa è stupenda, darei decisamente di tutto per andarci! xD
 
A domenica! :3
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Back To Vegas Skies