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Autore: Lupoz91    20/02/2012    1 recensioni
Dolce, Salato. Una ragazza, un ragazzo con qualcosa in comune: le loro capacità deduttive. Cosa potrebbe succede se due tipi del genere si incontrassero?
Forse partirebbero avvantaggiati con qualcosa in comune oppure ne causerebbe una sfida, UN GIOCO...
...finchè uno dei due vince: CHECKMATE!
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo uno di fronte all’altro, lui con i suoi occhi neri ed io con i miei color cielo, ci sfidavamo solo con lo sguardo, apparentemente sembrava tutto tranquillo ma appena si scavava leggermente più a fondo si poteva capire subito che qualsiasi mossa improvvisa avrebbe sbilanciato quel sottilissimo equilibro che si era creato.
Entrambi, credo, stavamo elaborando tutte le possibile mosse dell’avversario; continuai a guardare quel foglio mentre la rabbia per avermi usata come esperimento per testare la mia giustizia aumentava: io mi ero fidata di lui o per lo meno mi ero fidata di ciò che avevo visto, e lui mi aveva ricambiato con un test, o come direbbe lui una prova per confutare la sua teoria.
-Perché?-
Fu tutto ciò che uscì dalla mia bocca, due sillabe ed un tono interrogativo, freddo.
-La posizione di L è troppo importante per non ess...-
-Non prendermi in giro!-
Lui continuò a guardarmi con la sua solita espressione indecifrabile e in quel momento capì che aveva appena archiviato un’altra prova.
-Sto indagando-
Quelle due parole uscirono secche, lapidarie, la faccia sempre inespressiva ma gli occhi, anche se non si erano mossi di un millimetro, adesso sembravano duri e freddi.

Ecco contro chi sto giocando.

Successivamente mosse la torre e mi diede scacco.
-Adesso che è sotto assedio che cosa potrà fare il Re?-
Guardai la scacchiera.
-Dipende...-
Posi la mano sul cavallo.
-...se è buono avrà sempre una speranza di vincere...-
Elle guardò la scacchiera.
-...ma se è cattivo...-
Mossi il cavallo
-...perderà-
e buttai giù il Re.
A quel punto ci guardammo, la mia faccia ancora fredda sfidò di nuovo quegli occhi ma ciò che trovai fu semplicemente totale indifferenza come al solito.
-Quindi sai anche reagire cercando sempre in qualche modo una via di fuga, interessante-
-Su cosa stai indagando?-
-Yumi Kotari, venti anni, 160 cm, 38 di piede, non le piace la cioccolata anzi non le piacciono i dolci, preferisce il salato, però le piace lo sport e la lettura, è più intelligente di quando mi aspettassi ma allo stesso tempo è impulsiva; ciò che la rende strana è la sua capacità di scampare dalle situazioni di pericolo utilizzando uno spiccato senso di deduzione che però risulta altalenante; era il soggetto più indicato per divenire Elle ma è stato trovato qualcosa di anormale nella sua famiglia con cui non ha nessun contatto, apparentemente-
Rimasi fredda ad ascoltare tutte quelle parole che, come frecce, si scagliavano su di me; ero una fonte di studio per lui, “il soggetto più indicato per divenire Elle”, possibile che Elle fosse così, freddo e calcolatore, avido di essere sempre un passo avanti agli altri per non essere fregato, diffidente verso tutti, forse anche di Watari.
Possibile che la persona che avevo ringraziato fosse veramente così?
-Tu invece, a cosa miri?-
-Non credo che questo ti riguardi-
Detto questo mi alzai dalla poltrona e mi lasciai alle spalle una persona diversa da quella con cui stavo parlando appena avevo varcato quella stessa soia.

04:34
Il soffitto buio mi teneva compagnia, ero sotto le coperte e non ne volevo sapere di dormire, l’unica persona di cui mi ero fidata era un falso.
Probabilmente me la sono presa tanto perché era l’unico contatto che avevo avuto dopo mamma e papà, era l’unica persona di cui mi ero fidata dopo di loro.
“Ma perché quando sono morti nessuno è venuto a cercarmi? Elle ha detto che aveva trovato qualcosa che non andava nella mia famiglia, quindi io ho altri parenti...ma che fine hanno fatto?”
Poi l’illuminazione e successivamente le deduzioni.
“Se Elle sta indagando sulla mia famiglia vuol dire che c’è qualcosa che lo ha attirato al punto tale da indagare per svariati anni fino ad oggi senza mai aver trovato la soluzione al dilemma...e se Elle sta indagando sulla mia famiglia vuol dire che c’è morte che aleggia intorno a me; si, morte, qualcuno nella mia famiglia è morto in circostanze misteriose, o forse anche più di uno...mamma e papà non hanno mai parlato di zii, fratelli o cugini...forse è successo qualcosa che hanno dovuto seppellire...ma perché?...L’unica soluzione è tornare a casa...”

10:37
-Attenzione, il volo per Tokio è in partenza recarsi immediatamente al gate numero 13 per l’imbarco-
-Dannazione! Se continua così perderò l’aereo...ah eccolo! Il gate 13-

Finalmente dopo diverse corse qua e là per l’aeroporto (colpa del treno arrivato in ritardo) riuscì a salire prendendo posto vicino al finestrino; il volo da Londra al Giappone fu stancante, contando anche tutte quelle domande senza risposta che ronzavano nella mia mente. Penso sia stato il viaggio più stancante che abbia mia fatto.
Quando uscì dall’aeroporto presi un taxi e mi diressi verso casa, avevo chiamato qualche giorno prima qualche mia amica per controllare che a casa fosse tutto a posto quindi l’unica cosa di cui mi dovevo preoccupare era l’interno e difatti...
-Etchu!...Dannata polvere, sta dappertutto, dovrò darmi proprio da fare in questi giorni-
La mia casa era una piccola villetta a due piano, nulla di enorme, a papà e mamma non piacevano le cose gigantesche, quando salì al piano di sopra i ricordi riaffiorarono uno dopo l’altro: le corse per la casa, nascondino con papà, una piccola macchia di pastello sull’angolo del muro; tutto, tutto era rimasto nitido nella mia mente.
Quando entrai nella mia stanza, la trovai esattamente uguale a come me la ricordavo fin nei minimi particolari, mi avvicinai verso il letto e presi la scatola dei ricordi che avevo costruito quando avevo cinque anni: dentro c’erano vecchie foto, disegni, pupazzetti e una foto di noi tre al parco giochi.
Una lacrima solcava il mio viso mentre la mia bocca si allargava in un tenero sorriso, non ero la tipa che si lasciava trasportare troppo da queste cose ma preferivo comunque evitarle

d'altronde non si vive nel passato ma nel presente.


Diedi una rinfrescata generale alla casa e quando furono nel sei andai al market per comprare qualcosa ma ovviamente bisogna ricordarsi che io sono sotto indagine quindi il fatto che io appena entrata abbia incrociato Watari...è del tutto normale.
-Buonasera signorina-
Mi disse con un sorriso sulle labbra solito ormai di Watari.
-Ancora dolci eh...prima o poi dovrà smetterla con questa roba-
-Finché continuerà a mangiarla con intelligenza non credo che ci siano problemi-
-E’ uno dei suoi ragionamenti vero?-
-Già-
-E’ inutile che le chieda cosa ci fa qui perché la risposta è abbastanza ovvia quindi sorvolerò sull’argomento ma sia chiara una cosa: non voglio avere nulla a che fare con lui-
-Bè forse questo dovrebbe dirglielo di persona, non crede?-
Lo guardai strano, che avesse frainteso la situazione?
-...Perchè mi dice questo?-
-Da come ne parla sembra che le abbia fatto qualcosa quindi sarebbe meglio che lei chiarisca la questione...da quel che sento e dal modo in cui si comporta sembra una cosa importante-
-Ma come faccio a parlarci se lui mi considera un’indiziata tutto il tempo?!-
-Non lo so...è lei che ci ha giocato a scacchi non io-
E detto questo mi rifilò un altro sorriso e se ne andò.
“Anche quell’uomo è riuscito a farmi tirare fuori le parole di bocca senza fare apparentemente nulla...dannato Watari, con quell’innocenza riesce a fare quello che vuole”
Comprai quello che mi serviva e tornai subito a casa, ero distrutta; non riuscivo a fare nemmeno due più due che iniziava a vorticarmi la testa.
Al momento avevo tante domande e nessuna risposta: cosa accadrà da adesso?

-Ehi tu! Levati da qui, stai dando fastidio...ehi, mi senti?-
-Non mi scocciare-
-Ma come ti permetti, chi ti credi di essere Elle?-
Il ragazzino accovacciato sulla sedia lo guardò. Si mise il pollice sulle labbra e lo guardò.
-Non conviene sfidarmi-
-Ah no?! E se io faccio questo!-
Il ragazzino tirò un pugno ma chi colpì non fu il suo bersaglio: una ragazzina si era frapposta fra i due e si era beccata un pugno in pieno viso.
-Non toccarlo nemmeno con un dito, lui è un mio amico non ti permetto di fargli del male capito? E adesso smamma-
-Ehi Taruki che fai? Vieni a giocare con noi!-
-Si arrivo! Questa me la paghi ragazzina-
E detto così se ne andò.
-Perché lo hai fatto?-
-Se c’è una cosa che ho imparato qui alla Wammy’s House è la giustizia-
-Quindi lo hai fatto per giustizia-
-Bè in questo caso...no-
-No?...E allora perché, cosa può esserci di più importante?-
-Non so però sicuramente la giustizia per me non è al primo posto...al primo posto per me c’è...


…l’amicizia-

-Elle hai detto qualcosa?-
-No nulla...allora hai qualche messaggio per me, Watari?-
-Nulla che tu sappia già-
-Capisco...-
-Elle, ti senti bene? Mi sembri stanco perché non riposi-
-Si, lo farò-
E detto ciò Elle scese dalla sedia e si andò a sdraiare in camera sua.
Era una piccola stanza che si trovava all’interno di una delle ville di sua proprietà, aveva deciso di farla piccola perché per lui rappresentava il suo piccolo, tutte le sue preoccupazioni e dilemmi che non poteva portarsi a presso li lasciava lì, in quella piccola stanza.
In posizione rannicchiata continuava a guardare la parete e mentre lo faceva pensava a quella ragazza che con delle semplici parole aveva stravolto la sua concezione di giustizia, aveva distrutto quelle quattro mura che componevano il suo mondo, fatto di schemi, logica e deduzioni.
Lei, che a quella partita a scacchi era riuscita a batterlo, aveva per la seconda volta distrutto le sue quattro mura voltandogli le spalle e uscendo con la delusione dipinta sul volto.
Rammarico, tristezza, tutto ciò veniva tirato fuori dal cuore gelido di Elle e veniva posato sulla parete di quella stanza che continuava a fissare; e con il passato che scorreva davanti ai suoi occhi cadde in un sonno buio, senza visi conosciuti o scene già viste.

 


Angolo Autrice:
Chiedo umilmente venia per essermi presa tutto questo tempo per scrivere questo capitolo! Lo so avrei dovuto postarlo almeno due settimane fa, ma sono andat in vacanza e dopo non ero decisamente dell'umore giusto per scrivere.
Se state leggendo questo punto vuol dire che siete arrivati al quinto capitolo quindi vi ringrazio per la fiducia in questa storia (decisamente non in me perchè io non centro nulla, mi faccio solo trasportare dalle emozioni del momento quando scrivo, non accorgendomi nemmeno di quante pagine sto facendo)...questa sera mi sento in vena di scrivere non so perchè, forse perchè mi annoio o perchè ho bisogno di esternare qualcosa non saprei comunque ringrazio Hikari Megami per le recensioni GRAZIE! :D Poi faccio un grande ringraziamento a tutti quelli che hanno messo la mia storia fra le Seguite (ben 5 *^*) e chi l'ha messa nei Preferiti *---* Ancora Grazie!
Bè che dire, è mezzanotte quindi c'è scuola quindi vado a nanna.
ci si sente nel prossimo capitolo, bye! ;)


 

  
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