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Autore: Akanexx87    20/02/2012    8 recensioni
Dopo la morte di Sirius e la scoperta della profezia, Harry comincia ad isolarsi da tutti e da tutto. Ma dopo una rivelazione sconvolgente, inizierà pian piano a trovare conforto in una nuova improbabile famiglia. Storia tradotta per l'originale: https://www.fanfiction.net/s/8220726/1/Serpentine
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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XXXX

 

“So come ti senti Harry” Iniziò Silente.

 

“No, non lo sa.” Rispose Harry mentre osservava il pavimento della stanza del Preside. “

E’ colpa mia.”

 

“No… la colpa è mia. Sapevo che era solo questione di tempo prima che Voldemort si collegasse con te. Ho pensato che allontanandomi da te come ho fatto per tutto l’anno, sarebbe stato meno tentato e quindi tu saresti stato più protetto.”

 

Con un nodo alla gola Harry guardò Silente e rispose.

 

“La profezia dice, nessuno può vivere se l’altro sopravvive, vuol dire… uno dei due deve uccidere l’altro… alla fine.”

 

“Si”

 

“Perché non  me lo ha detto?”

 

“Per la stessa ragione per la quale tu hai salvato Sirius. Per la stessa ragione i tuoi amici ti

hanno salvato. Dopo tutti questi anni, dopo tutto quello che hai sofferto, io non volevo più causarti dolore. Ci tengo troppo a te.”

 

Girandosi nel letto Harry aprì gli occhi, si mise seduto e osservò il soffitto mentre ricordava l’ultima conversazione con Silente prima di tornare a casa dai Dursley per l’estate.

 

I primi giorni da quando era tornato se n’era stato nella sua stanza, a letto a dormire. E per la prima volta dopo tanto tempo non aveva incubi, ne sogni, niente di niente, solo dormiva.

Questo lo aveva sorpreso, soprattutto considerando quanto era appena successo. Aveva cercato più volte di non pensare, di liberare la mente ma diventata ogni giorno sempre più difficile e ad essere a casa dei Dursley questo non aiutava.

 

Era da solo senza i suoi amici.

 

Non che avere Ron o Hermione vicini potessero fare qualche differenza. Ci teneva a loro, ma non avrebbero saputo come ci si sentiva ad essere il responsabile della morte di qualcuno. Non avrebbero capito la sofferenza e il dolore e la grave responsabilità che era ricaduta sulle sue spalle.

 

Sospirando pesantemente, Harry si sedette sul letto. Guardò l’orologio sul piccolo tavolino accanto al letto, erano le 00:05. Si mise gli occhiali e si alzò in piedi, decise di andare a prendere un bicchiere d’acqua in cucina. Cercando di non disturbare sua zia e suo zio, Harry scese le scale, ma non appena mise il piede sul gradino una voce riecheggiò nella sua mente.

 

“Buon lavoro, James!”

 

Harry scosse la testa mentre scendeva un altro gradino.

 

“Avada Kedavra!”

 

Harry dovette sorreggersi al corrimano come sentì la voce di Bellatrix Lestrange maledire il suo padrino, guardò impotente come Siruis veniva colpito, come gli sorrise un ultima volta prima di sparire dietro al velo. Harry ricordò la corsa per raggiungerla, passo dopo passo le si avvicinò, cercando di utilizzare la maledizione Cruciatus.

 

Poi udì la voce di Lord Voldemort al suo orecchio.

 

“Bisogna dire Harry… lei lo ha ucciso… se lo merita.”

 

“Conosci l’incantesimo.”

 

Harry aveva passato ore a cercare di svuotare la sua mente da ogni emozione, come il Professor Piton gli aveva insegnato nelle lezioni di Occlumazia, anche se aveva odiato ogni singola lezione. Ogni volta gli appariva un’immagine di qualcuno a lui caro che soffriva o che moriva. Si rese conto di essere arrivato in fondo alle scale, fece un profondo respiro e si avviò verso la cucina. Versò l’acqua nel bicchiere, dopo un breve sorso si passò la mano sulla fronte sfiorando la cicatrice.

 

“Sirius”

 

Sirius è morto, Sirius è morto, l’hai ucciso, eri andato al Dipartimento della Magia, lo ha fatto andare li, lo ha ucciso… è tutta colpa tua…

 

Harry smise improvvisamente di pensare come sentì la porta d’ingresso aprirsi e poi chiudersi. Spaventato sbirciò fuori dalla porta, era solo suo cugino Dudley.

 

“Potter” aveva ringhiato mentre si muoveva in cucina.

 

“Cosa ci fai ancora in piedi?” Chiese Harry.

 

“Non sono affari tuoi” sbottò Dydley mentre prendeva del cibo dalla dispensa. “E tu, cosa ci fai ancora sveglio? Un altro dei tuoi stupidi incubi?” Chiese con un sorriso tirato. Harry sapeva che suo cugino era al corrente dei suoi incubi, lo aveva sentito nel sonno in questi ultimi anni.

 

Harry lo fissò.

 

“Zitto Dudley.”

 

Harry era abituato alle frecciatine e agli insulti di Dudley, ma ora non aveva l’energia per controbattere. Fortunatamente Dudley prese il suo snack e uscì della cucina, andato nella sua stanza.

 

Finita l’acqua, Harry mise il bicchiere nel lavandino e tornò di sopra. Sospirando raggiunse la sua stanza e tornò a sedersi sul suo letto. Guardò fuori dalla finestra desiderando di essere altrove, non li. Desiderando di non essere nella situazione in cui era.

 

Era in uno stato di shock… o di rifiuto… forse non aveva ancora accettato tutto quello che era successo.

 

Harry si accorse che stava tremando. Scacciò via i pensieri e le emozioni più lontano che poté. Era difficile, molto difficile, perché non andavano mai via del tutto, non lo abbandonavano, non importava quanto lui lo voleva.

 

Chiuse gli occhi, cercando di immaginare una vita dove tutto questo non era successo.

 

Se Sirius non fosse morto, se non ci fosse la Profezia, se Lord Voldemort non fosse salito al potere, se i miei genitori non fossero morti, se io non avessi vissuto con i Dursley. Vorrei essere normale. Vorrei avere una vita normale.

 

Era questo che Harry avrebbe voluto. Solo essere normale. Non essere conosciuto come “il bambino che è sopravvissuto”.

 

Si sdraiò sul letto. Chiuse gli occhi e cercò di scacciar via i suoi pensieri, ma questa volta non funzionò. Continuava a pensare al Dipartimento dei Misteri, all’attacco dei

Mangiamorte, a Sirius…

 

Lo hai ucciso, lo hai portato alla morte. Se n’è andato per sempre grazie a te. E tutte quelle persone che i Mangiamorte stanno uccidendo, andranno e continueranno a morire, fin quando non affronterai Lord Voldemort, le persone moriranno. Tutte le persone a te care moriranno…

 

“Basta.” Disse Harry a se stesso mentre le sue emozioni ritornavano a galla. “Ora basta.”

 

XXXXX

 

Era l’alba e il sole si era levato presto, già a metà cielo illuminava il Castello di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Severus Piton sedeva di fronte ad Albus Silente nel suo ufficio, stavano discutendo dell’ultimo attacco dei Mangiamorte.

 

“Sembra che l’attacco abbia fatto morire parecchi Aurors,” iniziò Severus riluttante di informare il preside sulle novità. “Uno di loro era Alstor Moody.”

 

Silente sospirò pesantemente dopo quello che aveva detto il professore di pozioni. Moody era probabilmente il più famoso Auror di tutti i tempi. La sua morte rappresentava un duro colpo per l’Ordine.

 

“A causa del loro fallimento nell’ottenere la profezia, io credo che il Signor Oscuro incrementerà i suoi attacchi,” Continuò Piton “Il che significa che Potter dovrebbe stare in un posto più sicuro per il resto dell’estate e non credo che stare dai Weasly sia

abbastanza sicuro.”

 

“Lo so.” Disse Silente “Harry ha bisogno di una visibile presenza da parte dell’Ordine che sia a portata di mano in ogni momento per scoraggiare un possibile attacco alla sua vita.

Deve stare in un posto dove i Mangiamorte non immaginerebbero che lui sia li.”

 

“Sono d’accordo” Disse una voce femminile. Silente osservò Narcissa Malfoy uscire dall’ombra. “Non esserne sorpreso Albus.” Sorrise mentre si avvicinò a loro.

 

“Cosa ci fa qui?” Silente chiese a Piton.

 

Piton fissò la scrivania.

 

“La Signora Malfoy ha insistito perché mi accompagnasse da voi.”

 

 

“E per quale motivo?”

 

“Voglio aiutare.” Iniziò Narcissa. “Prenderò io Harry, e lo terrò al sicuro da attacchi alla sua vita.”

 

Silente guardò Narcissa e scosse la testa.

 

“Scusa ma quello che stai dicendo è fuori questione.” Disse con calma appoggiandosi allo

schienale della sedia e incrociando le braccia. Non avrebbe mai consegnato il ragazzo che è sopravvissuto alla moglie di un Mangiamorte, anche se Lucius era stato incarcerato.

 

Narcissa sorrise freddamente.

 

“Davvero Albus non hai voce in capitolo. Traditore o no, Sirius Black era il padrino di Harry, il suo legale. Io sono di sangue il suo parente più prossimo. Per tanto come ultima restante della famiglia Black ho ereditato il Black Manor, tutte le sue proprietà, il patrimonio di famiglia… ed Harry Potter. Sono la sua nuova tutrice legale.”

 

“I suoi parenti babbani – ”

 

“Saranno ben felici di firmare qualsiasi atto legale che riguarda il ragazzo. Severus mi ha detto che non sono felici di avere un mago in famiglia.”

 

Silente guardò Piton e sospirò pesantemente.

 

“Narcissa – ”

 

“Non c’è altro posto dove possa andare Harry, Albus. Ogni posto dove lo manderete i Mangiamorte lo troveranno, te lo garantisco. Non penseranno mai che possa essere nel Malfoy Manor, questo significa che nessuno lo saprà a parte noi. Nessuno dell’Ordine, non potranno essere torturati  per rivelare dove si trova Harry perché non lo sapranno.”

 

Silente osservò la donna per un lungo momento. Incrociò il suo sguardo senza paura a testa alta, sfidando il suo atteggiamento. Finalmente parlò.

 

“Cosa dice tuo figlio?”

 

Narcissa chiuse gli occhi.

 

“Sono consapevole del fatto che Harry e mio figlio non sono mai andati d’accordo.”

 

Piton sbuffò. Era un euforismo.

 

“Ma hanno 16 anni ora. È tempo che si perdonino per focalizzarsi sul reale pericolo a cui andranno contro. Per quanto riguarda Lucius, lui è ad Azkaban. I vincoli posti su di me non ci sono più ed io non ho intenzione di tornare da loro.”

 

Silente non era ancora convinto.

 

“L’Ordine – ”

 

“Albus non voglio tradire Harry per il Signor Oscuro.” Assicurò Narcissa. “Non ho nulla da guadagnare in questa storia e così facendo metterei me e mio figlio in pericolo, e io non farei mai una cosa del genere. Allora ti sta bene o no? Posso faro con te o senza di te.”

 

Guardando la scrivania finalmente il vecchio mago prese una decisione.

 

“Solo ad una condizione.”  Iniziò Silente “O io o Severus faremo dei giri di routine al maniero per assicurare che le cose vadano bene.”

 

“D’accordo.”

 

“Bene.” Disse alzandosi. “Accompagnerò io Harry da voi, giusto per spiegargli la situazione.”

 

  
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