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Autore: Siren_Love_    20/02/2012    0 recensioni
Scruto un piccolo stormo di gabbiani volare rasoterra sull'acqua salata ,segno che avrebbe piovuto ancora durante la giornata. Peccato non poter riassaporare di nuovo il sapore della pioggia,e mescolare le mie lacrime vuote con esse: ma sentivo di dover andarmene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il sole sta nascendo” disse sussurrando.

Nella folla era invisibile,ammantata di nero mentre il sole lottava per aprire uno squarcio tra le spesse nuvole e affacciarsi dal suo balcone azzurro per guardare il mondo e dargli il buongiorno. Il vento gli sbatteva in faccia i capelli, e il cielo era un misto di un azzurro e grigio, di rosa e di viola,come una tavolozza sporca.
Si avvicinava verso il suo luogo preferito, e mentre lo faceva osservava i volti della gente che incrociava il suo cammino : le espressioni assonnate dei bimbi,mano nella mano con le loro madri,che si recavano a scuola, gli occhi scavati dalla fame di un mendicante,le membra stanche di chi si recava a lavorare nei cantieri. E i profumi : l'odore umido della pioggia appena cessata, il pane che veniva sfornato di buon mattino e venduto,l'odore del pesce e della carne del mercato vicino. E poi ancora i suoni: i richiami dei mercanti verso i clienti, il miagolio di un gatto randagio, il rombo sordo dei motori delle auto,la sirena di un'ambulanza,la grande fontana della piazza che ricominciava a scrosciare acqua. La città che si svegliava. Si sedette sul marmo freddo togliendosi le scarpe: i suoi piedi sfioravano quasi il pelo dell'acqua. Il mare era gelato,dato le basse temperature di stagione,eppure lei sembrava non accorgersene : guardava l'orizzonte in silenzio con un inespressività sul volto che la rendeva vuota,spenta. In realtà dentro di lei vi era un vortice impetuoso di emozioni : amore, rabbia,odio... Mentre fuori era il deserto,dentro diventava il tornado,la distruzione di se stessa.

Scruto un piccolo stormo di gabbiani volare rasoterra sull'acqua salata ,segno che avrebbe piovuto ancora durante la giornata. Peccato non poter riassaporare di nuovo il sapore della pioggia,e mescolare le mie lacrime vuote con esse: ma sentivo di dover andarmene. Era il momento giusto,la giornata giusta,e avevo anche le emozioni giuste. Ora vi era solo l'odore della salsedine e il vento che mi investiva: l'acqua era fredda,fredda come lo ero diventata per colpa sua. Lui,che non esisteva qui ma era lontano,lui che mi aveva preso il cuore, e poi lo aveva rifiutato. Eppure,lo amavo e lo volevo...e mi mancava. Sentivo un abisso crearsi in me,come quell'abisso in cui mi sarei lasciata andare. Ero sola,e avevo cercato di rifugiarmi in un amore impossibile,sconosciuto. Ero stata folle a innamorarmi,ero stata folle a fare questa scelta ma ero disperata. Non trovavo il mio posto nel mondo,la gente mi evitava,ma continuavo a sorridere e a ignorare io stessa loro,perché lui era diventato il mio punto fisso. E quando se ne era andato,era tutto andato in frantumi. Avevo perso tutto. E ora ero qui. Qui a volerlo vicino,a urlare.

Si alzò poggiando i piedi nudi sul marmo e si levò il lungo cappottino nero,lasciandolo cadere vicino agli stivali. Aveva indosso un vestitino leggero lungo anch'esso scuro,di un blu oltremare spento,di cui le pieghe erano mosse dal vento. Lei non aveva freddo,lei era il freddo. Alzò le braccia portandole all'indietro e si alzò in punta di piedi,come una colomba che spicca il primo volo dal nido : anche se a differenza del candido volatile della pace, lei era bardata dal colore del buio. Il tuffo fu semplice, pochi sprazzi di schiuma si levarono in alto. E sparì nel mare.

Non sento più nulla,tutto è ovattato. Ho ancora dell'ossigeno trattenuto nei miei polmoni e ne approfitto per guardare il mondo che si cela sott'acqua . Sopra di me vi è il sole che filtra i suo raggi illuminando l'acqua,sotto di me vi è l'oscuro abisso. Un piccolo pesce mi passa vicino,e accelera la velocità delle sue pinne spaventato dalla mia presenza. Mi comincia a mancare l'aria: non ho paura. Mi viene voglia di piangere,ma la mia lacrima si fonde con l'acqua del mare. E mi lascio avvolgere dalle spire del mare, dai miei pensieri,dall'immagine del suo volto bellissimo che offusca la mia mente. Lo vedo, e tendo una mano,ma la sua immagine comincia a svanire e i miei sensi mi abbandonano. Chiudo gli occhi. Sto morendo.

Una mano mi afferra il polso e sento che qualcuno mi trascina fuori dall'acqua che mi avvolgeva.
Apro gli occhi e mi vedo nel cielo.

E sento una voce tonante e lontana che grida:

“Vieni. Il tuo amore ti ha salvata.”
  
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