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Autore: Marty XD    20/02/2012    6 recensioni
Cell è stato sconfitto e la pace è tornata sulla Terra. Il giovane Trunks torna nel futuro e tutti i valorosi guerrieri sono rientrati a casa....e Vegeta? Il suo pianeta non esiste più e Goku è rimasta nell'aldilà: cosa farà adesso? Tornerà a casa di quella terrestre a crescere insieme a lei il suo promettente figlio o no?
Dopo aver letto qualche ff e aver fantasticato sulla mia versione dei fatti, ho deciso di condividere con voi i miei castelli mentali :) Spero che leggendo questa storia possiate fantasticare come ho fatto io ;)
RIVEDUTI E CORRETTI TUTTI I CAPITOLI.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mattino seguente il cielo era ancora una volta terso, eppure per Bulma quel sole così radioso e il cinguettio felice di qualche uccellino non rendevano certo quella giornata migliore delle altre, anzi.
Vegeta non era rincasato e lei era stata assalita nuovamente dalla paura di non rivederlo più. Per una volta voleva essere lei l'orgogliosa di casa, ma propriò non riusciva a dimenticare lo sguardo da cane bastonato che le aveva rivolto il  sayan prima di partire per chissà dove: si sentiva tremendamente in colpa e non se lo meritava.
-"è lui che mi ha abbandonato nel momento del bisogno, non io"-
La giornata trascorse lentamente e, grazie al piccolo Trunks, riuscì a sorridere ancora nonostante tutto. La giovane mamma prese le piccoli mani paffute del figlio e lo invitò a fare dei piccoli passi, finchè non lasciò la presa e...Trunks stava camminando, da solo! Bulma era orgogliosa di lui e continuò a fargli le feste per tutta la mattinata, finchè a un certo punto, nel primo pomeriggio..
 
-Trunks, aspettami!- urlò Bulma contro il piccolo, che correva spensierato nel giardino di casa.
Eh già, quel bambino era proprio il figlio di un sayan, anzi, del principe: infatti non si era accontentato di aver appena imparato a camminare da solo, ma aveva scoperto il brivido della "velocità". A un certo punto però il bambino cambiò  traiettoria e si diresse verso il cancelletto aperto di casa, i piccoli passi svelti verso la strada trafficata dalle macchine.
-TRUNKS, NO!!- urlò la donna con tutto il fiato che aveva in gola.
Il bambino aveva oltrepassato il marciapiede e si trovava ormai in mezzo alla strada; Bulma corse verso di lui ma l'arrivo improvviso di un camion le oscurò la vista e, dopo il suo passaggio, non lo vide più.
Si sentì gamba e braccia molle e impallidì al pensiero che suo figlio fosse stato...no, non poteva essere!
-hey Bulma, tutto bene?- la richiamò una voce maschile che lì per lì non riconobbe talmente era presa dall'angoscia.
Soltanto il pianto di un bambino, suo figlio, riuscì a farla tornare a sè: si girò verso quel pianto lamentoso e finalmente lo vide, il suo amato bambino nelle braccia del suo amico Yamcha.
-grazie al cielo sei salvo, oh Trunks!!- esclamò in lacrime la ragazza correndo verso il piccolo sayan in lacrime.
Il giovane ragazzo porse il piccolo alla madre, poi con tono dolce ma accusatorio le disse..
-Bulma, dove hai la testa? Se non fosse stato per me tuo figlio non sarebbe più tra le tue braccia!!-
Il bambino non la smetteva di piangere nonostante la madre continuasse a cullarlo e a riempirlo di baci.
-hai ragione Yamcha, non so cosa mia sia preso...-
A dire il vero lei lo sapeva benissimo: per colpa sua Vegeta non era rientrato a casa e con molta probabilità non l'avrebbe rivisto mai più. Da quando se n'era andato la sera prima, Bulma non smetteva di maledirsi per le critiche e le offese che aveva lanciato con tanta freddezza al padre di suo figlio. 
E se la sera prima si fosse concessa a lui senza proteste, cosa sarebbe successo? Sarebbe scappato di nuovo oppure no? 
Forse no, non sarebbe scappato, ma allora che sarebbe successo a loro due?
Tanti pensieri annebbiavano la mente della ragazza, eppure cercava di non farlo notare a nessuno, specialmente a Yamcha, il suo ex.
-"se scopre che sto male per Vegeta sarebbe capace di andare da lui per ucciderlo...non voglio che Yamcha si faccia del male inutilmente, me la caverò da sola anche questa volta"- pensò la ragazza, ormai con gli occhi lucidi.
Yamcha posò una mano sulla sua spalla di lei e, con tono rassicurante, disse..
-stai tranquilla adesso, per fortuna non si è verificato nessun dramma...e sù, adesso fammi un bel sorriso-
Il ragazzo sollevò il mento di lei, che controvoglia lo accontentò, poi aggiunse.
-i tuoi genitori sono ancora via?-
Bulma annuì: con tutto il bene che voleva a Yamcha al momento non aveva proprio voglia di parlare con nessuno, perciò continuò a rispondere in modo secco e distaccato.
-hey piccola, come mai hai di nuovo quel musetto triste? Tuo figlio è salvo, non sei contenta?-
La ragazza diede le spalle all'amico e, trattenute le lacrime, lo congedò dicendo..
-molto. Scusa, ma devo andare a fargli il bagnetto. Ciao Yamcha, a presto!-
-un momento, e Vegeta dov'è?-chiese ancora l'uomo, invano.
La più giovane della famiglia Brief non appena sentì nominare il Suo nome aveva iniziato a correre verso casa, ormai sull'orlo del pianto.
 
Il silenzio finora presente nella Capsule Corporation fu rotto dai passi spediti di Bulma, che adagiò per un attimo il figlioletto sul seggiolone in cucina per poi andare a prendere in bagno bacinella e sapone.
Il piccolo Trunks la guardava spaesato mentre la madre riempiva la bacinella d'acqua tiepida e, con occhi luccidi e un sorriso stampato sul volto, gli diceva dolcemente..
-hai fatto prendere un bel colpo alla mamma! Non devi più oltrepassare il cancelletto di casa da solo, è chiaro?-
Il bambino rispose a quell'ordine con una risata e per un attimo Bulma rivide negli occhi di suo figlio quelli del padre.
Ancora una risata di fronte a un suo ordine, ancora da parte di un sayan. Per un attimo la ragazza si allarmò al pensiero che suo figlio potesse diventare un essere senza cuore come suo padre, ma poi..
-...no, tu non diventerai mai come quel cattivone del tuo papà! Diventerei un ragazzo bellissimo come la tua mamma!- esclamò orgogliosa la donna rivolgendosi al piccolo.
La giovane madre prese nuovamente il bambino fra le braccia, lo spogliò e lo immerse nella bacinella, cominciando a canticchiare una canzone che aveva sentito in radio il giorno prima.
In mancanza di una spugnetta da bagno, Bulma iniziò a strofinare il sapone lungo il corpicino del figlio, che continuava a schizzare l'acqua ovunque: almeno a lui sembrava non pesare la mancanza di Vegeta.
-oh, tesoro mio...ti prometto che ti farò crescere sano e forte anche senza l'aiuto di tuo padre!-
Il bimbo cominciò ad applaudire non appena sua madre pronunciò quell'ultima parola: o era una coincidenza, oppure..
-....papà?-
Il bambino rise e applaudì nuovamente, farfugliando qualcosa di insensato: non era la prima volta che Trunks provasse a parlare, ma mai era riuscito a esprimersi così tanto!
Apparentemente il piccolo sembrava più spinto a parlare non appena sentiva nominare suo padre, così Bulma continuò..
-dai Trunks, prova a dire papà! O mamma...meglio mamma. Di Mam-ma!!- 
Il bimbo fece spallucce e riprese a schizzare acqua ovunque, così sua madre si rassegnò all'idea di poter sentire la sua prima parola e riprese a canticchiare spensieratamente. Lo sciacquò per bene, poi lo avvolse in un asciugamano e lo 
portò in camera sua; adagiato sul fasciatoio, Trunks guardava la mamma con occhi sognanti e ridenti mentre lei gli soffiava il pancino, non stanca di sentirlo ridere come un matto.
Dopo averlo vestito con una maglietta rossa e bianca e una salopette jeans, Bulma strinse forte a sè il suo piccolo ometto: così sì che era felice, le bastava sentire la risata di suo figlio per dimenticare tutti i dispiacere del passato.
A un certo punto però le cadde l'occhio sul pupazzo con cui Trunks aveva dormito ormai da due notti..
-e dove l'hai preso quel pupazzo? dimmi, te l'ha dato la nonna? O il nonno? Eh, amore mio?- chiese al figlio, che inaspettatamente rispose..
-pa-pà!-
Il mondo smise di girare per la ragazza dagli occhi color oceano e i capelli color del cielo: l'aveva detto veramente?
-chi ti ha dato quel pupazzo?-
-papà!- rispose più sicuro il bambino.
Bulma rimase ammutolita per quella risposta: aveva detto un nome a caso oppure sul serio Vegeta si era mostrato affettuoso nei confronti di suo figlio? Al momento la seconda opzione le sembrava più spiazzante e da un lato più importante rispetto alla prima parola del figlio...ma Trunks aveva nominato suo padre per caso oppure no?
La giovane scienziata ebbe un'idea: portò il figlio nella camera dei genitori di lei e gli mostrò le foto dei nonni..
-Trunks, puoi indicarmi chi dei due ti ha dato quel pupazzo?-
Il piccolo fece un'espressione corrucciata, così Bulma continuò..
-sei capace a dire nonna? E nonno?-
Il bambino si aggrappò alla maglietta di lei e nascose la testolina nel suo petto.
-dai tesoro, prova a dire nonna! Non-na!-
Il bimbo mostrò un tenero labbrucciò e fece un esagerato cenno di no con la testa.
-è stata la nonna a darti il peluche l'altra sera?- insistette la donna indicando la foto di sua madre.
Trunks fece cenno di no e per poco non scoppiò a piangere, esausto dalla testardaggine di sua mamma.
Bulma non riusciva proprio a dare ragione alla prima parola di Trunks: alla fine quel bambino aveva vissuto pochissimi giorni con il padre, non poteva dedicargli la sua prima parola! Durante la maternità aveva letto su qualche giornalino per giovani madri di non trattare i figli come fossero ignoranti, piccole persone che non capiscono quello che gli si dice. Se tutto ciò era vero allora Trunks prima aveva risposto "papà" perchè era stato davvero lui a dargli quel giocattolo per addormentarlo.
-ora te lo richiedo per l'ultima volta-
Il bimbo la guardò quasi scocciato facendo sorridere la madre, che nonostante quello sguardo di rimprovero fisso su di lei, chiese per l'ennesima volta..
-chi ti ha dato quel pupazzo l'altra sera?-
Nemmeno il tempo di battere ciglio che il bambino le rispose con fermezza..
-papà!!!-
La donna era  ancora una volta perplessa per quella risposta: da un lato era felice di aver sentito la prima parola di suo figlio, ma dall'altro non voleva che quel momento così speciale fosse riservato al suo assente padre.
Forse aveva sbagliato finora, forse Trunks aveva sul serio bisogno di Vegeta; nelle sue vene in fondo scorreva anche il sangue dei sayan, forse era per questo che nonostante la sua assenza quel bambino sentisse un forte legame con lui.
-oh, tesoro...-
La donna si sentì sopraffare dal senso di colpa: non avrebbe dovuto imporrere quell'aut-aut a Vegeta, come poteva pensare che sarebbe stato in grado di darle una risposta in così poco tempo? L'aveva spaventato, anzi, l'aveva fatto  arrabbiare e adesso ne avrebbe pagato le conseguenze. Più ci pensava più ne era certa: aveva rovinato una splendida occasione. Forse era tornato in quella casa non solo per un piatto caldo e un letto soffice su cui poter riposarsi, forse aveva iniziato a provare qualcosa per lei e Trunks. Non ci voleva un genio a capire che quell'uomo con il suo carattere scontroso non avrebbe mai fatto pubblicamente qualcosa di carino per lei, non le avrebbe MAI detto chiaro e tondo che voleva restare con lei e il bambino per sempre.
Forse per lui un gesto era migliore di mille parole.
-"pretendo troppo da lui, mi dovrei accontentare della sua presenza, niente di più"-
Bulma si senti strattonare la maglietta dal piccolo Trunks, che con sguardo implorante disse qualcosa di insensato per attirare la sua attenzione..
-...hai qualcos'altro da dire alla mamma?-
-maaa...mama?- esclamò con tono titubante il piccolo, che quel giorno aveva proprio voglia di riempire di soddisfazioni la sua mamma.
Bulma sentì il cuore scoppiare di gioia sentendosi chiamare per la prima volta.
-amore, sei un genio! Però si dice mamma, non mama! Provaci ancora Trunks, di mam-ma! Mamma!!- 
-maama! Mam..- 
-ma! Mamma!- 
-..mam..ma! Mamma?- chiese il piccolo alla diretta interessata, come per dirle "sì dice così? Ha senso questa parola con quelle due 'm'?"
La giovane Brief cominciò a ridere per il tono quasi scettico di suo figlio, poi lo riempì di baci, congratulandosi con lui, lo lanciò in aria due volte e disse sorridendo..
-sei bravissimo Trunks, sei l'orgoglio della mamma e...-
Poteva tirare in ballo anche lui? A giudicare da quello che gli aveva fatto le due sere precedenti, forse sì.
-...del papà! Oh Trunks, diventerai un ragazzo bello e intelligente come la mamma e forte e fiero come il tuo papà!- concluse con un pizzico d'orgoglio.
Il bambino applaudì sentendo nominare suo padre, poi cominciò a ripetere a raffica 'mamma e papà', sciogliendo il cuore della madre, che con un velo di tristezza pensò..
-"speriamo solo che tuo padre si renda conto che hai bisogno di lui."-
 
 
Nei giorni seguenti una violenta perturbazione si spostò da est fino alla città dell'ovest, bloccando a casa la maggior parte dei suoi cittadini. I più coraggiosi uscivano lo stesso, certi di bagnarsi da capo a piedi, mentre gli altri guardavano quello spettacolo naturale dalle loro finestre.
I lampi e i forti tuoni inizialmente spaventarono il piccolo Trunks, così la madre lo rassicurò dicendogli di vedere quei lampi come una bellissima scenografia propostagli dalla natura.
-sai che noia se il cielo fosse sempre azzurro senza nuvole?- aveva chiesto Bulma al figlioletto, che si limitò ad annuire e ad aggrapparsi ancora di più alla maglia della madre.
I giorni passarono e di Vegeta neanche l'ombra. 
-"chissà se stava bene, chissà se è al sicuro da questa pioggia"- pensò la ragazza dai capelli turchini con lo sguardo fisso verso quei nuvoloni neri.
-Vegeta..-
 

 
Il giorno tanto atteso era finalmente giunto: i signori Brief sarebbero rientrati nel tardo pomeriggio mentre Bulma si era decisa a prenotare  per due giorni una camera dell'albergo più lussuoso della città vicina, un albergo che presentava  piscine, terme e altri divertimenti.
Inizialmente aveva progettato di andare in un altro stato, magari insieme alla famiglia Son, Yamcha e qualche altro amico, ma il pensiero di stare troppi giorni lontani da suo figlio le fece cambiare idea.
I nuvoloni grigi erano ancora alti nel cielo, tuttavia la pioggia e le forti raffiche di vento erano cessate.
-"domani magari il tempo migliorerà"- pensò fiduciosa Bulma mentre preparava le valige.
Trunks era nella sua stanza e giocava con Quel pupazzo: ormai quel giocattolo era sempre nelle sue mani e proprio non aveva testa di giocare con qualcos'altro.
-mamma, ao aivano i nonni?- chiese curioso il più piccolo di casa.
Eh sì, costretti a stare a casa per il mal tempo, Bulma era riuscita a insegnare a Trunks qualche parola e adesso riusciva ad esprimersi più o meno bene.
-quando arrivano i nonni? Beh, più o meno fra un'oretta. Chissà la nonna quanti regali ti avrà fatto questa volta!-
Trunks sorrise e cominciò a urlare ripetutamente "w nonna"; Bulma invece non sopportava che suo figlio venisse viziato così tanto, ma d'altronde non poteva farci niente, i suoi genitori amavano il nipotino quasi più della loro figlia.
Il telefono iniziò a squillare, così Bulma corse a rispondere con Trunks al seguito.
-pronto?-
-ciao tesoro, tutto bene?-
Bulma sorrise sentendo la voce squillante della madre.
-ciao mamma! Sto facendo le valige per domani! Perchè mi chiami? Non dovreste arrivare fra poco?-
Trunks fece segno alla madre di farsi prendere in braccio, così Bulma lo accontentò e il piccolo cominciò a urlare al telefono.
-ciao nonna!!-
Dall'altro capo del telefono la signora Brief era ormai in lacrime dalla gioia sentendosi chiamare dal nipotino.
-oh Trunks, vedrai la nonna quanti bei regali ti porterà domani!-
..domani?
Bulma sperava di aver capito male, così posò a terra il figlio e chiese con tono accusatorio rivolgendosi alla madre..
-domani?? Come domani?? Ma mamma, lo sai che domani parto, non posso lasciare mio figlio a casa da solo!-
Questa proprio non ci voleva, per una volta che si era decisa a fare una vacanza rilassante da sola era sorto un imprevisto.
-mi dispiace cara, ma la macchina del papà si è rotta e sai, abbiamo pensato che questo fosse un segno per noi due, per stare ancora un giorno in vacanza!-
Non sopportava la superficialità di sua madre: possibile che non pensasse alle conseguenze delle sue fantasie romantiche?
-e io che devo fare, disdire la MIA vacanza per dare retta alle vostre fantasie?!
-ma no, certo che no tesoro! Potresti chiedere al tuo amico Yamcha se può accudire Trunks finchè non torniamo! Oppure a Chichi!-
Figuriamoci se Bulma avrebbe affidato a Chichi un altro bambino, proprio adesso che lei era incinta.
Ora che la ragazza ci pensava, anche la sua amica non dovrebbe passarsela molto bene, incinta e anche lei senza un marito al suo fianco.
-"stupido Goku, possibile che lui e Vegeta pensino solo ad allenarsi?!?"- pensò con tono di rimprovero rivolgendosi al suo defunto amico.
-no mamma, non posso proprio affidare Trunks a Chichi..-
-e allora affidalo a Yamcha! E' un così caro ragazzo!- concluse entusiasta la signora Brief.
-è un irresponsabile, non ci sa fare con i bambini!- sbuffò, poi riprese a dirle.. -..va beh, slitterò di un giorno la mia partenza-
La signora Brief esultò insieme al marito, poi aggiunse..
-grazie mille Bulma! Vedrai, un giorno in più da sola con Trunks e Vegeta non ti farà male!-
-..ma mamma, ti avevo detto che Vegeta è...- non concluse la frase per non ripeterle la stessa bugia.
- ah già, Vegeta è partito ieri per un viaggio di duro allenamento...certo che è proprio un combattente affascinante!- esclamò giuliva la signora Brief.
-moglie, taglia corto!!- urlò dall'altro capo del telefono il signor Brief.
-..allora ciao mamma, a presto!- Bulma riattaccò il telefono, incurante di sentire il saluto dei suoi genitori.
Non era giusto, perchè i suoi genitori non avevano mai rimproverato Vegeta? Non l'avevano fatto quando aveva lasciato la loro unica figlia incinta, non l'avevano rimproverato quando lei si era inventata quello stupido viaggio di allenamento. Perchè non le avevano mai detto frasi tipo "quel Vegeta è un pessimo padrei, dovresti iniziare a uscire con altri uomini"? Al contrario, quando Bulma inveiva contro di lui i suoi genitori non facevano altro che ripeterle che era fatto così, che era pur sempre un sayan e che in fondo voleva bene a tutti i Brief.
-mamma, ao manggiamo?- chiese Trunks a sua madre, che subito lo corresse dicendo..
-quando mangiamo? Hai già fame?-
Il piccolo annuì, così lei proseguì dicendo..
-mangiamo subito!-
 
 
Trunks dormiva profondamente nel suo lettino da un'oretta ormai mentre Bulma in laboratorio aveva ultimato il progetto di suo padre. La ragazza era contenta di lavorare in una casa completamente silenziosa: solo così riusciva a concentrarsi e a pensare solamente al suo lavoro, ignorando completamente tutti i suoi pensieri per Trunks e Vegeta.
Dopo aver avvitato l'ultima vite, Bulma osservò compiaciuta il suo lavoro finito, poi si stiracchiò e, dopo un sonoro sbadiglio, posò tutti gli attrezzi e si diresse in cucina per bere un bicchiere di acqua fresca. La flebile luce del lampadario mostrò chiaramente le macchie di caffè e gli schizzi d'olio nei fornelli: il giorno dopo avrebbe dato una ripulita ovunque, così sua madre non avrebbe avuto niente da dirle contro.
Sciacquò il bicchiere e si diresse in bagno per lavarsi le mani ma, vedensosi sporca di grasso sul viso e sulle braccia, decise di concedersi un bagno caldo.
-"..meglio la doccia, così faccio prima"- 
Lasciò la porta socchiusa in modo da poter sentire un possibile lamento di suo figlio, poi buttò dentro il cesto dei panni sporchi i pantaloni della sua tuta e la maglietta bianca, pardon, bianca con qualche chiazza nera..
-"domani devo anche fare il bucato...mi sa tanto che dovrò disdire la mia breve vacanza da sogno"- pensò presa dallo sconforto la donna che, ormai nuda, si buttò sotto la doccia.
L'acqua calda scivolava lungo il suo corpo snello insieme alla schiuma di shampoo e sapone. Si massaggiò delicatamente lo sterno e, come un flash, un'immagine si presentò nella sua mente: le sue labbra sottili che succhiavano una goccia d'acqua, proprio in quel punto.
Ancora una volta Vegeta si era presentato prepotentemente nei suoi pensieri. 
-ora basta, non voglio più vedere il suo musone- disse fra sè e sè la donna, ma mai avrebbe potuto immaginarsi che...
   
 
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