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Autore: Gra Gra 96    20/02/2012    5 recensioni
«Domani sarà un giorno speciale, Ronald. Domani sarà il giorno in cui affronterai una volta per tutte la tua più grande paura!»
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Una ragnatela d’amore!

«Domani sarà un giorno speciale, Ronald. Domani sarà il giorno in cui affronterai una volta per tutte la tua più grande paura!» aveva affermato Hermione la sera prima, tra una coccola e l’altra.
Lì per lì l’uomo non aveva fatto caso alle sue parole, tant’era immerso nel piacere di quell’intensa nottata d’amore; l’indomani mattina, però, ancora raggomitolato sotto le fresche lenzuola del suo letto matrimoniale, aveva finalmente realizzato quanto dettogli dalla sua dolce metà.
«Non voglio vedere i ragni: sono brutti e cattivi» balbettava tra sé e sé, terrorizzato, mentre osservava l’esile figura che dormiva beatamente accanto a lui.
Un tenue raggio di sole filtrava dalla candida tenda, avvolgendo l’intera stanza come un soffice abbraccio materno. Hermione dischiuse un occhio e sorrise con dolcezza alla vista del rosso.
«Buongiorno, amore!» sussurrò piano, sbadigliando sommessamente.
«Buongiorno anche a te» balbettò Ron, sfuggendo al suo sguardo; non voleva che lei vi scorgesse la paura che in quel momento gli stava attanagliando le viscere.
«Ehi, c’è qualcosa che non va?» era dannatamente brava a leggere anche tra le righe.
«Tutto apposto, sta’ tranquilla» bofonchiò in risposta, scostando bruscamente le coperte e infilandosi ai piedi le comode ciabatte rivestite di pelo, regalo di Natale di sua madre.
Tante piccole e terrificanti immagini di mostruosi ragnetti pelosi gli offuscavano i cinque sensi. Vedeva con nitidezza l’orrore dei loro corpi deformi, sentiva distintamente il ticchettio delle loro inquietanti zampette, percepiva l’odore acre del loro pelo, assaporava il rivoltante e rancido sapore della loro bava filante, tastava con minuzia la fragilità dei loro corpicini indemoniati.
Attraversato da un improvviso conato di vomito, cercò di distogliere l’attenzione da quei funesti pensieri, per rivolgerla verso qualcosa di più allettante, come ad esempio il ricordo di quell’indimenticabile notte d’amore…
«A che pensi?» Hermione gli cinse delicatamente la vita, baciandolo con trasporto sulla schiena.
«A quanto ti amo» farfugliò lui in risposta, terrorizzato ma felice.
E per un altro quarto d’ora riuscì a non pensare a quello che lo aspettava di lì a poco, troppo impegnato a baciare la donna che amava per preoccuparsi di qualcos’altro che  non fossero le sue labbra carnose, il suo sorriso impregnato di dolcezza, i suoi espressivi occhi color cioccolato.
 
Come tutte le cose belle, anche quell’amoreggiamento non programmato ebbe fine, e Ronald si ritrovò nuovamente avvolto da quel terribile sentimento, chiamato paura, che permeava gran parte della sua esistenza. Solo quando si ritrovava ad avere a che fare con ragni, naturalmente.
«Prima di tutto, cercheremo di capire cos’è che temi di quelle innocue bestioline» iniziò la donna.
«Innocue bestioline? Per Merlino, devo ricordarti di quella volta che hanno tentato di trasformare me ed Harry nella loro cena?!» rabbrividì al solo ricordo di quanto successo tanti anni orsono.
«La tua paura nei confronti di quelle povere bestie risale a molto tempo prima, lo sai bene» puntualizzò lei con la solita saccenteria, rigirandosi fra le dita uno dei soliti riccioli ribelli.
«Sì, avevo dimenticato: sono stati i miei adorabili fratellini a traumatizzarmi per il resto della vita, trasformando il mio orsacchiotto in un brutto e peloso ragnaccio!» sbottò, visibilmente contrariato.
Hermione annuì con convinzione e gli strinse la mano a mo’ di conforto.
«Esattamente! Quindi, pensaci bene, se Fred e George non ti avessero giocato quel brutto scherzo, ora troveresti del tutto innoqui quegli animali. Non ti farebbero né caldo né freddo».
«Beh, purtroppo le cose sono andate diversamente!» puntualizzò Ron, i pugni serrati lungo i fianchi e la mascella contratta in un espressione che era un misto tra rabbia e paura.
«Effettivamente sì» dovette riconoscere l’altra. «Quindi non ti resta che una cosa da fare per affrontare una volta per tutte la tua angosciosa paura».
«Cosa?» balbettò l’uomo, sempre più spaventando, deglutendo sonoramente.
«Designare un ragno come tuo animale domestico e prendertene personalmente cura!».
 
«Oh, Ron, guardalo: non è adorabile?» affermò Hermione, rivolgendo uno sguardo quasi materno alla piccola creaturina, munita di otto zampette, che giaceva sul palmo della sua mano.
«Si chiama Frankie!» aggiunse, accarezzandolo delicatamente sul dorso, davanti allo sguardo inorridito e sgomento dell’uomo. «Ron, ti presento Frankie. Frankie, ti presento Ron!».
«Ti sembra il caso di fare le presentazione tra me e un sudicio ragno?» sibilò il rosso tra i denti.
Lei annuì con convinzione. Quando si metteva qualcosa in testa, era inutile cercare di dissuaderla: se aveva deciso che quell’aracnide sarebbe diventato l’animaletto domestico del suo fidanzato, niente e nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea.
«Questo non è un semplice ragno: è Frankie, il tuo nuovo migliore amico!».
«Sicura che Harry non ne faccia un problema? Insomma, essere rimpiazzato da un insetto dev’essere un po’ deprimente, non trovi?» tentò di farla ragionare lui, senza troppa convinzione.
«Non attacca!» lo zittì Hermione con un’occhiataccia.
«Oh, miseriaccia!».
 
«Per prima cosa ti occuperai della sua alimentazione» stabilì la donna. «In giardino dovresti trovare qualche succulento insetto che faccia al caso nostro!».
Così, quasi trascinato con la forza, Ronald si ritrovò in mezzo a piante e fiori di ogni genere e specie, armato di un patetico e vecchio retino appartenente al padre della sua ragazza.
Mosche, zanzare, api, vespe e calabroni gli volavano tutt’attorno, producendo un inquietante ronzio. Non sarebbe stato meglio stenderli con l’insetticida, invece che catturarli a mano?
«Sarebbe una vera e propria crudeltà porre fine alla loro vita in modo così crudo e spregevole!» aveva obiettato Hermione con un tono che non ammetteva repliche, quando lui gliel’aveva proposto.
«Oh, certo, perché invece acchiapparli con un retino, per poi ammazzarli e darli in pasto a una bestia feroce di nome Frankie è qualcosa di molto altruista!» aveva borbottato l’altro tra sé e sé.
«Hai detto qualcosa, Ron?».
«No, niente. Stavo solo riflettendo ad alta voce su quanto sia verde il prato».
Poi, stando ben attento a non farsi designare come bersaglio dai minacciosi pungiglioni di quegli insetti, ne intrappolò qualcuno con innata maestria. Sfortuna volle, però, che il retino fosse bucato.
Così, approfittando del fatto di essere inseguito da uno stormo inferocito di vespe, l’uomo poté permettersi di fare un po’ di salutare jogging.
 
Il corpo inerme di una mosca era stato deposto con cura sul tavolo della cucina e Frankie lo stava osservando con minuziosa attenzione. Non aveva un aspetto molto appetitoso, dopotutto.
«Come dice un vecchio proverbio babbano, sei rimasto con un pugno di mosche, anzi, nel tuo caso con una sola!» Hermione era furiosa e scrutava con aria torva il suo fidanzato.
«Non pensare che non ci abbia messo abbastanza impegno!» tentò di giustificarsi lui, lo sguardo basso. «Potevo mai immaginare che il retino fosse bucato?».
«Certo che avresti potuto controllare prima!» ribatté la donna, spazientita.
Inutile ribattere che non ci aveva pensato, inutile farle notare che in parte la colpa era anche del signor Granger, inutile mostrarle le innumerevoli punture sparse in tutto il corpo che gli provocavano un dolore tremendo, inutile… perché discutere con Hermione era tempo perso.
«Comunque, anche se non nel migliore dei modi, sei riuscito a fornire a Frankie il suo nutrimento giornaliero» tagliò corto lei. «Quindi direi che ora potremmo dedicarci ad un altro aspetto della faccenda, di gran lunga più difficile del precedente».
Ron sbuffò, contrariato. Se c’era qualcosa di peggio che essere inseguito da uno stormo di vespe inferocite per procurare il pranzo a un orribile quanto insignificante ragno, non voleva di certo scoprirlo!
 
«Suvvia, Ron, ti sto chiedendo solo di accarezzarlo dolcemente sul dorso!» sbottò la donna.
«Non mi sembra che si tratti di una richiesta da poco!» ribatté lui, inorridito.
Nel frattempo Frankie era impegnato nella costruzione di un’elaborata ragnatela che sarebbe dovuta andare dal tavolo alla credenza e che gli avrebbe permesso di mangiare qualcosa di più sostanzioso di una mosca stecchita. Per essere un ragno era davvero intelligente!
«Oh, e va bene!» si arrese l’uomo, dopo essere stato sottoposto a sguardi pieni di disprezzo da parte della fidanzata. «Però a un patto: dopo che l’avrò fatto, quel mostro peloso leverà le tende!».
«E così sia» Hermione assentì con il capo, seppur atteggiandosi a vincitrice.
Dopo di che, afferrò delicatamente il piccolo Frankie, distogliendolo dal suo importante lavoro di architettura, e lo avvicinò sempre più a Ronald. Paura e terrore sprizzavano dai suoi occhi.
Voltando la testa dalla parte opposta della stanza, allungò la mano verso l’oggetto dei suoi incubi.
«Engorgio!» mormorò piano Hermione, sogghignando tra sé e sé.
No, sapeva di non stare facendo la cosa giusta, ma non aveva proprio potuto resistere. Ora tra le sue mani non c’era più il piccolo e insignificante Frankie, ma un grosso e peloso ragnaccio.
«Sto per toccarlo!» l’avvertì Ron, sempre senza osare rivolgerle uno sguardo.
«Sta’ tranquillo: andrà tutto bene!» mentì lei, trattenendo a stento le risate.
Così, dopo molta esitazione, la mano dell’uomo entrò in contatto con il corpo peloso del ragno.
«Sai, al tatto sembra più grande di quanto non sia nella realtà» constatò lui.
«Sì, hai ragione. Comunque ora voltati, dai!».
 
«Oh, Ronald, non avrai intenzione di tenermi il muso per tutta la giornata?».
«No, in realtà pensavo di non rivolgerti la parola per il resto della mia vita!».
Era stato davvero un colpo basso da parte di Hermione aumentare a tradimento le dimensioni del simpatico Frankie e il suo ragazzo era deciso a non fargliela passare liscia, non questa volta.
«Il Capello Parlante avrebbe dovuto smistarti a Serpeverde!» continuò a borbottare lui, le braccia incrociate sul petto e un’espressione truce dipinta sul volto.
«Suvvia, mi sembra che tu stia un po’ esagerando: insomma, per una volta tanto che faccio qualcosa di divertente…» si giustificò la donna.
«Lo definisci “divertente”?!» sbottò il rosso, scattando in piedi.
«Ehm… sì» assentì timidamente, arretrando di qualche passo.
«Posso provare a ottenere il tuo perdono?» aggiunse subito, notando il suo sguardo omicida.
Senza aspettare risposta, gli saltò addosso e iniziò a baciare con passione le sue morbide labbra. Ron accettò di buon grado quella “richiesta di scuse” e contraccambiò con passione.
E sopra i due innamorati, ormai avvinghiati senza alcun pudore sul comodo divano di pelle, il piccolo Frankie tesseva la sua ragnatela. Una ragnatela d’amore.



Note: Okay, credo che questa storia sia stata un'altra prova schiacciante contro la mia sanità mentale u.u
Nonostante tutto, spero che vi abbia fatto scappare almeno un sorriso... ^^ Devo ammettere che mi sono divertita molto a scrivere questa storia che ha come protagonista il mitico Frankie il paring Ron/Hermione. Spero di ricevere qualche recensioncina per sapere cosa ne pensate di questa fic altamente demenziale.
Bene, ciao ciao a tutti (anche da Frankie che nel frattempo ha conosciuto una tarantola molto carina).
  
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