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Autore: KaollaDisaster    10/04/2004    2 recensioni
Un piccolo punto di vista, dalla parte di Ron
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Your Congratulations.
Non mi ricordo tanto della mia infanzia. Non credo di riuscirmene a ricordare perchè siamo così tanti in famiglia, che ho dovuto condividere con i miei fratelli tutto. Vestiti, giocattoli, stanze, Vite che andavano e venivano dalla porta della nostra casa diroccata: La Tana.
Ho condiviso così tante cose con i miei familiari che tutti gli anni della mia vita messi assieme non basterebbero per contarle. Quando dividi la tua vita con la tua famiglia e la fondi con la loro, allora anche le tue memorie diventano dominio pubblico.
Come quella volta in cui Fred e George trasformarono il mio orsetto di pezza in un ragno. Quella storiella è passata di bocca in bocca nel dormitorio di Grifondoro. Ogni tanto qualcuno me la viene a ricordare scherzosamente, così capisco che sono io quello che non vuole ricordare.
Perchè ricordare di una vita che non è nient' altro che lo scarto dell' adolescenza dei miei fratelli?
Perchè tenere a mente una cosa che dovrebbe essere di principio mia, ma in precedenza è passata di mano in mano a cinque persone diverse che si sono saputi distinguere tra loro per le loro qualità, davanti agli occhi dei miei genitori. Occhi che hanno visto così tante cose, tra le più meravigliose e le più terribili. Occhi che hanno fissato i loro pargoli con orgoglio, perchè ognuno di loro aveva saputo donare un onore diverso dall' altro . Così arrivano a guardare me, stanchi e poco sorpresi, e io divento il fallito di casa su due piedi.
Fallito perchè in fondo non potrei dare di meglio.
Ed è questo che mi domando sempre. Chi sono?
Ok, davvero lo so. Questo se lo staranno chiedento altri miliardi e miliardi di menti, depresse o non, ma quello che in fondo io voglio sapere volgendo questa domanda è: A cosa servo?
Se dicessi qualcosa del genere a Hermione sicuramente mi risponderebbe:
-Si serve vivendo. Servi te stesso e gli altri.-
Una risposta dal canto mio potrebbe essere una smorfia di incomprensione. Non capisco perchè si ostina a cercare perchè ovunque. Perchè decide di essere sempre così precisa... in fondo non importa a nessuno di ciò che fai. Specialmente a Molly e Arthur Weasley.
Se chiedessi ad Hermione di essere più chiara non saprebbe rispondermi. O forse non vorrebbe. Non credo che ad una ragazza la quale unica fobia sia un' A- al posto dei punti neri (cosa del quale invece si proccupa mia sorella, Virginia.)non sappia la risposta.
Nessuno vuole spiegarmi. Hermione non lo fa perchè è troppo attenta a dare le sue attenzioni a Harry.
Così anche mia madre, che corre tutta l' estate indaffarata , spezzandosi la schiena e rovinadosi la salute per lui. Come se fosse sua madre. 
No, nessuno si preoccuperebbe delle mie parole se in questo momento il mio grido coprisse tutti i brusii della sala grande.
No, a nessuno importerebbe. Forse qualcuno potrebbe sentirmi... Forse i miei vicini alla tavolata, forse tutti i miei compagni.
Ma mi darebbero per matto. Perchè in fondo, io sono Ron Weasley, il ragazzo con più lentiggini che punti di quoziente intellettivo, il ragazzo che si fa un' esistenza vivendo degli scarti dei suoi fratelli maggiori, un povero selvaggio senza nemmeno un galeone in tasca.
Neanche Fred e George , che sono i miei fratelli più vicini d' età,sarebbero capaci di comprendermi.
Oh, no davvero! Non ce li vedo proprio attorno a me intenti in una conversazione seria.
Non con loro, che in questo momento, davanti ai miei occhi, stanno saltando su una sedia assieme a Lee Jordan.
Pagherei qualsiasi cosa affinchè la McGrannitt cadesse dal cielo e li facesse smettere, come al solito.
Ma non in questo momento. Non verrà a nessuno a calmare qualcuno, perchè qualcun altro dovrebbe calmare il secondo.
E' una cosa troppo difficile da spiegare.. Oppure è così semplice.
E' una cosa che non so dirvi. Forse perchè sono io. L' ultimo di casa Weasley. L' inutile ed imbranato Ron.
Tutti i miei compagni sono in preda a questa maledettissima euforia.
Persino Hermione stenta a mantenere la calma. Cerca di darsi un tono.
-E' tremendo!...Impossibile...è...-
-E' un Grifondoro!- conclude George.
Ed è questa. Questa l' ultima goccia che fa traboccare il vaso. 
Così mi alzo, a malavoglia lo ammetto. A malavoglia perchè so che nel momento in cui mi sarò alzato completamente in piedi, qualcuno mi chiederà cos' ho, e io dovrò rispondere. Ma non posso resistere oltre, non posso davvero farcela.
Esco di fretta, sento qualche richiamo. 
Ma questi cessano subito.
Mi hanno già dimenticato. Comincio a correre verso il dormitorio. Non importa se sbaglio direzione, perchè tanto ovunque io vada, io voglio dimenticare loro,come loro hanno dimenticato me.
Corro così forte che i piedi non sembrano nemmeno toccare per terra, come se stessi volando. In alto lontano da queste fredde mura, avanti..sempre più avanti.
Poi all' improvviso mi fermo. Non so dove sono...probabilmente nei pressi dell' aula di pozioni.
Sto lì immobile per qualche secondo, poi i ricordi che pensavo di non avere, riaffiorano.
Sono già stato qui, due anni fa. 
Sono molto vicino alla sala cumune di Serpeverde. Ed è proprio lì che il propietario di questi passi che si distinguono nedl silenzio tombale dei sotterranei, si sta dirigendo.
Un piccolo scorcio di luna piena filtra in una feritoia, posta in alto. E' molto piccola. Fatta solo per i ricambi d' aria. 
Vorrei essere aria anche io, penso.
I passi continuano, e si fanno sempre più vicini.
Prego di rimanere Ron Weasley ancora per un pò. 
Non so cosa vorrei essere tra Ron Weasley e un mucchio d'aria.
La verità è che non fa molta differenza, perchè entrambi sono poco considerati dalla gente.
Il proprietario dei passi è pochi metri davanti a me, ma non riesco a vederlo. E' tutto buio.
Poi, finalmente, arriva sotto il piccolo raggio di luna.
Malfoy.
Sembra capiti sembre nei momenti più inopportuni.
Sono così felice di vederlo che lo accompagnerei per gli altri pochi metri che ci distanziano alla Sala Comune, prendendolo a calci.
Purtroppo sembra proprio che nelle situazioni in cui io mi trovi da solo, non sono proprio aria. (E' gia successo parecchie volte...con mia madre per esempio, e io mi sono dovuto prendere le colpe di qualche casino combinato da Fred e George, oppure a scuola...non so...quando non sono considerato questa è la mia unica alteranitiva).
Malfoy si accorge di me, benchè sia rimasto nell' ombra.
-Il tuo amichetto ci ha proprio riservato una bella sorpresa stasera.-
Eccolo, puntuale più di un orologio svizzero, con i suoi commenti e battutine a scarso livello d' umorismo avvolti in quel maledettissimo tono strascicato, che per quanto lo possano renedere ridicolo, mi da sui nervi più di ogni altra cosa.
Ma non questa volta.
Questa volta devo arrendermi.
Questa volta lo faccio perchè VOGLIO arrendermi. Perchè non ho nessuna voglia di difendere "il mio amichetto".
-Non dirmi che non te lo eri aspettato?-
Gli dico sarcastico . Non aspetto una risposta, non la voglio, e so benissimo che non ci sarà.
Me ne vado silenzioso e avvilito. Vorrei stare fuori al più lungo possibile, per non essere gettato nel dimenticatoio così presto.
Ma non posso fare altrimenti, perchè se mi azzardassi a tardare di un minimo secondo rispetto Harry, subirei tutti i festeggiamenti e onori nei suoi riguardi.
Arrivo davanti al ritratto della Signora Grassa, sospiro, dico la parola, e mentre lei non ha ancora finito di roteare sui cardini sono già entrato dentro.
Un esplosione di calore, urla e colori si fa largo davanti ai miei occhi tristi, che si sbarrano per lo stupore. Sento qualche urlo, la voce dei miei fratelli...
-Eccolo qui il nostro campione!-
Ma tutto questo finisce in un nano secondo.
L' entusiasmo si muta in delusione e tutta la sala comune si unisce in un coro...
-Credevamo fosse Harry..-
Non sto ad ascoltare i loro commenti, vado in dormitorio.
Vorrei dormire, ma non riesco a muovermi. Sono solo io. Qui da solo, seduto su un letto sfarzoso, che probabilmente vale più della mia vita.
Non passano più di quindici minuti, che Harry entra nella sala comune.
Mentre tutti esplodono in una scia di congratulazioni, io li seguo a catena, dal buio di questa stanza, in una coda di lacrime.
Un pianto che desideravo da tempo. Un pianto, che purtroppo, devo far durare poco.
Devo calmarmi, penso.
Non potrei mai farmi vedere da qualcuno in quello stato.
Così asciugo gli occhi rapidamente, e resto rigido sul letto.
Passa quanto...un quarto d' ora..due.. non lo so, però a un tratto la stanza si illumina ed Harry entra nel dormitorio.
Non ha un aria trionfante. Non l' ha mai.
Ed è questo che odio di lui. Lo odio perchè se è davvero così sfortunato, vorrei sapere perchè ogni suo guaio termina con un lieto fine, come in un allegra favoletta. Lo odio perchè ha tutte le ragioni di questo mondo di essere felice, ma non si accontenta. Lo odio perchè ha tutte le fortune, ma non se ne accorge.
-Dove sei stato?- mi chiede.
Una domanda orrenda a mio parere. Molto irritante. Così vera. Adesso persino lui mi crede la sua ombra. Dopotutto segui lo zoppo ed imparerai a zoppicare. Tutti quanti mi conoscono per l' amico del folle.
-Oh, ciao.- 
Sorrido, sorrido aspramente al mio amico folle.
-Allora...- Continuo, mentre lui cerca di scrollarsi lo stendardo di Grifondoro che qualcun o gli ha legato intorno al collo, a mò di mantello.
-Congratulazioni.- Concludo.
Adesso lo sò.
L' unico folle sono io.

  
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