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Aprì la
finestra
Un forte
vento le scompigliò i lunghi capelli corvini
E si
chiese perché.
L’amore
fu bellissimo
Fu
travolgente
E
drammaticamente sbagliato.
Una lacrima
solitaria le attraversò la guancia
Bianca e
fredda era la sua pelle
Impaurito
il suo cuore.
Lo
sbaglio della sua vita
Permise
ai sentimenti di ingannarla
Di
ridurla a come mai avrebbe voluto essere, diventare.
Il suo
cuore fu solo di lui, del suo primo amore
Ma poi,
un funesto giorno qualcosa cambiò
Arrivò
un altro, e lì tutto divenne uno sbaglio.
Divisa
da una forza a cui non ebbe modo di opporsi
Diviso il suo cuore
Le sue
creature divise tra due uomini.
Solo una
vigliacca
Si
definì con ogni peggior modo le venisse in mente
Ma non
era mai abbastanza
Doveva
pagare
Proprio
come avevano pagato loro.
Abbassò
lo sguardo e osservò le proprie mani
Quel
color cremisi non si era ancora asciugato
Piccole
gocce cadevano silenziosamente a terra
E
diverse sbavature erano anche sulla sua vestaglia
Rossa e
bianca.
Finalmente
era libera
Non
poteva ancor sopportare quel dolore
Il suo
amante si era presentato alla porta
E lei
aveva impugnato il primo oggetto trovato
Tre-quattro-cinque…
…tredici-quattordici-quindici…
Finché
il braccio le permise di continuare.
Intorno,
solo una pozza scura e nauseante
Poi, con
occhi vacui, decise che era il turno dei suoi figli.
Loro non
c’entravano nulla
Per questo
preferì addormentarli per sempre.
Un'altra folata, e un’altra lacrima
Il buio
delle palpebre
La
leggerezza di sentirsi liberi anche solo per un secondo
“A presto,
amore mio”
Sussurrò
prima che il suo esile corpo toccasse terra