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Autore: Lenni    20/02/2012    2 recensioni
Le tragicomiche avventure della 4° Ginnasio A del Liceo Classico Alessandro
Volta dedicate a tutti quelli che se è vero che sbagliando si impara, io e il Greco non abbiamo più segreti ! :D
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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πάτει μαθος
Dal dolore si impara

 

-Quindi qual è il piano Ghiro? Aspettiamo la Latini e ci facciamo dare la versione?-
Il giovane Lucio smise di muovere convulsamente le dita grosse come piccoli wurstel intorno alle manopole del joystick e mise in pausa, in modo che neanche il volere di Marco Tirinnanzi potesse sovrapporsi all'ormai più concreta possibilità di raggiungere i fantomatici quarti di finale della Champions League del nuovo Fifa 2011. 
-Si, mi ha mandato un messaggio. Leggi e non rompere le balle finché non ho finito la partita-
Detto ciò il nuovo Diego Armando Maradona dei videogiochi lanciò tra le gambe del compagno di studi un vecchio Samsung con il vetro graffiato e consunto, manco fosse scampato al naufragio del Titanic. Marco Tirinnanzi, per niente impressionato dal residuo bellico probabilmente coevo alla seconda Guerra Punica, non impedì in alcun modo  che il suddetto ordigno si schiantasse rumorosamente contro il pavimento ricoperto di lanugine e polvere.
-Oh, ma che cazzo fai?- il commento del proprietario fu oltremodo fine -Guarda che se lo tronchi me lo ricompri nuovo-
-Povera stella, stanne certo: spenderò tutti i miei averi per aggiustarti 'sto troiaio di merda! Cioè, ma te sei un invasato, ma che ti fumi, oh? Cambia spacciatore!-
Anche il lessico usato dall'incolpato risaliva senza dubbio alla Corte del Re Sole. Anche se la sintassi si rifaceva più a quella del 1861. Si sa, insieme all'Unità di Italia, si erano uniti anche i vocaboli di Tirinnanzi sotto alla bandiera tricolore.
Per niente sconvolti da quel colorito scambio di sostantivi, i due ragazzi tornarono alle proprie occupazioni: uno intenzionato a far segnare definitivamente Messi, l'altro concentrato a farsi i cazzi del primo col suo cellulare.


Da: Gaga Latini
Ci vediamo tra mezz'ora, sono per la strada.
Non ammazzatevi troppo di lavoro in mia assenza, eh ! ;-)


Tipico della Latini. Era cintura nera di sarcasmo, non lasciava una frecciatina che fosse una impunita neanche sotto tortura. Non era particolarmente bella, anche perchè l'apparecchio non l'aiutava, ma la sua simpatia era travolgente nel vero senso della parola. Parlare con lei era come farsi investire da un'onda anomala mentre scorrazzi allegramente per il deserto del Gobi: completamente destabilizzante. Inoltre è opportuno citare che, come intuibile dal cognome, la dolce pulzella primeggiava tra tutti per le sue spiccate qualità nel Latino, nonostante la sola vista di un sigma o di un lambda le faceva l'effetto che Superman riceveva dalla kryptonite.
Era comunque la loro ultima chance.



-Buongiorno bella gente! E ciao anche a te, Nanzi!-
Gaia Latini fece il suo sfolgorante ingresso nella stanza di Lucio esibendo il suo irresistibile sorriso metallico.
-Latini, non cominciare a rompere le palle già da ora!- 
La ragazza aveva infatti il potere di rendere Marco ancora più fine di quanto in realtà era: un perfetto principe d'Inghilterra, in sostanza.
-Chi, io?- Gaia si puntò contro l'indice, utilizzando la sua collaudata faccia da cucciolo -Come potrei romperti le palle proprio io?-
Sbatté un paio di volte le lunghe ciglia corvine, provocando un tornado kansasiano per i miseri moscerini che cercavano di trastullarsi beatamente alle loro spalle. Nonostante il profondo sgomento dei piccoli insetti, quella maschera di pentimento infantile non intaccò minimamente il cuore del prode Nanzi, andando a puntellare invece il limite sottile della sua pazienza. Aveva infatti già aperto bocca per controbattere qualcosa, quando un ammasso di libri si schiantò sulla scrivania di Lucio facendoli ammutolire entrambi. Forse però, più del rumore, furono i titoli ad impressionare i ragazzi: Tutto Eschilo, Simposio, Oggi Storia e Maiorum Lingua
-Ragazzi, state rompendo i coglioni!- l'intervento di Ghirelli fu provvidenziale, oltre che poetico -Smettete di beccarvi e cominciamo questi compiti! Vorrei aver finito prima che Gaga sia entrata in menopausa, vi sembra così impossibile come cosa?-
-Ma porca troia, è ovvio: questa vecchia frigida ci è già entrata da un pezzo!-
-Marco, cazzo!-
-Eh, scusa! Ma porca merda, non si può neanche scherzare!-
-Fine eh?-
L'occhiata di Ghiro fu calda come una confezione di ghiaccioli alla menta giù nelle mutande.
-Gaga-
-Va bene, va bene, la smetto-


Probabilmente gli sfortunati soldati che combatterono a Stalingrado erano decisamente più energici, a termine battaglia, dei nostri tre amici. Dopo quattro ore di studio più o meno approfondito di Temistocle e soci, Pericle e riforme, equazioni di terzo grado e usi del Past Simple, i giovani reduci si accasciarono mestamente sul piano del tavolo, sprofondando tra fogli, penne, raccoglitori, gomme, evidenziatori, fazzoletti usati e briciole di pane. 
-Vi rendete conto che resta ancora la versione?- mormorò sconsolata Gaia Latini, sporcandosi la guancia di giallo fluorecente premendola forte contro il libro di storia.
Lucio Ghirelli e Marco Tirinnanzi emisero un mugolio di disappunto. Evidentemente la traduzione della versione non rientrava esattamente nei loro piani.
-Ragazzi, non fate quelle facce!- era un ordine a cui i due, nonostante la titubanza, obbedirono -La Marri ce l'ha data e noi la faremo-
-Ce l'ha data?!-
-Pervertiti!-
Una dote fantomatica di quei tre discoli era certamente la scoperta di doppi sensi anche laddove non ci sarebbero mai stati. Probabilmente anche da una sedia pieghevole e un camper delle Barbie avrebbero trovato uno sbocco sessuale.
-Nanzi, sii gentile ... - la voce di Gaia si fece melliflua -Prenderesti il Rocci, là sullo scaffale? Ti prego, sono stanchissima...-
C'era puzza di bruciato e non si trattava delle flatulenze emesse dal gatto di casa Ghirelli.
-Perchè non te lo prendi da sola?-
-Andiamo Marco, falla contenta! E' un vocabolario, cosa vuoi che ti faccia?!-
Marco Tirinnanzi si alzò poco convinto dalla sedia, avvicinandosi circospetto allo scaffale. Il Rocci lo fissava con aria di sfida.
Il ragazzo deglutì, sfiorandone la costola. Le sue dita si chiusero come una morsa intorno al titolo scritto per verticale. 
-Ti muovi?-
-Taci-
Il ragazzo deglutì, ancora più forte. Cos'era che lo fermava? Non poteva essere così facile.
Sfilò piano il vocabolario e tutto fu chiaro: era fisica!
Il Rocci si schiantò con un tonfo sul suo piede, rigirandogli il polso. Un dolore lancinante lo investì, mentre i bigliettini di Ghiro si spargevano lungo la stanza. 
-Troia! Lo sapevi che pesava così tanto!-
-Sai com'è, io a volte li sfoglio i libri, non li uso solo come fermaporta!-
-I miei bigliettini! Nanzi ti uccido!-
Seguirono alcuni momenti di panico totale, smorzati dagli ululati di dolore del povero Tirinnanzi.
Morale della favola? Si ruppe l'alluce destro in dodici punti, ottenendo come risultato una fasciatura ingombrante che lo rendeva simile al piede dell'omino Michelin.
Imparò però da quell'incidente: mai -e dico mai!- prendere un Roccia alla sprovvista.




 

  
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