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Autore: Carla Volturi    20/02/2012    5 recensioni
SEGUITO DI "LA STAGIONE DEL CUORE" / Sei mesi dopo: ancora Bianca, pittrice ventiquattrenne e Cristiano, comandante della Marina trentaseienne. Un segreto condiziona il loro amore, sapranno superare i problemi della vita? Sapranno amarsi ancora?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Come promesso seconda dose del mio racconto. Qui ci sarà una sorpresa particolare per i miei fedeli lettori…spero davvero che gradirete. Ho provato delle bellissime sensazioni scrivendo gli ultimi tre capitoli di questa storia, è come se si chiudesse una sorta di cerchio. Inoltre ho rivissuto le emozioni di alcuni miei vecchi personaggi che tanto amo e che un po’ mi son mancati!
Vi lascio link di la “Stagione Del Cuore”, per chi non l’avesse letto:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=927069&i=1
Un bacio da Carla e grazie.

P.S. = DETTAGLI SULLA NUOVA FOTO PUBBLICATA: in alto CARLO E SUA MOGLIE LUCIA (teoricamente dovrebbero essere piu' anziani, ma questo passa il convento!), lato destro e sinistro dell'immagine LUNA (primogenita di Carlo e Lucia) CON SUO MARITO SALVO, in basso lato sinistro CRISTIANO (figlio di Carlo e Lucia) CON LA SUA FIDANZATA BIANCA, seguendo LUCILLA (figlia di Carlo e Lucia e gemella di Cristiano) CON SUO MARITO ADRIANO.
 
 
CAPITOLO 23(PRIMA PARTE)- IL MIO VERO AZZURRO, LA MIA VERA VITA!


I giorni trascorro velocemente e noi comuni mortali stentiamo a rendercene conto, forse troppo presi dagli eventi dalla vita, dalla vita stessa frenetica, che non ci lascia respiro. Quando l’osservo a letto, mentre dorme, mi accorgo dei diversi sconvolgimenti a cui sono stata sottoposta: il mio ritorno a Vietri, l’esposizione in galleria, Giulio e il suo amore non corrisposto, io, Cristiano e nostra verità. Ed infine ancora noi…noi e la ritrovata felicità. Sorrido pensando a ciò che è del nostro rapporto oggi: sempre complici, sempre innamorati, sempre uniti. Proprio ieri ha ricevuto due settimane di ferie, il che è fonte di gioia per me, che posso averlo 24 ore su 24.
Molto spesso lo spio, in bagno, in cucina, a letto…scruto ogni suo particolare e lo riproduco fedelmente su un foglio da disegno. Tracciare il suo corpo, il suo sguardo, i suoi occhi è sintomo di piacere per me: una semplice riga nera di matita ben temperata mi riporta alla mente episodi memorabili, come le nostre gite in barca alla grotta. Disegnare le sue mani è eros puro: le unghie, i polpastrelli, quelle piccole rughe, la pelle screpolata…tanti piccoli dettagli, che hanno un loro perché a contatto con la mia epidermide. Le spalle possenti: quanto mi sono costate. Quanto mi è costato ritrarle. Quanto mi è costato raffigurale ed immaginarle deformarsi durante le nostre notti d’estate.
Sospiro e di scatto faccio in modo che il mio capo si volti verso l’alto. Abbasso le palpebre e tento di respirare ciò che resta degli umori della scorsa serata, spesa come di consueto sotto le nostre lenzuola gialle.
La mia effige nello specchio dell’armadio: abito elegante nero aderente, scarpe alte del medesimo colore. Labbra rosso fuoco, grazie ad un lieve tocco di rossetto. Niente trucco, o meglio mi sono limitata a correttore e mascara. Preferisco presentarmi al naturale, cosi come sono: Bianca…innamorata persa. Di certo ben sapete ho deciso di rimanere qui a Vietri, ho interloquito con il sindaco Russo e fortuna ha voluto che mi concedesse i due locali comunali per l’intero anno. L’esposizione va alla grande: tre quadri venduti ed uno commissionato: il ritratto di un bambino, la madre è fissata con queste cose, dunque mi toccherà assecondarla.
Due giorni fa ho preso la mia macchina da cucire e ho dato vita…ve lo svelerò piu’tardi! Anzi non ditelo a nessuno: è un nostro piccolo segreto!.
I miei pensieri vengono disturbati piacevolmente dal mio uomo, che cinge il mio ventre. Sorride e poggia la sua testa sulla mia spalla: “Allora?”.
Rido: “Allora ti amo”. Mi giro, portando le mani dietro il suo collo.
Ti amo anche io Bianca”, replica, facendo urtare il suo petto contro il mio. Mi scosto leggermente, il tempo di dare giustizia ai miei occhi vogliosi: il suo classico completo scuro, la solita camicia, questa volta celeste e quell’immancabile profumo…le mani sulle mie guance e lunghi respiri, che hanno come obiettivo da perseguire quello di cacciar via eventuali idee maligne e malvagie.
Guardo l’orologio alla parete. E ti pareva: la solita ritardataria!.
Cristiano siamo in ritardo!”, esclamo, andando avanti e indietro.
E che fa. Se ci chiederanno qualcosa, risponderemo che abbiamo avuto altro da fare”, replica soddisfatto della sua affermazione.
Aggrotto le sopracciglia: “Ma non abbiamo fatto niente amore”.
Batte il piede destro a terra. Il tacco quadrato sottile della sua scarpa provoca un piccolo rumore: “Mannaggia! Dopo, dai!”.
Faccio spallucce: “Dopo va bene”.
E sghignazzo tra me stessa: si, come no, dopo ci sarà altro!
 
                                                                ***
Cinque minuti in motorino ed eccoci a casa di Lucilla. Si ode chiaramente un forte baccano dalla strada.
Nel salire le scale Cristiano mi blocca, facendo si che la mia schiena urti contro il muro. Iniziamo a baciarci con veemenza. Porto le mani sulle sue spalle e lo strattono: “Cristiano non farmi questo”.
Ride di gusto: “Non è colpa mia se sono cosi travolgente, sexy e sensuale”.
Mi ricompongo e mando via quell’eros che tanto vuole esplodere. Intanto mi guarda compiaciuto: sa che non riesco  resistergli!
Ok. Ora andiamo”, replico, trascinandolo via con me.
Un ultimo bacio e giungiamo alla meta: il terrazzo è stato ornato con palloncini di vario colore, festoni, candele profumate, senza contare la lunga tavolata da non so da quanti posti a sedere. L’immancabile sofà sul lato destro.
Ci avviciniamo al diretto interessato: “Buon compleanno Adriano”.
Ebbene si, oggi è il compleanno di mio cugino, alias mio cognato, alias 40 anni tondi tondi.
E’cosi allegro, eppure Cristiano esordisce: “Ti sei fatto vecchio, ma sono convinto che la sostanza non manchi”.
Imbarazzo totale da parte mia, smorzato da Lucilla, stretta nel suo vestito blu: “Non ti preoccupare quella non manca mai, lo posso assicurare!”.
I due fratelli si abbracciano e si stringono l’un l’altro. Come di consueto continui schiaffetti, che terminano con lui che prende in braccio lei. Se non fosse tornato il sereno tra loro credo che non me lo sarei mai perdonato: a causa del mio segreto stavano per separarsi definitivamente. E ciò non è giusto: nessuno ha il diritto di sfasciare un legame cosi intenso.
Marta e Luca corrono come degli indemoniati, seguiti da Lucia e Antonio, figli della prima sorella di Cristiano, Luna. Me la presenta: è una bellissima donna, capelli lunghi ricci, occhi azzurri, aria di una persona dolce e sensibile. E’ estremamente gentile e cordiale. Ho il piacere di fare la conoscenza di suo marito Salvo, ovvero il primo e unico fidanzato di Luna. Ebbè se è davvero cosi, devo dire che ci ha preso bene la ragazza: alto, snello, moro da far paura…ditemi voi cosa le manca!. Tra le braccia di lui il loro terzogenito nato da poco, Lorenzo.
Lascio Cristiano discutere con sua sorella. Nel frattempo mi accomodo sul divano. Bevo un sorso di succo di frutta all’ananas, ottimo soprattutto se si ha una gran sete. Osservo il mare e il bellissimo panorama.
Tu dovresti essere Bianca”, mi chiede una voce. Mi volto e mi ritrovo accanto un uomo da bell’aspetto, affascinante nonostante la sua età. Occhi profondi e azzurri, che mostrano un intera vita vissuta. Camicia a maniche lunghe scura, cosi come il pantalone classico. Per un istante noto che sorregge un bastone.
Mi son slogato la caviglia, giocando con i miei nipoti”, precisa. Capta il mio imbarazzo e continua: “Allora sei tu Bianca?”.
Annuisco: “Si sono io. E lei?”.
Dopo un elegante baciamano si presenta: “Carlo Scala, il padre di Cristiano”.
Deglutisco appena: brava Bianca hai fatto la conoscenza di tuo suocero…il tanto decantato Carlo.
Ora capisco da dove provengano i modi di Cristiano”, dichiaro, mentre poso il bicchiere sul muretto.
Petto impostato e voce ben schiarita: “Modestamente sono il padre!”. Non mi da tempo di intavolare un qualsivoglia discorso: “Sai Bianca Cristiano mi ha parlato molto di te. Parla di te ogni volta che ci sentiamo a telefono. Mi ha raccontato tutto e mi è dispiaciuto tanto, perché sei una giovane ragazza”. Mi prende sottobraccio: “Ma mi piaci, so che lo renderai felice e viceversa”. Accarezza il mio viso: “La nostra è una famiglia grande e tu sei la benvenuta”.
Sorrido piena di gioia: “Grazie. Grazie mille signor Scala”.
Ah nono, niente signor Scala. Carlo va bene, ho ottantatre anni, non son mica vecchio!”: scoppiamo a ridere. Intanto si palesa una bella signora dinanzi a noi, che mani nei fianchi afferma: “Carlo e lasciala stare a Bianca”.
Occhi scuri, cosi come i capelli. Lineamenti molto delicati. Bassina e fisico fantastico se pensate che debba avere quasi una sessantina d’anni.
Inclina la testa: “Sono Lucia, la mamma di Cristiano”. Facciamo dello spazio sul sofà, pregandole di sedersi con noi. Accetta l’offerta. Lucia è la classica donna mediterranea: dal suo viso traspare il suo amore per la famiglia, il marito e i suoi tre figli. Molto raffinata, se si scruta il suo vestito nero con accessori bianchi.
Immagino che mio marito ti abbia fatto una testa di chiacchiere. Lui fa sempre cosi con i partner dei suoi figli”, mi dice guardandomi negli occhi.
Scuoto il capo: “No signora, anzi suo marito è molto gentile”.
Corregge la mia frase: “No Lucia, anzi tuo marito è molto gentile”. Accetto di dare ad entrambi del tu. Come precisano sono di famiglia. Una grande famiglia che ora è anche la mia!.
 
                                                                ***
Dopo una lunga cena, a base di frutti di mare e ottimi primi e secondi preparati da Lucilla, si passa al dolce, fatto da Lucia. Poste le candeline si inizia ad intonare la classica canzone “Tanti auguri a te”. Cristiano euforico si alza in piedi, stonando come una campana. I bimbi saltellano e pregano le mamme di riceve l’agognata fetta di torta panna e cioccolato.
Brindiamo tutti insieme. Carlo, con tanto di calice alla mano, dedica un bel discorso al genero Adriano e alla sua famiglia, la sua adorata famiglia. E soprattutto alla cara moglie Lucia “vero pilastro delle nostre vite”. Mi fanno una gran tenerezza quando li vedo baciarsi sulle labbra, dinanzi a figli e generi esultati che applaudono ai “novelli sposi”, come chiamati da Cristiano.
Mentre mangiamo il dessert, decido di prendere parola. Mi alzo e mi rivolgo a tutti, tentando di mascherare il mio naturale imbarazzo: “Quando sono giunta qui a Vietri un annetto fa non mi sarei mai aspettata tutto questo: una nuova vita, un immensa felicità, nuove conoscenze e una nuova famiglia”, mi rivolgo al mio Cristiano: “e tu, il mio uomo, la persona che piu’ amo al mondo, la persona piu’importante in assoluto. Non c’è stato mai nessuno prima, perché io sono nata per te, per adorarti ogni giorno della mia vita. Ti amo Cristiano”.
Preso alla sprovvista e commosso, si avvicina stringendomi forte tra le sue braccia. La voce rotta dall’emozione: “Ti amo anche io, tanto”.
 
                                                 Il continuo nella seconda parte!
  
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