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Autore: UncreativeItalianGirl    20/02/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una ragazzina senza nome e un fantasma "femmina" di cui non si sa il nome. Esse si incontrano in una villa abbandonata di un paese dal nome sconosciuto...
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte era più buio del solito. La ragazzina non fece a meno di andare nei corridori bui ad esplorare la casa abbandonata,piena di polvere.

 

Si diceva nel paese che quella villa non era stregata,ma maledetta. Non aveva maledizioni particolari addosso. Soltanto che lì dentro ci sarebbe vissuto un fantasma. Non si sapeva che tipo..

 

La ragazzina camminava ingenua di quello che le potesse capitare. Era buio,polveroso,e c'erano scarafaggi,ragni,insetti dappertutto. Con soltanto una candela in mano,la ragazzina non poteva fare a meno che aver paura e tremare. Era autunno,e faceva freddo. Molto freddo. Per l'appunto era il primo ottobre. Un giorno raccapricciante per un paese ... Non si sa in quale nazione,che continente,quale regione,era un paese. Non si sapeva il nome.

Però si sapeva che in quel paese abitavano dei tipi loschi. Si diceva che in quel posto erano tutti molto religiosi: la storia era terrificante. Forse è meglio non nominarla.

 

Tornando a quella povera ragazzina ingenua.

Essa continuava a camminare nel buio,tremando con paura. Non immensa. Solo paura. Ma ce l'aveva comunque. Non si può dire se avesse uno sguardo terrificato sul volto per colpa dell'aspetto dei corridoi della casa: era molto buio,e nemmeno lei sapeva se aveva veramente paura o meno. Quella povera bimba di otto anni di cui non sapeva il nome avrebbe fatto una brutta fine.

 

O forse no?

 

Chi lo sapeva,tutto era possibile nella villa maledetta. Alcuni ragazzi,o ragazze o bambini,magari anche adulti uscivano gravemente feriti,e qualche giorno dopo morivano,alcuni invece tornavano semplicemente mentalmente scioccati,e alcuni erano definitivamente morti,con i loro cadaveri trovati davanti alla parrocchia del paese.

 

Forse quella bambina poteva salvarsi. Ma era sottoposta di nascosto ad una prova. Purtroppo. Tristemente.

Quella era una prova creata dal fantasma della villa. Esattamente,il fantasma della villa. Non si sapeva bene il sesso,se fosse maschio o femmina. Alcuni dicevano,quelli ancora vivi,che era una femmina con un sorriso agghiacciante. Se provavi a togliere i capelli che aveva sopra il volto,gli occhi erano neri. E dopo due secondi sanguinavano. 

Dicevano che il fantasma,oppure LA fantasma era una bambina di 6-7 anni,e cresceva come un normale umano.

Alcuni erano comunque mentalmente scioccati per colpa del fatto degli occhi.

 

Dicevano che la fantasma induceva loro a toglierle i capelli degli occhi,per poi guardarla dritto nelle pupille rosse.

Non era molto bello come spettacolo. Ma questi fatti avvenivano solo nella villa abbandonata di quel paese. Quel paese che non si sapesse in quale regione si trovasse,nemmeno in quale stato di quale continente: era solo un paese cupo,terrificante. Nessuno era felice.

 

Il prete della chiesa di quel paese teneva molto agli abitanti. Erano sempre stati molto religiosi in quel villaggio.

Non c'era un sindaco. O un democratico. Non comandava nessuno. E non c'era anarchia.

C'era solo il prete. Un signore buono,però anche se era buono e riusciva a rassicurare la gente,non riusciva a sorridere.

 

Staccandoci da questo argomento.

 

La ragazzina di cui non si sapeva il nome,ma solo l'età,camminava in questa villa.

Come si descriveva essa,la villa,era cupa,agghiacciante. Ragnatele dappertutto,ragni,polvere,nemmeno quando ci abitava il presunto proprietario della villa,che era stato ucciso per chissà quale motivo,era pulita. Non c'era una governante. Forse era questo il perché. Ma chi lo sa...

 

Si sentì un rumore improvviso. Una porta.

Che si apriva. La bambina si voltò di colpo,tremando con la misera candela in mano.

 

« C.. Chi è là? » disse con voce tremante.

Nessuno rispose. C'era un silenzio.. Terrificante. Era un silenzio di lutto. Come se fosse morto qualcuno..

 

« H-ho chiesto.. Chi è là..? » domandò di nuovo,con voce ancor più tremante. Ma con un tono più deciso.

Si sentiva come se qualcuno respirasse. Un respiro pesante,affannoso,faticato.

E per lo più,l'aria nella casa non era delle migliori. La casa nella sua storia aveva portato nelle sue mura malattie terribili,mortali,disgustose,che inducevano alla morte. Alcune facevano diventare i padroni di essa... Pazzi. Insani. Sanguinari,e questo li induceva al suicidio.

 

« Ragazzina... Interessante » disse una voce flebe e profonda,ma aveva quel di bambina. « Molto interessante. »

Era il fantasma? Probabilmente. Era una bambina? No,impossibile. Aveva un modo di camminare.. Ma nemmeno aveva le gambe. Si sentiva uno struscio per terra. Come di una catena...

 

« C-chi sei tu?! » disse la bimba,con la candela flebile in mano. « Cosa sei? »  intanto,tremava,aveva paura. Non voleva sapere cosa sarebbe successo. Voleva solo andarsene.

Perché mi caccio in questi guai...? pensò la ragazzina. Era sua abitudine essere troppo curiosa. La mattina dopo sapeva che i genitori si sarebbe preocupati per lei; ella rischiava di non poter tornare a casa.

 

« Nome.. Non ho un nome » rispose lentamente e tetramente la voce. « Cosa sono.. Non capisci » disse di nuovo,sempre con quell'aria di 'bambina'. Probabilmente la fantasma non sapeva nemmeno cosa era di sè.

 

« V-voglio solo sapere chi sei e cosa ci fai qui » disse di nuovo con un tono più fermo la bambina. Tremava ancora. Aveva paura,molta paura. Non voleva morire. Non in quel momento. Non quella notte. Non quel giorno.

 

« ... Ragazzina veramente interessante » pensò ad alta voce l'essere. Pensare? Non pensava. Parlava. Ma forse pensava. Chi lo sapeva. Nessuno conosceva quel demone fino in fondo. « ...Come ti chiamare tu? » chiese dopo un altro atroce silenzio. L'essere non sapeva la lingua dei mortali. La conosceva poco.

 

Ma dopotutto era stata un essere umano anche lei.

 

« I..Io non ho intenzione di dirti il mio nome! » rispose bruscamente la bambina. Il fuoco della candela era flebile. Era debole. Aveva paura che esso si spegnesse. E lei,la ragazzina,ha sempre avuto paura del buio.

 

« Dimmi il tuo nome... » disse con calma la fantasma. Però aveva sempre quella voce tetra. Oscillava nel buio.

 

« ... » la bambina taque per qualche secondo. Aveva troppa paura. E se il suo nome fosse finito nei libri,maledetto? Non voleva essere la disgrazia della famiglia. Aveva già fatto un grosso errore ad andare in quella casa stregata,che raccoglieva già molti brutti fatti,il suo precedente padrone,poi.

 

Mister Rodwald. Era stato un tipo molto particolare: era strano. L'unica cosa che si sapeva era che venisse dal paese più tetro di tutto il mondo. Ma non si diceva mai quale: forse perché non lo si sapeva proprio o forse perché era una cosa disgustosa nominarlo. Non si sapeva. Però era così.

Era sempre vestito in modo strano... Sempre. Ma questi suoi gusti particolari non gli toglievano il suo carattere originale: pazzo. Era completamente pazzo. Solo qualche volta,nella sua vita,si è creduto per un secondo se fosse una persona normale dopotutto. Il suo aspetto. Il suo carattere,i suoi gusti.

 

No,non era normale.

Quindi alla fine tutti dissero che Mister Rodwald era un pazzo. In quel paese,poi,dopo che si trasferì nella villa,accaddero omicidi,suicidi,stragi. Allora tutti diedero la colpa a lui. Quando egli morì,si maledì la masione dove abitò,e per secoli nessuno l'ebbe mai più visitata. Solo i più spericolati lo fecero; e fecero un grave errore a farlo. Alcuni erano morti,altri ne uscirono completamente scioccati,per poi diventare pazzi,e alcuni erano gravemente feriti.

 

In fondo di pensava che era solo colpa di quel 'uomo'.

 

« V-va bene. Mi chiamo.. » la ragazzina,dopo aver pensato a tutti questi fatti riuscì ancora ad esitare. « L-luna. » in verità questo non era il suo vero nome. Era il nome dei suoi sogni: il nome che avrebbe sempre voluto. Ma in verità il nome vero non si sapeva e nè si seppe mai. 

 

« ...Brava ragazzina... Amiche buone saremo »

 

Disse l'essere.

 

Dopo aver detto questo, un sorriso agghiacciante si sciolse sulla sua faccia.

   
 
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