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Autore: Ivory    26/09/2006    4 recensioni
La fine si avvicina per Jin Kazama...? Una lotta disperata contro il suo "demone" interiore, una lotta difficile, che lo porterà a ricordare i momenti più importanti della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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PARTE 2:

Passarono alcune settimane. I giorni erano volati, e presto per Jin sarebbe tornato il momento di tornare a scuola.

Heiachi, intanto, aveva passato allegramente il tempo a giocare col suo nuovo amico Kuma. Finchè un giorno, due giorni prima dell'apertura della scuola, non dovette partire per un lungo viaggio d'affari, lasciando il nipote da solo alla villa, portandosi dietro persino il maggiordomo. Feng, che era soltanto un giardiniere, era rimasto…tuttavia non abitava in casa con loro, ma veniva una volta ogni due giorni per occuparsi delle piante del giardino. Jin era completamente solo.

E non gli dispiaceva affatto.

Aveva trovato una lettera in cucina, il giorno della partenza, poggiata su un bel tavolo di legno pregiato:

“ Jin, sai bene che starò via a lungo, non so dirti di preciso quando tornerò, non credo prima di un mese. Per questioni d'immagine, devo far venire insieme a me il nostro maggiordomo Sato, e l'autista Watanabe. Per cui, il tuo primo giorno di scuola dovrai andare a piedi. Ti ammazzo se fai il furbo e non ci vai…e sta attento a non perderti. Ti ammazzerei anche in quel caso!

Per quanto riguarda il cibo, cerca di arrangiarti, i soldi non ti mancano (dovrei averteli lasciati in sala. Non spenderli in cavolate, altrimenti scordati che te li ridarò in futuro!). Per quanto riguarda Kuma, so bene che oltre a dargli da mangiare tu non possa fare altro…dunque, ci penserà la nipote di Feng. Verrà a casa una o due volte a settimana per fare la toletta a Kuma. Non ci sarà bisogno che tu ti preoccupi di rimanere in casa quando verrà, le ho dato una copia delle chiavi (so bene cosa stai pensando idiota, e ti avverto che è una ragazza di cui ci si può fidare ). Per quanto riguarda il resto…fa quel che vuoi, basta che non crei casini, altrimenti ti caccio da casa a suon di calci. Non fare danni! Con questo, è tutto!

Heiachi Mishima”

“Lo sapevo, mi ha fatto il terzo grado!” disse tra sé Jin.

Era contento di stare finalmente solo. Non solo perché non gradiva la sua compagnia più del necessario per gli allenamenti, ma anche perché poteva avere la villa tutta per se. Non era la prima volta che partiva per affari…era abituato. Però di solito non se ne stava via più di una settimana, due al massimo. Adesso invece, poteva godersi ogni angolo di quel luogo, completamente indisturbato.

Come prima cosa, decise di andarsi a fare un bel bagno rilassante…per non pensare più allo stress che gli sarebbe aspettato con l'apertura della dannata scuola.

Si avviò al secondo piano della villa. In fondo al corridoio di destra c'era il bagno: era grande, con una bella vasca da bagno riposta di fronte ad una finestra che affacciava sul giardino, con delle meravigliose tende blu, abbinate con il resto del bagno.

Dopo qualche minuto si ritrovò nella vasca piena d'acqua calda e sapone. C'era il silenzio più assoluto. Anche quando Heiachi era in casa c'era un certo silenzio, non parlavano moltissimo, anche perché lui si trovava sempre nel suo ufficio a sbrigare pratiche di lavoro, quando non doveva allenarlo. Comunque, quello era un silenzio diverso dal solito: era la pace più assoluta…Jin, con la sola compagnia di se stesso. Semplicemente meraviglioso per lui.

Eppure…quella solitudine lo stancò presto.

Le palpebre si chiusero lentamente, mentre il sonno lo avvolgeva…

***

Tanta neve…tantissima neve cadeva, lentamente, fuori dalla finestra.

Un piccolo Jin di circa dieci anni era nella sua vecchia casa, sull'isola di Yakushima. Non faceva altro che guardare la neve cadere. Era uno spettacolo meraviglioso. I fiocchi candidi scendevano dal cielo, splendente di azzurro.

Gli alberi, l'erba, tutto veniva ricoperto da quella morbida e gelida neve bianca. Un bianco così splendente, che sembrava emettere luce.

Ma poi, ecco che improvvisamente una figura apparve tra quel bianco. Una donna, capelli scuri e lisci di media lunghezza, decorati da un nastro bianco, come lo era anche l'elegante kimono che indossava, quasi per mimetizzarsi con la neve circostante. Conosceva quella donna:

<< MAMMA! >>

Non riusciva a crederci. Eppure era lei! Senza porsi troppe domande, andò fuori dalla casa, e corse quanto più velocemente poteva verso di lei. Appena la donna lo vide, ecco che allargò le braccia, per accoglierlo:

<< Jin…da quanto tempo! >> disse, con un meraviglioso sorriso.

<< Mamma! Mamma, non andartene più via! >> disse il bambino, con vocina stridula, immergendosi tra le sue braccia. Le lacrime cominciarono a scorrere dai suoi occhi come fiumi.

La mamma, tenendolo stretto, si accovacciò a terra, e strinse il suo dolce abbraccio sempre di più…così tanto, che finì col non essere più tanto dolce.

<< Non ti lascerò mai più, tesoro… >> disse sussurrando. Aveva uno strano tono di voce.

<< Mamma…? >>

Come Jin alzò lo sguardo per vederle il volto, tutto improvvisamente mutò. Attorno a loro era tutto buio, lo stesso buio che lo aveva accolto quella notte di sette anni prima. Una figura nerissima dalle ali enormi, aveva preso il posto di Jun Kazama. La creatura sembrava essere un'ombra, e Jin non riusciva a distinguere il suo viso, che appariva come una grossa macchia nera. Il suo abbraccio privo di amore era forte, troppo forte per un corpicino come il suo.

<< LASCIAMI! LASCIAMI! >>

<< Non ti lascio… >> disse l'essere oscuro, con voce diabolica << Ho bisogno di te…tu hai bisogno di me… devi essere mio! >>

Le ali nere diventarono ancora più grandi, avvolgendo entrambi. Le sue mani penetrarono nella schiena del piccolo. Era un dolore lancinante, sempre più aggressivo.

Jin non poteva far altro che urlare, e urlare, e ancora urlare, mentre il sangue scorreva lentamente via dal suo corpo.

***

Si risvegliò, ansimando.

L'acqua si era fatta fredda e i polpastrelli delle dita si erano raggrinzite, il che significava che aveva dormito un bel po'.

“Che strano sogno. Ma è stato davvero un sogno?”

Il misterioso tatuaggio sul braccio sinistro bruciava in modo innaturale. Fortunatamente passò in un attimo. Quel sogno, anzi no, quell'incubo lo aveva davvero turbato. Sembrava così reale, soprattutto il dolore degli artigli che si conficcavano sotto la pelle. Quel mostro…quell'essere…cosa voleva da lui? Non ne aveva idea, ma una cosa la sapeva: era lui . Colui che lo aveva in un qualche modo salvato dalla casa in fiamme, quella tragica notte. La creatura che viveva dentro di lui.

Pensarci ancora sopra non sarebbe servito a niente. Inoltre, l'acqua era diventata davvero troppo fredda.

Uscì fuori dalla vasca. L'acqua sulla pelle gli faceva sentire un freddo cane. Si avvicinò lentamente verso il mobile bianco del bagno, cercando di non scivolare con i piedi bagnati. Prima che potesse prendere l'accappatoio, qualcosa attirò la sua attenzione…

La maniglia della porta si stava muovendo. E a casa non doveva esserci nessun altro oltre a lui.

Rimase immobile ad osservare, in quell'istante che sembrava durare un'eternità, col cuore battere all'impazzata. Chi mai poteva essere? Un ladro? Un assassino? O, ancor peggio, la strana creatura del sogno...?

...Ogre?

Chiunque fosse stato, l'avrebbe accolto senza paura. Strinse forte i pugni delle mani, quando la porta si aprì, rivelando…

“...UNA RAGAZZA!”?

Era proprio una ragazza, e anche bassina. Aveva due codini legati ai lati della testa, e fischiettava con noncuranza una strana musichetta. La ragazza non si era accorta subito della presenza di Jin, ma non le ci volle molto per notarlo. La sua faccia diventò rossa come se avesse mangiato qualcosa di terribilmente piccante…

Quando Jin si ricordò di essere completamente nudo, la sua faccia diventò ancor peggio di quella della sconosciuta.

<< AAAAH!!!!!! >> strillarono entrambi.

<< SCUSAMI!!! >> disse poi lei, e corse via dal bagno sbattendo la porta.

Velocemente, Jin prese un asciugamano dall'armadietto del bagno, e, avvolgendoselo intorno alla vita, corse fuori per inseguirla.

<< EHI, TU!!! FERMATI! >> disse, correndo nel corridoio. Era avanti di pochi metri davanti a lui…l'acciuffò per una spalla, ma fu preso alla sprovvista, e lei, spaventata dal gesto, gli diede una fortissima gomitata nello stomaco, facendogli perdere la presa.

Lei corse fin giù alle scale, troppo avvantaggiata rispetto a Jin, che era ancora dolorante allo stomaco. Ripresosi, si affacciò dalle scale, e gridò: << MA CHI DIAVOLO SEI TU!? DA DOVE SEI SBUCATA!? >>

Lei, che ormai aveva raggiunto la porta d'ingresso si voltò per un secondo, senza dargli risposta: i suoi grandi occhi da cerbiatto lo guardavano intimiditi. Jin cercò di arrivare velocemente giù alle scale, ma ormai lei era già uscita fuori dalla villa, e di certo non poteva andare ad inseguirla fuori con un asciugamano intorno alla vita.

<< Assurdo… >> mormorò davanti alla porta chiusa, grattandosi la testa confuso.

continua...

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Salve a tutti. Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento! Ringrazio tutti i recensitori! Approfitto anche per rispondere a Treasterischi (grazie per le recensioni, mi fa piacere che la storia ti piaccia!) sulla questione di Feng:

Lo zio di xiao, parente da me inventato, non è quel Feng Wei che tutti conosciamo in Tekken 5. So che adesso vi chiederete "perchè gli hai messo questo nome"?

Semplice, è un nome che mi sembrava adatto, un nome tipicamente cinese. Dalla sua descrizione si capisce che non è il Feng Wei lottatore di tekken. Oltretutto non lo stimo molto come personaggio del gioco, lo ammetto, per questo gli ho messo tal nome, quasi senza pensarci insomma.

Forse trovate il mio ragionamento contorto (Se non stupido...XD) comunque se volete posso cambiargli il nome.

Grazie per la lettura! Ci si vede al prossimo capitolo!

  
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