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Autore: Ibelieveinmyidols    20/02/2012    3 recensioni
Harry tornerà da Elena? Avrà il coraggio di dirle tutta la verità?
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                     Mi ricordi di tutti quelli che se ne vanno. 

                                                                                
Era già il 20 agosto, un caldo giorno d’estate, ed io avevo passato quasi tutta l’estate rinchiusa in casa, nascosta da tutta la gente falsa che c’è in giro. 
Mia madre era preoccupata di tutto ciò che mi stava succedendo, non capiva il motivo per cui mi ero rinchiusa in casa. Non parlavo quasi mai con mia madre, 
lei cercava di parlare con me, voleva farmi aprire con lei, mi vedeva distrutta ma io non riuscivo a parlare. L’unica ‘persona’ che sapeva cosa mi era successo
era il mio diario. Tutta la rabbia che avevo riuscivo a tirarla fuori grazie ad un piccolo diario che tenevo segreto da molto tempo. Finalmente il 20 agosto 
decisi di uscire fuori, di svagarmi, di provare a recuperare tutto ciò che avevo perso dell’estate. Decisi di andare a mare con le mie amiche e ci incontrammo
al solito posto, in piazza. Misi il costume, presi gli occhiali e mi incamminai per la piazza. 100 metri prima di arrivare a destinazione, sentii una canzone 
familiare provenire da un locale affollato di ragazze urlanti. Guardai dal vetro della porta, appoggiai la faccia al vetro e, subito, mi ritornarono in mente
tutte le cose che, proprio oggi, avevo deciso di dimenticare. Era lì, aveva la camicia che, esattamente 3 mesi fa, indossava quando ..                                                                               
  
Era esattamente il 25 maggio, noi, io e lui, eravamo usciti per stare un po’ insieme. E’ così che fanno le coppie. Quel giorno, lui, era diverso 
nei miei confronti. Non si era mai comportato così con me. Era freddo. Mi portò in un parco e facemmo un piccolo picnik. Arrivati lì, mi prese per
mano e mi fece sedere sul prato. Guardavo i suoi occhi verdi, cercavo di capire cos’aveva ma non riuscivo a capire nulla. Tutto mi sembrava strano. 
La gente che passava mi guardava in modo strano, lui mi guardava in modo strano e la sua mano mi stringeva in uno strano modo. 
Sentivo una forte tensione in quel parco, non riuscivo ad aprire bocca, credevo di rovinare, ancora di più, la situazione. Finalmente, 
dopo aver passato dei minuti orribili, aprì bocca. 
  
‘Sai che ti amo?’ disse con una voce fredda, molto fredda ‘sai che adoro il modo in cui mi guardi? 
Sai che amo il modo in cui guardi la gente? Sai che amo il modo in cui stringi la mia mano? Sai che amo tutto di te?’ concluse.
 Non feci in tempo a parlare e, subito, mi prese e iniziò ad abbracciarmi. Mi abbracciò e sentivo la tensione, la sua tensione. Prese il suo cellulare 
e volle fare una foto con me. Non capivo il motivo di tutto questo. Fece la foto e si fermò a guardarla per circa 5 minuti senza distogliere lo sguardo. 
Di nuovo, la gente che passava aveva uno sguardo strano. Mi diedi da sola un pizzicotto per cercare di svegliarmi da questo incubo ma, nulla, 
non funzionò. Questa era la realtà. Quando tolse lo sguardo da quel piccolo schermo, aprì di nuovo bocca. 
 ‘Elena, sono teso.’ disse stringendo i pugni.
‘Non capisco cosa ti stia succedendo. Riesco a sentire la tua tensione, ti prego spiegami’.
Abbassò la testa e non rispose alla mia domanda. Qualcosa andava storto, stava succedendo qualcosa. Volevo sapere cosa.
‘Ti prego, dimmi cosa ti sta succedendo’. dissi con un’aria arrabbiata.
Alzò lo sguardo, si sistemò i ricci che cadevano sulla sua fronte, prese un respiro, e finalmente, aprì, di nuovo, bocca.
‘Domani io ed i ragazzi partiremo. Domani io sarò a Londra, lontano da te. Volevo passare questo ultimo giorno con te, solamente con te. 
Non ti ho voluto dire niente prima perché non ho avuto il coraggio di avvertirti. Ti prego, siicomprensiva.’
Il mondo mi crollò addosso, quelle parole iniziarono a girarmi in mente facendomi cambiare di umore. Scoppiai in lacrime, avevo ben capito le sue parole.
‘Te ne vai salutandomi da quel luogo che è un luogo senza te. Ti dico ciao ma so che è un addio, c’è molto di te che sento ancora mio.  
 Non avevo altro da aggiungere così iniziai a correre verso casa. Lui mi seguì per tutto il tempo e, nonostante lo avevo scansato molte 
volte, arrivò davanti casa mia. Gli chiusi la porta in faccia e salii in camera mia. Chiusi la porta e chiave e mi catapultai nel letto a piangere. 
Pensai a cosa era successo esattamente un ora fa, non capivo perché avevo avuto quella reazione. Cercai di capire meglio le sue parole, lessi oltre le righe
e, lì, capii tutto. Il messaggio era chiaro e coinciso: non voleva stare più con me.
In continuazione sentivo dei sassolini sbattere nella mia finestra, mi affacciai e, lui, era ancora lì ad aspettarmi, per salutarmi l’ultima volta. Scesi di corsa, 
forse per fargli capire che la distanza non era un problema per me, ma non lo trovai più. Trovai solo una lettera. La lessi subito.
‘Elena,
hai visto il giorno della mia partenza, stare lontani sarà un’esperienza. Non ho mai smesso di amare te, non lo farò mai. Se davvero mi ami, 
capirai il motivo della mia partenza.Buona notte stellina, Harry.’
 Presi la sua lettera e, di nuovo, mi chiusi nella mia piccola stanzetta. Indossai la sua felpa, grazie ad essa pensavo che Harry fosse accanto a me. 
Cercai di auto-convincermi che la distanza, per me, non era un problema. Sapevo che erano solo dei inutili tentavi. Sapevo che, per colpa della band, 
noi due ci saremmo allontanati. Avevamo parlato molto su questo argomento. Ma lui era sempre convinto della nostra relazione. Ebbene sì, durava da ben 2 anni.
Passai la notte in bianco, erano quasi le 4 di mattina quando il cellulare mi suonò. Era lui.
‘Mi manchi, Elena mi manchi.’         
‘Harry mi manchi anche tu, tanto.’
‘Vieni con me a Londra, vieni.’
‘Non posso.’
‘Si che puoi, vieni con me.’
‘Harry, non ho paura della distanza.’TI AMO.’
Chiuse il cellulare e questa fu l’ultima volta che sentii Harry. Non ricevevo più sue notizie. Il suo cellulare dava sempre occupato. 
Lo riuscivo a vedere tramite una stupida televisione o tramite uno stupido computer. Non mi bastava. Volevo rivederlo, toccare 
le sue labbra con le mie, abbracciarlo.Cercai di farmene una ragione, voltai pagina solamente oggi. Proprio oggi che avevo decisi 
di andare avanti, lo trovai in un bar nella mia città. Il suo sguardo incrociava il mio, mi aveva riconosciuta ma, appena vidi che stava
venendo verso di me, scappai dalle mie amiche. Arrivai con il fiatone e le tirai per andare in spiaggia. Lui era lì, dietro di noi. Non
mi girai, feci finta di niente e non dissi niente nemmeno alle mie amiche. Arrivammo in spiaggia presi un po’ di sole e dopo mi 
buttai in acqua. Quando uscii dall’acqua le mie amiche mi guardavano e voltavano verso lo sguardo su un ragazzo che non smetteva
di fissarmi. Si avvicinò a me, tolse i suoi occhiali da sole, si sistemò il suo ciuffo riccioluto e mi disse:
‘Ti ricordi di me, Elena?’ disse con un sorrisino.
‘Mi ricordo di tutti quelli che se ne vanno.’
Mi guardava con uno sguardo confuso. Mi voltai e andai a sedermi sulla mia tovaglia.
La mia migliore amica si avvicinò a me e iniziò a guardarmi con un sguardo molto arrabbiato.
‘Mi spieghi cosa stai facendo?’
‘Cosa vuoi che faccia? Devo perdonarlo e tornare con lui? No.’
‘Non ti rendi conto di quello che stai facendo.’
‘So cosa sto facendo, tranquilla.’
‘Harry è qui, è tornato per vederti. Non puoi lasciarlo proprio oggi.’
‘Si che posso. Non ho avuto sue notizie per ben due mesi, e adesso dovrei perdonarlo? Non puoi chiedermi di fare una cosa del 
genere, no.’
‘Elena, perdonalo. Non è colpa sua.’
‘E di chi allora? Mia?’
‘No, la colpa è mia.’
‘Cosa hai fatto?’
‘Gli ho detto io ad Harry di cambiare numero, io gli ho detto di non farti avere sue notizie, io sapevo tutto. E’ solamente colpa mia.’
‘Non ci credo. Non avresti mai fatto una cosa del genere.’
‘L’ho fatto Elena, l’ho fatto.’
‘Non pensavo che avresti fatto una cosa del genere.’
‘Scusa.’
’Mi spieghi perché hai fatto una cosa del genere?’
‘Gelosia.’
‘Per cosa?’
‘A me è sempre piaciuto Harry ma lui è sempre stato innamorato di te.’
‘Serena, mi hai deluso.’
‘Scusami davvero.’
‘NO. 
 Avere una discussione del genere con la propria amica non è una sensazione piacevole. Mi aveva delusa, del tutto. Ho passato circa
3 mesi rinchiusa in casa per aspettare una sua notizia e, il giorno del suo ritorno, scopro che, per colpa della mia migliore amica, Harry 
non poteva più sentirmi. Mi crollò il mondo addosso, di nuovo. Ero abituata a questa situazione e, anche per questo motivo, decisi si non 
farne caso e di andare avanti. Andai, sola, in un bar. Ordinai un thè alla pesca, il mio preferito, e inizia a berlo. Un ragazzo, 20enne, si 
avvicinò a me e iniziò a parlarmi di lui. Finito il thè mi alzai per andare a pagare ma, purtroppo, lui aveva già pagato tutto. Mi chiese di 
uscire ed io accettai. Non avevo mai visto quel ragazzo. Decisi di uscire con lui solo per andare avanti e dimenticare il passato. Mi portò 
in una discoteca con molte persone famose, non mi fece neanche cambiare, e iniziò a darmi alcolici. In circa 30 minuti non riuscivo a capire
 più niente. L’unica cosa che capivo era che bevevo in continuazione bicchieri di vodka. Mi portò in bagno e,lì, iniziò a toccarmi. 
Slacciò il mio costume per, poi, buttarlo nel pavimento. Stava per iniziare a fare ciò che voleva fare quando un ragazzo ricciolino gli tirò un 
pugno in faccia. Osvaldo,il ragazzo con cui ero uscita, iniziò a gridarmi delle parole ma l’unica discussione che realmente riuscii a capire fu :
O: ‘E’ solamente una puttana.’
X:’Tua madre lo è, Elena è una ragazza dolce e molto ingenua.’
O:’E’ una puttana, basta.’
X:’Tu l’hai fatta bere. Con quale coraggio dici che è una puttana?’
O:’Perché lo è, nemmeno la conosci.’
X:’Lei è la mia ragazza.’
O:’Compare scusa, non volevo farlo.’
X:’Vattene prima che ti tiro un altro pugno in faccia.’
Osvaldo, di corsa, scappò via. Io rimasi a terra a guardare la scena. Vedevo tutto sfogato, il mio corpo aveva dei lividi neri. 
Non sapevo di preciso cosa mi aveva fatto quell’uomo. Il ragazzo ricciolino si avvicinò a me, delicatamente, mi vestì e iniziò a 
parlarmi.
H:’Elena, sono Harry.’
E:’Harry, portami via ti prego.’
H:’Non puoi tornare a casa in queste condizioni.’
E:’Posso dormire da te?’
H:’Certo che puoi.’
E:’Ti amo.’
H:’Ti amo anche io.’
Mi portò a casa sua insieme ad altri 4 ragazzi che mi fissavano e ripetevano il mio nome per cercare la mia attenzione. 
Non mi ricordavo di nessuno di loro. Arrivati a casa, mi prese in braccio e mi portò in camera sua. Mi diede una sua felpa, 
la indossai e mi ritornarono in mente degli episodi passato insieme a lui.
E:’Sta per piovere, andiamo.’
H:’Corriamo dai.’
Mi prese per mano e iniziammo a correre per tutta la città, arrivammo a casa tutti bagnati. A casa sua era sempre la benvenuta, 
i ragazzi mi adoravano, mi sentivo a casa insieme a loro. Entrai per prima nella doccia e lasciai fare ad Harry la doccia per secondo. 
Quando uscii mi fece trovare una felpa, una sua felpa, nel bagno per indossarla. 
E:’Adoro questa felpa.’
H:’Da oggi in poi, quando la indosserò, penserò a te.’
Quella felpa era familiare, era la felpa che mi fece indossare il giorno in cui tornammo a casa tutti bagnati. Accennai un sorriso e lo
guardai negli occhi. Lui fece lo stesso con me. Passai circa un ora a guardarlo, lui mi guardava sbalordito e, ogni tanto, si avvicinava
a me per darmi un semplice bacio nel collo. Io non mi muovevo, tutto questo mi piaceva e mi faceva stare bene, molto bene. 
Mi alzai di scatto e andai in bagno a vomitare, fortunatamente non vomitai nella sua stanza. Mi portò sul letto e, lì, mi addormentai.
Appena mi svegliai, lui mi chiamò e volle parlare con me.
H:’Elena, mi manchi.’
E:’Cosa ci faccio a casa tua?’
H:’Ieri ti sei ubriacata. Un ragazzo si è approfittato di te e ti ha anche. . .’
E:’ Mi ha anche?’
H:’Alza la maglia, guarda il tuo corpo.’
E:’O mio dio, Harry.’
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Avevo bisogno di affetto e lui era la persone più indicata.
H:’Mi dispiace.’
E:’Ho paura.’
H:’Tranquilla, adesso sei con me.’
E:’Harry?’
H:’Si?’
E:’Noi stiamo ancora insieme?’
H:’Sai cos’è successo in realtà?’
E:’Si, ieri ho litigato con Serena per questo motivo.’
H:’Scusami davvero, lei mi ha costretto. Io volevo rimanere con te ma lei mi ha minacciato.’
E:’Posso sapere in dettagli?’
H:’Suo padre sponsorizza il nostro gruppo, One Directioner, e lei mi aveva detto che se sarei rimasto con te lei avrebbe detto a
suo padre di non sponsorizzarci più, anzi di togliere me come membro della band.’
E:’Quella ragazza ha seri problemi.’
H:’Scusami, davvero.’
E:’Tranquillo, non pensarci più.’
H:’Andiamo a fare un giro?’
E:’Certo, dove mi porti?’
H:’Andiamo a fare un picnick al parco?’
E:’No, preferisco il ristorante. 
  
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