Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: HelixDeath    21/02/2012    3 recensioni
Denise parte per andare a vivere in California. E' sola,senza nessuno e in questo caso si dimostrerà un pò approfittatrice con un ragazzo che invece viene incuriosito da lei,nel vederla spaesata e in difficoltà.Brian si trova di fronte un muro di diffidenza,ma nello stesso tempo Denise sa come lasciarsi andare mantenendo sempre le sue,sfidando il ragazzo ad abbattere questo muro tanto forte quanto debole.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ma-le-de-tta cal-da-ia di merda!
Dopo vari pugni e varie imprecazioni,la caldaia non si era ancora decisa a funzionare.
Mamma che buongiorno!

Erano le 10 del mattino e Denise aveva un colloquio per ora di pranzo dall’altra parte della città e non aveva la più pallida idea di dove dovesse recarsi.

L’unica cosa che posso fare è chiamare Kevin.
Primo squillo..secondo..terzo..ecco segreteria,lo sapevo. Merda!

Al sol pensiero di una doccia con acqua gelida,la pelle di Denise era diventata come la buccia degli agrumi e non osava pensare cosa sarebbe successo una volta sotto il getto d’acqua.
Getto che si affrettò a colpirle il viso e poi il corpo facendole scappare un urlo.
Uno di quelle urla che si sentono nei film horror quando l’assassino alza il braccio con il quale impugna il coltello da macellaio per poi conficcarlo con quanta più forza possibile sul corpo della povera vittima.

-Denise-

Intanto qualcuno batteva i pugni contro la porta intervallato al campanello.
Ma chi è ora?Cioè,voglio dire..proprio ora che avevo trovato il coraggio di infilarmi sotto il getto d’acqua ghiacciata e sono insaponata. Non è affatto possibile..cazzo!Questa giornata non poteva iniziare peggio.

-Denise!-
-Un attimo!-

Dopo aver scansato uno di quegli scivoloni esagerati che,se fosse davvero scivolata,avrebbe dovuto prendersela solo ed esclusivamente con se stessa dato grondava schiuma, arrivò alla parta,la quale venne aperta con forza e non curanza.

-Dico..no,ma dico..sei impazzito?-
-No!ma magari quella impazzita sei tu!-
-Non busso come un’ossessa a casa della gente!-
-Beh,lo faresti se tu sentissi imprecare e poi urlare la tua nuova vicina di casa!-
-Eh?-
-Si,abito in quella villa-

Brian indicò casa sua non molto lontano dalla casa di Denise che era all’oscuro dell’abitazione del ragazzo.

-Caspita..non lo sapevo scusa-
-Già scusa..sei fortunata che non ci sono i signori McKeen qui di fianco,altrimenti altro che me,avresti aperto ai poliziotti!Ma si può sapere perché urlavi?-
-La caldaia non funziona ed io mi son dovuta lavare con l’acqua ghiacciata-
-Chiamare un tecnico no?-
-Ti pare che io possa sapere di queste cose?-
-Uff Denise dopo ti ci faccio un post-it,ora fammi vedere la caldaia,vediamo se riesco ad aggiustarla-
-Si vabbè..ok vieni-

Brian dovette fare molta attenzione a non scivolare sulle enormi chiazze di schiuma e acqua che Denise lasciava sul pavimento.

-Hey,ma lo hai come vizio quello di allagare casa camminando scalza appena uscita dalla doccia?-

Uno sguardo stizzato accentuato dal sopracciglio inarcato della ragazza,colpì in pieno viso Brian che però,sa reggere di questi sguardi.

-Forse sei tu che hai come vizio quello di rompermi le palle ogni volta che entro nella doccia-
-Ragazzina..questa è la seconda volta che vengo da te-
-Due su due..che genio che sei Haner..e non chiamarmi ragazzina..comunque la caldaia è qui-
-Grazie ragazzina..-

Con una mano Brian le scompigliò i capelli e le sorrise facendola spostare per dare un’occhiata alla caldaia.
Denise stava avendo l’impressione che Brian la trattasse come una bambina e quel gesto le aveva dato lo stimolo per pensare ciò e la cosa non le piaceva affatto.

-Sai..non so in Italia come funzionano le caldaie,ma qui basta semplicemente premere questo pulsante per avviarle-
-In Italia le caldaie non sono autodidatte e si spengono da sole-
-Esiste un timer altrimenti quello che guadagni lo spendi per l’acqua e riscaldamento!-
-Oddio..ma che ora è?-
-E’ quasi mezzo giorno ma perché?cos’hai da fare?-
-Cazzo!Ho un colloquio alle 14 e non so nemmeno come arrivarci perché non so come ci si arriva e non so con che mezzo arrivarci!-
-Ok..dimmi dove devi andare e ti ci accompagno-
-Ma cosa sei?un tassista?No grazie,se mi dici solo come arrivare a Fountan valley..Brookhurts street se non erro..a “La V cuisin”-
-Uhm..faccio una telefonata poi ti faccio sapere,intanto vestiti che poi mi spieghi cosa devi fare in un ristorante-
-Hey..ma che vuoi?tutte queste domande..cosa ti importa?-

Denise farfugliava queste domande a Brian dalla sua camera da letto,non curante del fatto che Brian era uscito sul terrazzo a fare la sua telefonata.

-Sempre a chiedere,manco fossi mia madre..Brian..oh..bah,vabbè-

Aveva indossato un tailleur nero.
La gonna le aderiva perfettamente le gambe dando quegli accenti giusti ai posti giusti,la giacca avvitata sembrava abbracciarle morbida la vita,le calze chiare e i tacchi vertiginosi slanciavano la sua figura.
Gli occhiali dalla sottile montatura nera e i capelli raccolti le davano un’aria da una con la puzza sotto al naso,di una ragazzina piena di se che se ne frega altamente del mondo e di chi le sta attorno. Lei al centro dell’universo e tutto che si muove in sua funzione.
Sembrava camminasse un metro da terra con la sua aria fiera e decisa di chi sa cosa vuole dalla vita e sa di sicuro come ottenerlo,se non in un modo,ce ne sarà sicuramente un altro e un altro ancora fino al raggiungimento del suo obiettivo.
Quella ragazza che una settimana prima era arrivata in questa nuova città,smarrita e impacciata,dal vestiario sicuro e dallo sguardo che invece diceva l’esatto contrario,ora sembra aver trovato una certa coerenza tra l’abito e se stessa.
“Professionalità,ci vuole professionalità” continuava a ripetersi guardandosi allo specchio storcendo il muso ogni qualvolta riuscisse a trovare anche un minimo difetto su di lei.
Sia esso il trucco,gli occhiali,il vestito o anche semplicemente lo sguardo o l’atteggiamento.
Andiamo Denise,cerca di assumere un’aria seria e professionale..stai andando a fare un colloquio per un posto in banca,no da segretaria per un porno.
Eh no..signori mi spiace,ma avete capito proprio male.
Denise non sta andando a fare un colloquio per essere una semplice impiegata in una semplice banca americana. No. Denise stava andando a fare il colloquio alla Bank of America come contabile e consulente.
Colloquio che non sa nemmeno lei com’era riuscita a fissare.

-Denise allora ho chiamato Zacky e..wow-
-Cosa c’è?Non vado bene?-
-No..cioè..si..ma scusa,se devi andare in quel ristorante,perché così acchittata?Insomma,non devi fare la cameriera?-

Forse Brian,dopo lo sguardo assassino che gli ha rivolto la ragazza in tailleur,ha pensato che quella era l’unica frase che forse non avrebbe dovuto pronunciare.

-Brian..nella scatola cranica cos’hai al posto del cervello?il rumore del vuoto?-
-Scusa,ma..-
-Scusa niente..se volevo fare la cameriera rimanevo in Italia,no?-
-E allora cosa vai a fare così vestita in un ristorante?-
-Un colloquio di lavoro per la Bank of America-
-Cazzo!come..-
-Se vuoi chiedermi come abbia fatto,non lo so,so solo che ho avuto culo-
Fece dandosi un leggero schiaffo sul sedere mentre si voltava e sorrideva al ragazzo che stupito,rimaneva sulla porta immobile.
-Beh?allora..mi dici se vado bene?-

Fece un giro su stessa,lei che non era abituata a stare al centro dell’attenzione,lei che aveva vergogna anche di indossare un vestito per non sentirsi dire che aveva cambiato look,lei che ora era più insicura di quando è arrivata,aveva buttato all’aria tutto quell’auto convincimento che aveva fatto avanti allo specchio,scoprendo che forse aveva convinto più lo specchio che se stessa con tutto quel discorso sulla professionalità e la serietà e bla bla bla..
Il viso basso e lo sguardo insicuro,cozzavano con tutto il resto,Brian se ne accorse e sorrise prendendola per mano,farle fare un altro giro su se stessa per poi tornare serio.

-Si..sembri molto autoritaria,stai più che bene..ma sai camminare su quelle scarpe così alte?-
-Certo,non è che vado sempre in giro con stivali bassi o scarpette,anche se in quel modo mi sento molto più a mio agio-
-Non lo avrei mai detto..beh dai,ora andiamo,ci vediamo con Zacky e ti porto con lui a questo tuo appuntamento così,mentre tu fai il tuo colloquio,noi pranziamo lì-
-Cosa?stai scherzando?Zacky..piano piano vi conoscerò tutti?-
-Tutti chi?-
-Voi..-
-E chi saremmo?-
-Brian..-
-No,dico sul serio..cosa ti sei messa in testa?-
-Io nulla..stai facendo tutto tu..tant’è vero che TU hai chiamato Zacky,TU hai deciso di accompagnarmi e TU hai deciso anche di aspettarmi e mangiare lì-
-Beh..sei nuova,voglio farti un piacere perché sei piccola e sei nuova,non ho detto che voglio presentarti agli avenged-
-Chi ha parlato del gruppo?-
-Tu-
-Oh no..io non ho dettogli avenged..ho solo detto voi-
-Cazzo..comunque sia,ora accontentati di conoscere Zacky-
-Di la verità,mi presenti lui altrimenti se mi avessi presentato Matt lo avrebbe poi magari scoperto la moglie che lo avrebbe detto alla tua di moglie e poi chissà che succedeva..magari avresti dovuto mandare la mia salma in Italia-
-Denise..sei peggio di quanto pensassi-
-Me lo dicono in molti..ora andiamo?-
-No dobbiamo aspettare Zacky-
-Uff..è l’una..quanto ci vuole per arrivare lì?-
-Rilassati,ci vuole un quarto d’ora-

Brian si lasciò cadere sul divano portando le sue braccia sullo schienale e guardava Denise camminare avanti e indietro per la stanza con un braccio sotto il petto e con l’altra mano si tormentava il labbro inferiore.
Passarono così una decina di minuti..lui a fissare lei che camminava per la casa in ansia per il suo colloquio.
Ad un tratto lei si fermò e si diresse in cucina.
Prese due bicchierini e la bottiglia di whiskey dallo stipetto,ritornò in salone e porse un bicchierino a Brian,lo riempì sotto gli occhi del ragazzo che ora la guardavano stranito.

-Beh?non lo vuoi?-
-Si,lo voglio,ma tu..non credevo..-
-Oh quanti pregiudizi Haner..almeno così mi calmo..per un po’-
-Non vorrai arrivare al colloquio ubriaca?-
-Pensi che non regga un bicchierino di whiskey?-
-Non ho detto questo..-
-No,ma forse lo hai pensato-

All’improvviso sentirono bussare il clacson di un’auto..era arrivato anche Zacky a quanto pare.

-E’ Zacky..-
-Fallo entrare,ce n’è uno anche per lui,poi andiamo-
-Uno per lui e un altro per noi?-
-Esatto..-

Brian si diresse alla porta,si affacciò e invitò l’amico ad entrare.
I capelli neri tirati all’indietro,gli occhiali da vista simili a quelli di Denise e il passo insicuro proprio come il suo,era ciò che differenziava i due chitarristi. Uno fin troppo sicuro di se,l’altro non era poi tanto sicuro,forse era più curiosità che insicurezza quello che lo faceva tentennare.

-Haner..se lo sa Michelle sai che mi ammazza?-
-Andiamo Zacky..non ti ricorda i vecchi tempi?-
-No..quelli li ho dimenticati da quando mi sono sposato..-
-Quanto sei pesante..dai entra-

Quando Zacky entrò,vide una figura femminile quasi inginocchiata al tavolino intenta a restare in equilibrio su quei tacchi così alti mentre riempiva tre bicchierini di un liquido scuro.
Si schiarì un po’ la voce con due colpetti di tosse,più che altro,li fece per attirare l’attenzione su di lui,imbarazzato dal fatto che la ragazza aveva invece catturato la sua di attenzione.
Denise si voltò,gli sorrise e si alzò abbassando la gonna che era diventata nel frattempo una mini,troppo mini.
Gli andò incontro e gli porse la mano.

-Piacere,io sono Denise,la nuova vicina di casa di Brian,prendi questo è per te-

Gli porse il bicchierino,lui annusò e dopo aver riconosciuto l’odore lo butto giù d’un fiato.

-Piacere,sono Zacky,grazie per lo shot-
-Di niente!-
-Beh..ma non dovevi fare un colloquio per..-

Venne bloccato immediatamente da Brian che iniziò a prenderlo a gomitate nel fianco.

-haner sei impazzito?-
-No..sta zitto,dopo ti spiego-
-*Ahahah* no Zacky,non sono venuta dall’altra parte dell’oceano per fare la cameriera,ma ho un colloquio per la Bank of America-
-Ah..ecco perché a Fountan Valley!Beh,complimenti e auguri..ora però è meglio andare altrimenti farai tardi-
-Esatto-

Uscirono e Denise si chiuse la porta alle spalle,chiuse gli occhi e rivolse una preghiera a qualcuno,sperando che facesse sì che tutto andasse per il meglio.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: HelixDeath