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Autore: bulma_89    21/02/2012    9 recensioni
Ben trovati, questa fan fiction è il proseguimento di "Adesso sei mia".
"Sulla strada che portava a Mystic Falls Caroline pensava.
Teneva lo sguardo ben puntato fuori dal finestrino, quando non era impegnata a fissare l’ibrido che guidava l’automobile che li stava conducendo a casa o l’ibrido che le sedeva al fianco...Con la coda dell’occhio guardò l’autista dell’auto, era giovane, obbediente ed asservito. Ed era uno dei fedelissimi del suo compagno, il millenario re dei vampiri e dei licantropi Klaus. "
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Adesso sei mia'
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― 6. Affamata ―

 

Quando Caroline mise piede a scuola si trovò subito di fronte Elena.

Aveva le braccia incrociate al petto e la sua solita espressione grave.

― Dove sei sparita ieri sera? ―.

La giovane vampira si abbassò gli occhiali da sole che celavano le sue incredibili occhiaie.

Era impossibile che un vampiro avesse le occhiaie ma lei era forse l’eccezione.

― Ho visto Klaus e sono dovuta andare via ―.

Elena sospirò; ― Rovina sempre tutto lui ―. Fissò poi Caroline con maggior interesse.

― Sembri molto stanca, Care ―.

Caroline annuì con la testa; ― Lo sono. Evidentemente non devo più bere alcolici ―. Si passò poi una mano sulla nuca, aveva iniziato a farle male anche il collo.

― E’ normale per i vampiri stare così male? ―, riprese Elena.

Caroline alzò le spalle; ― Devi dirmelo tu, sei più esperta di me per quanto riguarda i vampiri ―.

Detto questo la vampira bionda si allontanò.

 

Aveva fame, si sarebbe mangiata qualsiasi cosa le fosse capitato a tiro. Si fermò davanti alle macchinette della scuola e osservò le “schifezze” che c’erano.

Acquistò poi due barrette di cioccolata, una brioche, un succo di frutta, un panino sottovuoto.

Si sedette e dopo circa cinque minuti era già spartito tutto nel suo stomaco.

Aveva ancora fame. Ovviamente quel cibo poteva solo darle l’impressione di saziarsi ma in quel momento non riuscì a fare neanche questo.

Caroline vide una ragazza entrare nel bagno delle alunne e senza pensarci oltre la seguì. Si chiuse la porta dietro le spalle e la studentessa che era appena entrata si voltò. Era più piccola di Caroline di qualche anno. Quando la vide le sorrise timidamente.

“ Non ha paura di me”, pensò Caroline, “Ovvio che no, non sa che io sono un vampiro. Inoltre non le farei mai del male”, si disse. Allora perché l’aveva seguita? Caroline si appoggiò al lavandino; non era da lei comportarsi così. Osservò ancora la ragazza che si stava lavando le mani.

Aveva i capelli sollevati con un nastro e il collo scoperto.

Caroline si accorse di guardarla con insistenza.

“ Ho fame!”, pensò disperatamente.

Con un scatto fulmineo si avventò al collo della ragazza senza darle il tempo di reagire. Succhiò il sangue giovane con foga mentre la sua preda gemeva, terrorizzata.

Poi il battito della ragazza iniziò a farsi più lieve, Caroline se ne accorse e come risvegliandosi da un incubo lasciò la ragazza. Era svenuta, ed era bianca come un lenzuolo.

― Oh mio Dio! Ma cosa ho fatto? ―, esclamò la vampira inorridita da sé stessa.

Cercò di scuotere la ragazza ma le aveva tolto troppo sangue; Caroline si lacerò il braccio e fece scorrere un po’ del suo sangue nella gola della ragazza. Poi aprì l’acqua dal rubinetto e con le mani ne gettò un po’ sul volto della giovane. Si risvegliò e Caroline sorrise; “ E’ ancora viva! Il mio sangue ha accelerato il processo di guarigione”.

La ragazzina le riservò però un occhiata talmente disperata a spaventata che Caroline si sentì morire. Le afferrò il viso tra le mani e la guardò negli occhi.

― Dimentica quello che è successo. Sei semplicemente svenuta il bagno ―, disse Caroline ammaliandola. Poi si gettò dell’acqua sul viso per togliere le tracce di sangue e uscì dal bagno.

 

Quello che aveva appena fatto la ripugnava. Certo non era una di quei vampiri che vivevano solo di sangue animale ma non era un’assassina.

Come era potuto accadere?

La fame.

Una fame fortissima che la stava dilaniando anche se aveva mangiato. La sentiva in ogni fibra del suo corpo, dai capelli ai piedi. E poi le bruciava la gola e i denti le dolevano.

Questo era quello che succedeva ad un vampiro quando smetteva di bere sangue?

Eppure lei l’aveva bevuto ma era stato quasi veleno.

Si trascinò sotto la doccia ed appoggiandosi al box infilò le dita tra i suoi capelli biondi. Quando le estrasse notò che le erano rimasti tra le dita alcuni fili dorati.

Tutto questa era normalissimo, per un umana.

“ Non ho mai perso i capelli da quando sono diventata vampira”, pensò Caroline.

Con sgomento ciò che le era sembrata una supposizione stava diventando sempre più reale.

Era possibile che non riuscisse più a sopravvivere senza il sangue di Klaus?

Se fosse veramente stato così, la sua fine era vicina.

Durante tutta la settimana Caroline tentò più volte di nutrirsi arrivando al punto di esaurire completamente tutta la sua scorta. Ma questo non servì certo a farla stare meglio; la maggior parte del sangue che aveva bevuto era infatti era stato espulso dal suo corpo il minuto dopo.

Caroline era incredula ed impaurita, avrebbe tanto desiderato parlare con qualcuno ma non riuscì.

Il venerdì non riuscì quasi ad alzarsi dal letto e saltò la scuola.

Sua madre era stata molto impegnata negli ultimi giorni a causa delle misteriose morte inspiegabili a Mystic Falls per cui non aveva avuto tempo di pensare a lei. Quel giorno,però, vedendo che Caroline saltava la scuola, Liz Forbes si preoccupò.

Aprì piano la porta della stanza di sua figlia.

― Caroline… stai bene? ―, chiese.

La giovane vampira era stesa a bocconi sul letto, le ante delle finestre chiuse nonostante fosse giorno.

Le rispose con un grugnito. Liz si avvicinò e scostò i capelli dal viso della figlia. Il volto di Caroline era grigiastro e non aveva niente del suo solito colorito sano.

― Mio Dio Care… Che hai? ―, riprese lo sceriffo con il cuore che iniziava a pulsarle forte nelle vene.

Stupidamente pensò di chiederle se aveva l’influenza, poi si ricordò che sua figlia non era più umana.

― Ti sei… nutrita cara? ―, chiese.

Caroline aprì gli occhi a fatica.

― Non ce la faccio più ―, rispose.

― A far cosa tesoro? ―. Liz sapeva che la figlia aveva chiuso con Klaus e ne era stata contenta. Ma ora non voleva certo che dal dolore Caroline smettesse di mangiare.

― Non riesco più a bere sangue umano ―, rispose la ragazza con voce rotta.

Liz osservò con cura la figlia e si chiese come aveva fatto a non accorgersi del suo cambiamento. I suoi bei capelli dorati avevano un colorito opaco, gli occhi luminosi erano adesso velati e pesanti.

―Ma non è possibile Caroline… Devi farlo per sopravvivere… ―, rispose Liz. Per lei era difficile parlare di queste cose, era stato uno sforzo accettare che sua figlia fosse diventata un essere diverso da ciò che era sempre stata, ma adesso per far si che stesse bene le avrebbe donato il suo stesso sangue.

Gli occhi di Caroline si riempirono di lacrime; ― Lo so mamma, il fatto è che io voglio mangiare, ho fame, ma non ci riesco, il mio corpo lo rigetta ―.

― Sei malata… Cosa si fa in questi casi? Forse dovresti chiamare un vampiro più esperto di te, Damon per esempio, lui ti aiuterà, forse sa di cosa si tratta… ―.

Caroline scosse la testa. ― Damon non puoi aiutarmi. So già qual è il mio problema ―.

― Allora dimmelo Care! ―.

― C’è solo un sangue che il mio corpo desidera ma non può averlo ―.

Lentamente Liz iniziò a comprendere.

― Chiama Klaus, sono sicura che ti aiuterà. L’ha già fatto una volta ―.

Caroline si appoggiò con il busto alla spalliera del letto. ― Non sei stata tu la prima a credere che il suo non fosse vero amore? Beh è proprio così, quindi non vedo perché dovrebbe aiutarmi ―.

Liz scosse la testa e accarezzò il viso della figlia; ― Care… ―.

In quel momento il cellulare di Caroline suonò.

La vampira allungò il braccio e prese il telefono dal comodino per vedere chi la stesse chiamando.

― Stefan? ―, esclamò, ― Cosa vorrà da me ―.

Rispose. ― Stefan ciao, che succede? ―.

Klaus ha preso Matt. Mi ha detto di incontrarci tra mezz’ora nel bosco di Mystic Falls, vicino al cimitero e di portargli le bare con la sua famiglia. Non ho intenzione di dargliele Caroline. Ho bisogno del tuo aiuto o Matt morirà ―.

Ma io come posso aiutarti Stefan? ―, rispose Caroline disperata.

Vieni all’appuntamento, convinci Klaus a lasciare andare Matt ―.

― Non mi ascolterà, Stefan ―.

Care dobbiamo provarci o Matt morirà. Non ho intenzione di dargli la sua famiglia ―.

Detto questo Stefan chiuse la conversazione.

― Che succede Caroline? ―, chiese Liz concitata.

La ragazza scostò le coperte dal letto ed a fatica si alzò.

― Devo andare mamma ―.

― Ma stai male! Non puoi andartene ―.

Caroline si infilò un paio di jeans e una felpa. Poi si voltò verso sua madre.

― Matt sta per rimetterci la pelle, devo fare qualcosa ―.

Liz non poté fare altro che guardala mentre Caroline usciva dalla stanza.

 

 

Mentre guidava Caroline si sentiva vittima di una pesante influenza. Ripensò a quando in quarta elementare era rimasta a casa da scuola per due settimane a causa dell’influenza. Sua madre l’aveva mandata avanti a brodo di carne e antibiotico. Un sorriso stanco affiorò sul suo viso, sarebbe stato bello se si fosse trattato soltanto di quello.

Invece c’era in ballo molto di più, l’amore che uccideva.

Ed oltre a lei sarebbe morto anche Matt che era la persona più leale e genuina che Caroline conoscesse. Era convinta che il suo intervento non sarebbe servito a far rinsavire Klaus ma di certo non sarebbe rimasta con le mani in mano. Si inoltrò verso il cimitero di Mystic Falls, “ Certo che ne hai di fantasia Klaus”, pensò Caroline con una punta di rammarico.

Arrivata nei pressi parcheggiò la sua auto tra due grossi abeti.

Scese e si avvicinò lentamente. Poi li vide.

C’era Matt con il viso stranito di chi è stato ammaliato e un pugnale tra le mani. Terrore e rabbia presero vita in Caroline mentre scorgeva Klaus, immobile e con lo sguardo fisso di fronte a sé.

Stefan stava arrivando con passo sicuro e Caroline avrebbe volentieri preso a botte anche lui. Era per colpa sua e della sua fame di vendetta se ora Matt era in pericolo.

Avanzò furiosa, uscendo allo scoperto.

― Maledizione, ma perché voi uomini non sapete fare altro che farvi la guerra? Siate patetici ―. Incrociò le braccia al petto e fissò Klaus e Stefan con intensità.

Quando l’ibrido la vide il suo viso si riempì di sorpresa. Poi il suo sguardo si spostò su Stefan.

― Che diavolo ci fa lei qui? Ti avevo esplicitamente chiesto di venire solo con la mia famiglia. Non stavo scherzando prima. Tra esattamente tre minuti Matt si ucciderà e dopo di lui ne verranno altri, fino a che non mi darai ciò che mi appartiene ―.

Stefan abbassò il viso e rise. ― Caroline serve ad assicurarmi che tu non faccia sciocchezze ―.

Prendendola alla sprovvista, Stefan afferrò la giovane vampira alle spalle impendendole di muoversi.

Caroline gridò, per la sorpresa e lo sgomento di vedere un paletto di legno in mano a Stefan e puntato contro il suo cuore. Se non fosse stata così incredibilmente debole avrebbe provato a difendersi ma in quel momento era solo delusa. Sembrava che tutti non vedessero l’ora di farle del male.

― Come la mettiamo adesso ? ―, riprese Stefan fissando Klaus. ― Lascia andare Matt o la tua adorata Caroline finirà qua i suoi giorni immortali―. Negli occhi dell’ibrido passò rabbia e incredulità nello stesso istante. Caroline lo guardò e sembrò di scorgere nel suo viso l’ombra del pianto.

― Cosa ti fa credere che questo possa fermarmi ? ―, rispose Klaus con voce roca.

― L’amore che provi per lei, ovvio. Ah, giusto per essere chiari, manca meno di un minuto ―.

L’ibrido si volse verso Matt e guardandolo negli occhi disse: ― Matt sei libero, corri via e dimentica ―.

Il ragazzo scosse la testa, e sembrò risvegliarsi da un sogno, poi se ne andò velocemente.

― E adesso lasciala immediatamente! ―, sbraitò Klaus.

Stefan sorrise; ― Tu riprovaci un'altra volta a minacciarmi e non la rivedrai più ―. Detto questo Stefan lasciò andare Caroline e si dileguò, sparendo in pochi istanti.

Caroline cadde a terra, sconvolta ed esausta.

Klaus le si avvicinò e si inginocchiò al suo fianco. Lei lo guardò con occhi rigati dalle lacrime.

Poi sospirando disse: ― Non ce la faccio più Klaus ―.

Dopodiché il buio.

 

   
 
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