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Autore: Carla Volturi    21/02/2012    4 recensioni
SEGUITO DI "LA STAGIONE DEL CUORE" / Sei mesi dopo: ancora Bianca, pittrice ventiquattrenne e Cristiano, comandante della Marina trentaseienne. Un segreto condiziona il loro amore, sapranno superare i problemi della vita? Sapranno amarsi ancora?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Buongiorno e buon Carnevale a tutti!
Posto il penultimo capitolo della mia storia, spero tanto che vi piaccia e colgo l'occasione per ringraziare TUTTE LE MIE FANTASTICHE E CARE LETTRICI, che commentano ogni mia singola pubblicazione....VI ADORO! A proposito ecco svelato il personaggio femminile misterioso tanto atteso: non so se ricordate il toto- nome femminile. Un paio di giorni fa ho fatto un estrazione a caso ed è venuto fuori Elena, gentilmente consigliato dall'amica Dilpa93!
Un bacio,
Carla.

CAPITOLO 24(SECONDA PARTE)- IL MIO VERO AZZURRO, LA MIA VERA VITA!


La festa di Adriano è terminata da un pezzo. Intanto io e Cristiano siamo ancora stretti in lungo abbraccio, dopo la mia dichiarazione d’amore. Non ci sono parole tra noi, solo silenzio, che in questo istante è piu’ significativo di quanto si possa pensare. Sento il suo cuore battere, forte cosi come il mio. Entrambi emozionati, entrambi innamorati.
Dinanzi a tutti Cristiano mi prende in braccio ed esclama: “Signori buonanotte. È stato un piacere, ma ora ci ritiriamo nella nostra umile dimora”.
Carlo punta l’indice contro il figlio: “Cosi si fa. Uomo di conseguenza”. Tutti sprofondano in una fragorosa risata, mentre noi ci allontaniamo, ponendo fine ad una serata magnifica e piena d’allegria.
Dopo aver sceso le scale, camminiamo per strada, o meglio cammina lui visto che continuo a stargli addosso. Lo faccio fermare: “E il motorino?”.
Chi se ne frega! Lo prendiamo domani amore”, mi risponde, mentre si dirige verso casa.
La luna è di una bellezza unica. Cielo spoglio di nuvole e stranamente di stelle, sono cosi poche che posso contarle. Delle ragazze sedute ai tavolini del bar, tuttora aperto, ci guardano incantate. La cosa mi disturba leggermente, dunque tengo stretto a me il mio uomo, che come ben sapete è un belvedere.
Cristiano comprende il mio atteggiamento e sorride soddisfatto: “Non ti preoccupare è vero che sono splendido, ma non ti tradirei mai”.
Sbuffo: “Io intanto controllo i fatti miei”. Sfioro la sua pelle: “Sei tutto per me”.
Bacia le mie labbra: “Lo sei anche tu”.
Varcato il vicoletto di casa, giungiamo finalmente alla porta. L’apre ed entriamo. Chiedo al mio uomo di lasciarmi andare. Mi accontenta. Prendo le sue mani e faccio in modo che si incrocino con le mie. Punto il mio sguardo verso il suo: “Ho una sorpresa per te”.
Tira il labbro inferiore, un piccolo sorriso sul suo viso. Lo costringo a seguirmi nel cuore della notte, senza accendere alcuna luce. Ma credo che questo sia l’ultimo dei nostri problemi dal momento che conosciamo bene la nostra casa. Nel corridoio sostiamo vicino la porta del bagno. La spalanco e accendo la luce.
Entriamo. Mi siedo sul WC. Cristiano a terra, di fronte. Respiro ed ispiro, dopo di che apro il terzo cassetto del mobile color prugna ed afferro uno scatolino, che nascondo tra le mie mani. Si lamenta, perché non capisce cosa stia accadendo. Ma le sue lagne non hanno alcun effetto su di me.
Gli svelo l’arcano. Porta le mani alla testa, che inclina verso il basso e ride felice. Si riprende: “Allora ci siamo?”.
Annuisco, emozionatissima: “Allora ci siamo!”.
Seguo la procedura indicatami dalle istruzioni del test di gravidanza. Ogni minima cosa con estrema cura. Ed aspettiamo. Vado da lui, che mi stringe a sé. Tremiamo e non vediamo l’ora di conoscere il responso. La tensione fa da padrona. Muovo freneticamente le gambe. Torturo le mie labbra. Schiocco le dita, fin quando la risposta arriva: 2/3 settimane.
Inizio ad urlare: “Sono incinta, sono incinta”.
Cristiano si commuove e mi tiene a sé. E’ difficile spiegare quanto io stia provando: questa nuova gravidanza spazza in un attimo tutto il mio dolore. Tutte le nostre sofferenze. E’ un segno, un nuovo inizio. Una nuova vita, la sua e la nostra.
Piango, contenta della lieta notizia: “Non ci posso credere!”.
Si asciuga in volto e riprende fiato: “Io si”. Agita le mani: “L’abbiamo fatto in due, eh!”.
Scoppiamo a ridere. Ci baciamo con passione. Ma mi scosto da lui. E se dovesse andare male? Mi è già capitato. E se fosse cosi anche questa volta?. Il mio viso diventa tutto d’un tratto cupo e triste. Sono una comune mortale, non so cosa mi riserva il futuro.
Ci sono io con te”, mi volto verso di lui impaurita. Tocca le mie guance, massaggiandole: “Non succederà nulla se stiamo insieme. Vi proteggerò io”.
La sua sicurezza diviene la mia e faccio si che i miei pensieri nefasti vadano in un'altra direzione, lontani per sempre da me. Ci alziamo. E di nuovo in braccio. Mi porta in camera nostra. Ci stendiamo sul letto. Si solleva leggermente su di me. Accarezzo il suo viso ed esclamo: “Carlo”.
Perplesso chiede: “Carlo?”.
Annuisco: “Si. Se mai sarà maschio voglio che si chiami Carlo”.
Senti papà che feste che farà. Sempre se non muore d’infarto”, poi ci pensa su, “ma può essere una femminuccia, Elena che ne dici?”.
Dico che va bellissimo”, replico entusiasta.
Ma un idea all’improvviso ci accomuna ed entrambi domandiamo l’un all’altro: “E se fossero gemelli?”.
Risponde Cristiano: “E se fossero gemelli li chiameremo Carlo ed Elena”.
Per concludere la bellissima nottata il mio uomo esordisce con una sua battuta: “Certo che se fossero gemelli sarei molto orgoglioso di me stesso e del mio esser uomo virile, bello, sexy ed adorabile”.
Scompiglio i suoi capelli: “Sempre lo stesso!”.
Se per “sempre lo stesso” intendi pazzo di te, allora si, sono sempre lo stesso”, sussurra al mio orecchio, facendomi impazzire.
Quasi dimenticavo la mia sorpresa. Mi siedo a letto e dal comodino afferro un foglio: “Per te amore”.
Lo prende e resta meravigliato: l’ho ritratto di profilo, intento a vogare sulla sua barca. Resta per dieci minuti a scrutare se stesso e tutti quelli che sono i dettagli del disegno.
Mi bacia: “E’bellissimo, grazie amore mio”.
Ricambio il suo gesto: “E di che”. Tentenno un attimo: “Anzi sai che facciamo ora?”.
Scuote la testa: “Cosa?”.
Ci alziamo: “Vieni con me!”.
 
                                                                   ***
Siamo al porto, avvolti dalle tenebre. Cristiano da galantuomo poggia la sua giacca sulle mie spalle nude. Il vento fa oscillare il mio abito e i miei capelli sciolti. Le onde del mare urtano contro gli scogli e le imbarcazioni. Un forte odore di acqua salata e pesce: qui vi sono anche dei piccoli pescherecci. Passeggiamo mano nella mano sulla banchina, finché non giungiamo alla fine, dove vi è una grata di ferro. Ci abbassiamo, mantenendoci vicino alla sbarre doppie e resistenti. Dalla tasca dell’indumento datomi dal mio uomo tiro fuori “Azzurro”, privo di base di legno. L’osservo per l’ultima volta e lo ringrazio per avermi fatto compagnia per cosi tanto tempo. 
Addio amico mio”: lo getto accuratamente in acqua. Come una leggera piuma bianca si muove sulle onde marine, andando qua e la. Sembra stia danzando per noi. Questo è suo commiato. Esce di scena, vedendo chiudersi dinanzi il sipario, dopo lunghi applausi.
Ed ancora io ad osservarlo: lascio che entri nella vita di altri. Lascio a lui l’ardua missione di aiutare chi come noi ha sofferto nella vita.
Cristiano stringe le mie spalle. Ci rialziamo e torniamo a casa, quella stessa casa dove un nuovo futuro ci attende. Un futuro ricco di risate, gioia, attese e pianti di bambino. Quello stesso bambino cosi amato dalla sua mamma e dal suo papà, che in soggiorno ammirerà il quadro del mio Cristiano…il mio vero azzurro, la mia vera vita!
  
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