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Autore: ELE106    21/02/2012    15 recensioni
Una AU che è partita da sola per la tangente e se ne sta andando dove vuole lei, per cui non vorrei svelarvi troppe cose nell’intro. In breve: John Winchester e Mary Campbell, vivono da qualche tempo insieme nella grande casa di lui, a Lawrence (Kansas) e stanno per sposarsi. Lui è un meccanico, vedovo, con un figlio di 20 anni, Sam, che dopo i primi due anni di college, torna in città in pianta stabile per non si sa bene quale motivo. Lei è un’infermiera, single, con un un figlio di 24 anni, Dean, poliziotto, appena uscito da una relazione disastrosa e tornato da poco sotto il tetto dei genitori. I figli di John e Mary, dopo un inizio abbastanza privo di contatti o altro, finiscono con il diventare importantissimi l’uno per l’altro e per dare inizio ad un profondo rapporto di co-dipendenza e di forte amicizia, ma destinato a diventare di più. Inoltre Sam nasconde qualcosa e suo padre John sembra essere l’unico a sapere di che si tratta. Buona lettura!
Wincest...ma non incest! Don't like, don't read! ;D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Autrice: ELE106
Titolo: Sono qui per te
Capitoli: 3/11
Fandom: Supernatural
Contesto: AU
Personaggi principali: Dean e Sam; Dean, per questo capitolo.
Rating del capitolo: giallo (anche Dean è un po’ sboccato …)
Genere: Commedia, Sentimentale, AU, Slash, per certi versi OOC, e chi più ne ha più ne metta!
Beta: thinias (la martire)
Disclaimer: Dean e Sam non mi  appartengono; questa è un'opera di fantasia; non rispecchia i gusti  sessuali dei personaggi; non ha scopo di lucro ; Bla Bla Bla…
Note dell’autrice: ci siamo gente! Qui cominciamo ad arrivare nel vivo della storia. Abbiamo avuto un quadro di Dean diametralmente opposto, per come lo vedono Gabriel e Castiel, ossia due delle persone che più gli sono vicine al mondo. Ora toccherà proprio a Dean spiegarci come e perché i suoi rapporti con Sam hanno finito per sconvolgere l’esistenza di entrambi e delle persone a loro care. Questo è stato certamente il capitolo più difficile da scrivere, forse perché difficile è stato proprio l’evolversi di questo legame che, in un certo senso, è andato intensificandosi quasi senza che i nostri due ragazzi se ne rendessero conto. Sono tante le cose che vorrei far arrivare e farvi capire, quindi Dean avrà bisogno di un paio di capitoli ^^ PERDONATEMI!!!!!!!! Buona lettura ;D
 
 


CAPITOLO 3.
Dean: il conteso (prima parte)
 



“Dean, vorrei che tu facessi una cosa per me.”

Così aveva detto John, la sera stessa che Sam era tornato da Stanford per sempre, senza dare spiegazioni.

“Stai dietro a Sammy, ok? So che non avete legato molto … lo capisco, avete qualche anno di differenza e quasi niente in comune. Ma dagli un occhio, di tanto in tanto, ok?”

Eravamo nella sua officina, sporchi di grasso fin nelle orecchie, a bere una bella birra ghiacciata, dopo aver finito di sistemare un furgone che aveva decisamente visto tempi migliori … forse la seconda guerra mondiale.
Ogni tanto andavo a dargli una mano, quando il lavoro in Polizia e gli allenamenti della squadra di football me lo consentivano.
Adoravo stare lì, in mezzo a tutta quella ferraglia!
Era come un parco giochi gigantesco, per quando mi riguardava.
E’ così ancora oggi!
A detta di John ero anche portato. Mi faceva la predica quasi tutti i giorni, dicendomi che ero un cazzone, imbecille ad aver scelto di diventare un poliziotto, visto il ‘dono’ che avevo con i motori.
 
Comunque, a parte tutto, non saprei bene spiegare il perché, ma questa sua richiesta ha significato molto per me.
Non voglio fare il presuntuoso e dire che ha dato un senso alla mia vita, ma di certo una svolta … quella si!
E’ stato come se John mi stesse ufficialmente affidando suo figlio … almeno è come l’ho interpretato io.
 
Conoscevo Sam molto poco, ma avevo già avuto modo di accorgermi di quanto somigliasse caratterialmente a suo padre. Era proprio questo che li portava spessissimo a scontrarsi.
Non hanno mai trovato la maniera corretta e pacata di parlarsi e quasi sempre non si capivano, pur dicendo le stesse cose.
Così, in fin dei conti, non mi era sembrato strano che chiedesse un aiuto esterno, per capire cosa c’era che non andava in suo figlio.
Non che ci fosse davvero qualcosa che non andava in Sam.
Anche prima di tornare da Stanford, era tutto preso dai suoi studi e dedicava pochissimo tempo a qualsiasi altra cosa. Non sapevo quasi niente di lui, ma mi aveva dato subito l’impressione di essere uno in gamba. Magari un po’ tra le nuvole … certe volte. Troppo serio … forse. Ma in linea di massima uno con le palle!

Dopo Stanford era decisamente cambiato e John era preoccupato per lui e per come sembrava essersi chiuso in sé stesso.
Ero assolutamente certo che il suo ritorno a casa fosse praticamente una fuga e che le motivazioni di questa fuga, avessero qualcosa a che fare con i dubbi e con il malessere di John. Ma ero altrettanto sicuro che non mi sarebbe stato concesso di sapere altro, perché quel testone si teneva tutto dentro ... sempre!
In questo ci somigliavamo un po’ tutti e tre: io, John e Sam … proprio un bel trio!
Insomma avevo preso questa cosa come un incarico vero e proprio e non ho fatto a John molte domande.

“Si, signore.”

Ecco cosa gli ho risposto.

Non ho mai parlato di questo nemmeno con mia madre, perché avevo l’impressione che lei sapesse già tutto.
Lo vedevo da come osservava me e John e da come non staccava mai gli occhi di dosso da Sam.
Mia madre cercava spesso un contatto con lui.
Le sembrava quasi di spaventarlo e quindi i suoi approcci erano sempre molto docili e pacati.
Pian piano Sam avrebbe ceduto con lei, ne ero certo.
Mary era una tosta, ma sapeva esattamente come conquistare le persone!

Erano buffi insieme … soprattutto Sam.
Diventava rosso come un pomodoro in presenza di Mary e, giuro sui miei sospensori da vice allenatore, che si irrigidiva come un palo –l’altezza c’era dopotutto- se solo lei lo sfiorava.
Ma se si stava più attenti, si poteva scorgere un certo luccichio, un bagliore negli occhi di quel ragazzo, quando la guardava, credendo che nessuno lo vedesse.
Come se fosse un angelo.
Come se fosse qualcosa di puro ed inarrivabile, da ammirare da lontano.
Quello che Mary doveva fargli capire, era che lei c’era! Era reale e che, se lui avesse allungato la mano, avrebbe potuto toccarla e lei avrebbe allargato le braccia per accoglierlo.
 
Anche Sam era un osso duro. Eccome!
Non che abbia fatto chissà quali gesti eclatanti per avvicinarlo.
Gli stavo dietro.
Così come mi aveva chiesto John.
Mi facevo trovare nei paraggi, dovunque lui andasse. Sempre tempo permettendo ...

A parte la richiesta di suo padre, devo ammettere che ho sempre trovato interessante il suo essere così schivo e chiuso in sé stesso.
Lo trovavo tenero … e lo so che è da checche, cazzo! Fanculo, è la stramaledetta verità!
Mi piaceva l’idea di un fratello minore da proteggere, che posso dire? Credo di averlo sempre desiderato.
 
Ho coinvolto nei miei ‘doveri’ anche quel coglione di Gabriel, che mi ferisce quasi definire il mio migliore amico.
Me lo scarrozzavo dietro, qualsiasi cosa facessi.

C’è stato anche un momento in cui ho iniziato a sospettare che Gabe si fosse preso una sbandata per Sam.
Pensandoci bene era proprio il suo tipo … gli piacevano alti!
Probabilmente l’unica cosa che lo frenava -e frenava me dall’ammazzarlo- era la troppa differenza di età.
Insomma, Santo Dio, Gabriel aveva passato la trentina da un pezzo e Sam ne aveva circa 20, quando si sono conosciuti.
 
Se non mi sbaglio è stato anche in quel periodo che avevo iniziato a vedermi con Castiel, il fratello minore di Gabe.
Con lui … è stato tutto un gran casino!

Penso che siano stati gli occhi blu … si ... sono quasi certo che fossero quelli a farmi sragionare totalmente.
Castiel aveva un modo … non so, aveva un modo di parlarmi, di prendermi, che mi faceva diventare gelatina tra le sue mani.
Mi confidavo spesso con lui e io non lo faccio mai.
Sapeva sempre dire la cosa giusta per risollevarmi, per spingermi a fare meglio.
Gli raccontavo quello che pensavo di Sam e gli chiedevo consigli su come fare ad avvicinarlo, visto che Cass ci sapeva fare in quel senso.
E' il suo lavoro …
Non lo dissi mai a nessuno dei due, ma vedevo in loro una certa somiglianza. Solo che Cass non aveva i problemi relazionali di Sam.
 
Io lo sapevo cosa stava succedendo: sapevo che si era innamorato di me.
E volevo con tutto me stesso ricambiarlo, lo giuro.
In un certo senso era così...
In un paio di occasioni devo aver anche pensato che fosse proprio lui … la persona destinata a me.
Cristo, avrei dovuto dare ragione a quell’imbecille di Gabe e la cosa mi mandava al manicomio!

Cass era troppo per me … e io non ero abbastanza per lui.
Non potevo … non potevo essere IO il centro del suo mondo.
 
Mentirei se dicessi che non sono stato uno stronzo egoista con Castiel, dopo che mi ha sopportato in silenzio per mesi e mesi.
Avevo bisogno di lui … e questo mi terrorizzava.
Lo so io. Lo sa lui. Lo sa suo fratello. Lo sa lo stramaledetto pianeta! Sono stato un bastardo e posso considerarmi fortunato che mi parli ancora e -chissà per quale masochistica ragione- continui a volermi accanto.

Quando ho capito che stava diventando troppo seria, ho iniziato a trattarlo con freddezza e a tenerlo a distanza.
Da manuale.
Finché credo abbia capito da solo e ci siamo distaccati gradualmente, senza particolari drammi.
I nostri rapporti sono diventati da molto intimi ad amichevoli in maniera del tutto pacata e lenta.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Mai una scenata.
Mai un litigio.
Semplicemente abbiamo smesso di fare l’amore.
Poi abbiamo smesso di baciarci.
E abbiamo iniziato solo a parlare e a passare il tempo l’uno in compagnia dell’altro.

Mi rendevo perfettamente conto che lui soffrisse.
Potevo leggerglielo in quegli stupendi occhi blu, che mi guardavano come fossi la cosa più meravigliosa del mondo.
E, per certi versi, posso dire che soffrivo anche io.

Mi mancava …
Mi mancavano addirittura le serate assurde, passate a tentare di inculcargli una qualche infarinatura cinematografica. O i miei tentativi -inutili- di trasmettergli un po’ di senso dell’umorismo.
Mi mancava persino come inclinava quella sua testolina scura ed arruffata da un lato -come i bambini quando non capiscono- ogni volta che lo prendevo in giro.

La cosa strana è che, mentre mi allontanavo da Castiel, con Sam succedeva qualcosa.

Se all’inizio aveva iniziato ad insospettirsi del fatto di avermi sempre in mezzo a piedi (quando usciva di casa mi offrivo di accompagnarlo fingendo di andare nello stesso posto, quando tornava dalla biblioteca mi trovava ‘casualmente’ ad aspettarlo con la macchina e spesso lo aspettavo fuori dal campus per riaccompagnarlo a casa), col passare del tempo mi sembrava quasi manifestasse apertamente di non detestare la mia presenza.
Ho pensato immediatamente che fosse un enorme passo avanti -visto il carattere- e ne ero felice.

Non che parlasse molto in mia compagnia.
Generalmente ero io che straparlavo, raccontandogli delle cazzate che combinavo con Gabriel, a volte di Castiel, di quando ero bambino e facevo disperare mia madre … cose di questo genere.
Lui però mi ascoltava attentamente, lo capivo.
Sorrideva addirittura, ogni tanto!
E mi accorgevo che spesso rimaneva a fissarmi, pensando che non me ne accorgessi.

Oh, Cristo, mi piaceva, ok?!
Mi piaceva.
Lo stangone, magrolino e timido, mi mandava in pappa i neuroni!
Aveva un paio d’occhi … cazzo, di un colore che non avrei mai saputo identificare, anche fissandoli per cent’anni.
Sembravano trapassarmi la nuca.
E quell’espressione da bimbo sperduto … che -se solo ne fosse stato consapevole- avrebbe potuto farmi fare qualsiasi cosa!

Ho la fissa degli occhi ... credo … e il bello è che non l’ho mai saputo!

Generalmente mi attirano un bel paio di tette su un faccino pulito o -parlando di altro genere- la stessa cosa, senza il paio di tette.
Non sono mai stato uno profondo … lo so.
Mi è sempre andata bene così!
Queste riflessioni le lasciavo a Lisa … o a Cass …

Con Sam … non lo so, volevo fare colpo su di lui.
Ma più di tutto, volevo davvero diventare suo amico.

Castiel, che stava ad ascoltarmi con estrema attenzione, mi ripeteva sempre che, da come gli descrivevo Sam, gli sembrava che si sentisse solo.
E fuori posto … sempre.
Era esattamente l’impressione che avevo io.
Così … presi spunto dalla persona che meglio ci sapeva fare in questi casi: mia madre.
Optai per i modi pazienti e poco invasivi.
Io c’ero.
E Sam lo aveva capito.

Infatti ci volle giusto qualche settimana.
E i miei monologhi, accompagnati dal suo mutismo, iniziavano ad assomigliare a conversazioni.

Parlavamo solo in macchina e sempre quando eravamo soli, ossia quando ‘scaricavo’ Gabe -che lo rintronava di chiacchiere peggio di me- a casa sua.
Nella fantastica Impala del ’67 di John, che si era rassegnato a regalarmi ... tanto gliela fregavo sempre!
Tra un giretto e l’altro, Sam iniziava anche a farmi qualche domanda.

“Come va con Castiel?”

“Com’è andata oggi a lavoro?”

Gesù, la sua voce mi sembrava soprannaturale.
Non somigliava per niente alla voce di un ragazzo.
Era bassa, ma aveva un ché di docile e tranquillo.
Piacevole, insomma.
Il solo fatto di accorgermi di questo, mi impensieriva parecchio ... Dio, John mi avrebbe ammazzato!! Ecco cosa pensavo …

Sam mi piaceva troppo.
Più mi sfuggiva e più mi sentivo attratto da lui.
E più desideravo la sua compagnia, più mi allontanavo da Castiel.
 
Quando mi faceva il ‘dono’ di rivolgermi queste insignificanti domande, io partivo letteralmente per la tangente … anzi, imboccavo l’autostrada contro-mano.
Iniziavo a parlare e a parlare e fare il buffone e, stranamente a Sam piaceva.
Dai sorrisetti, eravamo arrivati alle risate.

Mi consideravo un fottutissimo genio!!
 
 
Poi un bel giorno, è andato tutto a puttane in un attimo! Un casino assurdo che ancora oggi, ripensandoci, diventa un cumulo di ricordi disordinati ed angoscianti.
Ma sono quasi certo –anzi, potrei giurarci- che sia stata pressoché tutta colpa di Gabriel!
 


Continua …
 
 





 
Nda (brevissime questa volta): L’autrice vi ama tutti e vi ringrazia -sbaciucchiandovi ed abbracciandovi teneramente- perchè siete in tantissimi e le fa molto molto piacere!!! *parla di sé in terza persona … è grave!*
Davvero, a parte gli scherzi, vi ringrazio come sempre di cuore per i commenti e i complimenti ^^
Fatemi sapere che ne pensate, anche su questo e … tenete presente che il bello deve ancora venire, quindi … restate sintonizzati, gente! Perché tra poco arrivano i problemi …
   
 
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