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Autore: Carla Volturi    21/02/2012    6 recensioni
SEGUITO DI "LA STAGIONE DEL CUORE" / Sei mesi dopo: ancora Bianca, pittrice ventiquattrenne e Cristiano, comandante della Marina trentaseienne. Un segreto condiziona il loro amore, sapranno superare i problemi della vita? Sapranno amarsi ancora?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Sono troppo curiosa di leggere cosa ne pensate del finale, dunque posto questo ultimo capitolo. 
Grazie mille per avermi seguita tanto, non so come avrei fatto senza di voi.
Un bacio e alla prossima,
Carla.


CAPITOLO 25(EPILOGO) - SOTTO IL SEGNO DEL NUMERO 4!

POV.LUCILLA
 
                                                              
                                                                        Nove mesi dopo

 
Ho sempre odiato la sala attesa, la trovo di uno snervante unico. Tu, che sei parente del paziente, aspetti come un allocco seduto, pieno di agitazione e ansia, e quando vedi un uomo o una donna in camice bianco la prima cosa che fai è andargli incontro e chiedergli del tuo caro. Classica risposta lapidaria: “Non posso dirle nulla”. Ah si? Non puoi dirmi nulla? E se ti do un pugno in testa che fai, me lo dici? No sai perché rischi di andare tu dritto dritto sotto i ferri!.
Fortuna che in sala ci sia Luna, di mia sorella mi fido e come!. Paolo, il padre di Bianca, gironzola nel corridoio come una trottola e le parole di sua moglie Anna poco placano la sua tensione.
A smorzare i miei pensieri ci pensa papà, medico in pensione, alias mio cucitore personale, visto le numerose ferite che ha dovuto suturare nel corso del tempo. Povero papà, quante volte l’ho fatto morire dalla paura!. Accarezza le mie mani e mi tranquillizza. Mamma nel frattempo porta dei caffè.
Adriano non c’è, ha preferito restare a casa con i bambini. La sua è stata una saggia decisione, ma non lo so…avrei voluto che fosse qui con me. In realtà vorrei che lo fosse sempre e non solo fisicamente.
Ma ora poco conta il mio stato sentimentale o le mie lamentele…questo non è il  mio giorno!.
 
 
POV. BIANCA

Sono distesa a letto, in una stanza grande, rivestita con parato bianco e verde. Un piccolo armadietto con due ante, una scrivania con due sedie e una vetrata, attualmente coperta la una veneziana, totalmente abbassata. Mi giro a destra: un secondo letto, vuoto, non occupato da nessuno.
Sospiro: sono mezza morta, mai avrei pensato che il parto fosse cosi duro da sopportare. Tre ore di travaglio e via in sala operatoria, devastata dalle mie urla infernali. Scoppio a ridere nel ricordare Cristiano accanto a me: cuffietta nei capelli, mascherina e camice lungo sin terra. Le mie vene ingrossate dallo sforzo e lui che respirava, ispirava ed infine soffiava. Io che mi liberavo di tre chili e mezzo di bambino e lui che sudava. Io che sentivo piangere il nostro piccolo e lui che sveniva a terra.  Due le mie domande a Luna, che mi ha assistita nel parto: “Come stanno?”, alludendo soprattutto a mio marito.
Ebbene si, Cristiano mio marito. Ero di quattro mesi quando venne a casa e mi chiese di seguirlo, senza fare domande. Ovvio che subito accettai: mica ti capita tutti i giorni che un uomo cosi virile ti domandi una cosa del genere?.
Mi accompagnò alla Capitaneria. Li mi trovai Lucilla tutta ben vestita e truccata. Rimasi perplessa. Cristiano mi lasciò tra le sue mani e andò via. Nel giro di dieci minuti mi ritrovai ad indossare un vestito da sposa prémaman, bianco, leggermente scollato, con una cinturina di brillantini proprio sotto il seno. Lasciai i capelli sciolti. Mia cognata mi portò sulla banchina del porto e li mio padre, in alta uniforme, mi prese sotto braccio. Ciò che vedevo era bellissimo, perfetto: sedie bianche rivestite sia a destra che sinistra, un piccolo altarino al centro, dietro al quale vi era il noto sindaco Russo. Pochi invitati, ma non per questo non graditi: Lucia e Carlo, Anna, Lucilla e Adriano con i loro figli. Luna e famiglia. Una calla bianca tra le mie mani, stesso fiore presente ovunque, compreso sulle barche che facevano da meraviglioso scenario. Un bellissimo cielo blu e sole splendente. Splendente come lui, Cristiano e la sua immancabile divisa da Capitano. Mani incrociate, che urtavano contro il suo addome. E una visibile commozione…la mia e la sua!.
Quando mi posizionai accanto a lui, seppi solo dirgli: “Ti amo. Grazie”.
Si accostò a me e sussurrò: “Grazie a te, che tra cinque mesi mi darai la vita”.
Durante la formula matrimoniale portammo le nostre mani sul pancione…un modo per rendere partecipe anche il frutto del nostro amore.
Tutto ciò che ne venne è ben deducibile: solo gioia e felicità.
Osservo la mia fede d’oro. Il simbolo del nostro amore.
Bussano alla porta: lo vedo entrare, finalmente in possesso delle sue facoltà psicofisiche. Spinge la culletta. Giunge da me. Ci baciamo e mi porge tra le braccia prima Carlo, poi Elena. Ulteriore sorpresa: quella sera azzeccammo i nomi e il pronostico…un maschietto e una femminuccia. La piccola è cosi bella, ha la mano chiusa a pugnetto. E’ cosi delicata. Il piccino invece ho la vaga impressione che poco ha preso da me, dal momento che riposa a braccia aperte e bocca socchiusa. E’ come se volesse dire “ammiratemi”. Sono adorabili nelle loro tutine colorate…vi ricordate il segreto di un po’ di tempo fa? Una donna conosce bene il proprio corpo ed io avevo intuito quel giorno che per un po’ di mesi non sarei stata sola.
Cristiano li osserva imbambolato, con aria sognante. Sospira ogni cinque secondi. Poi rivolge il suo sguardo a me, con occhi languidi: “Sono pazzo di te e loro”.
Anche io amore”, affermo esausta.
Comprende la mia stanchezza, dunque poggia i bambini nella loro culletta. Dopo di che si siede vicino: “Sei la mamma piu’ bella del mondo”.
Un leggero sorriso sul mio viso pallido: “E tu il papà piu’ dolce”.
A proposito stasera resto con te”, replica, mentre bacia le mie labbra.
Resti qui?”, chiedo confusa.
Sisi. Dormo nell’altro letto, che metterò vicino al tuo. Non ti lascio sola”, esordisce, impostando il petto in avanti…che macho!.
Io: “E come hai fatto?”.
Inizia a farmi degli occhiolini: “Ho fascino mammina sexy”. Ride e continua: “Per il momento non serve a nessuno, quindi posso stare”.
Lo prego di stendersi accanto a me. Porto la testa sul suo petto. Sfiora la mia fronte e i miei capelli. Lascia sulla mia epidermide numerosi baci.
Pensa che tra una settimana massimo staremo tutti e quattro a casa”, mi dice con tono romantico.
Si, non vedo l’ora”, rispondo, stringendomi a lui.
Peccato che siano ancora piccoli. Non possono dormire con noi”, controbatte, mentre osserva di tanto in tanto i piccoli.
Dagli un cinque mesi e vedrai quante te ne faranno passare”, asserisco ridendo compiaciuta.
Aggrotta il sopracciglio. Smorfia maligna sul suo viso: “Cinque mesi eh?”.
Lo guardo perplessa: “Si, perché?”.
Bacia le mie labbra: “Non cosi, magari potremmo pensare ad un bis”, si corregge, “un tris”.
Mio marito vuole il mio male: “Si come!...ambo, terno, quaterna, cinquina e tombola”.
Si volta: “Sisi, si può fare!”.
Una mano sotto il mento e aria da furbetta. Strizzo gli occhi: “Magari tra una decina di mesi…”.
Ridiamo entrambi e ci baciamo. Le sue labbra calde e carnose, che mi fanno impazzire ogni giorno di piu’. Il suo profumo da uomo. La sua passione per me, che traspare ogni secondo.
Ed ancora noi, Cristiano e Bianca, fautori del nostro destino. Un destino che non rema piu’ contro, ma che ci accoglie caloroso, sotto il segno del numero 4…e poi chi sa!.
 
                                                        
                                                                               Fine…per il momento!
 


ANGOLO AUTRICE:

Come consueto eccomi sola con voi! Un'altra storia giunge al termine e porta via con se tutte le emozioni da me provate, scrivendola. Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta e, chi sa, che vi abbia comunicato delle belle sensazioni. Come vedete dall’epilogo lascio porte aperte ad un eventuale continuo, una terza parte o qualcosa simile…ma non vi svelo altro. Sono stata per un paio di settimane senza ispirazione, ma per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, la voglia di scrivere si è rimpossessata di me!
Vi sarò sempre riconoscente,
vostra non Carla la scrittrice, ma Grazia che vi porta nel cuore!

P.S.= Certo però che emozione a scrivere ancora di Carlo e Lucia!
  
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