Di nuvole e fantasia
- Guarda, Rolf! Quella sembra proprio un Ricciocorno Schiattoso – Luna indicò una piccola nuvoletta candida che attraversava in quel momento il cielo sopra di loro.
Rolf Scamandro distolse lo sguardo dal buffo bombo che svolazzava pigramente su un fiordaliso e guardò in alto, seguendo il dito della ragazza.
- Ne sei sicura? Come fai a sapere com’è fatto un Ricciocorno, se non l’hai mai visto?
- L’ha visto mio padre e me l’ha descritto. Io credo pienamente in mio padre.
Il direttore de Il Cavillo era un personaggio a dir poco bizzarro e Rolf si ricordava ancora il loro primo incontro…
- Xenophilius Lovegood. Molto piacere. – L’uomo si era presentato nel salotto con addosso solo un paio di mutande giallo canarino e uno strano ciondolo al collo.
- Piacere, signore. Rolf Scamandro. – Il ragazzo gli aveva stretto la mano, un po’ preoccupato, mentre Luna gli sorrideva incoraggiante.
- Scamandro? QuelloScamandro? Sei il nipote del famosissimo Newt Scamandro, autore di Animali Fantastici: dove trovarli?
Rolf annuì lentamente, stupito da quell’improvviso cambio di umore del padre della sua ragazza.
- Benvenuto in famiglia, figliolo! – Il signor Lovegood sfoggiò il suo miglior sorriso, prese il ragazzo per un braccio e lo fece accomodare senza troppe cerimonie sul divano.
- Bravissima Luna! – finalmente l’uomo si rivolse alla figlia – Non potevi fare scelta migliore, davvero. Questo ragazzo è fantastico.
Rolf sorrideva inebetito, sorpreso dal colpo di fortuna che aveva avuto, mentre Xenophilius incominciava a enumerare la miriade di Creature Magiche che aveva avuto il modo di scoprire.
- Beh, se lo dici tu, ci credo.
Luna gli sfiorò rapidamente le labbra con un bacio e si sdraiò di nuovo sull’erba. Era un bellissimo pomeriggio di metà Maggio e quel campo era una distesa di fiori dai mille colori. Rolf respirò a pieni polmoni l’aria frizzante e profumata e si distese accanto alla ragazza.
- Tu pensi che io sia strana?
Luna aveva pronunciato quella domanda con un tono calmo e decisamente curioso, che lasciò Rolf piuttosto interdetto.
- Certo – rispose lui tranquillamente.
- Anche tu lo sei! – Luna scoppiò in una risata cristallina e si rotolò su un fianco, facendo tintinnare i tappi di Burrobirra della sua collana.
Rolf la osservò, mentre si scostava dal viso una ciocca di capelli: adorava quegli occhi sognanti e leggermente sporgenti, che in quel momento luccicavano di felicità. Non avrebbe mai pensato di incontrare un giorno una persona tanto simile a lui. Quando stavano insieme, sembrava che il resto del mondo sparisse; rimanevano solo loro due, il loro amore e la loro fantasia.
- Sai, Luna… - la voce del ragazzo la raggiunse come se provenisse da molto lontano – Vorrei tanto che il tempo si fermasse in questo momento. Vorrei rimanere qui con te, per sempre. Vorrei che il Sole rimanesse immobile nella sua posizione in mezzo al cielo e che il vento continuasse a soffiare tra le foglie di questi alberi.
- Perché? – Rolf la fissò stupito – Io, invece, non vedo l’ora di sapere cosa ci succederà domani e dopodomani… E quest’estate e fra dieci anni… Non sei curioso? Il tempo scorre e noi possiamo solo assecondarlo: allora perché non lo sfruttiamo al massimo?
Il ragazzo guardò incantato quella creatura così dolce e genuina: gli occhi di Luna sembravano brillare di una luce nuova, quasi magica. Rolf se ne innamorò per la seconda volta.
Qualche anno dopo, Rolf Scamandro, tenendo fra le braccia Lorcan e Lysander appena nati, ripensò a quel lontano pomeriggio di Primavera e capì che Luna aveva perfettamente ragione.
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Fatemi sapere cosa ne pensate e siate pure crudeli!