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Autore: Gwendin Luthol    21/02/2012    2 recensioni
"L’aroma dei fiori di mandarino entrava nella stanza.
L’albero distava pochi centimetri dalla finestra della sua cameretta.
Dal suo piccolo mondo,intravedeva il resto di quello che avrebbe dovuto far parte della sua vita.
A lei non interessava,però.
Pian piano,aveva imparato a chiudersi e a tener fuori dal suo guscio ciò che non era realmente importante."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The only living girl in a dream.

Tom, get your plane right on time.
I know your part'll go fine.
Fly down to Mexico.
[The Only Living Boy in New York- Simon and Garfunkel]

L’aroma dei fiori di mandarino entrava nella stanza.
L’albero distava pochi centimetri dalla finestra della sua cameretta.
Dal suo piccolo mondo,intravedeva il resto di quello che avrebbe dovuto far parte della sua vita.
A lei non interessava,però.
Pian piano,aveva imparato a chiudersi e a tener fuori dal suo guscio ciò che non era realmente importante.
Girata su un fianco,si era rannicchiata in un angolo del letto.
I testi scolastici coprivano l’intero materasso, ma ai piedi di quest’ultimo rimaneva un piccolo spazio in cui un gatto dal pelo ambrato,sonnecchiava.
Intanto la musica,leggera e tranquilla,s’impadroniva a suo modo di ogni più piccola particella d’aria.
Molto probabilmente anche di lei stessa.
Poi il gatto cambiò posizione,acciambellandosi e nascondendo il muso fra il folto pelo della coda.
Con il riflesso dello specchio che aveva avanti a sé, la ragazza scorse i movimenti del micio.
Fu convinta dall’espressione beata dell’animale,così si decise di chiudere gli occhi.
Sentii le palpebre pesanti coprirle le perle color rosso terra.
Ora la musica risuonava più forte,decisa e penetrarle nel cuore.
La percepii pulsare imperterrita nel suo petto,scaturendo scoppiettii di melodie in ogni membra del suo corpo.
Poi senza accorgersene,abbandonò il suo letto,i suoi appunti sui panneggi fidiaci e il ronfare di Paco.
 
*
 
“Che fai,dormi?” chiese un ragazzo dagli occhi grandi e bruni.
Uomini e donne sfrecciavano da ogni parte con passaporti e valigie in mano.
C’era l’aroma di chi si lascia alle spalle un luogo per un altro. Un altro che gli avrebbe regalato opportunità di vita migliore,se questo può essere uno dei motivi.
“E’ un aeroporto questo” disse lei,con decisione.
Era strano trovarsi lì,ma era sempre un sogno.
Nei sogni può accadere di tutto,si sa.
“Esatto,questo è proprio un aeroporto” confermò un ragazzo riccio e biondo.
“Stavamo aspettando che Tom si imbarcasse” continuò il primo,molto più bassino rispetto al secondo.
“Tom…?” domandò lei,con l’espressione scettica dipinta sul volto.
“Sì,va in Messico” disse il ragazzo,quello alto questa volta.
Ma sì,certo! Era proprio la canzone che lei stava ascoltando di sottofondo,avvolta nel sonno.
Parlava di questo giovane, Tom, che di lì a poco sarebbe partito per il Messico.
“Accompagnate ogni vostro personaggio nelle loro avventure?” chiese lei,appena individuato il ragazzo che aspettava la chiamata del suo volo.
Come aveva fatto non si sa,forse bastava solamente vedere i suoi scatti indecisi e timorosi.
In realtà,oltre a tutto questo,avrebbe voluto chiedere loro molte cose…ma le parole non venivano fuori. Si ricorrevano una dietro l’altra senza mai acchiapparsi.
“Questo è quello che pensi tu,siamo solamente frutto della tua fantasia. Ci hai chiamati tu,anche se l’idea non sarebbe totalmente sbagliata…giusto Art?” domandò il piccolo uomo.
Preso di soprassalto,assorto da chissà quali pensieri,l’uomo dagli occhi azzurri rispose sussultando:  “Giusto Paul”.
Poi la voce dell’altoparlante introdusse il volo per la Città del Messico.
Tom,quel ragazzo un po’ corpulento dal viso simpatico,si guardò due volte attorno.
Pareva cercare quella voce registrata dell’aeroporto,come se avrebbe potuto rispondere a tutte le sue domande.
E’ questo il mio destino,la mia vera strada?
Ma si limitò ad imbracciare la valigia,credendo e imbarcandosi nel viaggio di una vita che avrebbe,per davvero,fatto per lui.
 
L’odore dei mandarini aveva smesso di profumare la camera.
Il CD risuonava all’infinito da più di due ore,tanto che era sera e Paco era già in cucina a cenare con i suoi croccantini.
Intorpidita,lei si tirò su dal fianco destro sulla quale aveva dormito per tutto il pomeriggio.








 

Due paroline:
Eh sì,devo pur spiegare l'invenzione di questa scioccheria.
1. Se ci fosse una beatissima sezione 'Simon and Garfunkel',inserirei tutto lì.
2. La canzone citata all'inzio è fondata su qualcosa di totalmente diverso. 

Il ragazzo che vive da solo a New York è Tom e Tom era allora Paul Simon, Jerry era invece Art Garfunkel (così si erano ribattezzati, come i due fumetti).
Che cosa accadde?
Molto semplice: Paul Simon era a New York a comporre le canzoni per “Bridge over troubled water” e Art Garfunkel (che faceva anche l’attore) se n’era andato in Messico a girare un film, Comma 22.

Paul se l’era un po’ presa e, da buon artista, ci aveva scritto su questa bellissima ballata folk.
Quindi,la mia fic non c'entra un dannato niente!
Infatti è tutta opera di un bel sogno pomeridiano,in cui lo studio irrefrenabile di storia dell'arte e il russare del mio gatto
mi hanno fatta addormentare come una pera cotta (??)
Grazie per la pazienza,credo di aver anche detto troppo.
E ringrazio anche delle possibili recensioni e letture,ciau!

 

  
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