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Autore: AngelOfSnow    21/02/2012    2 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gocce di memoria II Atto.

II Atto.


Zaino in spalla, voglia sotto i piedi e pazienza al limite sorrido alla commessa del locale che mi guarda un po’ stralunata e confusa: non è normale che una sedicenne mangi qualcosa alle cinque del pomeriggio. Ma proprio non riesco ad entrare a casa quando è così vuota perché cado preda di una strana sensazione a cui non posso cedere, almeno, sarei riuscita a non cedervi.

<< Ecco a te. >>

Mi sorride con un sorriso stanco e tirato, uno di quei sorridi che ti fanno venir voglia di parlare. Porgo la mano alla ragazza con il cappellino e la coda alta presentandomi senza pensarci troppo: Sonia Galante.

Laureata in legge, ma confinata ad un fast food mediocre della periferia Messinese. Sorrido lei quando mi parla del ragazzo che ama e che le ha chiesto di sposarlo.

<< E tu...Elisa, non hai un ragazzo? >>

Blocco la forchetta a metà negando e spiegando lei che le mie conoscenze maschili si fermano a qualche vicino e che nella mia scuola i dinosauri imperversano liberi uccidendo gli ormoni di noi povere comuni ragazze mortali che non hanno il piacere di conoscere tante persone.

<< Perché non vai al Nautico a conoscere qualcuno?! Lì ho molti amici! >>

Tossisco cercando di non affogarmi. Per chi non lo sapesse, il Nautico è l’istituto conosciuto sia per le materie che insegnano all’interno dei corsi che per la quantità spropositata di ragazzi.

<< Sonia, ma, mi hai vista!? >>

<< Si e quindi...? >>

Prima che possa spiegargli lei che il mio aspetto è quanto di più imbarazzante per me, il proprietario del locale la chiama e a me non resta che pagare riprendendo lo zaino in spalla e girovagando per le vie della città, almeno, quelle che conosco e che brulicano ad ogni orario di gente. Sospiro guardando la chiesa di Provinciale dal finestrino del tram senza sapere che fare. Sento il telefonino nella mia tasca ignorandolo per alcuni secondi, pensando che fosse un messaggio, ma mi tocca prenderlo per vedere scritto sul display: Mamma.

<< Pronto? >>

<< Amore della mamma ciao! >>

<< Ciao mamma... dove siete? >>

Sento dei rumori in sottofondo che mi sanno di festa ed evito di commentare per il volume della musica troppo alto.

<< Elisa cara siamo in Egitto! Dovresti vedere che bello sembra tutto magico! Ah, si... ti ho telefonato per avvisarti che non rientreremo domani... >>

<< Ma... >>

<< Rientreremo tra due settimane... gli affari stanno andando bene, ma ci hanno chiesto di aprire le trattative per un altro contratto a cui non possiamo rinunciare... >>

La musica si fa più alta facendomi abbassare il volume del microfono mentre delle grida mi rendono impossibile capire cosa stesse dicendo mia madre, forse qualcosa a che fare con la donna delle pulizie.

<< Mamma non la mandare: la casa la pulisco ogni giorno e non ne vale la pena... >>

<< Elisa sei sicura? La scuola? >>

<< Quella è la morte... La scuola và. >>

<< Ma dove sei tesoro? Sento un rumore strano dal tuo lato! >>

Non rispondo reprimendo l’istinto di lanciare il telefono dal finestrino, stranamente, aperto del mezzo. Mi alzo di scatto dal mio posto portandomi davanti le porte e poi rispondo.

<< Sto andando a fare la spesa... >>

<< Brava! Ah tesoro adesso devo andare! Un bacio! Ciao! >>

<< Ci- >>

Non ho nemmeno il tempo d rispondere che la comunicazione viene interrotta in contemporanea all’apertura delle porte, sono arrivata a Piazza Cairoli senza rendermene conto.

Il telefonino riprende a vibrare nella mia mano, inerme, e questa volta rispondo senza staccare gli occhi dal cielo che si sta oscurando, presto avrebbe fatto buio. Avvicino il “baracchino” all’orecchio senza controllare il display.

<< Pronto? >>

Biascico.

<< Elisa dove sei? >>

Rimango di sasso sentendo la voce maschile dell’unico ragazzo che io conosca, almeno a Messina: Rickye Lorenti.

<< Non penso che siano affari che ti riguardino! >>

L’unico ragazzo per altro che è in grado di farmi saltare i nervi nel giro di pochi istanti.

<< Ti chiedo questo perché sono con la macchina a Piazza Cairoli e c’è una ragazza all’in piedi proprio davanti alla fermata... sei tu? >>

Alzo lentamente lo sguardo notando la Mini Cooper con il tettuccio con a bandiera inglese e gli specchietti del medesimo stampo. La mano destra si alza per salutare il ragazzo dai capelli neri e gli occhi ambra seduto al posto del guidatore che sorride vittorioso.

<< Dolcezza ti sei fatta ancora più carina! >>

<< Tu il solito coglione... eh? >>

Salgo in macchina sicura di potermi fidare.

<< Dovresti uscire più spesso! >>

<< Lo faccio! >>

Ribatto divertita.

<< Intendo con una comitiva! >>

<< Tu adesso sei una comitiva, no? Tanto basta! >>

Non ribatte più roteando gli occhi al cielo facendomi sorridere di cuore;

Se solo avessi saputo prima cosa il Destino aveva in mente per la sottoscritta, sicuramente non avrei mai accettato quell’innocuo passaggio.

 

   
 
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