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Autore: Anto1    21/02/2012    6 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta ed è ormai a capo del Direttorio. Non risolve più casi sul paranormale e ha dei sottoposti che lavorano per lui. Ma cosa succederebbe se una persona a lui molto cara fosse direttamente minacciata? Perché continua a vedere in sogno Serventi? Cosa vuole davvero da lui? Ma soprattutto, cosa vuole dalla sua Claudia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“No! No! No! Non puoi farmi questo, ti prego, svegliati!!!” urlava, fra le lacrime, guardando il volto esanime di Claudia.
Sentì dei passi dietro di sé, accompagnati dai dei bisbigli. Tutti i suoi amici e Alonso erano lì sulla porta a guardarlo, trattenendo il fiato. I gemelli piangevano: erano molto affezionati a Claudia.
Alonso gli si avvicinò, lentamente.
“Non c’è niente che tu possa fare, ormai” gli disse, storcendo la bocca per frenare le lacrime che stavano per solcargli il volto “è troppo tardi.”
Lui scosse la testa, come impazzito. “No, no! Posso ancora fare qualcosa, posso salvarla!”
“Gabriel…”
Ma lui aveva già messo la mano sinistra sulla sua fronte e la desta su quella di Claudia, pronto a riportarla indietro. “Aspettami, amore, sto arrivando!”

Tutto nero, come un pozzo di cui non si vede il fondo. Poi, una luce accecante lo avvolse; era nel limbo, un posto ormai a lui molto familiare. E in mezzo a tutto quel bianco immateriale, la vide: eccola, gli voltava le spalle, stava per andare via, per varcare la soglia dell’aldilà. No, non lo avrebbe permesso! Urlò il suo nome, con quanto fiato aveva in gola.
“Dove sono finita? Cos’è tutto questo bianco? Non ricordo nemmeno come ci sono arrivata qui! Ma certo, devo essere morta! E questo dev’essere il paradiso, o no? E’ deludente, me lo immaginavo più bello, e invece, è tutto bianco, immateriale… forse, per me che sono atea, è così. Forse dovrei proseguire, sì, sento che sarebbe la cosa più giusta, eppure c’è qualcosa dentro di me che mi frena, qualcosa che mi dice che ho ancora qualcosa da fare nella mia vita, che devo ancora vivere… c’è qualcosa, o qualcuno, che mi sta aspettando…”
“Claudia!!!”
“Cos’ è questa voce?” si voltò, e infine lo vide “E’ lui!”
Per un attimo, rimase lì ferma, mentre lui le si avvicinava… “sei il prete che si è preso cura di me” si avvicinava sempre di più “sei Gabriel” lui stava correndo “Gabriel?! Il mio Gabriel!!!” ora era a pochi passi da lei “tu sei Gabriel, l’uomo di cui sono perdutamente innamorata, e io sono Claudia, una psicologa!” l’aveva raggiunta, e i loro visi quasi si sfioravano. Lui la guardava con occhi imploranti, azzurri, intensi… gli occhi che anche Serventi non era riuscito a impedirle di amare… e ora lei ricordava tutto, tutto, specialmente il modo in cui si era preso cura di lei, il suo tocco, e quegli occhi, quegli occhi che non avevano mai smesso di guardarla come la stavano guardando adesso.
“Claudia, vieni con me!” le disse, prendendole una mano.
“Gabriel” una lacrima le sgorgò da un occhio “amore mio.” Si coprì la bocca con una mano per quelle improprie parole, blasfeme… e insieme così dolci.
A quel nome, a quell’osservazione, lui sentì una morsa allo stomaco, e sospirò, mentre il cuore gli si riempiva di gioia. Aveva riacquistato la memoria e la voce! Le mise una mano sul viso, che lei coprì con la sua. Rimasero a fissarsi per alcuni secondi; avrebbero voluto stare così per sempre, ma non c’era tempo da perdere, lui doveva salvarla!
“Andiamo!” la esortò, e si voltò per correre verso la porta che conduceva alla salvezza, col cuore che gli martellava nel petto, la mano di Claudia stretta nella sua. Stava correndo come non aveva mai corso in vita sua, come non aveva mai fatto con nessuno delle persone che aveva riportato in vita. Guardava la porta farsi sempre più grande, più vicina, l’avevano quasi raggiunta. Ma, quando stava per allungare la mano libera per afferrare la maniglia, vide con orrore lo spettro di un uomo che non avrebbe mai voluto incontrare, e che tormentava la sua vita come una peste bubbonica: lo spettro di Serventi era ancora più minaccioso dell’uomo in carne ed ossa. Lo guardava con occhi neri, iniettati di odio e di malvagità. No, non l’avrebbe lasciato fare, non gli avrebbe permesso di portargli via la sua Claudia! Fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto, fosse rimasto chiuso in quel limbo per sempre, non gliel’avrebbe permesso!
Coprì Claudia col suo corpo, nascondendola dietro di sé ma senza lasciarla andare via.
“Prendi me! Prendi me, demone dell’Inferno! Io non la lascerò morire!!!”
Il fantasma di Serventi sorrise, e Gabriel fu invaso dal solito fulmine che gli percorreva il corpo. Per un attimo vacillò, non si sentiva più le gambe, aveva la testa in fiamme, come se nella sua mente fosse improvvisamente divampato un inferno; sentiva, però, la voce di Claudia, che chiamava il suo nome; questo gli diede una forza che non pensava di avere: si alzò, a fatica, e stese una mano contro il fantasma, come per allontanarlo da sé.
“Và via!!! Prendi me!!! Uccidimi, uccidimi ora, e non dovremmo più combattere!”
Il suo potere si riattivò, e sentì una forza immensa scaturire dal suo corpo, uscire dalla sua mano, e colpire il fantasma, che si dissolse come fumo.
Via libera, potevano andare. In un attimo, aveva aperto la porta; in un attimo, si era ritrovato riverso su Claudia, stesa sul letto dei suoi genitori; Claudia, che ora lo stava guardando assennata e con occhi innamorati, che ora stava facendo il gesto più bello che avesse mai pensato fosse possibile: gli prese la testa fra le mani, avvicinandolo a sé…
“Mio eroe!” parole sussurrate all’orecchio, dalla voce che aveva sempre amato, una voce che gli era mancata così tanto! E così, incurante della gente che stava guardando, Gabriel si lasciò attirare dalle labbra di Claudia. Non le ricordava così soffici, così invitanti… e si ritrovarono a baciarsi appassionatamente, prima dolcemente, poi in maniera quasi vorace, mentre Gabriel le cingeva una mano intorno alla vita e Claudia gli accarezzava i capelli, premeva la sua testa per guidare i suoi baci. Era tornata, era tornata! Era viva, aveva riacquistato la memoria, la voce! Era ritornata ad essere la sua Claudia!
Continuarono a baciarsi così per un tempo indefinito, dimenticandosi che c’era gente che li stava guardando, gente che però non pensava che quel bacio fra un prete e una donna fosse sconveniente, anzi, molti piangevano per avere assistito ad una scena così intensa, i bambini ridevano felici e un po’ vergognosi; e le persone che non erano ancora a conoscenza del potere di Gabriel, erano rimaste allibite e scioccate, ma in senso positivo: credevano fosse solo un prete, e invece era un uomo con un potere così forte e raro che avrebbe potuto contrastare un esercito. In un attimo i loro dubbi sulla vittoria su Serventi si dissiparono del tutto. Alonso guardava quella scena con occhi paterni pieni di lacrime: aveva assistito non solo alla manifestazione del potere di Gabriel, ma anche ad un altro miracolo: l’amore.

“AHHH!!!!”
“Signore, signore, che c’è?!”
“Stammi lontano!!!”
Si scostò dall’uomo, facendolo sobbalzare all’indietro con la forza della mente.
“Non ho bisogno di nessuno, io!” urlò, furibondo, appoggiandosi al suo bastone dal manico argentato. Aveva sentito come un pugnale nel cervello, e, per un attimo, aveva temuto che sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Si alzò, ansimando. Cos’era stato? Un attacco di emicrania? No, no, non ne aveva mai avute… era colpa sua, tutta colpa sua!
“Gabriel, ti ammazzerò! Giuro che ti ammazzerò!!!”




Ok, ho detto che non avrei postato più niente fino al fine settimana, ma dopo ora china sui libri a studiare Buddhismo e Psicoanalisi, avevo bisogno di sfogarmi. Capitolo scritto un po’ di fretta, dallo stile un po’ rozzo, ma spero che non vi abbia deluso! Il prossimo dopo venerdì!
  
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