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Autore: lazybones    22/02/2012    5 recensioni
Nella sua tragedia aveva trovato uno spiraglio di luce, una misera spiegazione a tutto il suo dolore. Forse tutta quella sofferenza lo aveva portato a questo, a quel gruppo, a quella canzone. Forse un giorno sarebbe davvero stato meglio, in pace con sé stesso e tutte le altre parole vuote che per lui non avevano ancora un minimo di significato. Forse un giorno avrebbe ripensato alla sua giovinezza e avrebbe sorriso. Forse non sarebbe mai arrivato a quel giorno e si sarebbe consumato prima come una candela, una delle tante su quell'enorme candelabro che era il mondo.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà.
Allora, sì, in questo capitolo ci sarà una novità. Sì, ERA ANCHE ORA. Il titolo è preso da Honey This Mirror Isn’t Big Enough For The Two Of Us (<-- titolo corto come il nsjadhasjk di Rocco Siffredi) *dito medio slogato a furia di schiacciare il caps lock* e boh, grazie al cazzo, immagino lo sapevate già djsahdjkas. Nella terza riga ci sarà un riferimento a You Know What They Do To Guys Like Us in Prison (MCR, ma mi state prendendo per il culo? Why you no write short titles?), ve lo dico ora perché non ho intenzione di fare una nota alla fine per una minchiata simile.
Ciao.
Ah. Ringrazio di cuore le tre donzelle che hanno recensito il capitolo precedente, avete il cuore grande e soprattutto dalla parte giusta, non come Justin Bieber <3 (Justin, lo so che stai leggendo! D:)
Ah-eh-uhm... niente porcate qui. Gerard è un po’ depresso e pessimista, ciao. Solitas mierda. (<-- quando lo spagnolo diventa alternativo ç.ç)
Boh, spero recensirete. *mendica recensioni in un angolino del sito EFP*
Pace e amorre.

Kathy G





 

 
- And I Get A Little Shaken Because I Live My Life Like This.
Sorridevano, ma la droga li stava lentamente prosciugando.
Di nuovo, si sentiva cadere.
E questa volta non era da solo. Questa volta si stava trascinando dietro i suoi amici.
I sorrisi perdevano la felicità e diventavano confusi e folli.
Ogni mattino, finito l'effetto della droga, lottava contro sé stesso per non perdersi nel pianto e farla finita.
L'euforia di un paio d'ore gli costava il resto della giornata, passata in cupa tristezza.
I rapporti con Frank erano sempre più strani, Gerard non ne era sicuro ma forse si erano fidanzati senza che lui se ne rendesse conto.
Non che gli dispiacesse davvero, ma parlare di fidanzamento era così... impegnativo. Solo a pensarlo gli veniva la pelle d'oca.
Gli altri non sapevano niente di loro due, anche se ultimamente si baciavano con loro presenti. A parte un'innaturale silenzio, a nessuno gliene fregava molto.
Ma Gerard stava perdendo l'entusiasmo. Ogni giorno era uguale, le stesse sensazioni, le stesse attività.
Per questo quando Ray irruppe nel garage con un sorrisone e il cellulare in mano un'ingenua e timida speranza si dilagò nel cuoricino malmesso di Gerard. A volte aveva quasi l'impressione che il sangue non gli scorresse più nelle vene perchè il cuore era troppo annoiato e scazzato per fare qualcosa per tenerlo in vita. Era molto triste e... folle, okay.
- Che succede? - domandò Frank, smettendo di giocherellare con la felpa di Gerard.
- Ragazzi, non ci crederete mai. Tenetevi forte. Davvero, attenti a non rimanerci secchi. Apriremo il concerto ai Mindless Self Indulgence. –
La felicità esplose in quel vecchio garage.
- Oh mio Dio! - urlò Mikey, saltando in piedi e correndo ad abbracciare Ray, che perse l'equilibrio e finì a terra insieme al bassista.
Frank scese in velocità dalle ginocchia di Gerard, gli afferrò la mano e lo trascinò a sua volta addosso a Ray, urlando a Matt di "aggiungersi all'orgia post-notiziona".
Si buttarono letteralmente addosso ai due e rimasero a terra, un po' abbracciandosi, un po' schiacciandosi, alternando alle risatine versi addolorati o frasi del tipo "ahia, l'anca".
Erano fottutamente gasati, sì. Era incredibile, e nemmeno sapevano come cazzo era successo, nemmeno importava. Gerard aveva quasi paura che fosse una stronzata, quindi non chiese spiegazioni temendo di ferirsi da solo. Masochista fino a un certo punto.
- Ma il nostro gruppo non ha nemmeno un nome! - osservò Frank, sollevandosi sui gomiti piantati sulle chiappe di Ray, che infatti imprecò.
- So io che nome darci! - urlò Mikey, così gasato che a momenti esplodeva letteralmente. Rotolò da sotto Matt e arrancò fino al divano, dove prese il libro che stava leggendo da mesi perchè era lento ad acculturarsi. Che poi ne usciva più rincoglionito di prima, ma vabbè. Prese il libro con entrambe le mani e lo sollevò come se fosse la scimmia con le chiappe rosse de Il Re Leone e reggesse fra le mani Simba. Indicò con un indice il titolo. "Ecstasy: Three Tales of Chemical Romance".
- E con ciò? - domandò Gerard, perplesso.
- Vuoi chiamarci "Ecstasy"? Proprio anti-sgamo, eh. - commentò Matt.
- No, Chemical Romance! E' troppo figo! -
- Aspetta, Mikey, sgasati un istante. –
- Manca qualcosa lì davanti a Chemical Romance... -
- Appunto. -
- My Chemical Romance, dato che il libro è mio. - esordì con aria saccente.
Frank e Ray avevano la bocca spalancata in un'espressione a metà fra l'impressionato e il delirio. 
- Cazzo! E' fottutamente figo! - strillò Frank.
- Ha un che. - convenne Gerard con un sorrisetto, momentaneamente strappato dalla sua agonia. Sperò solo che quel momento durasse una vita.
- Oh mio Dio, siamo così... fighi. - continuò Frank, gli occhi che brillavano. Il solito bambino.
- Lo so, tipo... è pazzesco. - farfugliò Ray, ancora disteso a terra insieme a Gerard, Frank e Matt, - Tipo, ci ha notati non so chi a quel concerto che abbiamo fatto al compleanno della troia bionda... –
- Sempre molto chiaro. -
Gerard si prese la testa fra le mani, e Frank gli lanciò un'occhiata, accorgendosene subito.
- Che succede? -
- Ero così fatto che nemmeno me lo ricordo! - spiegò Gerard, preso dal panico. Cazzo, il suo primo concerto e non si ricordava un cazzo di tutto ciò che era accaduto. Cazzo.
Gli altri scoppiarono a ridere, pensando che fosse una battuta, e Gerard decise di non fare il preso male e di sorridere come se fosse davvero una stronzata. Non era normale drogarsi in quel modo, prendeva paura da solo a volte.
- Chi ci ha notato, scusa? - domandò Matt, guardando con aria interrogativa il riccioluto.
- Il bassista, se non sbaglio. - rispose Ray, strisciando a terra sul pavimento di cemento fino alla bottiglia mezza vuota di birra da bravo ubriacone.
- Il bassista? Non era donna? - chiese Frank con un sopracciglio alzato. Che belle sopracciglia che aveva...
- Che ne so, manco li conosco bene i Mindless Self Indulgence... però hanno un nome figo, non trovate? - squittì con un sorrisone il riccioluto.
- Sì! - esclamò Frank.
Gerard scosse la testa. Okay che nemmeno lui conosceva quel gruppo però dai cazzo. Un po' di contegno.
- Comunque questo bassista, che non si sa se sia uomo o donna, ci vorrebbe incontrare prima per parlare un po', sapete, per formalità... -
- Figata. -
- Speriamo di non fare stronzate. - annuì fra sé e sé Mikey.
- Cosa vuoi che succeda? Basta non toccare droga e alcool. - sbottò Gerard con una scrollata di spalle.
- Ah, parla lui. - ridacchiò Frank.
Gerard lo spintonò indietro con una gomitata scherzosa e Frank, ridacchiando, ricambiò, manco avessero sì e no due anni. Naturalmente, se gliel'avesse detto qualcun'altro ora quel qualcuno si sarebbe ritrovato disteso a terra in un bagno di sangue, ma Frank poteva fare il cazzo che voleva, alla fine.
- I piccioncini. - commentò Mikey con una vocetta da frocio, per qualche motivo assorto nei suoi pensieri che con ogni probabilità non avevano gran senso logico.
- Già. - annuì Ray.
- Okay, mi sento a disagio. - disse freddamente Gerard, non rendendo propriamente l'idea.
- Gerard Way si sente preso in causa! Oh! - saltellò in giro per il garage Mikey, dimenando le braccia da brava checca.
- Mikey, sgasati. -
- Hai qualcosa contro le checche? - domandò Mikey, alterato, posandosi le mani sui fianchi come una quarantenne in preda a un attacco di... a un attacco, punto.
- No. - si limitò a dire Gerard, estremamente serio.
- Okay. Ti voglio ancora bene, allora. -
- Ottimo. – sibilò.
- Ragazzi, avverto demenzialità nell'aria. - annunciò Matt.
- Devi aver respirato accidentalmente la cocaina di Gerard. - fece spallucce Mikey.
- Sapete che la cocaina lo tiene a tiro? Voglio dire, davvero a tiro. - annunciò Frank con occhi sognanti. Anti-sgamo, cazzo.
Gerard arrossì immediatamente e inevitabilmente tutti gli occhi si puntarono su di lui. Era la giornata Meniamo Per il Culo Gerard Way?
- E tu, Frank, come fai a saperlo? - domandò maliziosamente il bassista.
- Chiedetelo a Gerard. - rispose tranquillamente l'altro, e Gerard si chiese che diamine gli passasse per la testa. Di sicuro niente di costruttivo.
- Frank! - sbottò Gerard.
- Che c'è? Non è niente. -
- Sono... cose nostre. - farfugliò il moro, abbassando appena la voce.
- Oooh, forse dovreste parlare in privato di queste cose. - commentò Ray.
- Cosa c'è di male? - saltò su Frank.
- Ragazzi, non ho niente contro i gay, ma parlare di certe cose è inopportuno. -
- Non siamo gay. -
Gerard si stava sotterrando dall'imbarazzo. Detestava quel genere di discorsi.
- E va bene, qualsiasi cosa voi siate non mi interessa se il cazzo di Gerard è particolarmente a tiro quando è sotto l'effetto della cocaina. E non mi interessa nemmeno sapere come mai ne sei al corrente. Tutto qui. -
- Ray, tu hai qualche problema con tutto ciò che non è propriamente etero. -
- No! - replicò Ray, indignato.
- Frank, è tutto okay. - farfugliò Gerard, prendendogli la mano.
Frank sbuffò e si liberò dalla mano di Gerard, incrociando le braccia con la stessa aria scazzata di un bambino al quale si è vietato il secondo biscotto al cioccolato.
- Cresci. - mormorò tetro Gerard.
- Stai zitto. - sibilò Frank. 
Il moro sollevò gli occhi al cielo con un sospiro.
- Dai, non litigate... - disse flebilmente Mikey, a disagio, avvicinandosi ai tre litiganti. Se fra i due litiganti il terzo gode, che succede se i litiganti sono in tre? Il quarto si masturba?
Gerard abbandonò i suoi pensieri malsani e accennò un sorriso, estremamente intenerito dalla sottile dolcezza di Mikey, che passava dal detestabile all'adorabile con la stessa frequenza con cui Ray scoreggiava quando mangiava la peperonata (piuttosto spesso).
- Hai ragione, sono stronzate. - sospirò infine Frank.
Ray e Gerard rimasero in silenzio, lo sguardo fisso al pavimento.
- Cazzo, apriremo il concerto ai Mindless Self Indulgence. Non facciamo i depressi. – esclamò esasperato il bassista.
- Okay, la checca ha vagamente ragione. – sospirò Gerard.
- Non... tu... non... – cominciò a farfugliare Mikey, indicando con un indice scheletrico Gerard, le sopracciglia aggrottate in un espressione furiosa.
- Tu e la tua manina rachitica non conquisterete il mondo, quindi ora puoi anche riabbassarla. –
Frank fece un rumoraccio con il naso tentando di non ridere e Ray si abbracciò a Frank per nascondersi sulla sua spalla mentre sghignazzava. Per qualche strano motivo, nessuno aveva le palle di prendere per il culo Mikey. O perlomeno, non esplicitamente. Forse faceva pena a tutti.
Ma non a Gerard.
- Siete solo stronzi, cazzo. – ringhiò Mikey, - Dopo che mi sono scervellato per un nome figo tutto quello che becco è una presa per il culo? Siete dei veri amici. –
- Dai, Mikey. – ghignò Frank, tentando di smetterla con le risatine.
- No, davvero. Questa è la vera amicizia. – esclamò Mikey, sorridendo improvvisamente.
- Non ha senso. – sghignazzò Ray. Sembrava un orsetto con le coliche.
- Dolce, inutile Mikey. – sospirò Gerard, arrancando sul pavimento fino ad abbracciargli le gambe.
Frank, Ray e Matt si sollevarono a loro volta e il tutto finì in un goffo abbraccio di gruppo. Il primo.
- Vi voglio bene. –
- Anche noi. –
- Ci vogliamo bene, quindi. –
- Figo. –
- Credo che lo scriverò su Twitter. –
- Frank! –
 
Si erano dati appuntamento a una sottospecie di night-club con LA bassista. Sì, infine un'approfondita ricerca in internet li aveva informati che era donna. Fra le altre cose pure figa. Erano tutti e cinque nervosi, e con orrore si accorsero che tutti e cinque si erano impegnati per la prima volta in tutta la loro vita a vestirsi decentemente. Che cosa estremamente patetica.
Entrarono nel locale e vennero subito distratti dalle belle ragazze che si aggiravano fra i tavoli per lo più svestite.
Era strano che una donna avesse proposto un locale del genere per parlare. Forse era lesbica. Oppure solo tanto figa.
Si aggirarono con aria smarrita in mezzo a quel ben di Dio finchè una ragazza coi capelli scuri, seduta a un tavolo in fondo, attirò la loro attenzione sollevando una mano.
Sì, era la stessa delle foto pornazze che si erano guardati tutti insieme sul letto di Frank.
La raggiunsero e le farfugliarono impacciati un paio di saluti.
- Piacere, Lindsey. - si presentò, alzandosi in piedi e rivelando il corpetto che indossava e che le valorizzava esageratamente le tette. Beh, anche Gerard si sarebbe vestito così se fosse stato una ragazza. 
- Piacere, Gerard. - si presentò per primo il moro, arrivandoci un po' dopo che forse era lui il front-man del gruppo dato che l'aveva fondato.
La ragazza gli sorrise e gli strinse la mano. Okay, era incantevole. Un po' pornazza, certo, ma in fondo faceva qualche differenza? Aveva pure un profumo buonissimo. E le sue labbra rosse...
- Piacere, Frank. - disse freddamente il chitarrista, strappando Gerard dal suo mondo deliziosamente etero dopo settimane di porcate gay.
Si presentarono tutti gli altri, ma gli occhi di Frank erano incollati a Gerard.
E certo, Gerard non poteva mai fare un cazzo che il nanetto se ne accorgeva. Peggio della telepatia, doveva avergli messo un sensore nei boxer che lo avvertiva ad ogni singolo movimento. Non c'era altra spiegazione.
- Sedetevi pure, fra poco dovrebbe tornare la cameriera con il mio Jack Daniels. -
- Ma quanto figa è? - sibilò Mikey a Matt, da qualche parte alle spalle di Gerard, che cercò di distrarre Lindsey dalle porcherie che stava dicendo il fratello con un sorriso cordiale.
Presero posto e Gerard finì di fronte a Lindsey. Gli venne una specie di deja-vù, la scena gli ricordava incredibilmente quella sera che aveva conosciuto Frank, che ora invece era seduto al suo fianco.
- Ah, scusate ma gli altri non sono potuti venire, avevano un'intervista o una cosa del genere. - spiegò la ragazza.
- Non c'è problema. - sorrise Gerard.
- Quindi, com'è che si chiama il vostro gruppo? - domandò Lindsey, guardando praticamente solo Gerard. E che bei occhi che aveva...
- My Chemical Romance. - rispose, una certa soddisfazione nella voce, e lanciò un'occhiata a Mikey, che gli sorrise.
- Figo. - commentò affascinata la ragazza, mordicchiandosi un labbro. Quella donna aveva intenzioni precise. E Gerard non aveva intenzione di rifiutarle.
- E' stata un'idea di Mikey, deriva dal titolo del libro di Irvine Welsh. - puntualizzò Frank, nel sorriso tanta acidità a malapena celata.
Lindsey spostò gli occhi da Gerard, li puntò brevemente su quelli di Frank e infine li posò su Mikey con un sorriso.
Gerard approfittò della momentanea distrazione di Lindsey per pizzicare la coscia a Frank e fulminarlo, intimandogli con la forza dello sguardo di chiudere quella cazzo di bocca.
Frank socchiuse le labbra, indignato, e lo guardò in cagnesco. Allungò una mano e per un istante Gerard si preparò emotivamente a un pizzicotto, invece la mano strisciò languidamente fino a finirgli in mezzo alle gambe.
Spalancò gli occhi e le chiuse di scatto, facendo sobbalzare il tavolo.
Gli occhi scuri di Lindsey saettarono di nuovo su Gerard, incuriositi, e Frank ridacchiò. Brutto stronzo.
- Che succede? - domandò la bassista.
- No, niente. - tagliò corto Gerard.
- Sei molto meno... estroverso di quella sera del concerto. - osservò.
- Ero piuttosto drogato, ricordo a malapena cos'è successo. - replicò in sua difesa il moro.
- Mh, io lo ricordo bene, però. -
La mano di Frank saettò di nuovo in mezzo alle sue gambe e gli agguantò il pacco, strizzandogli per bene le palle.
Gerard trattenne a stento un urlo di dolore e, per fortuna, arrivò la cameriera con il Jack Daniels di Lindsey.
- Volete prendere qualcosa? - domandò la cameriera bionda, con un sorriso falso e solo ed esclusivamente di circostanza.
- Una vodka. - ansimò Gerard.
- Per noi delle birre, grazie. - ordinò Ray, fulminando Gerard.
- "Basta non toccare alcool". - recitò Mikey alterando la voce con una smorfia.
- Vaffanculo. - sbottò Gerard, artigliando la mano di Frank e districando a fatica le sue dita dai suoi pantaloni. Riuscì infine a schiodarlo e, affondando le unghie sul suo dorso, gli premette la mano contro la sua coscia, quasi a fargli capire dove doveva stare, il tutto senza distogliere lo sguardo dalla bassista tutte tette.
"Sono un maestro."
- Se non sbaglio... - disse Lindsey, posando il suo bicchiere sporco di rossetto sul tavolo, - Quella sera avevate suonato una canzone vostra. Oppure non la conoscevo? -
- No, a dire il vero ho scritto una canzone. - spiegò il moro, lanciando un'occhiata compiaciuta a Frank che ora non poteva contraddirlo in alcun modo.
- Ah, ecco... era molto bella. -
- Grazie. -
- Come si chiama? -
- Skylines and Turnstiles. -
Tutti si voltarono a guardarlo.
Okay, se l'era inventato al momento, però suonava fottutamente bene.
- Beh, bravi. Non è da tutti avere già una canzone... se non sbaglio siete un gruppo da pochi mesi. -
- Già, però siamo molto affiatati. - intervenne Frank, sorridendo di nuovo in maniera quasi folle.
Geloso. Era fottutamente geloso. Di Gerard. Questo significava molto. E Gerard aveva intenzione di rinfacciarglielo come si deve appena usciti da lì.
- Ha ragione. - convenne Gerard, posandogli una mano sul ginocchio e risalendo con leggerezza per l'interno coscia.
Frank trattenne il respiro e raddrizzò appena la schiena, quasi inchiodato.
- Quando sarebbe il concerto che dobbiamo aprire? - domandò frettolosamente Ray, accorgendosi di cosa stava facendo Gerard, la cui mano era ormai quasi nei boxer di Frank.
- Il ventisei, fra non molto. Spero non abbiate impegni per quel giorno... -
- No, noi non abbiamo mai impegni. - disse con un sorrisone Mikey. Idiota.
- Sì, insomma... - farfugliò Ray, ma Lindsey stava già ridendo, - Sì, ecco... ci hai già smerdati, Mikey. -
- Non è vero, siete adorabili. - sorrise raggiante Lindsey, - Piuttosto spero che il gruppo che di solito ci apre i concerti abbia di nuovo degli imprevisti, perché mi piacerebbe davvero molto avervi con noi più di una volta. Siete molto simpatici. -
Oh, andiamo, era davvero un caso che i suoi occhi erano tornati su Gerard?
Sfilò segretamente la mano dai pantaloni di Frank, che si morse un labbro con forza, quasi incazzato.
- Sarà divertente. - concluse Gerard con un sorriso malizioso.
 
- Frank, Frankie, su, su, non fare così. - disse Gerard con un sorriso, seguendolo per il parcheggio deserto. Aveva capito da subito che quando aveva annunciato che doveva andare al bagno in realtà voleva scappare da lì. Non aveva più segreti con Gerard, quei suoi occhi grandi erano così trasparenti per lui...
- No. Col cazzo, Gerard, vai a scopartela e non rompere i coglioni a me. - ringhiò il più piccolo, continuando a camminare a grandi passi per quel parcheggio. In realtà la macchina di Ray era dalla parte opposta, ma Gerard preferiva non dirglielo subito.
- Ti fermi? - domandò, mettendoci tutta l'innocenza che trovò in quel corpo di figlio di puttana.
Naturalmente, Frank obbedì. Obbediva sempre. Si voltò a guardare Gerard, neanche tanto furioso, ma ricco di aspettative.
- Ti sembra carino comportarti così? E' squallido. -
- Lo faccio solo perché fa parte del gruppo la cui apertura del concerto è affidata a noi, Frankie. - si giustificò Gerard, sorridendogli. Non si era mai sentito così figlio di puttana. Non che fosse una sensazione brutta, eh. Forse solo sul letto di morte avrebbe metabolizzato tutte le cattiverie da lui pronunciate e pensate e si sarebbe vergognato. Per ora però andava tutto bene.
Gli prese entrambe le mani e gli rivolse uno sguardo angelico, che vide rispecchiarsi immediatamente negli occhi di Frank. Possibile che il diavolo apparisse così credibile sottoforma di angelo?
- Facciamo la pace? - sussurrò, adoperando appositamente lo stesso tono di voce di un bambino delle elementari.
Frank gli prese il viso fra le mani, lo trasse a sé e lo baciò stringendoselo contro con una passione quasi inopportuna.
Gerard ce l'aveva fatta, come sempre.
Il più piccolo sollevò una mano e fece scivolare delicatamente le dita sulla guancia di Gerard, gli occhi grandi e buoni che osservavano con attenzione il suo viso. Dopodichè scostò la mano e la lascio a mezz'aria. Gerard lo guardò con aria interrogativa e Frank lo colpì con una sonora sberla.
- Col cazzo che facciamo la pace, stronzo. - . E tornò nel locale, lasciandolo da solo in quel parcheggio deserto.
 
- Non dire che è colpa mia. -
Quella voce penetrò i suoi sogni, distruggendoli e rispedendo Gerard nel mondo reale. Spalancò gli occhi e avvertì immediatamente il peso familiare di Frank addosso.
Come quasi ogni mattina, una lama gli trapassò la testa da parte a parte mentre la depressione sopraggiungeva cospargendolo di ansia e disperazione.
E quel sorriso di Frank stonava così tanto.
- Che stai...? Cosa...? - farfugliò Gerard, cercando di ragionare.
- Non giustificarti dicendo che eri scosso dalla nostra discussione. Non era niente. Eppure tu continui a drogarti. -
- Non mi ricordo più cos'è successo. - mormorò, ricadendo con la testa sul cuscino e serrando gli occhi tentando di non piangere. Era sempre così dopo la sua dose di cocaina. Voleva solo piangere e non sapeva nemmeno perché. Sentiva l'odore del pianto avvicinarsi... era forse possibile?
- Non preoccuparti, ti abbiamo tenuto buono io e gli altri. Non hai fatto niente di niente, hai solo ballato un po' troppo e rotolato a terra quando non era davvero il caso. - lo tranquillizzò l'altro.
- Ho rovinato tutto? - domandò, riaprendo gli occhi.
- No, alla pornazza stavi simpatico. Un po' troppo per i miei gusti. Però non vi ho lasciati nemmeno baciarvi. - puntualizzò con un gesto svogliato della mano.
- Mh. - commentò Gerard, un po' deluso. Vabbè che non si sarebbe ricordato comunque nulla... Proprio come quella notte del loro primo concerto. 
- Ma il problema è che ti droghi sempre, ormai. - proseguì il chitarrista, - Ho parlato con Mikey, sai? Hai superato ogni limite. -
- Non è vero, ho tutto sotto controllo. -
Frank si picchiò una mano sulla fronte, della serie non-hai-capito-un-cazzo: - Gerard, il fatto che tu non lo ammetta è la cosa peggiore. Drogarsi va bene, okay? Posso capire, è estremamente liberatorio, mi drogo anch'io ogni tanto, ma questo è il punto. Solo ogni tanto. Io ho tutto sotto controllo, tu no. Ecco dove sta la sottile differenza fra "drogarsi è sano" e "Cristo, sei messo male". -
"Drogarsi è sano". Ecco perché quel gay era il ragazzo dei suoi sogni.
- Frank, è come voglio essere. Drogato. E' esattamente quello che voglio. -
- Ma perchè? Nel tuo stato non può essere bello! - 
- E' bellissimo fin che dura. – borbottò, rendendosi progressivamente conto che era nel torto.
- E poi ti svegli con questa faccia da culo. - concluse l'altro. 
Gerard si sollevò dai cuscini con un sospiro: - Frank, sto bene. -
- Ho smesso di crederti. - replicò brevemente l'altro.
Non ce la faceva più, quindi scoppiò semplicemente a piangere, sovrastato da quello stress emotivo.
Frank lo abbracciò all'istante, quasi lo stesse afferrando al volo per non farlo cadere, e Gerard singhiozzò per minuti eterni contro la sua spalla, finché le lacrime persero significato e il suo petto smise di sobbalzare, rasserenato come l'erba sfinita che respira a pieni polmoni dopo essere stata tartassata dalla pioggia e dalla tempesta per ore.
Ora era palese che le sue scelte di vita erano completamente sbagliate. Non ci voleva niente a capirlo, a dire il vero, solo che nella sua testa tutto sembrava coincidere e avere un senso. Le parole di Frank invece erano vere. I pensieri di Gerard erano solo corrotti, corrotti da quella sua malsana pigrizia e rassegnazione. D'ora in poi avrebbe dovuto ascoltare solo Frank, ma affidare la propria vita nelle mani di un'altra persona era davvero saggio?
Forse, se la si ama, sì. 
  
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