“Sto bene?” domandò retorica la ragazza, uscendo dal camerino. Lei la stava aspettando da ore in quello stupido negozio di costumi per carnevale. Aveva provato cinquanta vestiti e non era ancora soddisfatta.
Ma quello… quello era semplicemente indecente.
“Tesoro, tutto bene? Sei impallidita…” chiese preoccupata, scrutando la fidanzata. Certo, in quel posto faceva caldo e l’odore non era dei migliori, ma tanto da star male?
“Ti sei vista in uno specchio?” chiese, continuando a fissarla attonita.
Perplessa si guardò nuovamente allo specchio fuori da quei loculi che chiamavano camerini: il seno era ben sostenuto, il corpetto lasciava liberi dei coriandoli di pelle dei fianchi, le gambe della tuta le aderivano bene… cosa c’era che non andava?
“Allora? Mi sta bene!”
“Sei indecente. Non ti farai vedere così dal resto del mondo!” esclamò irritata, guardandola male. Come poteva pensare di presentarsi a una festa con settanta persone pressoché estranee mezza nuda?
“Gelosa?” la stuzzicò sorridendo.
“Ci mancherebbe! Sei mia, non mi fido degli ormoni altrui” borbottò, pensando a tutti i suoi amici e ai loro pensieri poco casti.
“Adoro quando sei così possessiva…” sussurrò, prima di baciarla, avvicinandone il viso con due dita.
“Ah, signorina, prendo questo!” trillò, provocando un sospiro di sollievo nella commessa e un grugnito irritato dalla sua ragazza.