Camminava per le strade di quella rumorosa città senza rendermi conto della gente che le andava addosso. 

Attraversava la strada senza neanche far caso alle macchine che le sfrecciavano davanti suonando il clacson mentre cercavano di scansarla.

In fondo non aveva altro da perdere. Nient'altro che potesse riportarla a quando ero piccola e l'unica cosa che le sembrava potesse ucciderla davvero fossero due ginocchia sbucciate e la paura dell'altezza.

Nessuno a 16 anni le aveva insegnato cosa significasse essere davvero viva. Nessuno le aveva aiutato a superare ogni sua piccola paura.

I suoi genitori erano troppo impegnati per prepararle la cena, suo fratello era sempre chiuso in camera sua a scrivere quel dannatissimo libro che non avrebbe mai pubblicato.

Era sola e in quel momento, più che mai, lo avevo capito.

Raggiunse il parco, l'unico posto sicuro che conoscesse dell'intera città.

Era deserto. Erano tutti a lavoro, tutti troppo occupati per guardare in faccia una ragazzina di appena sedici anni e chiederle cosa le fosse successo. In fondo, nessuno pagava la gente per essere gentile

Si sedette su una delle due altalene libere e iniziò a dondolarsi.

Era scappata da quell'edificio che puzzava di sterilizzanti in cui si sentivano troppi lamenti. Era scappata da quello che sarebbe diventato presto un luogo che avrebbe frequentato spesso.

Su quell'altalena, l'unica cosa che pottè sentirti in grado di fare, fu piangere perchè era impotente nella sua vita. 

"Tumore, troppo avanzato per essere curabile, mi dispiace"

Ripensò al discorso del dottore, a quanto avrebbe preferito andare da lui per una semplice influenza e non per un mal di testa che le stava divorando piano piano il cervello.

Si ritrovò a pensare a quanto le sarebbe rimasto da vivere, a cosa avrebbe fatto per trascorrere il tempo. Studiare ormai non serviva più, non sarebbe mai diventato un avvocato come voleva.

Osservò il cielo.

Era limpido, senza nuvole.

Come poteva paragonarlo al suo cervello? 

Si immaginava il suo cervello di un azzurro limpido, come quello che la sovrastava, senza nuvole, senza ostacoli che permettesero al sole di raggiungere la Terra, ma che piano piano si oscurava, diventata sempre più buio, senza lasciare alla gente la possibilità di scegliere tra luce e tenebre.

S.
 

*myspace*
Partite con il pressuposto che se volete una storia a lieto fine qui non la troverete.
Che se preferite i miracoli,
in questa storia non ci saranno.
Non voglio essere scontrosa ma sono stanca di tutte le FF a lieto fine che ho scritto.
Scusare lo sfogo.
Spero che il prologo vi abbia  appasionato. 
Un bacione <3