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Autore: thequibbler    22/02/2012    4 recensioni
Dopo tre mesi, lei si presenta alla sua porta e la ferita si riapre.
Forse però quell'incontro è ciò che gli serve per voltare pagina definitivamente.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot è dedicata a.. va beh, lo sai che è dedicata a te. Ti voglio bene. 

 
YOU ONLY WANT ME 'CAUSE I'M TAKEN.

"Cosa ci fai qui?"
Era l'ultima persona che si aspettava di vedere quella sera. 
Non pensava l'avrebbe vista mai più in effetti.
Dopo quella nottata spesa a dormire fuori dalla porta di casa sua, non pensava avrebbe più rivisto il suo volto.
Aveva raggiunto un nuovo livello di patetico quella notte di tre mesi prima, e ora che finalmente il suo ego e la sua vita si stavano rimettendo in piedi, lei non era solo l'ultima persona che si aspettava di incontrare, ma era anche l'ultima con cui voleva parlare. 
"Mi manchi." rispose lei, alzando le spalle come se fosse una cosa ovvia. 
"Io.. cosa?" il ragazzo si maledì mentalmente per non essere in grado di mettere insieme una frase di senso compiuto.
Provava ancora qualcosa per lei, probabilmente non avrebbe mai smesso di avere dei sentimenti per quella ragazza dai lunghi capelli biondo cenere e gli occhi di un castano chiaro, un colore così particolare che la prima volta che aveva incrociato il suo sguardo gli aveva ricordato quelle cioccolate che sua madre era solito preparargli da bambino.
Rivederla dopo settimane di guarigione era come riaprire un taglio sul punto di cicatrizzarsi definitivamente: doloroso e frustrante.
"Mi hai sentito, Liam, non farmelo ripetere due volte." disse lei spazientita, scuotendo i capelli come era solita fare, e invadendo così le narici del ragazzo con quel suo profumo che nessun'altra ragazza al mondo sembrava avere. 
Per un momento Liam chiuse gli occhi e si lasciò cullare dai ricordi che quella fragranza gli portò alla mente, ma poi la ragazza schioccò le dita di fronte alla sua faccia e lo riportò alla realtà: "Hai intenzione di farmi entrare, bell'addormentato?"
Senza dire una parola, il giovane spalancò la porta e si spostò di lato per farla passare: "Cosa ci fai qui?" le chiese di nuovo, cominciando a realizzare che quello che stava accadendo era sbagliato. Lei non avrebbe dovuto essere lì. 
"Ho visto certe foto su internet, tu mano nella mano con una ragazza, sembra troppo giovane per te, sai." spiegò, sedendosi sul divano del salotto con nonchalance, proprio come se fosse stata casa sua. 
Ah. Aveva visto le foto. 
"Ha solo tre anni meno di me, non trenta, e comunque l'età è solo un numero." ribatté Liam, appoggiandosi al muro. 
Lei alzò le mani in segno di resa: "Woah, d'accordo. Se lo dici tu."
Un attimo di silenzio. 
"Cosa ci fai qui?" domandò per la terza volta Liam, cominciando a spazientirsi. Sapeva che qualunque cosa lei avesse in mente, non sarebbe finita bene. Per nessuno.
Lei lo ignorò: "Non ti vieni a sedere qui con me?" chiese lentamente e sottovoce, sorridendo maliziosa. 
"No, Audrey. Non ho nessuna intenzione di sedermi con te." replicò lui, incrociando le braccia: "Te lo chiedo per l'ultima volta: cosa ci fai qui?" 
"Voglio tornare con te." ammise finalmente lei, alzandosi e avvicinandosi pericolosamente al ragazzo. 
Liam provò istintivamente ad indietreggiare, ma l'unico risultato fu quello di prendere una testata contro il muro. 
Lei rise, il suono di mille campanelli d'oro, una risata che il giovane aveva amato così tanto, ma che ora portava solo guai: "Che cosa hai detto, scusa?"
Audrey alzò gli occhi al cielo: "Sei sordo stasera? Torniamo insieme." ribadì lei, aprendosi in un sorriso. 
"Come ti può venire in mente una cosa del genere?" esclamò lui, sottraendosi agilmente dalle sue grinfie, sapendo perfettamente che la vicinanza rendeva solo tutto più difficile. 
"Te l'ho detto: ho visto quelle foto e ho capito che mi manchi. Sai benissimo anche tu che non può funzionare tra te e quella.. come si chiama?" 
"Simone." disse lui. 
"Che nome banale." commentò lei, facendo nuovamente qualche passo verso di lui: "È solo un ripiego, Liam. Lo so io e lo sai anche tu. Quella che vuoi davvero sono io, sono sempre stata io."
Quando Audrey posò una mano sul suo petto, Liam non si sottrasse: "Una volta era così, non più." riuscì a dire, la voce tremante. 
L'espressione della ragazza si fece triste, una tristezza forzata, ma non per questo meno adorabile: "Da quando mi odi, Liam?" chiese, alzandosi in punta di piedi e sussurrandoglielo nell'orecchio. 
Le palpebre di Liam si chiusero automaticamente e il ragazzo sospirò al contatto delle labbra di Audrey con il suo orecchio: "I-io non ti odio e lo sai."
"Allora perché non mi vuoi più?" mormorò, spostando le sue labbra sulla mascella del ragazzo e lasciando dietro di sé una scia di piccoli baci. 
"Tu-tu mi hai spezzato il cuore." rispose lui, sentendo ogni traccia di buonsenso abbandonare la sua mente. 
"Addirittura?" biascicò lei, scendendo sempre di più e posando le labbra sul suo collo: "Sai come sono fatta, Liam. Non mi piacciono le relazioni stabili. Sono noiose. Ma non sopporto di vederti con un'altra."
"Sei stata tu a rompere con me." osservò Liam, sempre meno convinto.
"Non avrei dovuto farlo, tesoro. Non c'è niente che non sono disposta a fare per riaverti." promise con una voce sensuale e prima che il giovane potesse ribattere, Audrey gli morse velocemente il labbro inferiore, e quando si avvicinò ancora di più per baciarlo, Liam non riuscì a resistere. 
Rispose al bacio con intensità, facendo scorrere le proprie mani lungo la schiena della ragazza e perdendosi sempre di più nella profondità di quel gesto. 
In un attimo il maglioncino di Audrey era per terra, e così anche la maglietta di Liam. 
Caddero entrambi sul divano, e la ragazza lo baciò di nuovo, con sempre più passione. 
"Sei mio. Lo sei sempre stato e lo sarai sempre." 
Fu quella frase che fece scattare qualcosa dentro di lui, facendogli interrompere il bacio: "No, Audrey, no." disse, il respiro affannoso. 
"Dai, ti prego.." cercò di incitarlo la ragazza, mettendo nella voce una nota di bisogno disperato. 
Se fosse autentico o meno, Liam non l'avrebbe scoperto mai. 
"Tu-tu vuoi solo vedermi crollare, mi vuoi solo perché sono impegnato." disse, ed era un'affermazione, non una domanda. 
"Cosa? No!" mentì lei, ma la bugia era troppo evidente, e quando Audrey tentò di buttargli le braccia al collo, Liam la bloccò prontamente: "No."
La ragazza sbuffò: "Io non ti capisco. Era questo il tuo piano, no? Farmi ingelosire. Beh, ci sei riuscito e ora sono qui. Non è questo che volevi?"
Liam rise tristemente e scosse la testa.
Dov'era finita quella ragazza così dolce e premurosa, con mille espressioni facciali diverse, un grande amore per la vita e uno stupendo senso dell'umorismo? 
Probabilmente non c'era mai stata, e rendersene finalmente conto era come liberarsi degli effetti di un incantesimo. 
Era come svegliarsi da un lungo sonno e realizzare che quella ragazza non era altro che un bellissimo sbaglio. 
"So che non vuoi sentirlo, ma la mia vita non gira più intorno a te." disse Liam, sempre più sollevato. 
Forse questo incontro era necessario per la sua completa guarigione. 
Forse rendersi conto che non c'era mai stato niente di vero era ciò di cui aveva bisogno per voltare pagina una volta per tutte.
Imperterrita, Audrey si buttò ancora una volta sul ragazzo, facendolo ricadere sul divano, e assicurandosi che il suo corpo aderisse completamente a quello di Liam: "Dammi questa notte, solo questa notte, e prometto che ti farò cambiare idea."
Nonostante il suo corpo stesse inevitabilmente reagendo allo stretto contatto con quella ragazza così bella e alle sue parole suggestive, il giovane riuscì a scostarsi un'altra volta: "No, Audrey. Grazie, ma non ho bisogno di un altro mare di infelicità. Sono passato oltre. Una volta per tutte."
La ragazza lo guardò negli occhi per qualche istante, e poi, come una furia, si alzò in piedi e si rivestì in tutta fretta: "Ti rendi conto a che cosa stai rinunciando?" chiese, furente.
Liam si rinfilò la maglietta e le sorrise: "Tu non vuoi davvero il mio cuore, vuoi solo sapere che sei ancora in grado di romperlo." le disse, travolto da quell' ondata di rivelazioni: "Grazie per essere venuta qui stasera, grazie per avermi mostrato chi sei in realtà."
"Vaffanculo, Payne."
Audrey si voltò e corse verso la porta d'ingresso, per poi rivolgersi al ragazzo ancora una volta: "Quando mi sognerai tutte le notti e mi rivorrai indietro a tutti i costi te ne pentirai, sai?" furono le sue ultime parole prima di uscire e sbattersi la porta alle spalle. 
Liam rifletté sulle quella frase: l'avrebbe sicuramente sognata ancora. O meglio, avrebbe sognato il suo clone. Non una ragazza crudele e senza cuore, ma una bellissima fanciulla dai capelli biondo cenere proprio come i suoi, che nei suoi sogni avrebbe ricambiato incondizionatamente i suoi sentimenti, mostrandogli come sarebbero potute andare le cose fra di loro. 
Improvvisamente però, il clone di Audrey nella sua testa si trasformò in una stupenda ragazza dai capelli castani e gli occhi color cioccolato, più scuri di quelli di Audrey, più caldi, e tutto ad un tratto Liam non fu più certo che avrebbe sognato la bionda in futuro. 
Forse le sue ore di sonno le avrebbe dedicate a fantasticare su qualcun altro, qualcuno di reale.
Qualcuno che lo faceva sentire bene, vivo, felice. 
Qualcuno nei cui confronti si sentiva terribilmente in colpa in quel momento.
Infilandosi la giacca con un gesto svelto, Liam uscì di casa a sua volta e tirò fuori il cellulare dai suoi pantaloni: "Simone? Sono io. Possiamo vederci? Sì, sto venendo a casa tua. Devo raccontarti una cosa che è successa questa sera. Oh, e un'altra cosa: credo di essermi innamorato di te."
  
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